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Giudice a Birra dell’anno: il mio resoconto

Dopo aver commentato i risultati di Birra dell’anno e dopo aver raccontato i miei assaggi a Selezione Birra, concludo questa ampia parentesi dedicata a Rimini con un post leggermente più intimistico, incentrato sulla mia partecipazione al concorso indetto da Unionbirrai. Come ormai saprete se leggete queste pagine, quest’anno ho avuto l’onore di essere chiamato in qualità di giudice, unendomi agli altri 31 “colleghi” che hanno valutato le quasi 450 birre iscritte al contest. Un’esperienza per me nuova a questi livelli, che si è rivelata davvero entusiasmante e di grande valore formativo, oltre che umano. Se volete sapere cosa significa essere giudici in un concorso di birra, continuate a leggere…

Partiamo sfatando alcuni miti. Quando ho raccontato a conoscenti e amici il motivo per cui sarei andato a Rimini, tutti mi hanno guardato con un’espressione mista di stupore e invidia. Soprattutto invidia: poter bere decine di birre con la “scusa” di valutarle è uno dei pensieri più evocativi nell’immaginario collettivo dell’Occidente moderno 🙂 . In realtà è un’attività molto impegnativa, dispendiosa sì a livello fisico ma, paradossalmente, ancor più a livello mentale. Per carità, è divertente e di forte impatto didattico, ma anche molto faticosa. Non è stata una vacanza di piacere, almeno per quanto riguarda il duro lavoro degli assaggi.

Parlavo dell’impegno mentale. Considerate che in due giorni ho assaggiato e valutato qualcosa come 100-110 birre, divise in otto categorie diverse. Il problema non è tanto il bere in sé, quanto farlo ragionando bene su ciò che stiamo assaggiando. In altre parole è richiesta una grande concentrazione per diverse ore, considerando che le valutazioni hanno praticamente monopolizzato le nostre mattine e i nostri pomeriggi.

Altro aspetto interessante è che l’elemento che mi ha più affaticato durante gli assaggi non è stato il grado alcolico delle categorie. Mi spiego meglio: l’ultimo pomeriggio al nostro tavolo sono capitate in successione le birre maturate in legno e poi i Barley Wine. I secondi sono noti per l’alto contenuto alcolico, ma anche le prime nella fattispecie si attestavano su livelli parecchio elevati (una media intorno al 10% alc.). Pensavo di uscirne devastato, invece mi sono alzato dal tavolo in perfetta forma. Il giorno precedente invece avevo accusato molto di più le birre affumicate, nonostante la loro media alcolica fosse decisamente più contenuta. Insomma, esistono tipologie più impegnative indipendentemente dal grado alcolico: nel caso delle Rauch ad esempio è richiesta una grande concentrazione, anche perché il loro carattere affumicato è una costante così evidente che bisogna impegnarsi parecchio per valutarne tutti gli aspetti organolettici.

Fin qui ho parlato del rapporto personale con la birra, ma ovviamente c’è anche un rapporto con gli altri giudici al tavolo. E questa è sicuramente una delle parti più interessanti di tutta l’esperienza. Innanzitutto è assai formativo confrontare i propri giudizi con quelli dei propri compagni, scoprendo con enorme soddisfazione che magari non si è così lontani dal giudizio di persone che ritieni punti di riferimento nel settore.

Inoltre è curioso analizzare le differenze nelle valutazioni tra i giudici italiani e quelli stranieri (tutti di grande esperienza): mi aspettavo una maggiore distanza tra diverse “filosofie valutative”, in realtà ho notato un certo allineamento nell’approccio all’assaggio, fatte salve alcune inevitabili eccezioni. Difficilmente ci siamo trovati in contrasto netto e, quando è successo, tutti hanno espresso la loro opinione. Inutile sottolineare che quei momenti di confronto sono stati i più formativi di tutta l’esperienza.

