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Nuove birre italiane da Brewfist, Loverbeer, Ca’ del Brado, PBC, Babylon e altri

Il recente Eurhop ha causato un’impennata nel lancio di nuove birre italiane ed è dunque opportuno un aggiornamento al riguardo. Partiamo dal birrificio lombardo Brewfist, che ha sfruttato la kermesse capitolina per presentare il suo inedito progetto Pilot Lab, una linea di birre sperimentali nate dai dati racconti nel laboratorio di analisi installato un paio di anni fa. La prima incarnazione è stata la Double IPA 01 (8%), realizzata con malto Golden Promise e lievito Conan e generosamente luppolata (80 IBU). Proprio nel luppolo troviamo la sua peculiarità, perché la parte utilizzata per il dry hopping è essiccato con la nuova tecnologia Cryo Hops, in ascesa in Italia e nel resto del mondo. Le varietà impiegate (anche per la bollitura) sono Centennial, Simcoe ed Ekuanot. Merita menzione lo studio grafico di Pilot Lab a opera di By Volume, agenzia inglese (ma praticamente italiana) che sta collaborando con Brewfist già da qualche anno.

Tra le novità presenti a Eurhop non si possono non menzionare la Binde e la Lale, ultime nate in casa Loverbeer. La base per entrambe è una Oud Bruin che poi prende due strade diverse: nel primo caso riposa 30 mesi in botte con l’inoculo di Brettanomiceti, nel secondo l’affinamento dura 20 mesi e vengono aggiunte ciliege. Binde è il soprannome di Matilde, nipote del birraio Valter Loverier e autrice dell’illustrazione presente in etichetta. Matilde di Canossa (la cui leggenda è legata alla trappista Orval) è anche il personaggio storico cui la birra è dedicata. Lale è invece il soprannome dell’altro nipote, Alessandro, anch’egli autore della relativa etichetta. Considerando che lo stesso Valter è il creatore delle etichette del suo birrificio, è chiaro che siamo al cospetto di una famiglia di artisti. E per fortuna tanta arte si esprime anche nelle birre di Loverbeer.

A proposito di affinamenti in legno con impiego di ciliege, Ca’ del Brado ha presentano a Roma la sua nuova Cuvée de Zrisa, che si aggiunge alla Cuvée de Mugliega di cui vi ho parlato a metà settembre. La birra è stata realizzata mediante la macerazione di due differenti varietà di duroni di Vignola (una più dolce e succosa, l’altra più aspra) in aggiunta a una base maturata in botti di rovere con inoculo di Brettanomyces Bruxellensis e contaminazione di lieviti e batteri selvatici. Il risultato è una Sour Ale di colore rubino con note di ciliegia, una pronunciata freschezza da frutta bianca, un accenno speziato e acidulo da marasca e cuoio. Ad accompagnare il tutto una sottile presenza acetica proveniente dal legno. Ulteriori informazioni sul sito di Ca’ del Brado.

Tre nuove produzioni e neanche una collaborazione: dobbiamo preoccuparci? A rimettere le cose in linea ci pensa il Piccolo Birrificio Clandestino di Livorno, che il giorno prima di Eurhop ha presentato in 12 locali italiani la Berry Me (6,2%), creata insieme al produttore californiano Kings Brewing Co. La ricetta è particolare, perché si parte da una base di New England IPA alla quale però sono aggiunti mirtilli in fermentazione. Il profilo luppolato è ottenuto con varietà Citra e Mosaic, usati in grandi quantità soprattutto in dry hopping. Da segnalare l’etichetta, davvero molto bella.

Dalla Toscana ci spostiamo nelle Marche, dove il giovanissimo birrificio Babylon è tornato a far parlare di sé con il lancio della Sour Fruit al mosot di Pecorino, new entry nella gamma “acida” del produttore di Folignano (AP). Presentata lo scorso 13 ottobre, la Sour Fruit può essere definita un’Italia Grape Ale poiché la ricetta è caratterizzata dall’aggiunta di mosto di Pecorino docg. Inoltre è prevista un’acidificazione mediante l’aggiunta di Lattobacilli (Plantarum) e Pediococchi. Il risultato è una birra dal contenuto alcolico non indifferente (7,2%), ma assolutamente facile da bere e rinfrescante grazie al suo profilo elegantemente acido. Sono molto curioso di assaggiarla.

In occasione dei suoi 10 anni di vita – traguardo che non molti produttori italiani possono vantare – il birrificio Gilac ha recentemente annunciato la sua nuova Dexa, produzione celebrativa a tiratura limitata. Visto il mese in cui cade l’anniversario (ottobre), lo stile scelto da Gilac per la sua ultima creazione è quello tedesco delle Marzen, tradizionalmente legate all’Oktoberfest. La ricetta però si discosta dal modello classico per la presenza di un’aromatizzazione decisamente insolita, ottenuta con l’aggiunta di bacche di Goji. Piccolo quiz: in realtà esiste un’altra azienda italiana che produce una bassa fermentazione speziata esattamente allo stesso modo, sapete dirmi quale?

E concludiamo con il birrificio Aeffe della provincia di Salerno, che negli scorsi giorni ha annunciato la sua nuova Birra Margherita. Il nome e la provenienza geografica dell’azienda lasciano pochi dubbi sul mercato a cui punta questa creazione: è ovviamente quello della ristorazione e in particolare delle pizzerie di qualità, che di certo in zona non mancano. Ma poiché parlare di una birra da abbinare alla pizza in generale sarebbe delittuoso – esistono decine di varianti diverse, con gusti peculiari – la Birra Margherita è pensata per accompagnare in particolare la pizza omonima, con la quale si sposa alla perfezione. A differenza di quello che potreste pensare lo stile di riferimento non è a bassa fermentazione (Pils, Helles, ecc.) ma una più coraggiosa Saison di stampo belga, che come accostamento trovo particolarmente intrigante. Non rimane che provarlo!

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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