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Birra dell’anno 2015: risultati e commenti

Lo staff di Birra del Borgo festeggia il premio Birrificio dell'anno
Lo staff di Birra del Borgo festeggia il premio Birrificio dell’anno (foto: Mondobirra)

Con l’inizio della settimana corrente riprendono gli aggiornamenti di Cronache di Birra, dopo cinque faticosissimi (ma splendidi) giorni passati in quel di Rimini. Il motivo della trasferta è da ricercare nella mia partecipazione in qualità di giudice al concorso Birra dell’anno di Unionbirrai, il più importante contest italiano sulla birra. Ormai molto di voi conosceranno i risultati, anche grazie alla diretta Twitter che abbiamo realizzato io e altri “colleghi” del web birrario, come Marco di Mondobirra e Maurizio Maestrelli (mio compagno in giuria). Più interessante è quindi, come da tradizione, analizzare tutte le medaglie per evidenziare le vittorie più importanti e le tendenze che sono emerse dalla decima edizione di Birra dell’anno. Ma prima di cominciare è opportuno riassumere tutti i podi delle 26 categorie previste dal regolamento.

Ecco allora i risultati completi:

Cat. 1. “Italian Lager” Helles, German & Bohemian Pilsner, Zwickl, Keller, Dortmunder Export, American Lager
1 – Lariano – La Grigna
2 – Argo – Amberground
3 – Curtense – Brixia Lager

Cat. 2. Golden Ale, Cream Ale
1 – Valcavallina – Sunflower
2 – Birra dell’Eremo – Nobile
3 – Birra100Venti – James Blonde

Cat. 3. Kölsch
1 – Argo – Terzo tempo
2 – Kamun – Prima Lux
3 – Croce di Malto – Hauria

Cat. 4. Vienna, Marzen, Dunkel, Schwarz, Dark Lager, Alt, Sticke
1 – Statalenove – Miss Kartola
2 – Birra Elvo – Schwarz
3 – Anonima Brasseria Aquilana – Special Red

Cat 5. Bock, Heller Bock, Maibock, Doppelbock, Eisbock
1 – Birra Elvo – Heller Bock
2 – Lariano – Falesia
3 – Statalenove – J and B

Cat 6. Bitter, Pale Ale
1 – Geco – Marvin
2 – Foglie d’erba – Babel English edition
3 – Birrificio del Forte – Meridiano Zero

Cat 7. India Pale Ale
1 – Birra del Borgo – Reale
2 – Gambolò – Nowhere
3 – ‘a magara – Mericana

Cat 8. American Pale Ale
1 – Birra Perugia – Calibro 7
2 – Birra del Borgo – Reale Extra
3 – Birra Ofelia – Uill iu bai

Cat 9. Double India Pale Ale, Imperial IPA
1 – Menaresta – La Verguenza
2 – Mukkeller – Hattori Hanzo
3 – Math – La 10000

Cat 10. Black IPA, Cascadian Dark Ale
1 – non assegnato
2 – Acelum – Bela Lugosi
3 – Brew Bay – Darqside

Cat 11. English/American/Scottish Strong Ale
1 – Retorto – Daughter of Autumn
2 – Baladin – Super Bitter
3 – Piccolo Birrificio Clandestino – Santa Giulia

Cat 12. Brown Ale, Mild, Porter, Stout, Dry/Sweet Stout/Oatmeal Stout
1 – Math – La 27
2 – Oldo – Bart
3 – ‘a magara – Magaria

Cat 13. Robust/Baltic Porter, Imperial Porter, Russian Imperial Stout
1 – Mezzavia – Nautilus
2 – Foglie d’erba – Hot night at the village Breakfast edition
3 – Via Priula – Càmoz

Cat 14. Barley Wine, Old Ale
1 – Birranova – Tensione evolutiva 2014
2 – Baladin – Terre
3 – Baladin – Xyauyù Kentucky

Cat 15. Weizen, Dunkelweizen, Weizenbock
1 – Manerba – Weizen
2 – Birra Elvo – Weizen
3 – Birrificio Italiano – BI Weizen

Cat 16. Belgian Blonde, Blanche, Wit, Saison
1 – Birrone – Heaven & Hell
2 – MC77 – San Lorenzo
3 – Rolio Beer – Bianca Castione

Cat 17. Belgian Strong Ale, Triple
1 – Birrificio del Forte – La Mancina
2 – Lariano – Tripè
3 – Endorama – Caliban

Cat 18. Belgian Dark Ale
1 – Birrificio del Forte – Regina del mare
2 – Croce di Malto – Magnus
3 – Manerba – Rebuffone

Cat 19. Spezie e cereali
1 – MC77 – Fleur Sofronia
2 – Birra Tarì – Trisca
3 – Birra Terrantiga – Istadi

Cat 20. Affumicate
1 – Baladin – Xyauyù Fumè
2 – Birrificio del Ducato – Smokin’ Joe
3 – Valcavallina – Darkside

