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Nuove birre da Hibu, Hammer, Elav, Stimalti, BAV e Birrifico degli Archi

Da sinistra David Hemstock, Raimondo Cetani e Richard Waddington

La nuova panoramica sulle nuove birre italiane comincia oggi con il birrificio Hibu di Burago di Mulgora (MB), produttore che recentemente sta denotando un certo fermento. Non è dunque un caso che le novità siano ben due, entrambe molto interessanti. La prima si chiama PowerIPA ed è una collaboration brew realizzata da Raimondo Cetani insieme a David Hemstock di Raw Brewing, noto birrificio craft del Derbyshire. Il nome della birra rende evidente gran parte della sua filosofia: una rivisitazione di uno dei classici stili anglosassoni, con una certa enfasi alla parte luppolata. Tra le varietà impiegate ce ne sono un paio sperimentali, dettaglio che ultimamente si riscontra con una certa frequenza nelle nuove ricette di molti birrifici. La PowerIPA dovrebbe essere disponibile a giorni (se non lo è già mentre scrivo).

pompelmhotel

L’altra inedita a firma Hibu è stata battezzata invece Pompelmhotel. La ricetta è davvero particolare, perché può essere considerata una Brown Ale piuttosto leggera (3,8%) aromatizzata con l’aggiunta di pompelmo. Molto probabilmente la birra gioca sul contrasto tra la freschezza e l’acidità dell’agrume e i toni più “caldi” dei malti scuri, mantenendo alta la bevibilità grazie a una gradazione contenuta. È curioso notare come questa presunta dissonanza tra ingredienti è in realtà una tendenza che ogni tanto ritroviamo tra i birrifici italiani: non è raro l’uso di caffè o cioccolato in birre chiare – ultimo esempio la Ciocch di Lambrate – o di frutta in birre scure – la prima che mi viene in mente è la More Uxorio di Pontino. Tornando a in tema, la Pompelmhotel è già disponibile nei locali affiliati a Hibu.

black queen

Restiamo sui toni scuri per segnalare l’ultima novità proveniente dal giovanissimo birrificio Hammer. La Black Queen è una Black IPA abbastanza importante in termini di titolo alcolometrico (7%), ma soprattutto per quanto riguarda la sua luppolatura: Marco Valeriani è un maestro al riguardo e siamo sicuri che avrà saputo valorizzare al meglio le varietà Citra e Amarillo impiegate, riuscendo nel non facile tentativo di farle convivere con le proprietà organolettiche dei malti torrefatti. La birra è stata presentata allo spaccio del birrificio a fine gennaio, quindi già dovrebbe essere facilmente reperibile un po’ in tutta Italia.

vienna elav

Tra l’uso di ingredienti particolari credo che il birrificio Elav sia il primo a distinguersi per una birra alla polenta. In fin dei conti sempre di cereali parliamo e la nuova Vienna Lager del produttore di Comun Nuovo (BG) fa proprio di questo piatto locale l’elemento insolito della sua ricetta. Ma partiamo dalle caratteristiche più “ordinarie”: il malto utilizzato è ovviamente Vienna, che indica anche l’omonimo stile di appartenenza (molto in voga in Europa in tempi passati); il luppolo invece è il ceco Kazbek, con un profilo speziato che ricorda il Saaz, ma più selvatico ed erbaceo di quest’ultimo. Per quanto riguarda la polenta, Elav ha fatto ricorso alle “chips” di risulta della cottura della stessa, che presumibilmente influenzeranno parecchio il profilo organolettico della Vienna Lager. Dettagli sul sito di Elav.

sta notte

Torniamo ancora sul colore nero con l’ultima nata in casa Stimalti, giovane produttore della provincia di Caserta che sembra essere partito con il piede giusto. La Sta Notte è un’Imperial Stout vellutata e calda, priva di estremismi alcolici (8,5%), che sarà presentata domani 11 febbraio presso la Quinta Pinta (dettagli su Facebook). In etichetta tra gli ingredienti sono citati altri “cereali” oltre all’orzo maltato. Secondo voi quali potrebbero essere? Io punto sull’avena 🙂 .

matrioska

Restiamo in tema di (Russian) Imperial Stout con l’ultima creazione del Birrificio Artigianale Veneziano. Come si può leggere su Mondobirra, la Matrioska (10%) si caratterizza per 6 mesi di maturazione in botti di whisky, aspetto che ne influenza profondamente la resa olfattiva e gustativa: accanto alle sfumature tipiche dei malti tostati (caffè, cioccolato, ecc.) si aggiungono note legnose, torbate e di whisky. È dunque la classica birra da divano (o da caminetto, o da salotto… insomma dipende da come avete arredato casa) che si incastra perfettamente in un dopo cena. La Matrioska dovrebbe essere disponibile da poco più di un mese.

maison saison

E concludiamo con una birra meno recente, ma che comunque ho piacere a segnalare. Lo so che un libro non dovrebbe essere valutato dalla copertina, ma trovo che l’etichetta della Maison Saison, prima birra del Diorama di Firenze creata in collaborazione con il Birrificio degli Archi, sia a dir poco eccezionale. La grafica old style richiama in maniera perfetta le antiche birre delle fattorie del Belgio e l’associazione non è casuale: la Maison Saison è appunto una classica Saison che prevede l’aggiunta di zucchero di canna e spezie. È disponibile sia in fusto che in bottiglia ed è inutile dire che la potete trovare presso il Diorama.

Conclusa questa panoramica di inizio febbraio. Avete già assaggiato alcune delle birre presentate nel post di oggi?

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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2 Commenti

  1. Curioso di constatare se la Black Queen risulterà migliore della Due di Picche.

  2. La black queen è davvero tanta roba. Migliore della 2 di picche non saprei, ma veramente ottima.

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