Rileggendo l’articolo mi sono accorto di non aver accennato alla qualità degli assaggi, che forse è uno degli aspetti più interessanti per chi legge. La mia opinione (ampiamente condivisa) è che la media non fosse alta, con poche eccellenza, molte birre “normali” e alcune cose improponibili. Nella puntata di Birradio pubblicata ieri, il presidente di giuria Flavio Boero parla di una crescita del livello delle birre e dell’ottimo debutto di alcuni birrifici di nuova apertura. Una tendenza già emersa lo scorso anno e che dunque dimostra una crescita generale dell’ambiente.

A livello organizzativo credo che quest’anno Unionbirrai abbia rasentato la perfezione. Non ho esperienza in tal senso e dunque mi mancano punti di riferimento, però mi sono sentito perfettamente a mio agio e non mi è mancato niente durante le sessioni di assaggi. Ho parlato con i giudici stranieri più abituati ai concorsi internazionali e tutti sono rimasti enormemente soddisfatti dalla macchina organizzativa. Un plauso dunque all’associazione per l’ottima pianificazione e riuscita del concorso.

Sono stati due giorni di assaggi fantastici che difficilmente scorderò, così come mi sarà arduo dimenticare i momenti extra-concorso: le cene tutti insieme, le serate all’immancabile La Cantinetta (se passate da Rimini fateci un salto), le piacevolissime chiacchierate. Un ringraziamento particolare a Sergio, che ha avuto la sfortuna di capitare in stanza di albergo col sottoscritto 🙂 .

Splendida esperienza, non c’è che dire. Ringrazio quindi Unionbirrai per l’opportunità concessami, per la quale mi ritengo estremamente fortunato. Complimenti a loro e grazie ancora a Simone Monetti, Andrea Sclausero, Marco Giannasso e tutte le altre persone che hanno lavorato all’edizione 2012 di Birra dell’anno. Un saluto infine a tutti i giudici con cui ho condiviso tre bellissimi giorni in quel di Rimini.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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53 Commenti

  1. “mi aspettavo una maggiore distanza tra diverse “filosofie valutative”, in realtà ho notato un certo allineamento nell’approccio all’assaggio”

    l’approccio danese classico è “più scortica papille, più è buona” e infatti valutano come buone certe cagate immonde. un inglese credo abbia una sensibilità diversa, e così anche un sommelier italiano.

    • Scusa, quali giudici danesi hai conosciuto che hanno quell’approccio?

      • mah, io leggevo di “filosofie valutative” e disquisivo di “approccio danese classico”, non ho parlato di giudici. Ma poi chi sono questi giudici di birra? Tu nella vita fai il giudice? Magari qualche volta – saltuariamente – ti chiamano per farlo. Ci sono centinaia di raters danesi con millemila birre assaggiate, abbastanza per formarsi una opinione sui loro gusti.

        • Se confondi il concetto di giudice internazionale (e io non lo sono) con quello di rater, mi sa che del mondo della birra non hai capito molto…

          • Io parlavo dei differenti approcci e non è necessario essere esperti di birra per capire che da paese a paese i gusti e le aspettative cambiano. Ed è altrettanto ovvio che i raters riflettano bene queste differenze che tu chiami “filosofie valutative”.

          • Ma di raters hai parlato tu, non io. Visto che il rater può essere chiunque e anche quello con 10.000 rate può non essersi mai confrontato con altri appassionati, credo ci sia una differenza sostanziale tra un rater e un giudice internazionale. Il secondo per essere tale avrà un’esperienza e una attendibilità riconosciuta da diversi esperti e capacità di giudizio diverse. Insomma qui si parla di giudici, non di raters… sono due concetti ben diversi

          • mi riferivo ai raters come mille e più rating

          • Andrea Turco

            Ah certo, giusto. Vabbè per me la discussione termina qui

    • Mya, i concorsi (non solo di birra) questo sono. Sì va da chi davvero di birra ne capisce tanto a chi sta lì per mille svariati motivi.

      Si spera sempre nella media (purtroppo).
      Discorso che per molti è una giustificazione quando si parla di eventi ufficiali, mentre se si parla di Ratebeer risulta una debole argomentazione.

      • Io non capisco questo mettere in mezzo i raters parlando di concorsi internazionali. Che cavolo c’entrano? Boh…

        • in verità il tuo primo post è quello che richiama il discorso…

          • il post precedente era riferito a Mya.

