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Lego e birra: quando i mattoncini colorati diventano pub e birrifici

Come forse avrete letto in giro, negli scorsi giorni i Lego hanno compiuto 60 anni. In particolare il brevetto dei mattoncini colorati fu depositato il 28 gennaio 1958 e da allora tante generazioni sono cresciute con il mito di questo giocattolo componibile. Personalmente li ritengo una di quelle invenzioni senza tempo: ho speso ore della mia infanzia a realizzare gli oggetti più disparati, ma non nascondo che anche oggi troverei divertente cimentarmi con qualche nuova costruzione. Anzi, con il passaggio all’età adulta è naturale immaginare quali applicazioni potrebbero regalare i famosi mattoncini se non fossero relegati al mondo dei bambini: ad esempio che ne direste se, oltre a quelli per treni, porti e caserme della polizia, esistessero dei kit per costruire birrifici e pub nei minimi dettagli? Un bel sogno da nerd, ma che è destinato a rimanere tale visto l’argomento scottante. O forse no?

In ogni settore – e noi lo sappiamo bene – esistono nicchie di geek che spingono la loro passione ben oltre la media. Così anche nel mondo dei Lego è possibile imbattersi in comunità di adulti che usano i mattoncini colorati per creare oggetti inediti, inclusi birrifici e birrerie. Ebbene sì, ciò che pensavamo fosse solo un tabù o un’ossessione da malati di birra, in realtà è una fissazione piuttosto condivisa, con degli effetti molto concreti. Per darvene un’idea, ecco alcuni progetti rintracciabili in Rete che da domani vorrete sicuramente realizzare con le vostre mani!

Per quanto riguarda i birrifici, vale la pena partire con il set della Greenville Brewery, realizzato da Rick Bewier. Da apprezzare lo stile retro in mattoni rossi e i molti dettagli: lo spazio per caricare il camioncino, la ciminiera di stampo vagamente industriale e un ex dipendente seduto a ubriacarsi nel retro dell’edificio. Gli interni purtroppo non godono della stessa ricchezza degli esterni, ma l’autore ha trovato comunque il modo di inserire un paio di tini e una linea di imbottigliamento. Ulteriori informazioni sul forum di Eurobrick.

Decisamente più ricca negli interni è questa Hinkley Brewery, dove è possibile notare lo sviluppo dell’impianto produttivo sui due piani dell’edificio. Rispetto al precedente birrificio questo appare più moderno, ma anche esteticamente meno suggestivo. Nel complesso però si apprezza una cura maniacale nei dettagli, sia all’interno che all’esterno della struttura. L’unico aspetto stonato è la ciminiera, davvero sottodimensionata e triste rispetto a tutto il resto. Per saperne di più, collegatevi al sito dell’autore.

Se preferite stili più moderni, apprezzerete allora la Brick City Brewery, modellata prendendo ispirazione dalla Central City Brewery di Surrey, in Columbia Britannica. L’architettura dell’edificio è splendida, così come la scelta dei colori dei mattoncini e l’attenzione nei particolari. Purtroppo gli interni sono ancora vuoti, ma se saranno realizzati come il resto non potremo fare altro che sbavare al loro cospetto. Da notare la foto in cui il birrificio si inserisce all’interno della città costruita dall’autore: roba totalmente fuori di testa! Per i dettagli è ancora possibile consultare Eurobricks.

Se siete amanti dei kit giganti, modellati con centinaia di mattoncini, date un’occhiata al The RAM realizzato sulla falsariga del RAM Restaurant and Brewery di Wheeling, in Illinois. Qui siamo al cospetto di un brewpub di dimensioni pare a circa un metro per un metro e mezzo, ovviamente tutto costruito in mattoncini colorati. La cura per i dettagli raggiunge livelli maniacali, così come la somiglianza con il birrificio reale. L’intera realizzazione ha richiesto cinque settimane di lavoro e sulla pagina Flickr dell’autore potete vedere come è stato costruito passo dopo passo. Altro che beer geek!

E concludiamo con due pub. Il primo è ispirato alle birrerie europee del passato e trae ispirazione da un edificio realmente esistente situato a Leiden, in Olanda. Gli esterni sono curati con precisione invidiabile, ma sono gli interni a lasciare stupefatti: c’è una ricchezza impareggiabile, da lasciare letteralmente di stucco! Tutto è perfetto: le pareti e i pavimenti, gli avventori e i gestori, le insegne pubblicitarie, i bagni, i tavoli e ovviamente il bancone. C’è persino il camino e una stanza per gli ospiti con tanto di letti e toilette. Sul forum di Eurobricks trovate ulteriori informazioni.

La seconda birreria è invece costruita sullo stile dei classici Irish Pub ed è sviluppata su tre piani. A livello estetico non ha nulla da invidiare alla precedente, mentre gli interni risultano meno caotici ma non per questo più scarni. Anche qui è presente tutto ciò che immagineremmo di trovare in un locale del genere: un banco abitabile con 4 handpump, uno spazio per giocare a freccette, una fornitissima cucina e persino una camera da letto all’ultimo piano. Anche qui il riferimento è il forum di Eurobricks.

Insomma, come vedete non sono pochi gli esempi in cui la malattia per la birra e quella per i Lego trovano un punto d’incontro. Quale set vi piace di più?

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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