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Nuove birre collaborative da Birrificio Italiano, PBC, Birrificio del Forte, Lambrate e altri

Nato a metà degli anni 2000 in modo alquanto curioso, il fenomeno delle birre collaborative è ormai un aspetto consolidato nel panorama brassicolo internazionale. Fenomeno non certo sconosciuto ai nostri birrifici, tanto che questa tipologia domina completamente la panoramica di oggi sulle nuove birre italiane. E allora partiamo con una ricetta a sei mani, che ha visto coinvolti tre nomi illustri del movimento mondiale: il Birrificio Italiano, i tedesco Schönramer e il belga De La Senne. Dal loro incontro è nata la Cuvée de Missenhardt, ideata per omaggiare la famiglia Locher di Missenhardt: sono coltivatori di ottimo luppolo dai quali si riforniscono i tre birrifici.

La Cuvée de Missenhardt è una bassa fermentazione difficilmente collegabile a uno stile ben preciso: prevede una percentuale di frumento e impiega luppoli Perle, Tettnanger e Rottenburger, ovviamente dell’azienda Locher Hopfen. Non sarà commercializzata, ma potrete berla in Italia in due distinte occasioni: durante il Marano Wild Hopfest e in occasione della serata del 23 luglio che si terrà presso il locale del Birrificio Italiano a Lurago Marinone (CO). Per saperne di più leggete cosa scrive Agostino Arioli sul blog del birrificio.

watoto

Nasce da una collaborazione di tutt’altra natura l’ultima nata in casa Baladin, battezzata Watoto. Frutto dell’iniziativa Birraio per un giorno, che permette a giovani homebrewer di realizzare le proprie birre presso l’impianto del birrificio di Piozzo, la Watoto si basa su una ricetta di Italo Manca e Matteo Mandirola. Il nome significa “bambini” in lingua swahili e il richiamo non è casuale: la birra è infatti dedicata ai 101 bambini dell’asilo di Kidoti (piccolo villaggio a nord di Zanzibar), gestito dalla onlus Zanzibar nel pallone e non solo…, di cui i due homebrewer sono soci. Parte dei ricavati della birra andranno proprio a sostegno di questo progetto e non è escluso che la Watoto entri nella gamma costante di Baladin, senza chiaramente perdere il suo scopo benefico. Per la cronaca la birra dovrebbe essere una Belgian Dark Strong Ale, comunque dettagli maggiori sono presenti nel video che segue.

Si chiama invece Cavaldonato la collaboration brew tutta toscana nata dal Piccolo Birrificio Clandestino insieme al Birrificio del Forte. Come si può leggere su Fermento Birra, può essere intesa come una birra estiva in controtendenza: invece di assecondare il caldo della stagione con basse gradazioni e forza rinfrescante, la Cavaldonato punta a dare il colpo di grazie a fine giornata. È infatti una Belgian Ipa da 9 gradi alcolometrici, figlia della liason tra Regina del Mare del Birrificio del Forte e Ri’appala di PBC: della prima ha preso caratteristiche maltate e lieviti, della seconda le tecniche di luppolatura, che in questo caso hanno coinvolto, tra le altre, varietà Mosaic e Simcoe. Considerando che entrambi i birrifici saranno presenti a Fermentazioni 2015, non è escluso che potrete assaggiarla proprio durante la kermesse capitolina.

stavio archi

Se parliamo di collaborazioni, quella tra Stavio e Birrificio degli Archi è una delle più consolidate in Italia. Non è un caso quindi che siano ben due le novità provenienti da questa “partnership”. La Dog Breath (5,8%) è una Saison che prevede l’utilizzo di avena, frumento e segale oltre al consueto malto d’orzo; la Black Lather è invece una Oatmeal Stout (quindi una Stout “ammorbidita” con avena) che ricorre curiosamente a luppolo Huell Melon, una delle relativamente nuove tipologie tedesche. I nomi di entrambe le birre sono omaggi musicali a Frank Zappa, a cui i due marchi avevano già dedicato una precedente birra, sapete quale? Intanto che cercate la risposta, sappiate che ambedue le birre saranno presentate giovedì 23 luglio presso il locale di Stavio a Roma.

bear

Molto importante è poi la recente collaborazione tra il Birrificio Lambrate e la Bear, il famoso brand americano di tavole da surf e abbigliamento. Il è ’78 (4%) ed è una California Lager: dunque una bassa fermentazione generosamente luppolata con varietà della West Coast, con un gusto agrumato, un finale secco e una estrema bevibilità. Sarà venduta nelle scuole di surf del marchio americano, ma anche nei due locali meneghini del Lambrate.

carata

E concludiamo con la Carata di Birra Costa Est: una honey beer frutto del coinvolgimento di Giorgio Poeta, produttore marchigiano di miele. La base è quella di una birra anglosassone, con malti, luppoli e lievito inglesi, ma poi la ricetta prevede l’aggiunta del particolarissimo miele barricato di questo artigiano, che restituisce note liquorose, di cuoio e di tabacco. Sul finale emerge il malto Crystal ad amalgamare le sensazione organolettiche, mentre l’amaro rimane piuttosto delicato in chiusura.

Curiosi di provare qualcuna in particolare delle novità presentate oggi?

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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Un commento

  1. Bevuto tre settimane fa la Cavaldonato e mi ha fatto un’ottima impressione. Naso belga iniziale con la parte aromatica importante (chiodi di garofano e frutta matura) e poi corpo biscottoso e caramelloso con luppolatura forte proprio come la Riappala.

    I 9 gradi non si sentono nemmeno e poi per omaggiare il grande Simone Cantoni,mi sembra una birra super 🙂

    Curioso di assaggiare le Collaboration Archi/Stavio!

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