            CMQ si parla sempre di giudicare birra. E tutti le situazioni hanno pregi e difetti.

          • “l’approccio danese classico è “più scortica papille, più è buona” e infatti valutano come buone certe cagate immonde. un inglese credo abbia una sensibilità diversa, e così anche un sommelier italiano.”

            Questa frase a me pare di un qualunquismo incredibile, impressione confermata dal fatto che è basata su quanto si legge su Ratebeer. Che continuo a non capire cosa c’entri coi concorsi internazionali.

      • @INDASTRIA

        se si vuol parlare di medie, bisogna però anche capire qualcosa di statistica

        che lo stimatore dei raters della qualità di una birra (qualunque cosa sia) sia molto più accurato in termini di varianza dello stimatore non ci sono dubbi, vista l’ampiezza del campione. ma lo sai cos’è uno stimatore distorto?

        per quanto possano essere schiappe dei giudici, potranno anche esprimere uno stimatore non efficiente (che è la proprietà statistica dei migliori stimatori), ma penso che sicuramente esprimano uno stimatore consistente (anche questo è un concetto statistico). i raters, a mio parere, no

        scusa la digressione Andrea, ma se fra i milioni di lettori di Cronache c’è uno che ha fatto un paio di esami di Statistica capirà l’essenza dei panel e della scelta di un buon campione di giudici, competenti ed eterogenei. altro che la massa abnorme dei raters. son due cose assolutamente diverse

        • Bisognerebbe capire anche le (eventuali) formule di giudizio di questo concorso però.
          Quella di ratebeer più o meno è nota.

          Però la mia non voleva essere né una difesa verso Ratebeer (anzi…) né un attacco verso la giuria di questo concorso.
          Semplicemente ogni metodo ha i suoi pregi e difetti.

  2. bello. non ci crede mai nessuno che a bere tante cose cercando di tenere il filo ti si “cuoce” il cervello ben prima del palato. e invece è proprio così

  3. @Mya Dovremmo cantare al danese per scherzarlo “primo tu non compari neanche in una barzelletta” (cit). Se vogliamo fare la sfida dei luoghi comuni qua andiamo a nozze, ci sono de veri campioni. Allora vogliamo vedere il video del sommellier campione del mondo Gardini interpellato sui suoi gusti di birra? L’approccio italiano tipico penso sia la Peroni da 66 senza schiuma e rutto libero. Lascio spazio agli altri molto piu’ bravi di me.

  4. Ciao Andrea, grazie per la citazione e soprattutto per la partecipazione a Birradio! 🙂 . Per quanto riguarda le serate, quella passata con te, Paolo, Lorenzo, Alessio e Anna è stata strepitosa ( era da tempo che non ridevo tanto…e penso anche di aver perso il meglio davanti all’OPEN BAR del Marylise.. 🙁

    a presto!

  5. Sono curioso: come avviene la reciproca taratura tra giudici (se avviene?) In passato quando ancora arrivavano le schede avevo visto grande differenza di valutazione tra giudici diversi (“molto corposa”, “corpo assente” sulla stessa birra, sic!) ma probabilmente ora esiste un sistema di “allineamento”. Come funziona?

    • Nel modo più semplice: prima di cominciare il tavolo fa degli assaggi di prova per trovare una “taratura” tra i suoi componenti. Le opinioni espresse al mio tavolo erano tutte piuttosto allineate e non ho riscontrato distanze impressionanti come quelle da te indicate, segno che forse la fattispecie è stata un’eccezione più che la regola

  6. Secondo EBCU(Europea Beer Consumer Union), di cui credo Unionbirrai faccia parte, il concorso , per i numeri che hai riferito, non è nei parametri necessari a garantire un risultato affidabile.
    Qui il link

    http://www.ebcu.org/BeerCompetitionsCharter.pdf

    Il Presidente di Unionbirrai , Sclausero, invece di provocare i birrifici non partecipanti con dichiarazioni di questo tenore:

    “Continuo a convincermi che chi non si iscrive ai concorsi abbia paura di mettersi in gioco preferendo i giudizi rassicuranti degli amichetti”

    farebbe bene a garantire agli iscritti almeno un livello minimo di decenza.

