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Nuove birre italiane: tante collaborazioni, ma non solo

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Andreas alla presa con i luppoli della ReAlt

Oggi riprendiamo il consueto viaggio tra le novità dei birrifici italiani con altre interessanti produzioni inedite, alcune delle quali saranno presentate in anteprima negli eventi dei prossimi giorni. Occhio quindi alle vostre agende… Partiamo tuttavia da un appuntamento passato e cioè dal Birra del Borgo Day, quando, come saprete, Leonardo Di Vincenzo ha brassato una collaboration brew con Andreas Gaenstaller, guest star della manifestazione. La birra fa parte della serie “Se la Reale fosse nata a…”, una linea che cerca di reinterpretare la flagship beer della casa secondo le consuetudini produttivi di culture brassicole diverse dalla nostra. Da questo incontro italo-tedesco è dunque nata la ReAlt.

Il nome suggerisce che lo stile a cui la birra si ispira è l’Alt di Dusseldorf, nonostante Andreas sia bavarese e abbia a che fare solo con basse fermentazione. L’Alt è invece prodotta con lieviti ad alta… diciamo che è una piccola licenza poetica che a Borgorose si sono voluti prendere per l’occasione. Come si può leggere sul blog del birrificio, il colore sarà lo stesso della classica Reale classica, ma con un mix di malti diverso; anche la gamma dei luppoli cambia, con qualità tedesche accanto a quelle americane. In aggiunta è stato impiegato un moderno gruit (a quanto pare pratica tipica per le Alt del passato) di spezie e foglie. Infine la ReAlt subisce un processo di lagerizzazione (lunga maturazione a freddo). Per assaggiare risultato finale dovremo attendere ancora un po’.

935916_636625176348302_274552476_nDa un evento passato spostiamoci a uno previsto per il prossimo fine settimana. Domenica 30 giugno infatti il Birra + di Roma (zona Pigneto) festeggia il suo quarto compleanno e per l’occasione lancerà due nuovissime birre prodotte in collaborazione con altrettanti birrifici italiani. La prima è la G.R.A., una Summer Ale da 4,5 % alc. realizzata con i ragazzi dell’Olmaia. La ricetta prevede solo malto Pils e un blend di luppoli americani ed europei usati sia in amaro che in aroma. Il risultato è una produzione secca, dissetante e facile da bere. L’altra si chiama invece Derby (666) ed è stata realizzata insieme a Free Lions nei giorni precedenti al Roma – Lazio di Coppa Italia – direi che visto il risultato il riferimento al numero diabolico ci sta tutto. Può essere definita una Session IPA molto profumata, con malti tedeschi e inglesi a bilanciare l’abbondanza di luppoli (Cascade, Admiral e Pacific Jade); il corpo esile e il basso tenore alcolico la rendono perfetta per il periodo caldo.

tqapaUn altro appuntamento del week end all’orizzonte sarà Birreggio, di cui parlerò diffusamente domani. L’evento sarà l’occasione per l’associazione Carboneria Reggiana di presentare la sua prima birra. Si tratta della Testaquedra, una APA (dove la prima A non sta per American, bensì per Arszan, cioè “Reggiana”) di 6% alc. con luppoli americani e inglesi, la cui ricetta è stata perfezionata negli anni sugli impianti hb dell’associazione. Il birrificio che ha prodotto la Testaquedra è l’Oldo di Caldebosco Sopra (RE).

1010951_593794233987783_1941537584_nImpossibile non segnalare in questa rassegna l’ultima nata in casa Extraomnes, denominata semplicemente Quadrupel come da tradizione belga. Chiaramente è ispirata al potente stile nato nelle abbazie del Belgio e che in qualche modo rappresenta il prodotto più forte del birrificio. È infatti una birra molto alcolica (9,3%), con un bouquet aromatico ricco, complesso, sontuoso. È stata presentata lo scorso week end in una serie di locali romani ed è disponibile regolarmente in alcuni di essi. L’ho assaggiata qualche giorno fa e confermo l’incredibile capacità di Extraomnes di confrontarsi con i maestri belgi. Da prenderla in quantità, lasciare riposare i fusti qualche mese e poi godersela nel pieno della sua maturazione dopo l’estate.

1313_005_Rata_ScTorniamo a parlare su queste pagine del birrificio Beer In, che ha da poco inserito in catalogo una nuova birra, battezzata Rata Vuloira. È una bassa fermentazione di colore ambrato (5,3% alc.), realizzata con una percentuale di malti affumicati e dunque assimilabile a una Rauchbier tedesca, seppur con un’affumicatura più leggera. Proseguendo nella consuetudine di chiamare i propri prodotti con i nomi dialettali di animali, la Rata Vuloira è dedicata al pipistrello – ora dovete spiegarmi come fa la parola “pipistrello” a trasformarsi in quel modo nel dialetto piemontese 🙂 .

943098_10200498121108552_1360089230_nE concludiamo con Free Lions, che abbiamo citato più sopra per la Derby. Il produttore laziale recentemente ha realizzato una birra anche per un altro beershop capitolino, lo storico Gradi Plato di Corso Trieste. Il nome è Ich Weiss e, beh sì, è una Weiss, con gradazione alcolica di 5,2%. Direi che estremamente adatta alla stagione, ma sarebbe un’ovvietà.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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6 Commenti

  1. 🙂 Rata Vuloira = ratto volante

  2. Per un campano è difficile ma Rata Vuloira sarà ratto volante?

  3. Pipistrello = topo/ratto che vola… In alcuni paesi del Varesotto si chiama “Mezaràtt”, termine che dà anche il titolo a un libro di Dario Fo, nato da queste parti 😉

  4. o ma la violent shared esce fra na settimanella! 😛

  5. Lariano ha presentato la zeja questa settimana, Golden ale con luppoli sloveni.
    4.2° beverina a oltranza.

  6. Alberto - Beer In

    Confermo Ratto Volante ! 😉

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