Cat 21. Affinate in legno
1 – Baladin – Xyauyù Caroni
2 – Birra del Borgo – Sedicigradi
3 – Stradaregina – Frater Riserva 2013

Cat 22. Birre alla frutta
1 – MOA – Pink
2 – Birra del Borgo – Rubus
3 – Retorto – Bloody Mario

Cat 23. Birre alla castagna
1 – San Michele – Norma
2 – Aleghe – La Brusatà
3 – Luppolajo – Castanea

Cat 24. Birre acide
1 – Rurale – Seta Sour
2 – Birranova – Margose
3 – Baladin – Nora Sour

Cat 25. Birre al Miele
1 – Rurale – Oasi
2 – Oltrepò – Castana
3 – Baladin – Mielika

Cat 26. Birre con mosto d’uva
1 – Birra del Borgo – L’equilibrista
2 – Aurelio – MBV
3 – Pasturana – Filare

Birrificio dell’anno 2015
Birra del Borgo

Per i commenti partiamo dalla fine. La nomina di Birra del Borgo a Birrificio dell’anno 2015 è un risultato molto prestigioso, che può essere letto come un giusto premio alla lunga militanza dell’azienda di Borgorose. La vittoria è arrivata proprio grazie all’ultima categoria e dopo un appassionante testa a testa con Baladin: l’oro dell’Equilibrista (insieme a un altro oro e tre argenti) ha definitivamente fatto pendere l’ago della bilancia dalla parte della creatura di Leonardo Di Vincenzo.

La chiave della vittoria di Birra del Borgo è da ricercare nella sua capacità di affermarsi in categorie molto diverse tra loro. Le novità introdotte nel regolamento si son rivelate subito decisive: con il meccanismo dello scorso anno avrebbe vinto nuovamente Baladin, riproponendo quello che ho sempre ritenuto un “bug” del concorso (ora finalmente corretto). Gran parte dei punti ottenuti da Baladin è infatti arrivato con birre eccezionali, ma obiettivamente poco accessibili, vuoi per prezzo, vuoi per caratteristiche intrinseche. La limitazione di un solo piazzamento calcolato per ogni categoria ha rimescolato le carte e premiato il maggiore eclettismo di Birra del Borgo – almeno in termini di medaglie conquistate. Per approfondire il discorso vi rimando alle mie considerazioni del 2014 e all’introduzione a Birra dell’anno di qualche settimana fa, per il resto accolgo con soddisfazione la vittoria di un birrificio storico per tutto l’ambiente italiano.

Un’altra bella soddisfazione è arrivata dagli esiti di due categorie fondamentali e molto affollate: quella delle “Italian Lager” e quella delle India Pale Ale. In entrambe hanno trionfato birre che avevano già conquistato l’oro nella passata edizione, e cioè La Grigna di Lariano e la Reale di Birra del Borgo. Riuscire a bissare il successo in categorie del genere non è facile, e oltre a confermare l’ottimo lavoro fatto su entrambe le birre, rappresentano una risposta definitiva a chi crede che in questi concorsi i risultati siano totalmente casuali e aleatori: nonostante un tasso di variabilità molto alto, alla fine a emergere sono sempre le birre più meritevoli. E i dati lo confermano.

In generale i risultati di quest’anno sono stati meno un po’ più sorprendenti dello scorso anno. Ma anche qui più che casualità, ci vedo la concretizzazione di alcune tendenze dell’ambiente in forte ascesa. Da un lato – finalmente! – la presenza di tanti birrifici del Meridione e delle isole, con la comparsa di alcune regioni finora ignorate. Ecco allora l’ingresso nel medagliere della Puglia, con l’oro dell’onnipresente Birranova, della Calabria, grazie ai due bronzi di A Magara (creatura di Eraldo Corti, appassionato della prima ora), e della Sicilia con l’argento di Birra Tarì (conosciuta anche come birrificio Rocca dei Conti). La Sardegna poi si conferma regione emergente, grazie ai piazzamenti di Mezzavia (oro), Brew Bay (bronzo) e Terrantiga (bronzo).

Seconda tendenza che noto dai risultati è il successo di tanti birrifici giovani, che evidentemente stanno crescendo bene. Ecco allora i due ori e un bronzo del Birrificio del Forte, che non solo si conferma straordinario negli stili di stampo belga, ma credo possa vantare anche un eccezionale rapporto tra premi vinti e numero di birre iscritte al concorso. Da sottolineare anche le due medaglie di MC-77 (un oro e un argento), che documentano la grande abilità di Matteo e Cecilia con lo stile delle Blanche. Impossibile non inserire poi tra le giovani conferme anche Birra Elvo, che dopo l’oro tra le Doppelbock del 2014, quest’anno si è portato a casa la bellezza di un oro e due argenti.

