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Le Sei Sorelle di Monaco, ossia la storia dei birrifici presenti all’Oktoberfest

Lo scorso fine settimana è iniziata l’edizione 2018 dell’Oktoberfest, che rappresenta non solo il più famoso evento birrario in assoluto, ma anche la fiera più grande del mondo. Quest’anno la ricorrenza non è stata preceduta dai migliori auspici: anche quest’anno non sono mancate le polemiche sui prezzi, ma è soprattutto la situazione della birra in Germania a preoccupare l’opinione pubblica. Ciò che è certo è che l’Oktoberfest porterà ossigeno alle casse del mercato brassicolo tedesco, o quantomeno a quelle dei birrifici che possono parteciparvi. Infatti la festa è aperta solo a sei produttori di Monaco, le celebri Sei Sorelle che storicamente erano ammesse alla corte del Regno di Baviera. Il periodo è dunque perfetto per raccontare la storia di questi sei produttori, che ormai appartengono tutti al mondo della birra industriale. Tutti tranne uno, capace di mantenere la sua indipendenza fino a oggi.

Augustiner

Augustiner è il più antico birrificio di Monaco: cominciò a operare nel 1328 all’interno di un monastero dell’ordine di Sant’Agostino fondato circa quaranta anni prima. I frati ottennero una licenza sia per il consumo interno, sia per la vendita della birra all’esterno della struttura, e continuarono a gestirlo fino all’inizio del XIX secolo. Nel 1803, in seguito alla decisione di Napoleone di trasferire tutti i beni della Chiesa in mani pubbliche, il birrificio divenne di proprietà del Regno di Baviera. La sua attività però cessò qualche anno dopo, finché nel 1829 Anton e Therese Wagner acquistarono la licenza di Augustiner, che divenne un’impresa privata a tutti gli effetti. Tra tutti i produttori dell’Oktoberfest, Augustiner è l’unico rimasto indipendente: oggi è controllato dalla fondazione Edith-Haberland-Wagner, creata dal pronipote del fondatore Anton. È anche l’unico produttore tra le Sei Sorelle a mantenere un certo legame con le tradizioni: ricorre a un’antica procedura di maltazione dell’orzo, non produce birre analcoliche o altri prodotti “commerciali” ed è l’unica a servire birra dalle classiche botticelle, anche durante lo stesso Oktoberfest.

Hofbräuhaus

Il nome significa letteralmente “birrificio di corte” e non a caso il marchio è di proprietà del land della Baviera. È dunque un birrificio “pubblico”, che può avvalersi di un’immensa taverna situata proprio nel centro di Monaco: Hofbräuhaus am Platzl è un edificio impressionante e molto appariscente, che rappresenta la seconda attrazione turistica della città proprio dopo l’Oktoberfest. Fu qui che il 24 febbraio 1920 Hitler tenne uno dei suoi primi comizi declamando i 25 punti programmatici del Partito dei Lavoratori tedeschi; ventiquattro anni dopo l’aviazione inglese distrusse quasi completamente la birreria, che riaprì al pubblico solo nel 1958. Negli ultimi anni il marchio HB ha aperto diversi locali in giro per il mondo: personalmente ne ho trovato uno gigantesco persino in una piazza di Shanghai, in Cina.

Paulaner

È il più grande produttore di Monaco e nacque nel 1634 come birrificio di un monastero dell’ordine di San Paolo Primo Eremita. I frati provenivano dall’Italia e si insediarono nella zona su invito del duca Massimiliano Giuseppe, producendo birra inizialmente per il consumo personale e, poco dopo, anche per la vendita all’esterno. Coerentemente con la tradizione benedettina – da cui deriva l’ordine dei paolini – le birre del monastero erano forti e maltate. Paulaner è considerato il marchio che ha inventato lo stile Doppelbock: la Salvator fu creata per sostenere la vita quotidiana nell’abbazia durante il periodo di digiuno della Quaresima. Come per Augustiner, nel 1799 Paulaner divenne di proprietà statale e il birrificio finì presto in disuso: fu rilevato nel 1813 da Franz Xaver Zacherl. Da allora il marchio ha avuto diversi proprietari: attualmente è controllato per il 50,1% dal gruppo Schorghuber e dal 49,9% da Heineken.

Hacker-Pschorr

Risale al 1417 il primo documento che cita il birrificio, denominato all’epoca Preustatt an der Hagkagasse. Nel 1738 fu acquistato da Simon Hacker e ribattezzato in Hacker Bräu, poi nel 1797 passò nelle mani del birraio Josef Pschorr, marito di Therese Hacker. I birrifici Hacker e Pschorr rimasero indipendenti fino al 1972, quando si fusero assumendo il nome attuale. Oggi insieme a Paulaner è parte di Brau Holding International, controllata da Schorghuber (50,1%) e Heineken (49,9%). Curiosamente, Hacker-Pschorr è al momento una sorta di beer firm: non possiede un suo impianto di proprietà e le birre sono realizzate presso Paulaner.

Löwenbräu

Le prime testimonianze del “birrificio del leone” risalgono al 1383 e il nome deriva dall’originario brewpub Löwengrube situato al civico 17 dell’omonima strada di Monaco. Nel 1818 il birrificio fu acquistato da George Brey, che iniziò una strategia di espansione basata su diverse acquisizioni. Tra il 1863 e il 1864 Löwenbräu possedeva un quarto del mercato cittadino della birra, rappresentando il più grande produttore di Monaco. Nel 1912 il marchio raggiunse un milione di ettolitri di birra prodotta, che tuttavia si dimezzò alla fine della Grande Guerra: il recupero fu rapido e già nel 1927 la produzione superò i numeri pre-crisi. Nel 1974 strinse un accordo con Miller per l’esportazione della birra negli States: tuttavia la scelta di “tradire” il Reinheitsgebot con l’aggiunta di succedanei del malto d’orzo danneggiò l’immagine dell’azienda, che corse ai ripari allineando tutti suoi prodotti all’Editto della Purezza e pubblicizzando questa decisione. Oggi il marchio è controllato da AB Inbev.

Spaten

Secondo i documenti un brewpub di nome Spaten era attivo a Monaco fin dal 1397, tuttavia possiamo affermare che la storia del marchio cominciò solo nel 1807, quando fu acquistato da Gabriel Sedlmayr. Il figlio, Sedlmayr II, fu uno dei più grandi birrai della storia e contribuì all’ascesa di Spaten: tra le sue intuizioni ci fu l’introduzione del motore a vapore nella produzione brassicola, che permise al birrificio di raggiungere l’eccellenza nella produzione delle Dunkel. Nel 1841 Spaten lanciò sul mercato la prima Lager ambrata della storia, che codificò lo stile delle Marzen, Nel 1873 l’azienda commissionò il primo sistema di refrigerazione continua e nel 1894 lanciò la prima birra chiara in Baviera, la Spaten Munchener Hell, brassata grazie a una variazione del metodo produttivo delle Pils boeme. Nel 1922 Spaten si fuse con Franziskaner e nel 1997 con Löwenbräu. Dal 2003 è di proprietà di AB Inbev.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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