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Oltre le Imperial Pils e le American IPA: i veri stili birrari americani

america-beerIn diverse occasioni su Cronache di Birra ho fatto riferimento all’americanizzazione dei gusti dei bevitori, sottolineando il dominio “culturale” che i birrifici statunitensi sono riusciti a stabilire non solo in patria, ma anche in Europa. Fondamentalmente si tratta di una reinterpretazione di stili classici in chiave diversa, dove a giocare un ruolo primario sono i luppoli americani e i gusti forti – che si traducono in birre più alcoliche e amare. Spesso si è parlato di un fenomeno di “imperializzazione” delle tipologie birrarie, indicando questa propensione a enfatizzare certi caratteri. La consuetudine si è diffusa a tal punto che sono stati codificati (o quasi) nuovi stili, in ottica USA: American Pale Ale, American IPA, American Brown Ale, Imperial Pilsner, American Barley Wine e via dicendo. Quello che spesso si ignora è che invece gli Stati Uniti possono vantare alcuni stili autoctoni e non semplici reinterpretazioni dei modelli europei.

Sebbene non si possano annoverare tra le nazioni storiche della birra, gli Stati Uniti hanno però una tradizione brassicola non proprio giovanissima. Anzi, l’evoluzione della birra in patria è stata caratterizzata da alcune peculiarità non riscontrabili altrove e da passaggi socio-economici che, più che altrove, ne hanno profondamente modificato la storia. Partendo da questo presupposto risulta dunque molto interessante un’analisi dei tipici stili birrari americani.

Old USA beer label Anchor Steam BreweryCalifornia Common (Steam Beer) – I documenti attestano che in California, attorno alla seconda metà del 1800, era molto diffusa una tipologia definita Steam Beer. Le origini del nome non sono chiare, ma la cosa certa è che era una birra prodotta con lieviti a bassa fermentazione ma lasciati lavorare ad alte temperature. Questa peculiarità derivava dall’assenza delle tecnologie di refrigeramento nell’America occidentale, tanto che quando il progresso arrivò anche nel lontano West, le Steam Beer iniziarono a scomparire, soppiantate dalle normali Lager. Lo stile fu praticamente riesumato nel 1981 dalla Anchor Brewing di San Francisco, che ne approfittò per registrare il nome come marchio. Da lì la tipologia iniziò ad attirare l’attenzione di altri birrai, che proposero la loro versione. Ma ormai il nome non era più utilizzabile se non dalla Anchor: fu così che lo stile fu definito California Common – ed è così che oggi appare anche nei documenti del BJCP.

FullSteamElToroCream Ale – Così come le California Common, anche le Cream Ale possono essere considerate birre ibride, sebbene in senso inverso. Se infatti le prime erano prodotte con lieviti da Lager ad alte temperature, le Cream Ale prevedevano – come il nome suggerisce – l’impiego di lieviti da Ale, ma con tecniche produttive proprie delle Lager (lagerizzazione, krausening, ecc.) oppure insoliti mix tra i due tipi di lievito. A differenza delle California Common, poi, qui la peculiarità appena esposta non nacque per caso o necessità, ma per un obiettivo ben preciso: contrastare la crescente popolarità delle basse fermentazioni, che da lì a qualche decennio avrebbero conquistato il mercato. Le Cream Ale erano dunque delle birre chiare, leggere e pulite, in qualche modo associabili alle Kölsch tedesche. Oggi stanno vivendo una nuova primavera.

captain-lawrence-sun-block-hoppy-wheat-beerWheat Beer – Solitamente si è tenuti a pensare che le birre di frumento siano essenzialmente distinguibili in due tipi: quelle di stampo tedesco (le classiche Weizen) e quelle tipiche del Belgio (le aromatizzate Blanche). In realtà esiste una terza importante famiglia, nata e diffusasi al di là dell’Atlantico, ma non prima degli anni ’80. Nonostante le Wheat Beer americane oggi non siano assimilabili alle birre di frumento tedesche – e men che meno a quelle belghe – bisogna notare che la loro origine derivò proprio dal tentativo di imitare quest’ultime. La differenza fondamentale è però da ricercarsi nel lievito impiegato dai birrai statunitensi, che è ben diverso da quello dei colleghi di Germania: il risultato è una birra di frumento senza quelle spiccate note di banana, bubble gum e chiodi di garofano che facilmente si riconoscono in una Weizen. Metteteci poi una percentuale di frumento minore, un profilo luppolato più deciso e alcune tecniche di fermentazioni diverse, e capirete che siamo al cospetto di birre assai differenti. Curiosamente però diversi birrifici americani continuano a definirle Weizen, Hefeweizen e via dicendo, nonostante le ampie difformità che esistano tra queste e le loro Wheat Beer.