Di contro i risultati di Birra dell’anno hanno evidenziato come birrifici storici o consolidati abbiano faticato ad emergere più che in passato. Appaiono deludenti allora le performance di produttori come Ducato (un solo argento), Birrificio Italiano (un solo bronzo) e se vogliamo Birrone (l’unico oro è arrivato in una categoria che non fa parte della sua identità). Difficile capire se gli ottimi risultati di tanti giovani birrifici siano una causa o una conseguenza del passaggio a vuoto di produttori più collaudati. Nel primo caso è meglio che questi ultimi comincino a guardarsi le spalle 🙂 . Battute a parte, è comunque piacevole verificare che tra le decine di nuove aperture italiane, ogni tanto nasce qualche progetto valido e interessante: l’abbondanza non è mai un limite, semmai lo sono le considerazioni qualunquiste.

Risultati a parte, molto interessante è la riflessione sollevata da Angelo sul suo Berebirra e relativa alla premiazione di alcune birre in categorie che – teoricamente – non le appartengono. Fattispecie che si è verificata in due casi: la Terzo Tempo di Argo ha vinto tra le Kölsch (cat. 3), pur essendo definita dal birrificio una Cream Ale (cat. 2); la Prima Lux di Kamun ha conquistato un argento ancora tra le Kölsch pur essendo considerata dai suoi creatori una Golden Ale. Ora a parte casi eclatanti, da un punto di meccanismo del concorso mi sembrano problemi minimi e di difficile soluzione: non sempre è facile trovare differenze evidenti (ma soprattutto penalizzanti) tra due categorie simili. Diverse sono invece le ripercussioni a livello comunicativo, perché – come dice Angelo – da oggi una Cream Ale potrà vantarsi di essere la migliore Kölsch d’Italia.

In mancanza di soluzioni valide ed efficaci al problema, sicuramente in futuro si potrà lavorare per migliorare la definizione di alcune categorie. A mio avviso quella delle Kölsch ha poco senso e andrebbe accorpata ad altre simili, ma soprattutto è assolutamente necessario suddividere la categoria 16 al fine di restituire dignità di indipendenza a stili molto diversi tra loro, come quelli delle Blanche e delle Saison. Il numero di birre iscritte quest’anno (820, circa +30% rispetto al 2014) dovrebbe consentire questa ripartizione, peccato che quest’anno non sia stato possibile procedere in tal senso.

Complimenti allora a tutti i birrifici premiati a Birra dell’anno 2015. Qual è il vostro pensiero rispetto ai risultati?

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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62 Commenti

  1. C’è poco da stare a discutere, la Koelsch vincitrice è la Hauria. Nel frattempo, le altre due del podio prendano coscienza della propria identità e di cosa vogliano essere esattamente in futuro. Aggiungo che sono molto contento per l’oro vinto dalla Tensione Evolutiva, ottimo Barley Wine che conosco e apprezzo tantissimo. Qualcuno avrà così capito che certi prodotti possono essere concepiti e realizzati anche al di fuori dei confini piemontesi 😉

  2. piccola curiosità personale: extraomnes era iscritto?

  3. Ottimo articolo come sempre ^_^ Ma una cosa vorrei sapere… come mai una Cream Ale ha vinto nella categoria delle Kolsch?! Mi spiego meglio: chi decide in quale categoria dovrà gareggiare la birra in questione?! il Birrificio? La giuria dopo l’assaggio?! Perchè se sceglie la giuria, ma non credo, allora ci può anche stare… anche se secondo me andrebbe valutate per Cream Ale e non per Kolsch; se invece è il birrificio che iscrive la sua Cream Ale nella categoria delle Kolsch qualcosa non quadra! Troppo concorrenti nella categoria di appartenenza?! ^_^ Inoltre piccola curiosità… come mai non è stato assegnato l’oro nella cat. 10?! Grazie sempre e buona birra a tutti!

    • L’iscrizione nella categoria è ad appannaggio del birrificio. Sui motivi che hanno spinto i due citati a iscrivere le birre tra le Kolsch… beh bisognerebbe chiederlo a loro.

      Per la categoria 10 il livello qualitativo non era sufficientemente alto da permettere di individuare una birra di valore eccellente (cioè da oro)

  4. Sottolineo il bel risultato del birrificio Gambolò, che ha piazzato al secondo posto la sua Nowhere in una delle categorie in cui era più difficile emergere. Il birraio è appassionato e lavora bene.

  5. Sono d’accordo con te.
    è veramente ridicolo vedere Blanche e Saison in un unica categoria.

  6. alexander_douglas

    A me lascia un po perplesso BA in sé: innanzitutto l’assenza ( per colpa loro ) di alcuni birrifici pregiudica l’attendibilità dei podi di alcune categorie dove Montegioco,extraomnes e barley avrebbero da dire molto ( belghe, acide,alla frutta,affinate in legno,barley wine, con mosto d’uva). Poi vabbè entrando nello specifico andiamo tra le comiche con le kolsch che al podio portano due non kolsch ( e l’altra era una birra che a un concorso di pochi mesi fa era andata a medaglia come pils), le acide che presentano due birre accidentali….per non parlare dell’assurdo delle CDA….stile difficile per carità ma io penso che una migliore si poteva trovare ( cito anche io la castigamatt). Per il resto un bravo a chi si conferma come Baladin, Bdb, Forte, Mc77,Lariano e una menzione per S.Michele che ha vinto l’oro 4 volte su 5 negli ultimi anni con la birra alla castagna

