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L’Italia tra le stelle dello European Beer Star

Dopo il successo della Chocarrubica di Grado Plato al recente Mondial de la Bière, i concorsi internazionali regalano altre grandi soddisfazioni per i nostri colori. L’Italia brassicola ha fatto incetta di medaglie allo European Beer Star, una delle competizioni più importanti al mondo per la birra artigianale. Un totale di sette piazzamenti per le birre nostrane: due medaglie d’oro, tre d’argento e due di bronzo, per un bottino fino a qualche anno fa inimmaginabile. Il primo sussulto tricolore si ebbe infatti solo nel 2008, con l’oro della VIS del Ducato, a cui seguirono tre medaglie nel 2009. Nonostante lo scorso anno non arrivò neanche un oro, avevo interpretato l’incremento totale di piazzamenti come il segno di una crescita costante del movimento italiano, crescita che è ampiamente confermata dagli esiti dell’edizione 2010 del concorso.

Analizzando le birre premiate, è interessante scoprire come l’Italia prevalga in categorie insospettabili – i “podi” sono divisi per stili birrari, o qualcosa del genere. Ecco che allora uno dei risultati più eclatanti è la medaglia d’oro della Via Emilia del birrificio del Ducato tra le Kellerpils, una specialità in cui tedeschi e cechi sono unanimemente riconosciuti maestri – e il concorso è organizzato in Germania, giusto per la cronaca. E come se non bastasse al terzo posto della stessa categoria troviamo un classicone come la Tipopils del Birrificio Italiano. In parole povere: l’Italia domina tra le Pils non filtrate, con grande goduria di chi ama anche gli stili tradizionali e non soltanto le birre à la page.

Discorso simile, ma meno eclatante, vale per la Vudù (sempre dal Birrificio Italiano), che si porta a casa la medaglia d’argento nella categoria Weizenbock Dunkel e – perché no – per la Sally Brown del Ducato, anche lei seconda classificata, ma tra le Sweet Stout. Nel secondo caso ovviamente entriamo nel mondo delle alte fermentazioni e di uno stile prettamente anglosassone, ma in qualche modo l’analisi può essere estesa anche a questo risultato.

Oltre alle Kellerpils, un’altra categoria che vede primeggiare le birre nostrane è quella delle produzioni con erbe o spezie. Affermare che un dominio italiano in questo settore fosse prevedibile è decisamente esagerato, ma di certo fa meno scalpore del risultato di Via Emilia e Tipopils. La medaglia d’oro in questa ampia classificazione è andata quindi alla Zingibeer di Doppio Malto, mentre al gradino più basso del podio troviamo la New Morning del Birrificio del Ducato. A dividerle la Saison du BUFF dell’americana Dogfish Head, che personalmente non ho mai provato ma di cui sento parlare un gran bene: un’ulteriore conferma della qualità delle nostre produzioni.

Ultima medaglia italiana è l’argento della Chimera tra le Belgian Strong Ale, ancora una creazione targata Birrificio del Ducato. Un nome che finora abbiamo incontrato diverse volte: questa edizione dello European Beer Star è stata infatti per il produttore emiliano a dir poco esaltante, con un numero impressionante di riconoscimenti. Come sottolinea Maurizio Maestrelli sul suo blog, il 2010 si chiude per il Ducato con ben 14 medaglie vinte in concorsi nazionali e internazionali. Ormai i riconoscimenti ottenuti non si contano più: è il giusto premio all’ottimo livello qualitativo raggiunto e alla voglia di confrontarsi continuamente in competizioni brassicole.

Per sottolineare il valore dei risultati (che potete consultare nella loro completezza nel pdf pubblicato sul sito della manifestazione), ricordo che le birre in concorso sono state 955, provenienti da 34 nazioni differenti. Tra i birrifici premiati si segnalano tantissimi produttori tedeschi, belgi, americani e cechi, con alcune curiose affermazioni di paesi sorprendenti, come Singapore, Myanmar, Bielorussia, Peru e Romania. Tra le potenze birrarie stride il pessimo risultato del Regno Unito, con solo due medaglie vinte (un oro e un bronzo).

