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Ecco perché oggi Cronache di Birra rinuncia al Pesce d’aprile

Se “in birra veritas” allora devo ammetterlo: ieri ho anticipato la panoramica sugli eventi birrari per tenere libero il post di oggi in previsione di un eventuale Pesce d’aprile. In questi anni gli articoli farlocchi creati per il primo del mese hanno mietuto diverse vittime e addirittura fu con un pezzo del genere che otto anni fa Cronache di Birra iniziò a farsi conoscere nell’ambiente della birra artigianale – all’epoca vi raccontai della Nana, la prima bassa fermentazione a firma Baladin.

Il rito del Pesce d’aprile a molti non piace, trovando noioso e forzato ogni tentativo – talvolta grossolano – di voler divertire a tutti i costi. Ma il punto è che questa usanza non nasce per far ridere, ma per confondere e cogliere in fallo i propri interlocutori. E trovo affascinante la parte creativa di ogni Pesce d’aprile ben riuscito: non è facile inventare una storia improbabile e allo stesso tempo renderla verosimile, inserire elementi assurdi in un contesto nel complesso credibile. È un sottile gioco di equilibri che, se ben confezionato, può ingannare anche chi parte preparato.

Birra del Borgo, Baladin, Mc-77, Mezzavia, Kashmir e tanti altri protagonisti del settore in questi anni hanno partecipato al gioco del primo di aprile. Il punto però è che quest’anno su Cronache di Birra non ci sarà alcun Pesce d’aprile, perché credo che sia meglio non scrivere niente che pubblicare un post farlocco poco ispirato. D’altro canto in un settore in così veloce evoluzione come il nostro i cambiamenti sono così repentini e radicali che spesso la realtà supera la fantasia, inaridendo qualsiasi velleità creativa. E quanto successo negli ultimi mesi a livello italiano e internazionale lascia davvero pochi margini di movimento.

Questa riflessione ha senso? Ripercorriamo insieme quanto accaduto di rilevante in tempi recenti e ditemi se ogni singola notizia non sarebbe stata un perfetto Pesce d’aprile. A maggio colse tutti di sorpresa l’apertura del birrificio Tre Fontane, primo trappista italiano: se lo avessi annunciato oggi, quasi tutti non mi avrebbero creduto. A inizio anno, invece, è stato approvato l’emendamento alla legge delega di semplificazione del settore agroalimentare, che probabilmente porterà alla definizione legislativa di birra artigianale: un argomento perfetto per un ottimo Pesce d’aprile.

Sono un venduto se affermo che le notizie arrivate negli ultimi tempi hanno eroso le possibilità di un Pesce d’aprile? E allora cosa ne dite delle prime lattine di birra artigianale italiane, lanciate da Baladin e subito dopo da Birra del Borgo? Oppure della vittoria dell’outsider Birra Perugia al concorso Birra dell’anno? O ancora del riconoscimento da parte del BJCP del primo (pseudo) stile italiano, quello delle Italian Grape Ale? Ora ditemi se su ognuna di queste novità non si sarebbe potuto scrivere un valido Pesce d’aprile.

Se oggi alla mia audience avessi raccontato l’idea di Budweiser di creare uno spot televisivo contro il mondo craft e di trasmetterlo durante il Super Bowl, quanti si sarebbero fatti grandi risate pensando di aver smascherato il mio solito Pesce d’aprile? E quante notizie sulle acquisizioni di microbirrifici da parte dell’industria si sarebbero adattate perfettamente al post odierno? Certi nomi altisonanti coinvolti in queste operazioni sarebbero state perfetti per un Pesce d’aprile: penso a Meantime, Camden Town. ‘t Ij, Firestone Walker, Ballast Point e tanti altri.

Acquisizioni dell’industria, ecco. Negli ultimi mesi troppo spesso le notizie arrivate nel nostro ambiente hanno superato le (peggiori) fantasie degli appassionati, obbligandoci a ripensare tanti aspetti legati alla birra. Per questo oggi non ho niente di farlocco da raccontarvi, perché semplicemente quanto accaduto recentemente mi ha preso totalmente di sorpresa. E chissà cosa accadrà nel prossimo futuro…

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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4 Commenti

  1. A proposito di “superare le peggiori fantasie” questa credo resterà nella top 3 nei secoli a venire http://orderyoni.com

  2. la più bella di oggi però è quella del birrificio start up di kansas city che registra il trademark “Craft” a livello globale…

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