    • Il tuo commento sullle CDA (traduco per i non amanti degli acronomi: Cascadian Dark Ale cioè Black IPA e affini) mi pare abbastanza insensato.
      7 giudici su 7, di estrazione, caratteristiche e nazionalità diverse, hanno considerato che nessuna delle birre giunte in finale (precedentemente c’era stata una scrematura da parte di un altro tavolo) fosse all’altezza dell’oro nella categoria.
      Nessuna polemica, nessuna discussione accesa e nessun parere contrario.
      In questo caso assegnare un oro che non convinceva nessuno sarebbe stato abbastanza frustrante se non addirittura scorretto.
      Questo non significa che non esistano ottimi esempi nello stile: Castigamat ok, ma anche La 2 di Picche di Menaresta o la Ipanema del Birrificio Emiliano, etc…
      Ma in questa circostanza le birre premiate erano all’altezza di un secondo e di un terzo posto (posizioni comunque di prestigio) ma non dell’oro.
      Parlare di “assurdo” quindi è… assurdo.

      • Niente Norberto, è una battaglia persa in partenza. Finché non vivi di persona certi meccanismi non li capisci (oppure non te ne frega niente di capirli).

      • Allora ,da ignorante, ho una domanda: Le birre arrivate in finale erano tutte fuori stile? Perché se erano in stile dovevano essere classificate e giudicate e di conseguenza l’oro doveva essere assegnato. Se invece nessuna delle birre iscritte al concorso era in stile capisco la decisione.
        Nelle competizioni si giudicano i presenti,e se tutti hanno i requisiti per partecipare,allora le medaglie vanno assegnate(anche a pari merito se si vuole),alle olimpiadi l’oro lo vince il migliore dei partecipanti anche se la finale fá schifo e le prestazioni sono mediocri (mi riferisco a sport con giuria,pattinaggio,tuffi,quello che volete)

        • Lo stile non c’entra niente, è un discorso meramente qualitativo. Il tuo ragionamento ci può stare, come quello di non assegnare medaglie. In Birra dell’anno esiste questa possibilità.

          • Lo so che é stato detto in precedenza mille volte,ma la giuria deve premiare le birre presenti per come sono (ripeto”se sono in stile”) e classificarle di conseguenza. Non si puó non dare l’oro perché ci sono birre migliori ma non hanno partecipato,allora come dici meglio non dare nessuna medaglia e ciccia.

          • No non è che non viene dato l’oro perché ci sono birre migliori in commercio, ci mancherebbe altro. Si giudicano le birre partecipanti, ma se il livello è troppo basso rispetto a un “modello di eccellenza”, l’oro non viene assegnato.

          • Vedi il problema sta qui,e non mi riferisco solo a BDA ma ad altri concorsi,si vuole “educare” invece di “giudicare”. Per me se la birra passa la selezione dei primi tavoli (per definire se é in stile) poi si deve fare la classifica,il modello di eccelenza mi sembra una cosa troppo empirica per potere essere applicata correttamente. Ci sono delle definizioni per ogni stile,se le birre le rispettano allora vanno giudicate.Niente di personale e sopratutto non giudico le capacitá della giuria,é il metodo che non condivido.

          • Mah è una regola come un’altra, può piacere o no. Credo c’entri poco la giuria.

          • ogni anno c’è sempre qualcuno che cade dal pero

            prima esempio che mi viene in mente: GABF 2008 English Style IPA

            Displaying All Medal Winners of the English-Style India Pale Ale Style from All States represented at the 2008 GABF. 1 Results found.

        • D’accordo con te Copper: anche io credo che il concetto di gara presupponga che un vincitore ci debba essere, pure a parimerito se uno non “stacca” gli altri (salvo l’alternativa di dichiarare il no contest per mancanza di partecipanti). Che poi la vittoria arrivi per mancanza di concorrenti credibili (circa 4 birrifici su 5 non si sono fatti vedere leggevo sotto), perchè un bicchiere di plastica ha coperto difetti di tenuta della schiuma che col vetro sarebbero emersi ecc questo è tutt’altro paio di maniche.

