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Fermentazioni 2016: il mio (non) resoconto

Come probabilmente avrete notato, negli ultimi giorni l’attività su Cronache di Birra è andata avanti a piccole dosi e solo oggi torna ufficialmente a pieno regime. Ovviamente il motivo della pausa risponde al nome di Fermentazioni, che si è concluso domenica scorsa ma che è ancora vivo nella mia mente come – immagino – in quella di molti di voi. La quarta edizione del festival che organizzo insieme a Sfero dal 2013 è stata impegnativa ed entusiasmante come sempre, con un’impressionante risposta di pubblico nonostante le condizioni meteorologiche non propriamente favorevoli. La pioggia ci ha dato tregua solo nella giornata di sabato, ma per fortuna tutti gli spazi importanti erano al coperto e questo ha permesso di gustare al meglio le birre presenti. Birre che peraltro hanno mostrato un livello qualitativo medio altissimo: elemento imprescindibile per ogni festival di ampio respiro e il cui merito va chiaramente ai birrai presenti.

Prima di addentrarmi nei doverosi ringraziamenti, quest’anno vorrei spendere qualche riga sulle tendenze brassicole che sono emerse a Fermentazioni 2016. La più importante è stata senza dubbio quella rappresentata dalle birre alla frutta, così tante da poter essere distinte in diverse “correnti”. Una prima corrente è stata identificata dalle Grapefruit Ipa, sottostile molto di moda anche all’estero e con il quale i birrifici italiani stanno iniziando a destreggiarsi. Due di queste, simili in termini di concezione e di realizzazione, sono state protagoniste del laboratorio di sabato pomeriggio sulle novità di Fermentazioni: parliamo della Taronja Pale Ale di Canediguerra (creata in collaborazione con Guineu e aromatizzata con scorze d’arancio) e de La Molesta del Piccolo Birrificio Clandestino (con aggiunta di scorza e succo di pompelmo rosa). Nella tipologia vanno inserite anche l’intensissima Grapefruit Spaceman di Brewfist (con pompelmo), l’originale Miss Molly di Toccalmatto, brassata con frutto della passione, e quella di MC-77 con pesche e albicocche. Probabilmente erano presenti altre rappresentati della categoria, ma perdonatemi se al momento non mi vengono in mente…

Ma l’invasione della frutta non si è certo fermata alle Grapefruit Ipa. Non è un caso che molte delle birre particolarmente apprezzate dal pubblico appartenessero a questa ampia famiglia. Cito ad esempio la Figu Morisca del Birrificio di Cagliari (fico d’india), la Morer del Birrificio del Doge (more di gelso), la Cherry Lady di Foglie d’Erba (ciliege e lamponi), la Lunatica di Birra dell’Eremo (lamponi), Dr. Caligari di Toccalmatto (lamponi), 41° Parallelo di Pontino (kiwi), Pepe di Birrone (pere e pesche), Peach me now di MC-77 (pesche), ma l’elenco potrebbe andare avanti a lungo. L’uso della frutta nella produzione brassicola è sempre stata una costante (sin dall’antichità), ma in questo momento mi sembra che ci sia un interesse di un’intensità difficilmente riscontrabile in passato. Il pubblico sembra gradire e dunque è probabile che questa tendenza continuerà ancora per molto. Per fortuna in Italia siamo tra i maestri internazionali di questa tipologia.

Spendo ancora due righe su quanto emerso da Fermentazioni. In primis sono felicissimo del riscontro ottenuto dalle new entry di questa edizione: Ritual Lab, Birrificio del Doge, P3 Brewing, Eastside e La Ribalta. Aggiungere nuove leve in un festival consolidato come Fermentazioni non è facile, perché le aspettative del pubblico sono altissime. Mi prendo una piccola menzione di merito perché credo di aver fatto un buon lavoro in tal senso, ma vi assicuro che oggigiorno è molto più facile essere “talent scout” in questo ambiente: checché se ne dica, il livello medio della birra artigianale in Italia è cresciuto tantissimo e le nuove generazioni di birrai partono in un contesto sì più competitivo, ma anche capace di fornire loro le conoscenze e gli strumenti per debuttare subito alla grande. Gli esempi sono tantissimi e non si limitano alle facce nuove di Fermentazioni 2016.

Non dimenticherei poi i laboratori che ci hanno accompagnato durante la tre giorni. Quello sulle nuove birre italiane è ormai un appuntamento imperdibile: partito in sordina nella prima edizione, è cresciuto di anno in anno fino a diventare un momento di confronto e di coinvolgimento con pochi uguali. Apprezzatissimi i due laboratori organizzati in collaborazione con Eugenio Signoroni di Slow Food: quello incentrato sulle scene birrarie di Roma e Milano (con un Monarca in forma strepitosa) e quello sulle birre aromatizzate (con assaggi “in parallelo” che hanno innalzato il valore della degustazione). Senza dimenticare il grandissimo workshop conclusivo con Bruno Carilli di Toccalmatto, incentrato su alcune sue novità particolarmente identificative della filosofia del birrificio.

E ora passiamo ai ringraziamenti. Partiamo dallo staff di Fermentazioni: il nostro art director Francesco Bellia, Claudia Cantonetti che ha gestito i rapporti con la stampa, Giorgia e Silvia di D’emblée Film e Annalisa e Federica per il supporto alla comunicazione. E poi i ragazzi che hanno lavorato alle casse, ai banchi gettoni, in amministrazione, all’allestimento e tutti gli altri: organizzare un evento come Fermentazioni richiede uno sforzo di personale spesso sottovalutato, ma che chiaramente risulta fondamentale per la resa del festival.

Grazie ai ragazzi dell’Unione Degustatori Birre per il mini-corso di venerdì, a Eugenio Signoroni per i due laboratori citati precedentemente, ad Alessia Lofaro di Slow Food e ai produttori che hanno proposto in abbinamento le loro meraviglie gastronomiche, a Simone Monetti di Unionbirrai per l’interessante tavola rotonda sui concorsi birrari, che ritengo essere stata utile e al contempo divertente. Preziosissimo ancora una volta il contributo di Davide Foschi e degli altri homebrewer per la cotta pubblica di sabato. Concludo la parentesi sui seminari con un ringraziamento a Bruno Carilli e soprattutto ai volontari che si sono occupati di servire le birre durante le degustazioni: Elena Di Martino, Roberto Gavini e Lorenzo Pecoraino, capitanati dal mitico Andrea Romani aka Barone Birra.

I miei ultimi ringraziamenti vanno ai 30 birrifici che hanno partecipato a Fermentazioni 2016 e a tutti coloro che sono venuti come operatori del settori o semplici visitatori. La fase di chiusura di un’edizione rappresenta anche l’inizio della pianificazione della successiva: inutile dire che stiamo già lavorando in vista del prossimo anno. Arrivederci al 2017!

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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