    • Scusa Schigi, potresti citare secondo quali criteri del documento EBCU non sarebbe affidabile?

      • The number of beers to be judged per day should
        ideally not exceed 50.

        Judging must be independent, i.e. no beers judged by its own brewer
        or other related brewery personnel.

        After the judging, judges’ written comments must be forwarded to
        the brewery as feedback.

        The beers entered in the competition should be reasonably available,
        and preferably for minimum three consecutive months in a year.

        Open for only European beers and breweries (or national
        beers/breweries in the case of a national competition).

        • Il documento dell’EBCU traccia due tipologie di criteri: quelli essenziali e quelli accessori. Se si vuole considerare attendibile un concorso, quelli fondamentali da rispettare sono i primi; i secondi servono per aggiungere ulteriore lustro al concorso.

          Tutti i criteri che hai citato appartengono al secondo gruppo, a parte il secondo che però è ampiamente rispettato da Birra dell’anno.

          Visto che hai parlato di numeri che ho riportato, immagino ti riferissi al numero di birre bevute in 2 giorni (100-110). Si tratta di un criterio secondario e si parla di un limite “ideale”. Direi che una variazione del 10% nella peggiore delle ipotesi rientra ragionevolmente nella fattispecie prevista dal documento.

          • Il secondo che ho citato (tra quelli fondamentali) non è affatto rispettato.
            Ha partecipato come giudice il commerciale di un birrificio in concorso.
            E questa è la cosa più grave.
            Se non vogliamo considerare ex dipendenti ed ex birraio del Birrificio dell’anno, e alla presidenza un consulente.

          • Sai meglio di me che in questo mondo tutti hanno rapporti con tutti. Il primo esempio che mi viene in mente: Giovanni Campari sono diversi anni che è giudice allo European Beer Star. Lui è un birraio italiano e ha lavorato in passato con Agostino. Conflitto d’interessi? Non secondo me. E neanche secondo l’EBCU, che nel documento da te citato riporta lo European Beer Star (e il WBC) come concorso attendibile in contrasto ad altri non attendibili.

            Ognuno è libero di partecipare o meno a Birra dell’anno e le motivazioni possono essere decine diverse. Però affermare che non è attendibile è assurdo e di questo bisogna farsene una ragione.

          • Sulla presenza del commerciale… Credo che la maggiore delusione di Birra dell’anno 2012 arrivi proprio dal Birrificio del Ducato, quindi figurati… ulteriore conferma dell’imparzialità del concorso

        • beh sul primo punto piu’ o meno ci siamo… al nostro tavolo mi sembra fossero 50 o 51 il primo giorno e 54 il secondo (dovevano essere 50, ma in una categoria lo “screening” del giorno precedente ne aveva passate 4 in piu’).
          Al limite, ma senz’altro fattibile, almeno per mia esperienza.
          Mi han detto che l’anno scorso erano oltre 60 a tavolo e l’anno prima oltre 80… sicuramente eccessivo

          • Andrea , il discorso non è sul fatto se la cosa abbia avuto influenza sui risultati, e neanche è un appunto alle persone.
            Stiamo parlando se il concorso abbia rispettato dei criteri che non dovrebbero neanche essere regolamentati da una carta ma dal buonsenso.
            Anche alla luce della dichiarazione del Presidente di Unionbirrai che ha provocato i birrifici non partecipanti con questa dichiarazione unilaterale:
            “Continuo a convincermi che chi non si iscrive ai concorsi abbia paura di mettersi in gioco preferendo i giudizi rassicuranti degli amichetti”
            Se noti, a parte il solito appunto (ormai fatto per default) sul Presidente dipendente di una multinazionale birraria, non c’erano state troppe polemiche sulla composizione della giuria….ma come si dice…à la guerre comme à la guerre

          • Ma se a te da fastidio una frase del presidente ci può stare e la puoi criticare. Ma secondo me attaccare lui sostenendo la non attendibilità del concorso è sbagliato sia a livello formale che sostanziale.