        • Non mi pare che la scelta sia stata fatta per “educare” invece che “giudicare”.
          Le birre sono state proprio giudicate, e nel giudizio sono risultate non adeguate al livello qualitativo che si è ritenuto dovesse essere premiato in un concorso di professionisti.
          E’ chiaro che, come dici tu, si tratta di una classificazione empirica: bella forza… la degustazione è di per sè e per sua natura una pratica assolutamente empirica, non potrebbe essere altrimenti (almeno finchè a praticarla saranno degli esseri umani).
          In questo senso allora ogni aspetto della degustazione e del concorso andrebbe rimesso in discussione, non se ne esce.
          La domanda da farsi è un’altra.
          Meglio assegnare una medaglia in meno e tutelare il valore ideale delle stesse (ovverosia mandare il messaggio che un oro a BdA corrisponde sempre e comunque ad un prodotto di eccellenza) o assegnarle assolutamente tutte premiando, talvolta, il meno peggio?
          Nel primo caso, a mio parere, penalizzando forse una sola categoria, fai comunque un buon servizio a tutte le altre; nel secondo caso, invece, lasci il dubbio che anche nelle altre categorie esistano medaglie non all’altezza.
          Detto ciò… sia una scelta che l’altra hanno dei pro e dei contro, dei fautori e dei detrattori (nessuna delle 2 è “un’assurdità”), penso allora che affidarsi al giudizio dei giudici e del presidente della giuria e fidarsi della loro valutazione sia, anche in circostanze particolari come queste, la cosa migliore.
          Soprattutto quando, come in questo caso, la decisione viene presa all’unanimità: qualcosa vorrà pur dire.

          • alexander_douglas

            massimo rispetto per chi ha fatto il regolamento e per i giudici, ma continuo a ritenere la cosa un assurdo. Oltre ovviamente alle altre cose che ho trovato un po bizzarre, ma che alcune non dipendono dall’organizzazione in se

          • Credo che nel momento in cui dici ” mandare il messaggio che un oro a BdA corrisponde sempre e comunque ad un prodotto di eccellenza” tu mi stia dando ragione. Io credo che lo scopo di un concorso sia di giudicare le birre che sono state iscritte non di mandare messaggi,punto!
            Se i migliori birrifici non si iscrivono peggio per loro,gli assenti hanno sempre torto. Se le DIPA erano TUTTE mediocri allora non si davano medaglie.

      • Cioè, voi state dicendo che sono state premiate due “non kolsch” tra le kolsch (evidentemente erano a tal punto “eccezionali” che andavano premiate) e che, invece, non c’era nemmeno una dark ipa degna di medaglia d’oro? A questo punto, per correttezza, vorrei sapere quali fossero le birre iscritte…
        Certo, poi vedo la Castana del Birrificio (?) Oltrepo premiata con l’argento tra le birre al miele… e davvero mi chiedo quale sia il metro di giudizio!

        • Se prima di sparare sentenze uno si prendesse la briga di informarsi, scoprirebbe che la presenza della Castana in quella categoria è più che corretta, perché è prodotta con miele di castagno. Il regolamento spiega esplicitamente che in caso di birre del genere (e ce ne sono molte) la categoria di iscrizione deve essere quella al miele e non alla castagna.

          • Sono Sergio Cristiani, titolare del Birrificio Oltrepò. Mi permetto di far presente che anche la Oasi, vincitrice della categoria “Birre al miele” ove la mia Castana si è classificata seconda, è prodotta con miele di Castagno.

          • Sì ma guarda che io non discuto sulla collocazione della birra. Discuto sulla “qualità”, argomento certamente opinabile.
            Ho avuto modo di assaggiare la Castana, così come le altre birre di Oltrepo, e non ricordo nulla di memorabile, nulla a mio parere che possa valere un premio in un concorso nazionale. Allora, mi viene il dubbio che sia stata premiata per mancanza o carenza di “avversari” nella stessa categoria.
            A questo punto sarei curioso di sapere quali fossero le birre in gara nella categoria Dark IPA, per cercare di parametrare il giudizio dei giurati. Davvero la qualità era talmente bassa da giustificare la mancata assegnazione del primo premio, quando poi si premia con un secondo posto la Castana?

          • Beh considerando che il 90% dei tuoi commenti su Cronache di Birra sono contro Oltrepò, comincio a pensare (molto alla lontana eh, figurati) che sei tu che hai qualche problema con questo produttore e non il concorso.

          • Non è mia intenzione entrare in polemica, faccio solo presente che per la categoria “Birre al miele” erano in concorso parecchie birre, tanto che mi è stato riferito per quella categoria che sono stati necessari due livelli di giudizio (con i giudici della finale diversi rispetto ai precedenti).

          • Il funzionamento a due livelli (screening + finale, con tavoli diversi) è in realtà quello standard per tutte le categorie, eccezion fatta quelle con un numero di partecipanti ridotto.

        • alexander_douglas

          Quella sulle birre al miele mi sembra insensata come polemica: è una birra con miele di castagno e sta nella giusta collocazione….non è che una birra con miele di corbezzolo o di erica allora le metti in gara nelle birre alla frutta o con erbe/ spezie. Sul discorso delle black ipa sono d’accordo con te invece: già mi sembra assurda la regola in se, ma a sto punto prendendo spunto da quanto accaduto nella categoria kolsch mi permetto di dubitare dell’infallibilità della giuria….

    • Sì ottimo San Michele, così come la Weizen di Manerba (credo ormai pluripremiata) e la crescita di Statalenove nelle Lager.

