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E voi chi avreste votato come giovane emergente a Birraio dell’anno 2017?

Nel weekend si terrà a Firenze la tre giorni dedicata a Birraio dell’anno, che avrà il suo clou nel pomeriggio di domenica quando saranno rivelati i vincitori del premio indetto da Fermento Birra. Da qualche anno, oltre al riconoscimento più importante, è assegnato anche un trofeo dedicato ai giovani produttori: alla palma di Birraio emergente concorrono tutti i birrai che “hanno messo in commercio birre con un proprio impianto” a partire dai due anni precedenti a quello oggetto del concorso – quindi, in questo caso, dal 2015 in poi. Trovo questo titolo forse persino più interessante di quello standard, dove il turnover è sempre molto limitato e i nomi dei 20 finalisti simili di edizione in edizione. Birraio emergente permette invece di conoscere birrifici relativamente nuovi e che rappresentano una valida fetta della nuova leva brassicola nazionale. Ecco perché ogni anno decido di “spendere” un articolo per presentare i profili dei 5 birrai che si contenderanno il titolo di giovane talento italiano. Li trovate di seguito secondo l’ordine proposto dalla manifestazione.

Marco Gianino – Yblon

Quella del siciliano Yblon è una storia molto particolare, cominciata col piede sbagliato e per fortuna continuata per il meglio. Ve ne parlai ad aprile 2012, otto mesi dopo la decisione dell’Agenzia delle Dogane di apporre i sigilli a tutta l’attrezzatura e di procedere col sequestro dell’immobile destinato a ospitare il birrificio. L’accusa? Produzione clandestina, con il piccolo particolare che l’impianto all’epoca non era ancora allacciato e funzionante. In pratica un cavillo burocratico tarpò le ali al progetto prima ancora di partire, costringendo Marco Gianino e i suoi soci a intraprendere un iter processuale lungo e complicato. Come poi spiegai, a distanza di poco più di un anno gli imputati furono tutti assolti per non aver commesso il fatto e il birrificio dissequestrato. A quel punto, pur tra enormi difficoltà, Yblon riuscì non solo a cominciare la sua avventura, ma anche a farsi conoscere per l’ottimo livello delle sue birre. Per Marco la candidatura a Birraio emergente rappresenta dunque un riscatto importante, nonché un riconoscimento alla determinazione e alla volontà di andare avanti. E chissà che non arrivi anche un premio reale oltre a quello morale.

Giovanni Faenza – Ritual Lab

Fa decisamente effetto trovare Ritual Lab tra i birrifici emergenti e questo già dovrebbe spiegare i passi da gigante compiuti dal produttore di Formello in pochissimo tempo. All’inizio Ritual Lab nacque come una scuola per birrai, poi trovò la sua strada come beer firm nel 2015 cominciando a farsi conoscere in tutta la Capitale (e non solo) per la pulizia dei suoi prodotti. La definitiva consacrazione avvenne con la trasformazione in birrificio, che permise al birraio Giovanni Faenza di ampliare la propria gamma, perfezionare le ricette grazie alla sua proverbiale attenzione ai dettagli e spingere il nome Ritual Lab oltre i confini romani. Che si tratti di tradizionali stili a bassa fermentazione o innovative tipologie di ultima concezione, Giovanni si trova sempre a suo agio in sala cotte, grazie anche a studi e aggiornamenti costanti. È il grande favorito alla vittoria di Birraio emergente e non è difficile comprenderne i motivi.

Stefano Simonelli – Vetra

Il birrificio Vetra sarà l’unico a difendere i “colori” del Nord Italia nel premio Birraio emergente, aspetto sul quale tornerò più avanti. Però difficilmente avremmo potuto trovare un alfiere migliore a certe latitudini: Vetra si è subito distinto per un progetto chiaro e ben supportato da investimenti importanti e un’identità visiva curata nei minimi dettagli. Il resto lo fa il birraio, Stefano Simonelli, che realizza birre di grandissimo spessore grazie anche all’esperienza ottenuta nel settore in questi anni. Personalmente fui colpito da Vetra sin dalla loro prima uscita ufficiale da Stavio, nell’ottobre del 2016, tanto che li volli fortemente nell’ultima edizione di Fermentazioni. La loro presenza tra i cinque finalisti di Birraio emergente è una tappa importante nel loro percorso di crescita, che sta procedendo a vele spiegate verso la giusta consacrazione nazionale.

Samuele Cesaroni – Brasseria della Fonte

C’è anche la Toscana rappresentata in Birraio emergente grazie alla nomination ottenuta da Samuele Cesaroni, birraio della Brasseria della Fonte. Partito dal birrificio presente all’interno dell’agriturismo di famiglia – siamo nella zona di Pienza – Samuele è riuscito prima a incuriosire e poi a convincere bevitori e addetti ai lavori. Merito delle sue creazioni, ispirate alla tradizione britannica ma anche improntate verso le tendenze più moderne di stampo statunitense. Un cammino effettuato a piccoli passi e senza troppo clamore, ma che lo ha portato comunque a ottenere in breve tempo l’attenzione della critica birraria nazionale. E chissà che domenica non riesca a sbancare l’Obihall di Firenze…

Riccardo Di Profio – Rebel’s

Per gli appassionati di Roma, come il sottoscritto, trovare due birrifici cittadini nel novero dei finalisti di Birraio emergente è fonte di grande orgoglio. È inoltre la dimostrazione che il fermento birrario che si è sviluppato in città negli ultimi anni ha portato i suoi frutti, con la nascita di birrifici di eccellente qualità. Il merito è da ricercare nei suoi birrai, che mai come oggi dimostrano passione, cura maniacale in ogni aspetto produttivo e voglia di studiare e mantenersi al passo coi tempi. Riccardo Di Profio di Rebel’s calza a pennello in questo ritratto e lo dimostrano i consensi ottenuti dall’azienda in pochissimo tempo. Rebel’s è una delle realtà più felici del panorama brassicolo capitolino e, supportato anche dalla nuova identità visiva, potrà spingersi verso ulteriori importanti traguardi. Magari già a partire da domenica pomeriggio.

Questi dunque i cinque birrai che domenica si sfideranno per conquistare il premio destinato ai giovani produttori. Come abbiamo accennato, vale la pena sottolineare che, eccetto Vetra, tutti i birrifici appartengono a regioni del Centro – Sud: circostanza già accaduta lo scorso anno e indicativa dei tempi che cambiano. Per il futuro del settore è corretto perciò aspettarsi un maggiore equilibrio geografico. Detto questo lascio la parola a voi: a chi sarebbero andati i vostri voti se fosse stati tra i giudici di Birraio dell’anno? Prima di rispondere considerate il regolamento: dovete indicare tre nomi in ordine di preferenza e considerare come valore aggiunto la costanza qualitativa nel tempo e la capacità di eccellere sia con le bottiglie che con i fusti.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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3 Commenti

  1. Le mie previsioni sono:
    1° Giovanni Faenza – Ritual Lab
    2° Riccardo Di Profio – Rebel’s
    3° Samuele Cesaroni – Brasseria della Fonte
    4° Stefano Simonelli – Vetra
    5° Marco Gianino – Yblon

  2. Le mie previsioni sono:
    Marco Gianino – Yblon
    Giovanni Faenza – Ritual Lab
    Samuele Cesaroni – Brasseria della Fonte
    Stefano Simonelli – Vetra
    Riccardo Di Profio – Rebel’s

  3. RITUAL_LAB a mani basse

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