          • In questo mondo ristretto della birra artigianale non e’ facile trovare persone che siano un minimo competenti a giudicare le birre, e che al tempo stesso non abbiano nessuna forma di conoscenza, (ex-)legame, amicizia (o inimicizia) verso nessuno dei birrifici. E penso anche che, nel caso specifico, i risultati del concorso non possano essere stati minimamente influenzati e sono convinto che il giudice abbia svolto perfettamente e indipendentemente il suo lavoro.
            Detto questo, pero’, e’ vero che in qualche modo bisogna tirare una linea.
            Ex-dipendenti, ex-soci, ex-birrai… e’ accettabile che ci siano, se son davvero ex-.
            Amici?… un po’ troppo soggettivo.
            Publican che servono le birre di alcuni birrifici, distributori che gestiscono diversi birrifici, qui gia’ c’e’ un rapporto commerciale, anche se indipendente. Idem per un consulente, inteso come persona potenzialmente “affittabile” da qualsiasi birrificio. Siamo in una zona grigia, ma secondo me accettabile, e anche per EBCU direi, che esclude solo “brewers and brewery personnel”.
            Dipendenti, pero’… direi che la linea andrebbe tirata qui, come anche raccomandato da EBCU.
            Non conosco pero’ la posizione lavorativa del giudice in questione…
            Comunque, anche se rientrasse in quest’ultimo caso, se e’ l’unico non direi che globalmente possa inficiare solo per questo la credibilita’ complessiva del concorso.
            Pero’, gia’ che si fa 30… meglio fare 31 😉

          • Max, Allera rappresenta commercialmente il Ducato, nelle fiere lo trovi spesso a gestire il loro stand. ovviamente non è un loro dipendente e distribuisce anche altri prodotti

            io non credo proprio sia persona che voglia giocare sporco. credo invece abbia grande piacere nell’esperienza di giudicare

            però

            le linee o si tirano o non di tirano. le linee non sono ad personam, ma sui principi. un giorno arriverà un Allera in malafede che gioca sporco e cosa gli potrai mai dire?

          • Quindi il concorso non è attendibile? Perché è di questo che stiamo parlando…

          • Io non sto parlando dell’affidabilità di questo concorso, ma delle linee guida che un concorso, per dirsi serio, dovrebbe darsi.
            Ritengo che l’affidabilità di questo concorso, come di molti altri, sia l’impreparazione della quasi totalità dei giudici a fare quel lavoro.
            Non basta essere appassionati, professionisti, blogger o venditori di birra per saper giudicare una birra.
            Si spera nel panel…ma il panel non può cavare sangue dalle rape.

          • Andrea, io riesco a distinguere fra rispetto di regole di buon senso e attendibilità. tu ce la fai? prime dovrebbero favorire la seconda

            Pierluigi Collina non ha mai sbagliato una decisione arbitrale? credo di sì. ciò lo rende inaffidabile?

            se il prossimo Roma-Juve lo arbitrasse Moggi in massima buonafede con Giraudo come guardialinee e tutto filasse alla moviola senza il minimo errore credi che la cosa passerebbe inosservata? questo li renderebbe affidabili?

            (sono esempi paradossale, prima che partiamo per la tangente)

    • Concludiamo definitivamente la questione Presidenza:
      NON sono MAI stato eletto Presidente dal Consiglio, NON sono MAI stato Presidente se non “ad interim” in quanto Vice Presidente eletto nel 2009. NON sono MAI stato il legale rappresentante di UB, posizione che spetta al Presidente da statuto.
      Sono fra l’altro dimissionario da mesi, dimissioni confermate in seno al Consiglio durante Pianeta Birra e che verranno ufficializzate nella prossima Assemblea dei soci, in programma per l’inizio di Aprile.
      Sono e voglio sentirmi libero di esprimere pubblicamente la felicità di vedere due amici premiati per i loro sforzi. Non credo fra l’altro di aver fatto chissà che.
      Su quello che i giudici internazionali e l’EBCU pensa del concorso non mi pronuncio nemmeno.