  7. Ciao, leggevo l’articolo per curiosità …non vorrei sbagliarmi ma mi sembra che manchi la categoria 4 ! A presto

  8. non so se voce fuori dal coro, ma come fiera non mi è molto piaciuta per un’organizzaizone a mio avviso non ottimale…. poi ci sta, crescerà negli anni sicuramente, ma di fatto i birrifici interessanti non erano poi così tanti, e sarò anche stato sfortunato all’assaggio, ma non ho trovato chissà quali chicche… buone birre, ma nulla di eclatante, specificando che sono andato a provare solo cose relativamente “nuove” e giovani che non conoscevo.. andrà meglio l’anno prossimo!

  9. Complimenti agli amici del birrificio Mukkeller per il loro secondo posto nella non semplice categoria 9 (double IPA) e ai compaesani di MC77 per i due podi!

  10. > da oggi una Cream Ale potrà vantarsi di essere la migliore Kölsch d’Italia.

    Non direi proprio visto che al concorso partecipa una fetta risibile dei birrifici italiani: il 18%.
    Prendi dieci birrifici, meno di due hanno partecipato al concorso… Quindi la miglior Koelsh del concorso, non d’italia é una cream ale e questo dovrebbe già dire molto su tante cose.
    Inoltre dall’edizione del 2014 non possiamo neppure conoscere quali siano i birrifici partecipanti né tantomeno quali e quante birre questi abbiano iscritto.

  11. Beh, se la Terzo Tempo di Argo ha vinto nella categoria Kolsh vuole dire che è stata definita una birra in stile, sia come ingredienti che come caratteristiche, oltre che dal produttore anche dai giudici. Poco importa se sull’etichetta c’è scritto Cream Ale, anche se alla premiazione sono rimasto stupito anche io!

    • I giudici hanno di sicuro giudicato ciò che era nel bicchiere, alla cieca, e non metto in discussione il risultato.
      Invece importa eccome cosa ci scrivi in etichetta o sul sito di un birrificio. Puoi sempre non scrivere niente se non sei così sicuro di che (buona o cattiva) birra hai tirato fuori.
      Se su una confezione di frutta trovassi scritto “Pere Abate” ed invece ci fossero delle buonissime “Mele Renette”, ti andrebbe bene lo stesso?

      • Angelo, sappiamo tutti quanto sono difficili le giurie alla cieca, quindi anche senza crocefissione è inutile girarci attorno: la giuria si è sbagliata. secondo me è un boomerang che ti torna con questa impostazione “no style”: la condivido, però poi vengono fuori anche questi pasticci

        più gravi secondo me le responsabilità dell’organizzatore: non ci vuole molto a mandare una email chiedendo il cambio di categoria. alla fine è il concorso a smenarci

        la Terzo Tempo è un’ottima birra, specialmente l’ultima cotta in circolazione, ma il granoturco (sebbene credo piuttosto diminuito rispetto alla prima cotta, fatico a sentirlo, ma è dichiarato e coerente con lo stile Cream Ale di questa birra) non è un ingrediente da Koelsch. e senza voler fare gli indovini sul lievito, mi pare un bel neutrale piuttosto che un lievito ale lievemente fruttato e acidulo

  12. Signori.. Buongiorno,

    sono Gian Paolo Camurri (Gippo) il birraio del birrificio Kamun.
    Se può essere di chiarimento vorrei dedicare alcune righe al motivo per cui abbiamo iscritto la nostra birra “Prima Lux” nello stile “Kölsch”.

    – La “Prima Lux” riprende lo stile “Kölsch” in ogni suo aspetto, in particolar modo si è lavorato sul processo di glicolisi per avere la nota caratteristica di aldeide acetica, a nostro avviso elemento importante e distintivo dello stile. (Da questo lavoro ha preso vita nel 2011 anche la Res Rosa). Questa premessa solo per indicare la volontà ed il lavoro che c’è stato per ottenere lo stile in oggetto.

    – L’azienda nasce come microbirrificio, quindi vendita a terzi. A molti puristi farà storcere il naso, ma dal punto di vista commerciale chiamare la propria “chiara” di punta “Kölsch” non sarebbe stata una scelta propizia. Abbiamo quindi optato per indicare al pubblico lo “stile di riferimento” ed in etichetta indicare SOLAMENTE “birra chiara ad alta fermentazione”.

    tutto qua.

    Saluti birrofili

    Gippo

    • Grazie per il tuo commento. Avere anche il contributo da parte di un’altra “realtà” è importante per capire alcuni meccanismi del concorso. Complimenti per il bel risultato.

      • Grazie!!! ci tenevo solo ad esporre il nostro punto di vista.

        • Capisco il punto di vista del mastro birraio e sicuramente sarà anche condivisibile! Mi sto apprestando all’ apertura di un locale, vendita solo di birre artigianali, e sto imparando quanto sia importante la comunicazione verso il cliente e verso i fornitori…quindi capisco la motivazione del mastro birraio ma non la condivido, visto che alla vendita, la loro birra verrà venduta come una Golden Ale e non come Kolsch… pur quanto siano vicini gli stili ma si potrebbe cadere nel tranello di cosa beve veramente il cliente!? Aggiungo però che sono felice di leggere questi interventi e di aver letto questa spiegazione da parte del mastro birraio!