Per spulciare tutti i singoli risultati servirebbe tanto tempo, così al volo ho notato l’interessante affermazione della Dale’s Pale Ale di Oskar Blues tra le English Pale Ale. Perché curiosa? Beh perché è uno dei pochi microbirrifici che produce esclusivamente birra in lattina. Certo, non credo che sia arrivata al concorso in questo formato 🙂 , però mi sembra un dato comunque curioso.

Per concludere, allo ESB sono stati assegnati anche i premi della giuria popolare. La medaglia d’oro è andata alla Adriaen Brouwer Dark Gold del birrificio Roman (Belgio), l’argento alla Meinel’s Weizenbock della Meinel-Brau (Germania) e il bronzo alla „Störtebecker Roggen-Weizen del birrificio Stralsunder (Germania).

Non resta che fare i complimenti a Birrificio del Ducato, Birrificio Italiano e Doppio Malto per gli splendidi risultati ottenuti. E ora aspettiamo trepidanti l’edizione 2011, sperando in ulteriori riconoscimenti!

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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13 Commenti

  1. Come si è piazzata la Westmalle Tripel tra le Belgian Strong Ale?

  2. @Schigi
    è una critica ai criteri di assegnazione delle birre alle varie categorie?

  3. Anche Jury Chechi doveva vincere le Olimpiadi ad Atene… bisogna saper accettare in ogni caso i giudizi delle giurie… se fossero gare a tempi o con qualche parametro misurabile in maniera oggettiva il giudizio sarebbe insindacabile, ma nella gare a giuria è sempre così.. ma fa parte del gioco per chi ci gioca..e lo sa accettare nel bene o nel male.
    Per gli spettatori non rimane che apprezzare o fare ronzio inutile … ma come al solito qui in Italia si tenta sempre di tirarci le martellate sui maroni.. io sono per Apprezzare e non fare ronzio. Alla salute dei nostri bravi produttori italiani!

  4. @Andrea

    No, no.
    E’ che mi ha ampiamente stufato il wrestling birrario.
    C’è una cintura dorata da 10 chili per tutti.
    Complimenti comunque a John Cena, Eddie Guerrero ed Undertaker.

  5. @Schigi
    Sì, in parte posso essere d’accordo con te se facciamo un discorso generale. Il punto è che i concorsi esisteranno sempre e la divisione in categorie è inevitabile (per fortuna, aggiungerei). Lo ESB alla fine non presenta neanche troppe categorie se paragonato ad altre realtà, come il GABF. Certo bisognerebbe conoscere tutti i concorrenti (non so se è un’informazione pubblica) ma comunque mi sembra un concorso autorevole e che non vuole necessariamente premiare tutti.

  6. schigi….solo una precisazione…Eddie guerrero è morto…spero non stai augurando del male a nessuno dei nostri birrai.. 🙂 ovviamente scherzo…

  7. @LoSte
    Urca!Non ricordavo…vabbé, allunga la vita.

  8. la via emilia si merita questo ed altro.

  9. La Gouden Carolus Tripel che vince la categoria delle Tripel?… Quali erano le altre in concorso, per curiosità? Mah. Senza nulla togliere all’impegno dei birrifici italiani, per me questi festival (e relativi premi) lasciano sempre il tempo che trovano…

  10. ogni peto, anche inodore, scatena una polemica.
    a volte è davvero snervante leggere il web-birraio.

    rinnovo i complimenti ai boys del Ducato, cmq.

  11. Mica ho detto che le birre del Ducato non valgono niente. Né che debbano essere sminuite. Solo, per me i concorsi vanno presi con le pinze e certe volte lo dimostrano ampiamente; tutto qui.
    Cerchiamo di non leggere la polemica perché la si vuole leggere per forza in ogni osservazione che non sia un applauso. 🙂

  12. no, per carità. non mi riferivo al tuo intervento.
    era un “pensiero a voce alta”. se non polemica, c’è almeno un eccesso di puntigliosità, pignoleria e/o ipercriticità verso le notizie del mondo brassicolo che non rientrano nella nell’ortodossia degli esperti.
    detto questo, magari fosse tutto come questo blog.

    i concorsi van presi con le pinze. sicuramente.

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