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Serata Maltovivo: il mio resoconto

A una settimana di distanza dalla mia ultima visita al Blind Pig, dove ero stato per la degustazione della linea Bia del Ducato, ieri sono tornato al pub di via Gino Capponi per assistere a un altro evento birrario, stavolta riguardante il birrificio Maltovivo. Una serata tranquilla ma molto interessante, come quelle che ultimamente sta organizzando Riccardo Vargetto, stavolta coadiuvato dai ragazzi di ADB Lazio. Tra i presenti non poteva mancare il birraio Luigi Serpe, come da regola estremamente disponibile e alla mano, con il quale mi capita sempre di chiacchierare piacevolmente di birra e non solo.

Tre le birre in degustazione, accompagnate da altrettanti piatti preparati dallo staff del locale. Sebbene conoscessi molto bene due produzioni su tre, ho voluto comunque partecipare all’evento, perché mi interessava assaggiarle seguendo il racconto del birraio in persona. Luigi è una persona splendida e come tanti suoi colleghi sprizza passione da tutti i pori. Ma è anche un birraio coi fiocchi e ritengo le sue birre di grande livello, nonostante non abbiano mai raggiunto il successo che avrebbero meritato. La causa risiede in parte nei problemi societari che ha avuto l’azienda in passato e che hanno un po’ tarpato le ali al birrificio, ma ora che le difficoltà sono alle spalle, ci si può augurare un futuro più fulgido che mai. Inoltre – e qui chiudo con questa lunga ma doverosa introduzione – Maltovivo è stato uno dei primi birrifici del sud Italia ed è ancora uno di quelli che sforna le migliori birre del Meridione.

Si spilla la Noscia...

Gli assaggi veri e propri sono iniziati con la Noscia, una India Pale Ale che utilizza luppoli statunitensi, ma che non può essere definita di ispirazione puramente americana. A detta dello stesso birraio, infatti, le influenze arrivano tanto dal Nuovo Mondo quanto dall’Europa. Per chi è abituato a berla in bottiglia, in questa versione alla spina sono apparse alcune sfumature distintive: una maggiore morbidezza al palato e toni resinosi più accentuati, soprattutto al naso. E’ una birra che personalmente amo molto, tanto che considero Luigi uno dei migliori interpreti italiani delle India Pale Ale. La birra è stata abbinata a dei paccheri alla crema di radicchio e guanciale di cinta senese.

Pandora e Carbonade

La Pandora – seconda produzione in degustazione – era quella delle tre che non avevo mai provato. E’ una Belgian Strong Ale chiara, estremamente aderente alla tipologia di appartenenza. Il lievito è grande protagonista, capace di regalare un ampio ventaglio di profumi e aromi di stampo prettamente belga. E’ stata paragonata a una grande Tripel come la Westmalle… non azzarderei un confronto di tale livello (anche perché quest’ultima è più rotonda rispetto alla Pandora), ma siamo comunque al cospetto di una buona birra, che non rincorre effetti speciali ma si “accontenta” di imitare alcuni grandi prodotti dell’arte brassicola belga. A una birra simile non poteva non essere abbinato un piatto tipico del Belgio: la carbonade.

Black Lizard Chocolate e Birramisù

Infine abbiamo chiuso con la Black Lizard, una Porter che è uno dei prodotti di punta del birrificio. In questa versione spillata con classica pompa inglese era diversa dal solito, come suggerito dal “Chocolate” aggiunto nel nome. A differenza di quello che si potrebbe pensare, non è brassata con l’aggiunta di cioccolato. Il termine, piuttosto, si riferisce all’omonimo malto utilizzato nella ricetta, che per questa versione Luigi acquista direttamente da una malteria artigianale anglosassone. Si tratta dunque di un ingrediente di grandissimo pregio, che va a caratterizzare la birra aggiungendo delle note di caffè e cacao amaro più intense rispetto al solito. Purtroppo la birra ha patito il viaggio e non è arrivata in condizioni perfette, con i lieviti un po’ troppo presenti, soprattutto al palato. Ciononostante era evidente che eravamo al cospetto di un prodotto ottimo, come le preferenze di molti dei presenti hanno confermato. Inevitabile l’abbinamento con il Birramisù (tiramisù alla birra).

In conclusione una serata davvero piacevole, in un ambiente intimo e amichevole come quello che ormai può vantare il Blind Pig. Complimenti a Riccardo e a tutto lo staff del locale, nonché ai ragazzi di ADB Lazio, ormai sempre in pole position per diffondere la cultura birraria a Roma. E in ultimo un grande in bocca al lupo a Luigi Serpe, se lo merita davvero.

P.S. Durante la serata Riccardo ha invitato tutti i presenti a brindare (con la Pandora) a un felice avvenimento che ha coinvolto uno dei publican più importanti della scena capitolina e nazionale. Ieri infatti Manuele Colonna è diventato papà! Congratulazioni a lui e a mamma Antonella e un grande benvenuto a Viola Sofia Colonna!

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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7 Commenti

  1. Purtroppo sono dovuto andare a Napoli ieri. Finalmente è uscita la Pandora, ora mi aspetto “Pianto Antico” ( è questo il nome ?) al melograno, se tutti gli esperimenti di luigi si concretizzano in birre imbottigliate per essere vendute…presto supererà Bruno e Leonardo…..( è un augurio ad un birraio molto bravo)

  2. Credo che uno dei problemi di Maltovivo, almeno qui in Campania da dove scrivo, sia la distribuzione. Se voglio acquistare un’ottima Noscia o me la devo andare a prendere al birrificio (quale? Ponte, Capriglia o Castel San Giorgio “Aeffe” ) o me la devo comprare al Nord Italia (assurdo).
    Complimenti comunque per l’elevata qualità della birra, un pò meno per i prezzi praticati al dettaglio (come al solito).

  3. @i am hoppy Ponte è la sede. Che c’entra Aeffe ? Per i prezzi è selezione baladin che ricarica. Malto Vivo vende a prezzi contenuti.

  4. Grazie per i “ragazzi ADB”, Andrea…(certo non si riferiva a me!!). Se hai fatto caso cerchiamo di portare in questi eventi non solo esperti, ma principalmente neofiti. Credo che la cultura birraria vada indirizzata verso chi la birra la conosce poco. Ma ancora per poco…. (passami il gioco di parole…).

  5. @Francesco
    E’ lo spirito che conta 😉
    In queste serate mi fa piacere vedere facce conosciute, con cui magari scambiare due chiacchiere, ma mi fa ancora più piacere vedere facce nuove, di chi magari si sta avvicinando solo ora. Le potenzialità sono ancora infinite…

  6. Francesco Donato

    Grande report Andrea! Hai fatto crescere ancora di più la voglia di conoscere Luigi di persona (sarà ospite nostro il 13 gennaio)

  7. @Francesco
    grazie! 🙂

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