          • Il fatto che sia il birrificio (presumo nella persona del mastro birraio) ad indicare la categoria nella quale gareggiare, implica che tutte le caratteristiche dello stile di riferimento siano perfettamente conosciute dal produttore e che quindi le birre iscritte siano in pieno stile….capisco che tanti mastri sono al limite dell’incompetenza, ma credo che nessuno sia così pazzo da iscrivere (ipotesi estrema per assurdo) una stout nella categoria delle golden ale! Quindi di cosa stiamo parlando?? Chi ha vinto la categoria delle kolsch è di certo una kolsch. E sono certo che la prossima etichetta della terzo tempo (che l ho assaggiata ed è una kolsch in tutto e per tutto) (anche solo per vantarsi del premio ricevuto) modificherà lo stile della birra da cream ale a kolsch. Credo che anche Mastro Gippo adesso che grazie al premio è più conosciuto scriverà sul suo sito che la Prima lux è una kolsch, primo perchè lo è e secondo perchè comunque d ora in poi troverà più clienti tra i più esperti e attenti che richiedono tutte le caratteristiche della birra. Personalmente adoro le etichette chilometriche che ti raccontano tutto quello che è la bira che stai bevendo!

    • inoltre ricordiamo che “Kölsch” è una IGP.

    • Anche qualora avessi voluto, non avresti potuto riportare in etichetta la scritta “koelsch”… Mi fa comunque ridere che nel testo in lingua inglese della scheda descrittiva della Prima Lux, contenuta nel sito web di Kamun, si legga “high fermentation Golden Ale”. Cioè… non spiazziamo la clientela dicendo che la birra si rifà allo stile di Colonia, ma poi facciamo credere che sia una golden ale, cioè tutt’altra cosa… Viva la chiarezza! Ma a ‘sto punto a cosa serve il sito web se contiene informazioni errate o fuorvianti?

  13. Purtroppo nell'”impresa microbirrificio” sono molteplici gli aspetti da valutare che evadono dalla pura poesia produttiva,ma personalmente accetto e condivido la critica. Buona giornata.

  14. Buongiorno a tutti. Dicendo che la terzo tempo è una kolsch eccezionale anche se c è scritto cream ale, volevo subito cambiare argomento se mi è consentito. Interpreto una manifestazione del genere, oltre che come una sana competizione professionale basata sulle abilità dei birrifici (in tutte le loro sfaccettature, dalla produzione al marketing), soprattutto come vetrina e presentazione al pubblico di prodotti di estrema qualità, al fine della vendita degli stessi! Dispiace quindi aver visto assegnati ben 7 premi a Baladin (non sono qui a giudicare i loro prodotti, anzi li ritengo degni dei premi ricevuti, quantomeno per il blasone del birrificio) di cui 5 il beerlover del “volgo” non assaggerà mai (i Barley wine per il prezzo proibitivo, la nora sour perchè è destinata al solo mercato USA)!!
    Non soffermandosi troppo sul fatto che la solita cotta base di Xyauyu prenda tre premi per la diversificazione dell affinamento in botte (d’accordo sul fatto che sia un fattore importante, di certo se la cotta base non fosse buona qualsiasi affinamento sarebbe inutile) volevo porre il seguente quesito:
    Non vi è il rischio che questa manifestazione viaggi verso la gara tra birrifici “da concorso” che preparano la cotta ad hoc per il premio distaccandosi totalmente dalla volontà di voler presentare il prodotto (per venderlo) al pubblico, che gioco forza comincerà a disinteressarsene??? “voglio assaggiare tutte le birre andate a premio…..ops se volessi dovrei andare negli states e accendere un mutuo per i barleywine! …magari il prossimo anno sarò meno ansioso di conoscere i riultati…” (mi sarò spiegato??)

  15. Buona sera a tutti.
    Sono stato al BA sabato (13-chiusura) e ho avuto modo di assaggiare e bere alcune cose molto positive e alcune al limite del bevibile.
    Tra le perle che non avevo mai bevuto prima di sabato sono rimasto estasiato da la Fleur Sofronia di MC-77,la Koji Il Riso di Ducato,la Xyauyù Kentuky e la Calibro 7 del Fabbrica della Birra Perugia.

    Le bevute sono state “contenute” perché l’Ingresso alla fiera aveva un costo esoso ed in più gettoni per bere, roba da matti.

