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Ancora nuove birre italiane

Lo scorso venerdì vi avevo lasciato con un aggiornamento sulle nuove creazioni dei birrifici artigianali, contestualizzate all’interno delle iniziative previste per la Settimana della Birra Artigianale. Tuttavia le novità provenienti dalla scena nazionale sono tantissime e non certo limitate alla manifestazione in questione. Dunque è il caso di tornare sull’argomento per concludere il nostro “corso di aggiornamento”, citando produzioni e progetti emersi recentemente.

Partiamo allora dall’Inbranata, l’ultima creatura a firma Birra del Borgo. Negli scorsi giorni intorno a questa birra si è creato un caso, poiché è stata inizialmente associata al birrificio Baladin. Tutto è partito da un post di Birra Zen, che ha ipotizzato che la Inbranata fosse la tanto attesa birra 100% italiana di Teo Musso. La teoria ha preso forma semplicemente analizzando un banner pubblicitario di Eataly, unica “catena” in cui la Inbranata sarà effettivamente disponibile. Una conclusione un po’ azzardata 😉 , che però ha messo in moto un minimo di discussione, trasferitasi poi sul forum di MoBI.

Lentamente però la verità ha iniziato a emergere, grazie agli interventi di chi ne sapeva qualcosa di più. A chiarire definitivamente la faccenda arriva oggi un post pubblicato sul neonato blog della Birra del Borgo. La Inbranata è dunque a tutti gli effetti una produzione del birrificio di Borgorose, nata come birra semplice, ma di grande qualità. Ecco come viene descritta:

Abbiamo realizzato l’Inbranata con una percentuale importante (circa 30%) di grano Senatore Cappelli, una qualità di primissimo livello e antenata del grano duro moderno. Si presenta dorata carica con note intense di frutta a polpa gialla al naso, in bocca il suo percorso è morbido ed elegante, con la dolcezza del malto che si sposa a meraviglia con le note fruttate. E’ una birra dissetante e semplice, ma ottima ed estremamente gratificante.

Sicuramente interessante il prezzo, fissato a 2,80 euro per la bottiglia da 33cl (unico formato disponibile), in linea con la filosofia alla base della produzione.

Chiuso il discorso Inbranata, vediamo altre novità italiane. Recentemente ha trovato molto spazio anche su canali d’informazione non specializzata la Birra Corleone. Il nome deriva dalla terra natia dei fratelli Sparacio, ideatori del progetto e originari, appunto, della città omonima.

La birra si propone con l’appellativo “L’artigianale Siciliana”, ma in realtà è prodotta in piemonte, presso il birrificio Gilac. Eccone le caratteristiche organolettiche, come vengono riportate sul sito ufficiale:

Colore ambrato, aspetto leggermente velato e corposità apprezzabile con piacevole sentore di miele e malto d’orzo. Media frizzantezza con gusto deciso e leggermente amaro a prevalenza di luppolo.

L’idea è di rivalutare il nome di una città che è tradizionalmente associata ai tristi eventi di cronaca nera che tutti conosciamo. Ovviamente è anche un’operazione commerciale piuttosto ingegnosa, poiché sfrutta un marchio conosciuto praticamente in tutto il mondo.

Dalla Sicilia (o dal Piemonte, fate voi) spostiamoci in provincia di Bergamo, dove l’azienda di beverage Quattroerre ha deciso di entrare nel mercato della birra artigianale con una birra propria, chiamata Cuvèe Millesimata. In realtà il marchio riporta anche la dicitura “Birrificio Nazionale”, che però non mi risulta esistere come produttore italiano: immagino dunque che si tratti di un birrificio fittizio e che la birra sia prodotta presso un’altra azienda.

Al di là di queste trovate di marketing che personalmente non condivido, è interessante notare come la Cuvèe Millesimata, in controtendenza rispetto al suo nome pomposo, voglia proporsi a un prezzo decisamente appetibile. Ecco come spiega la questione il consigliere delegato Luca Rota:

Vero è che, grazie al prestigioso marchio “made in Italy”, tutti i produttori italiani legati alla gastronomia, godono di un momento felice e quindi si è portati a cavalcare questa situazione favorevole. Vero anche però che il mercato non potrà tollerare ancora per molto prodotti nazionali con quotazioni maggiori rispetto a quelli di altri paesi europei. Non possiamo costare sempre di più degli altri. Il nostro progetto desidera, anzi vuole, avere come cardine fondamentale una birra che abbia una quotazione come quelle artigianali belghe o tedesche.

Intanto speriamo che si tratti di una birra di qualità, poi potremmo valutarne il prezzo. Staremo a vedere…

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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4 Commenti

  1. Una nuova birra che nel nome riporta gia’ un controsenso cosi’ lampante , perlopiu’ usando vocaboli che nulla c’entra con il mondo del vino , mi lascia sbigottito……evidentemente , e magari non a torto , il loro ufficio marketing ha pensato “leggono CUVE’E MILLESIMATA….e ‘sti ignoranti pensano ad una birra clamorosa , un Riserva della Riserva, millesimata = centellinata…”
    Mi cucio la bocca prima che mi lanci in epiteti non pubblicabili…..

    Povera Italia….

  2. in che senso eatitaly come unica catena per la imbranata?

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