      • Potresti essere presidente “a tua insaputa”? 😉
        Perchè la notizia mi è stata data da UBT e giudici Unionbirrai.
        Comunque, presidente o no, mi pare che tu sia ancora in prima linea Unionbirrai, credo che rappresenti anche l’associazione alle riunioni internazionali di EBCU e sei stato frontman nell’organizzazione del concorso.
        Un tweet sbagliato può capitare…basta scusarsi.
        Sulle scene di giubilo e i cinque battuti per i premi degli amici..mi sono stati riferiti, non ho visto e non so come fosse l’atmosfera, pare che durante la premiazione ci fosse musica heavy metal a palla, quindi magari ci poteva stare, non so…dimmi tu…

        • Sono in prima linea, ok. Mi faccio un culo come una capanna con Simone PER VOI, per dare lustro e visibilità alle VOSTRE aziende. E invece di costruire una vetrina internazionale di lusso continuiamo con le beghe da cortiletto. Punto. L’anno prossimo sicuramente qualcuno farà meglio di noi. Oppure si lascerà morire tutto, e sarà l’ennesima cazzata di questo mondo di prime donne…
          Non credo d’aver scritto tweet sbagliati, non almeno quello a cui ti riferisci tu. Posso scrivere e pensare quello che voglio, visto che non parlo in veste ufficiale su Twitter. Non chiedo scusa a nessuno e confermo quanto detto.
          I “cinque”, le strette di mano e gli abbracci sono stati per tutti. Ho persino fatto una foto abbracciato a Teo!!! 😉
          L’atmosfera era rilassata, come dici, e se proprio mi si deve fare un appunto, fatemelo sulle facce da cretino che ho fatto in tutte le foto ufficiali al momento della consegna dei premi.

          • @scauca Scusa ma hai mai sentito parlare del concetto di “value for money”? Mi pare che partecipare al concorso costi, poco o tanto che sia, se un birrificio non ci vede ritorno in termini di qualita’ (feedback giuria) o di visibilita’ sui media perche’ deve essere ridotto al fatto che e’ un cacasotto autoreferenziale? Anziche’ capire il perche’ non partecipa e cercare di recuperarlo per le prossime edizioni, li perdi definitivamente. Non fai un gran servizio alla tua associazione anche se parli a titolo personale.

          • Facciamo così allora, ti ringrazio io per tutto quello che fai per le “nostre” aziende, e finiamola qui.

  7. Scusate la divagazione ma i 4° e 5° posti non li conosce nessuno???

    • Intendi della categoria 5 o di tutto il concorso? Nel primo caso non sono stati assegnati, nel secondo sono stati annunciati da UB ma non so se qualcuno li ha riportati

  8. Ma poi…chi da veramente valora a questi “premi”?maddai…in un mondo come questo poi..dove un secondo prima si sorride, si abbraccia e ci si fa una fotocon un “amico” e un secondo dopo se ne sparla male alle spalle scimmiottandolo pure….
    Ci puo essere un giudizio davvero scevro da amicizie,rancori et similia..tale da dare valore al premio?
    Ma quando mai…..

    • Beato te che riesci a riconoscere 450 diverse birre alla cieca…

      • Andrea, ti ho scritto una mail che riguarda proprio i dubbi e le perplessità che questo concorso ha suscitato evidentemente non solo a me, già dagli anni scorsi.
        Ti sarei grato se, con un post apposito sull’argomento che ti ho esposto, coinvolgessi anche gli altri lettori

        Grazie

        • Sì Nicola l’ho letta e ti ringrazio. Scusami se ancora non ti ho risposto ma volevo prendermi 10 minuti liberi per farlo (cosa non facile ‘sto periodo)

  9. Stefano Allera

    Pensa schigi….l altra sera ero rimasto positivamente felice della tua reazione a quella sparatoria di inutilità di chi sappiamo noi!avevi avuto una reazione logica e rispettosa…e ora scrivi queste cose?perdonami..quando facevi da giudice a birra dell’anno quante birre degustavate al giorno?…pura curiosità!farne 55 al posto di 50 non mi sembra assolutamente una missione impossibile!i giudici al word beer cup hai presente quante ne giudicano al giorno e quanti soldi sborsano i birrifici iscritti?e ricordo che il commerciale è un lavoro ben diverso!faccio l’importatore e il distributore!comunque ne parleremo di persona schigi!sai che con le tastiere del pc sono poco portato!

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