    Ma passo a quello che ritengo il punto cardine della manifestazione ovvero il concorso di “Birra dell’anno”.
    Il problema della Cat. 3 di quest’anno uscì fuori anche l’anno scorso,se non sbaglio)con la Gaina di Lambrate che alla fine non si sapeva se fosse alta o bassa fermentazione e vinse un premio come miglior IPA (OT con Obe iniziai una polemica con un birrificio toscano sul fatto che faceva la sua IPA a bassa fermentazione…).
    Se un birraio presenta un prodotto penso che sappia quel che fa e dichiara,ma l’annosa questione è: Se dei conclamati giudici e degustatori,dicono che aveva i crismi di una Kolsh o è vero o hanno cannato in maniera clamorosa.
    Quindi credendo alla bravura dei degustatori e alla buona fede dei birrai,dico che il primo “problema” lo possiamo togliere dalla lista. Resta solo attendere con ansia il cambio di stile in etichette delle premiate…..

    Il secondo problema è quello delle birre da concorso,che magari sono spaziali di fronte ai giudici e uno le beve a casa e beve acqua sporca.
    Secondo me è risolvibile in una maniera. Al posto di far portare ai birrifici le birre di un lotto,che parta un’esplicita richiesta di portarne minimo 3 della solita birra (escluse le produzioni annuali,passate in botte etc. etc. etc.).
    Molti birrifici ormai etichettano con stampa ad inchiostro quindi la contraffazione è difficile e in questa maniera si potrà validare una continuità di produzione anziché una singola cotta ottima. Ma non è finita qui. Per ogni categoria i giudici degusteranno il primo giorno di fiera direttamente il prodotto dalle spine!
    In ogni Cat. si scelgono le 5 migliori e poi si screma definitivamente il primo giorno di fiera il podio vincente. Così facendo molti potranno bere una premiata valida e assaggiata in 3/4 lotti diversi (se la spina fosse diversa dai lotti portati in concorso) e altri che non distribuiscono in Italia sarebbero estromessi (la Nora Sour premiata non mi va giù).

    Facciamo la birra,non facciamo la guerra 🙂

    • Cugi se presenti una bassa nelle categorie delle IPA, o sei un pazzo o sei un genio…..La storia di Gaina di Lambrate alla fine secondo me fu solo provocazione e pubblicità (e non credo che una IPA così buona sia fatta coi lieviti a bassa)!
      Relativamente al secondo problema….beh…sei il numero uno!!! slogan…STOP ALLE COTTE DA CONCORSO (le birre che bevono i giudici le dobbiamo bere anche noi….e no gli ammerigani!) 😉

      BEER & LOVE 🙂

  16. Avrei voluto in classifica anche questa del sud Italia.. http://www.southinitaly.com/it/39-birra-gaudea peccato!

  17. “Beh considerando che il 90% dei tuoi commenti su Cronache di Birra sono contro Oltrepò, comincio a pensare (molto alla lontana eh, figurati) che sei tu che hai qualche problema con questo produttore e non il concorso.”
    Lungi da me l’idea di voler mettere in cattiva luce birrificio Oltrepo, fra l’altro è il secondo commento in cui cito il birrificio. Non vedo che problemi potrei avere col birrificio, mentre mi sembrava che la domanda sull’uniformità di giudizi fosse piuttosto legittima. Prendo atto che non è così
    La citazione di Oltrepo capitava a fagiolo per cercare di comprendere il grado di omogeneità dei giudizi dei giurati. Non ho potuto assaggiare altre birre che si sono piazzate “a sorpresa”, poichè meno conosciute e sicuramente perchè sono ignorante; mentre ho potuto assaggiare a Pavia il birrificio Oltrepo.
    In ogni caso, ho visto le classifiche allargate al 4 e 5 posto. Gesto positivo.

  18. Palesemente visibile é la crescita quantitativa e qualitativa del mercato birra con tante nuove realtà operative che hanno associato ad un prodotto particolarmente interessante un azzeccato progetto di marketing (belle bottiglie con etichette ben studiate e accattivanti). Nonostante le ottime premesse e le tante buone birre bevute ci sono alcune domande che il settore dovrebbe porsi:
    1) siamo davvero sicuri che la birra in Italia sia cresciuta al punto di potersi permettere una fiera di settore totalmente autonoma e non inserita in un contesto di manifestazione di settore più ampio come avveniva negli anni passati?
    2) la città di Rimini, sempre attenta alle varie manifestazioni di settore, come ha organizzato il servizio navetta che puntualmente permetteva agli utenti dei vari alberghi dislocati nei vari quartieri della città di raggiungere la fiera? [Semplicemente non predisponendolo!] E la fiera stessa quale ingresso ha predisposto per Beer Attreaction? [L’ingresso ovest, chiudendo quello principale].
    3) é possibile che in una fiera incentrata su un prodotto che dovrebbe accompagnare un buon piatto, non sia possibile trovare nient’altro che un panino o un trancio di pizza stile autogrill, o un menù da mensa aziendale??
    4) possibile che non si possano realizzare degli stand suddivisi per regioni come ha tentato di fare la Regione Campania, la Regione Umbria o la Regione Puglia? associando anche degli stand alimentari con prodotti tipici del territorio di appartenenza per poter offrire un binomio brassicolo-gastronomico più adeguato alla crescita del movimento stesso?

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