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I vincitori del Great American Beer Festival 2011

Come saprete nello scorso fine settimana si è tenuto a Denver il Great American Beer Festival, di cui Claudio Cerullo di Amiata ci ha regalato uno spettacolare resoconto in due puntate. Uno dei momenti più attesi della manifestazione è senza dubbio l’annuncio dei vincitori del relativo concorso, considerato assai prestigioso. Anche quest’anno i numeri a corredo sono stati impressionanti: 3.930 birre iscritte da 526 birrifici, 248 medaglie assegnate in base alle scelte di 167 giudici da nove diverse nazioni, 83 categorie a rappresentanza di 134 stili birrari. Il risultato? Un contest davvero immenso, di cui ora possiamo scoprire i risultati più interessanti.

Partiamo dai premi assegnati come di consueto ai birrifici, divisi in base alla tipologia (semplici produttori o brewpub) e alla dimensione. Microbirrificio dell’anno è stato eletto il Chuckanut di Bellingham (Washington), birrificio di medie dimensioni la rinomata Firestone Walker, grande birrificio la Pabst Brewing Company. Tra i brewpub hanno invece dominato ancora una volta le creature del progetto Pizza Port, vincitore nelle piccole e grandi dimensioni rispettivamente con la filiale di Ocean Beach e di Carlsbad; nella categoria “brewpub group” ha invece trionfato TAPS Fish House & Brewery.

L’elenco dei podi nella varie categorie è ovviamente sconfinato, quindi per i dettagli vi consiglio di consultare il relativo pdf. I nomi più noti tra le medaglie d’oro sono quelli di Rogue (Hazelnut Brown Nectar, Smoke Ale), Smuttynose (Wheat Wine Ale), Hoppin’ Frog (BORIS The Crusher), Flying Dog (Horn Dog), Cigar City (Minaret ESB), The Bruery (Papier). La già citata Firestone Walker ha ottenuto primi posti con Velvet Merkin, Pale 31 e DBA, mentre le varie Pizza Port hanno trionfato con 547 Haight, Skidmark Brown Ale, Good Grief Brown, Great American Brown, Jules Winnfield.

Il birrificio con il maggior numero di medaglie d’oro (4) è stato Sun King di Indianapolis, che curiosamente però non compare tra i vincitori assoluti che abbiamo snocciolato all’inizio. La categoria con più birre iscritte è stata – neanche a dirlo – quella delle American-Style India Pale Ale, tra le quali ha vinto la Elevated IPA di La Cumbre di Albuquerque, davanti a Deviant Dale’s di Oskar Blues (che produce solo in lattina) e Head Hunter IPA di Fat Head’s.

Le statistiche riportate sul sito della Brewers Association sono molto interessanti: 18 sono state le medaglie vinte da birrifici debuttanti (7 ori), l’Indiana lo stato con il più alto tasso di vittorie su numero di birre iscritte, quattro le nuove categorie inserite in concorso (Fruit Wheat Beer, Chocolate Beer, American-Style Brett Ale e International-Style Pale Ale).

In conclusione quindi il concorso del GABF è stato come sempre impressionante per numero di partecipanti. Non vorrei sbagliarmi, ma rispetto alle scorse edizioni mi sembra che i nomi più conosciuti dalle nostre parti abbiano clamorosamente toppato: bisogna ad esempio registrare pessimi risultati per Anchor (nessuna medaglia), Sierra Nevada (un solo argento), Stone (nessuna medaglia), Dogfish Head (nessuna medaglia), Lost Abbey (solo un argento), Southern Tier (nessuna medaglia). Di quelli completamente assenti dai podi è da verificare l’effettiva presenza – non so se esiste un elenco completo – ma credo che si siano regolarmente iscritti visto il prestigio del concorso.

Per quanto vi riguarda cosa ne pensate di questi risultati?

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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17 Commenti

  1. e’ un po’triste vedere nessun birrificio italiano che abbia vinto una medaglia! va be’ dai.. sara’ x per la prossima volta! comunque sempre birra italiana! ciaooooooo

  2. HO TOPPATO….CIAOOOOO

  3. Mi pare che Dogfish Head abbia vinto 2 medaglie…
    E comunque un concorso senza medaglie a Russian River andrebbe annullato;-)

  4. Category: 9 Specialty Beer – 24 Entrie
    Silver: Chateau Jiahu, Dogfish Head Craft Brewery, Milton, DE

    Category: 11 Specialty Honey Beer – 32 Entries
    Bronze: Midas Touch, Dogfish Head Craft Brewery, Milton, DE

    Devi cercare “Dogfi sh” nel PDF, si vede che c’è una magagna nell’esportazione….

  5. ..Io l’avevo detto che non mi piacevano tanto le Anchor!

  6. in realtà anche i vincitori sono piuttosto conosciuti da queste parti.
    Il discorso è che non sempre vincono gli stessi o le stesse birre (capitan ovvio :D)

    Seguendo quanto detto sopra penso che i premi siano sempre frutto del momento o delle circostanze piuttosto che derivanti da valori assoluti indiscutibili.

    • Più che conosciuti intendevo reperibili, sì lo so ho scritto altro 😛

      • almeno 4 delle medaglie d’oro citate sono reperibili con poca fatica però (parlo di Roma)
        Lo dico giusto per felicitarci dell’ottimo livello di import raggiunto.

          • Rogue Hazelnut Brown Nectar
            Smuttynose Wheat Wine Ale
            Hoppin’ Frog BORIS The Crusher
            Flying Dog Horn Dog

            Mi auguro che presto possa arrivare nel nostro paese la Firestone visto che altrove in europa è distribuita. Ho avuto modo di assaggiare Parabola, 14th ed altro: il livello è straordinario.

          • Ah sì sì quelli lo so che sono reperibili, infatti li ho citati… intendevo tutti gli altri vincitori a parte i “soliti” nomi

          • ah, ok.
            Leggendo la lista ho notato altri due “ori” oltre i precedenti citati:
            Raspberry Tart di New Glarus, straordinaria. c’è poco da aggiungere;
            pale ale 31 proprio di firestone, bell’esempio di pale ale, in stile e particolare allo stesso tempo. ma non da oro IMO.

          • Mi mancano entrambe. Firestone comunque è ottimo, quoto in pieno.

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