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Nuove birre italiane da MC-77, Brewfist, Rurale e altri

hapaneroUn nuovo anno comincia e le novità dei nostri birrifici non tardano ad arrivare. Con il post di oggi riprendiamo il consueto aggiornamento sulle produzioni inedite italiane, presentando alcune creazioni che sono state presentate a cavallo tra il 2014 e il 2015. Molto particolare è la nuova nata in casa MC-77, creata in collaborazione con l’esperto homebrewer Massimo Garofoli. Si chiama Hapanero e, a detta del birrificio, “se vogliamo inquadrarla in uno stile è una Session Chili Black IPA”. Definizione abbastanza arzigogolata, ma che restituisce la peculiarità di una produzione molto complessa, che come avrete capito prevede l’impiego di peperoncini. Questi ultimi sono stati aggiunti sulla base di una Black IPA piuttosto leggera, perciò possiamo aspettarci una birra facile da bere, che gioca sull’equilibrio tra malti tostati, luppoli aromatici e sfumature piccanti. L’idea è stuzzicante, quindi non ci rimane che assaggiarla.

Belzibu04I ragazzi di Cerevisia Vetus hanno deciso di iniziare il 2015 con una novità assoluta, battezzata Belzibu. Si tratta di un’American IPA di colore rubino intenso, dal ventaglio aromatico piuttosto complesso e da un bell’alternanza tra toni maltati e luppolati (Magnum e Columbus tra gli altri). Nonostante il grado alcolico non indifferente (7,1%) e l’elevato livello di amaro (70 IBU), la birra risulta estremamente snella e relativamente facile da bere. La Belzibu sarà presentata in questi giorni in diverse città italiane – ad esempio il 23 gennaio sarà di scena al Birrarium di Acquaviva delle Fonti, in provincia di Bari. Per i dettagli vi rimando alla pagina Facebook dell’iniziativa.

one way triphellOltre a essere uno dei birrifici più innovativi degli ultimi anni, Brewfist è anche uno dei più attivi in assoluto, tanto che stare dietro alle sue tante novità è un’impresa quantomai ardua. Proprio per questo motivo in passato ci era sfuggita l’inedita One Way Triphell, una Tripel dal grado alcolico ovviamente elevato (9,5%) e dal contenuto d’amaro leggermente superiore al previsto (50 IBU). La trama di malti si affida alle qualità Munich e Pilsner, mentre i luppoli utilizzati rispondono alle varietà Mosaic, Sterling e Centennial. È disponibile sia alla spina che in bottiglia e potrebbe rivelarsi un’ottima compagna per le fredde giornate di questo periodo.

siason quaranteRestando in Lombardia, in occasione delle passate festività, il birrificio Rurale ha lanciato la sua ultima creazione, denominata Saison Quarante. Realizzata per omaggiare i 40 anni di uno dei soci fondatori (Stefano), la Saison Quarante può essere definita una Hoppy Saison, o se vogliamo una Saison in chiave statunitense. La ricetta è infatti ispirata dalla tradizione belga (lievito Saison, no spezie), ma la luppolatura è invece di stampo americano. Il risultato è una birra con un profilo ricco, fruttato e speziato e un carattere secco, aromatico e vigoroso. La gradazione alcolica è decisamente superiore a quanto previsto dallo stile (7,7%), rendendola probabilmente un po’ più adatta ai mesi invernali – le Saison nascono come birre estive, almeno nella concezione brassicola belga.

cubiaRisale invece a fine 2014 l’ultima creazione del birrificio Opera, che segna il debutto dell’azienda lombarda nel mondo delle barricate e delle produzioni che strizzano l’occhio al vino. Il nome, Cubià, riassume l’idea che ha ispirato la ricetta: in dialetto pavese questo termine indica un accoppiamento di cose diverse. La birra infatti può essere considerata una Belgian Strong Ale (lievito Trappist), brassata però mediante l’aggiunta di mosto di moscato e lievito da whisky, prima di una lunga maturazione (9 mesi) in botti di rovere di vino. Il risultato è quindi un prodotto molto particolare, realizzato in tiratura limitata e commercializzata con tre diverse etichette frutto della collaborazione con il gruppo artistico FU*TURISTA. Occhio al tenore alcolico della Cubià, che raggiunge il 12,4%!

birra pratoE concludiamo con una mega collaborazione, che ha visto il coinvolgimento di ben sei birrifici: I Due Mastri, Mostodolce, Rhyton, Gran Ducato, Badalà e Fermento Libero. Probabilmente qualcuno tra voi avrà notato che sono tutte aziende della provincia di Prato, così come lo è l’associazione Homebrewers Pratesi, che ha partecipato all’iniziativa. Lo scopo della “joint venture” è stata la creazione della Birra di Prato, prima birra 100% pratese, realizzata con l’impiego di frumento locale – in realtà poi i restanti ingredienti sono di provenienza diversa. La novità è stata presentata lo scorso dicembre durante il Festival Internazionale della Birra, mentre ognuno dei birrifici aderenti produrrà la sua versione presso il proprio stabilimento, commercializzandola però in modo identico (stessa etichetta e stesse bottiglie).

Avete assaggiato qualcuna di queste novità durante le ultime feste?

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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Un commento

  1. Strano vedere come il birrificio opera esca con una birra che somiglia in tutto e per tutto alla mia ego, almeno nel concept.
    Speriamo che la sappiano produrre è che si ricordino di dichiarare all’UTF l’uso del mosto di moscato…

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