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E ora un'occhiata alle novità dall'estero…

orvalDopo che ieri abbiamo analizzato alcune novità birrarie dall’Italia, oggi invece andiamo all’estero per scoprire le nuove birre annunciate recentemente dai produttori internazionali. Il primo rumor è di quelli che lasciano il segno: una birra collaborativa nella quale è coinvolta la trappista Orval. Secondo quanto si apprende sul suo blog, il birraio Stuart Howe dell’inglese Sharps avrebbe convinto il collega belga di Orval, Jean-Marie Rock, a produrre una birra a quattro mani. Il frutto della collaborazione sarà un’alta fermentazione di colore ambrato carico, con una forte impronta di luppolo e l’impiego di brettanomiceti.

Ad una lettura più approfondita, si nota che però la notizia è meno sconvolgente di quanto sembri. Il coinvolgimento del birraio di Orval molto probabilmente non significa che nel progetto apparirà esplicitamente il nome del birrificio trappista. Inoltre, già in passato è accaduto qualcosa di simile: circa un anno fa lo stesso Jean-Marie realizzò un’Imperial Pilsner insieme a Steven Pauwels, birraio dell’americana Boulevard Brewing.

wadesdaParlando di produttori belgi, Beernews ha recentemente annunciato che è disponibile sul mercato americano la De La Senne Wadesda #1. E’ un’anteprima per gli Stati Uniti, ma non una novità assoluta; tuttavia non è ho mai sentito parlare. Eppure non è una birra che passa inosservata, visto che si tratta di un blend tra la Jambe-de-Bois di casa De La Senne e Lambic di Cantillon. Inoltre è maturata in legno e rifermentata in bottiglia. Qualcuno di voi l’ha mai provata?

A proposito di blend (anche detti “mischioni” 🙂 ) non si può non citare quella nata recentemente dalla collaborazione tra Brewdog e Mikkeller. E’ un mix tra la Hardcore Ipa (Brewdog) e la I Beat You (Mikkeller) e si presenta come una Double Ipa da 9,5% alc. con dry hopping finale. Il nome è tutto un programma: I Hardcore You. Dovrebbe essere disponibile in Italia proprio in questi giorni, venerdì sera sarà tra le birre alla spina per l’anniversario di Open Baladin Roma.

carmaneblusser1Torniamo in Belgio, per annunciare un nuovo arrivo nella gamma di Het Anker, storico birrificio di Mechelen. Si chiama Maneblusser ed è una Belgian Ale di 6% alc. Alberto Laschi la descrive così su In.birrerya:

Colpisce l’aroma, caratterizzato da un luppolo ricco e mediamente agrumato, fresco e mai esagerato. Lascia un’impronta armonica, l’aroma, e conferisce alla birra un bello sprint iniziale. Che si trasforma in allungo durevole al momento della degustazione: bella frizzantezza, decisa e scattante, corpo nervoso e intrigante, bevibilità ponderata. Perde un po’, nel gusto, quella ricchezza agrumata rilevata nell’aroma, che compensa però con una cararterizzazione maltata e leggermente fruttata, che fornisce un ottimo pretesto per arrivare in fondo alla bevuta. Asciutta, fresca e rinfrescante la corsa finale di questa bionda, ottima se bevuta come aperitivo.

Concludiamo con la notizia di un nuovo record nella rincorsa alla birra più alcolica del mondo. Solo che stavolta il primato non appartiene né a Brewdog, né agli antagonisti tedeschi di Schorschbräu. Quindi sì, c’è un terzo incomodo, proveniente dall’Olanda. Il birrificio si chiama ‘t Koelschip e la sua creatura raggiunge il 60% alc. superando nettamente i 55% alc. della The End of the History (Brewdog). Game over? Speriamo…

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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6 Commenti

  1. la Wadesda non vedo l’ora di riuscirla a bere!

  2. Che chicca..!

  3. “Il frutto della collaborazione sarà un’alta fermentazione di colore ambrato carico, con una forte impronta di luppolo e l’impiego di brettanomiceti”
    …cioè in pratica…fanno l’Orval? :DDDDDDDD

  4. @boss

    da urlo?

  5. conoscendo cantillon e de la senne sicuramente non si urlerà vedendone il prezzo =)

  6. Veramente buona l’I Hardcore You 🙂 beati voi ad averla alla spina a Roma!

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