bbpumpkinale-425Pumpkin Ale – Lungi dall’essere considerato uno stile propriamente detto, le birre alla zucca sono un buon esempio delle storiche caratteristiche brassicole dell’America. Si potrebbe pensare che la loro diffusione sia in qualche modo legata ad Halloween, ma questo collegamento è nato solo in tempi recenti, quando sono tornate d’attualità. In passato invece la zucca era impiegata come materiale fermentabile, a causa della difficoltà di reperire malto d’orzo. Ovviamente era il periodo della colonizzazione americana, quando i primi europei insediatosi in quelle terre dovevano arrangiarsi come potevano. La già citata festività ha favorito la riscoperta della tipologia, che spesso prevede anche una netta aromatizzazione con cannella e altre spezie.

ODark30Cascadian Dark Ale (Black IPA) – Uno degli ultimi stili nati negli USA, nasce come una sorta di anello di congiunzione tra le Stout e le IPA. In realtà la descrizione non può essere così semplicistica e la tipologia punta a giocare sull’incontro tra i toni dei malti scuri e le luppolature aromatiche tipiche delle varietà autoctone. Lo stile trae origine dagli esperimenti della comunità americana di homebrewing ed è riuscito successivamente ad attirare l’interesse di diversi birrai professionisti. Oggi con le Black IPA si cimentano birrifici di tutto il mondo, sebbene la moda di qualche anno fa sembra già essersi calmata.

22-oz.-Wheat-WineWheat Wine Ale – Altro nuovo stile americano, è rappresentato da birre assimilabili ai Barley Wine, ma la cui ricetta prevede un massiccio uso di frumento (anche oltre il 50% del totale fermentabile). L’ingrediente in questione aggiunge morbidezza e una leggera acidità e tende a rendere il gusto più “rotondo”, oltre che a migliorare la resa della schiuma. La presenza del frumento aggiunge poi un particolarissimo aroma di caramello, pur mantenendo un alto livello di bevibilità a fronte di una gradazione alcolica elevata.

Che dite, manca qualcosa? Avete mai assaggiato qualche esempio di stile autoctono americano?

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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8 Commenti

  1. Non concorderei più di tanto con l’ inclusione delle Cascadian Dark Ales. O meglio, non completamente, dopo aver letto in passato un post sul blog di Ron Pattinson dove si citava uno scritto del 1888:

    “I can example this by referring to the black beer produced at Burton, which has been universally described as a mere black pale ale—i.e., though black in colour, its palate taste reminds one very strongly of the pale beers produced by Burton firms. ”

    Qui più info: http://barclayperkins.blogspot.it/2010/03/black-ipa.html

    Che ne pensate ?

    • Che mi sembra una speculazione bella e buona 🙂

    • può essere che avessero delle similarità ma i luppolo erano sicuramente diversi visto che gli inglesi all’inizio del ‘900 disprezzavano alquanto i luppoli americani e gran parte delle varietà che conosciamo oggi (Cascade in primis) nemmeno esistevano

  2. mi piace questo articolo 🙂
    Secondo le sacre scritture, per contrastare la diffusione delle lager chiare, i brewpub americani producevano e continuano a produrre anche delle “Blond Ale”, sempre con lievito ibrido o neutro, ma più luppolate rispetto alle Cream Ale.
    Quello che +o- facciamo anche in Italia, però loro lo fanno da molto più tempo 😀

  3. Le devo ancora provare tutte!
    Le Wheat Beer americane mi sembrano però più una derivazione europea, piuttosto che uno stile nativo made in USA. Anche il fatto di chiamarle con lo stesso nome, insomma, è indicativo

    • Per come la vedo io, però, le Wheat Beers dovrebbero essere proprio quel tentativo di imitare le varie Hefeweizen citate usando lievito a bassa (beer) ma luppolature americane, mentre le vere wheat “create” da loro sono le American Wheat / Wheat Ale, con la sostanziale differenza del lievito da alta ed ancora luppoli americani.
      Ed è uno dei pochi stili americani che mi attira!

    • non direi. la chiave non è il frumento, ma il lievito neutrale e i luppoli americani, in Europa si usano ceppi totalmente diversi e luppoli diversi e nell’unico paese che ha lieviti meno caratterizzanti (UK) non è che le Wheat Beer abbiano mai avuto ‘sto successone. poi scusa, in USA parlano inglese, come dovevano chiamarle le birre di frumento?

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