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Nuove birre da Brùton, Lariano, Mezzavia e altri

Tra qualche giorno comincerà a Rimini l’edizione 2018 di Beer Attraction, che come sempre rappresenterà per tanti birrifici l’occasione di presentare nuove birre. Mai come oggi allora è opportuno un aggiornamento sulle ultime novità italiane, partendo dalle tante in serbo da parte del toscano Brùton. La prima si chiama Limes rosa e, come il nome suggerisce, è una variante dell’apprezzatissima Limes, una delle migliori Italian Grape Ale nostrane. Alla base di questa nuova ricetta c’è la necessità di fare buon viso a cattivo gioco: la vendemmia del 2017 è stata infatti una delle più scarse degli ultimi anni e dunque la Fattoria di Magliano, con la quale Brùton collabora, non ha potuto fornire il consueto mosto di Vermentino, che è stato totalmente impiegato per il Pagliatura. Il birrificio ha allora optato per un mosto di Sangiovese vinificato in bianco, utilizzato con lo stesso processo della Limes. Il risultato è una IGA meno sapida della sorella maggiore, con note di ciliegia selvatica e fragola di bosco. La Limes rosa è una tiratura limitata di sole 2.500 bottiglie.

Molto interessante anche la seconda novità, perché segna – incredibile a dirsi! – il primo approccio di Brùton con il mondo delle India Pale Ale. Per la precisione, la creazione dell’azienda toscana si ispira alla tipologia delle Session IPA (6,5%), con l’impiego di malti chiari e di luppoli esclusivamente americani (Citra, Simcoe e Centennial). Ciò che manca è il nome, che sarà scelto sulla base dei suggerimenti ricevuti entro il 22 febbraio. Se non ricordo male Brùton già fece qualcosa del genere in passato, comunque se ne volete sapere di più vi rimando al blog ufficiale. Infine, sempre a Rimini troverete la prima Gluten Free di Brùton, ottenuta partendo dalla ricetta della loro birra ammiraglia (la Bruton). In generale trovate informazioni approfondite nella sezione news del sito.

Entriamo nel mondo delle maturazioni in legno con due novità provenienti dal Birrificio Lariano di Sirone, in provincia di Lecco. Entrambe le birre seguono un percorso molto simile: stesse botti utilizzate (rovere), stessa durata di affinamento (10 mesi) e aggiunta di frutta. La prima si chiama Black Sherry e può essere considerata un’evoluzione dell’Imperial Madiba, l’Imperial Porter della casa, arricchita a livello aromatico e gustativo dall’impiego di ciliege. La Mugnach è invece la Tripè di Lariano con aggiunta di albicocche, ovviamente lasciata a riposare sempre 10 mesi in botti di rovere. Da segnalare le etichette, che mantengono lo stesso stile fumettoso della gamma standard, ma cambiano soggetto: l’animale della birra di partenza è solo accennato tramite dettagli, mentre in primo piano appare un fitto sottobosco con la presenza della frutta impiegata.

Procediamo a coppie di novità con le ultime creazioni del birrificio sardo Mezzavia, che rientrano entrambe nella tipologia della moderne Session IPA – curioso incontrarne così tante durante il periodo invernale. La prima si chiama Slap Shot (4,8%), è realizzata con solo malto Maris Otter e abbondantemente luppolata con varietà Topaz, Amarillo, Nelson Sauvin ed Ekuanot. La seconda è stata battezzata invece Fuzz Tone (4,4%) ed è brassata con una percentuale di avena in fiocchi e con luppoli Huell Melon, Nelson Sauvin ed Ekuanot. Nonostante si potrebbe pensare il contrario per la presenza dell’avena, nel secondo caso non siamo al cospetto di una NE IPA, nonostante una certa velatura. Entrambe le birre sono state presentate proprio in questi giorni, ma saranno regolarmente disponibili durante Beer Attraction, dove Mezzavia presenterà anche la sua nuova linea da 33 cl.

Sempre a Rimini potrete assaggiare la G-Free (5%) del birrificio laziale Tibur Brewing Factory. Lo stile di riferimento è quello delle Golden Ale e, come il nome suggerisce, è un birra certificata gluten free, prima di una nuova gamma del produttore che sarà dedicata a questo importante dettaglio. Per il resto la birra è realizzata con luppoli Azacca, Mandarina Bavaria ed Ekuanot (quest’ultimo in versione Cryo Hops), risulta profumata con sfumature agrumate e tropicali e molto facile da bere. Diciamo che chi ha problemi di celiachia sarà ben felice di sapere che lo spettro di produzioni artigianali di questo tipo di sta ampliando velocemente.

Decisamente più invernale è l’ultima nata in casa Birra 100Venti, battezzata non a caso Knock Out (11,6%). Si ispira allo stile degli American Barley Wine e appare di un colore ambrato carico con schiuma quasi assente. Fa chiaramente della potenza la sua caratteristica principale: è complessa e opulenta, ma anche elegante e longeva. Non disdegna di far sentire l’alto tenore alcolico grazie al suo abbraccio caldo (warming) e si adatta perfettamente alla stagione con toni di frutta secca, caramello e cacao. La ricetta non prevede affinamenti in legno, ma non è escluso che in futuro verranno eseguiti esperimenti in merito.

E concludiamo come abbiamo cominciato, cioè con un’Italian Grape Ale, creata nella fattispecie dal birrificio trentino Km8. Forse non molti conosceranno questo produttore, ma una delle sue particolarità è di battezzare ogni sua creazione col nome di una famosa canzone rock. Così in gamma è presente una Brown Porter chiamata Paranoid, che è stata usata come base per questa nuova birra. Per mantenere coerenza musicale, la scelta del nome è ricaduto su Sabbath Bloody Sabbath, mentre la ricetta prevede l’aggiunta di un 30% di mosto di Teroldego. La birra è disponibile in fusto e in bottiglia, ma l’aspetto particolare è che sono stati creati 10 magnum “vestiti” da altrettanti artisti italiani e stranieri, come quello in foto di Tomaso Marcolla.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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