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Nuove birre da Lambrate, Crak (anche con Other Half), Ritual Lab, Bi-Du e TBF

La panoramica di oggi sulle nuove birre italiane comincia con il Birrificio Lambrate di Milano, un produttore che si è sempre mostrato molto attivo, ma che negli ultimi tempi ha ulteriormente alzato i giri del suo motore. Sono ben quattro, infatti, le novità annunciate recentemente, la prima delle quali è stata presentata proprio ieri. Si chiama Impestout (5%), nome che non rappresenta una aplologia di Imperial Stout (è infatti la versione “base” dello stile), ma un richiamo all’impepata di cozze. Cosa c’entra il celebre piatto della cucina italiana? È presto detto: la ricetta prevede infatti l’aggiunta di cozze, pepe nero e alghe dulse. Le note sono quindi quelle classiche di un’Oyster Stout, con qualche sfumatura balsamica ad arricchire il ventaglio aromatico. C’è un altro birrificio italiano che ha usato alghe (affumicate) in una sua Stout, sapete quale?

Giusto una settimana prima, il Lambrate aveva presentato altre tre creazioni inedite. L’Imperial Moka Ghisa (8,5%) è un’edizione limitata della versione “imperiale” della famosa scura della casa, realizzata con un’aggiunta di caffè tale che ogni bottiglia ne contiene il corrispettivo di una tazzina. L’Imperial Stout (10%) è invece una classica interpretazioni della tipologia legata storicamente alla Russia zarista, con toni terrosi ed etilici che spingono le suggestioni fino al mondo del sake. Infine Barley Wine (12%) incarna il modello dei tradizionali “vini d’orzo” di marca anglosassone, con note di miele, frutta candida e il caldo abbraccio dell’alcol.

Se c’è un altro produttore italiano che non rimane mai con le mani in mano è sicuramente Crak, fresco vincitore del premio Birrificio dell’anno nel concorso indetto da Unionbirrai. Le novità in questo caso sono due, la prima delle quali prende il nome di Giant Step (7,5%) per celebrare la rapida affermazione dell’azienda veneta, che ha letteralmente bruciato le tappe fin dalla sua comparsa sul mercato. Si tratta di un’American IPA prodotta con luppoli statunitensi, che sarà disponibile da metà aprile esclusivamente il lattina – a quanto ne so Crak vorrebbe convertirsi completamente a questo contenitore, abbandonando le bottiglie.

La seconda novità è invece una collaborazione col birrificio newyorchese Other Half, dalla quale è nata la Panna e Fragole (8%). È definita – rullo di tamburi – una Imperial Honey Strawberry Cream IPA ed è brassata con l’aggiunta di fragole (in forma sia di purea che di frutto intero) e miele di fiori d’arancio. La base fermentescibile prevede farro e avena oltre al malto d’orzo, mentre i luppoli impiegati sono Citra, Hallertau Blanc e Huell Melon. Poiché è stata realizzata negli Stati Uniti e in teoria non verrà mai replicata in futuro, probabilmente non sarà facile berla qui in Italia.

Anche a Roma le novità non mancano, come la Double Super Lemon Ale (8%) che il birrificio Ritual Lab ha presentato qualche giorno fa presso il suo locale capitolino, nel pieno della Settimana della Birra Artigianale 2018. Se conoscete il produttore di Formello, avrete capito che si tratta di un sorta di “upgrade” della Super Lemon Ale, una delle prime creazioni con cui il birrificio si fece conoscere al pubblico. Questa versione ricorre a una quantità smodata di luppolo Citra, che domina il bouquet aromatico con note tropicali e agrumate. L’amaro è moderato e la bevibilità elevata, grazie anche a una chiusura tendenzialmente fresca. Non è la prima “double” per Ritual Lab, visto che da qualche tempo è presente in gamma la Too Nerdy, interpretazione amplificata della Nerd Choice.

Torniamo a parlare di Stout aromatizzate – tipologia che quest’anno sembra molto in voga – per introdurre la Stevia (4,5%), una collaboration brew realizzata dallo storico Bi-Du insieme a due marchi altrettanto importanti: Stavio, beer firm romana, e Dada, birrificio emiliano. L’ingrediente speciale previsto dalla ricetta è la Stevia Rebaudiana (da qui il nome della birra), una pianta nativa del Sud America e spesso utilizzata come dolcificante ipocalorico. Le notizie sulla birra non sono molte, ma dalle poche informazioni disponibili possiamo aspettarci una sorta di Sweet Stout, dove la durezza dei malti scuri è mitigata dalle caratteristiche della Stevia. Per una conferma non rimane che assaggiarla.

E concludiamo con l’Imperial IPA (9,7%) di Tibur Brewing Factory, che appartiene ovviamente allo stile omonimo. È stata creata insieme al birraio Gianmaria Ricciardi (che alcuni di voi conosceranno per aver militato in Toccalmatto e Birradamare) ed è una one shot. Incarna la versione più moderna della tipologia, con un colore chiaro, un contributo leggero dei malti e un carattere luppolato in evidenza sia al naso che al palato (varietà Chinook, Simcoe e Amarillo). Le suggestioni aromatiche rimandano alla frutta a polpa gialla e alla resina di pino, mentre il corpo risulta alquanto scorrevole, nonostante l’elevato contenuto alcolico.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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2 Commenti

  1. Il birrificio è Hilltop e la birra si chiama Gallagher Stout. Ma temo di non aver vinto nulla, vero 🙂 ?

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