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Oro per Doppio Malto, Valscura e Collesi all’International Beer Challenge

Come ogni anno di questi tempi vengono resi noti i risultati dell’International Beer Challenge, una delle competizioni birrarie più longeve in assoluto (quella del 2012 è stata la sedicesima edizione). Iniziamo subito col dire che l’Italia ha fatto un’ottima figura, ma precisiamo anche che in questo concorso i primi responsi hanno una tendenza “inclusiva”: le medaglie assegnate in questa fase sono ben 303, divise in 178 di bronzo, 95 d’argento e 30 d’oro. Un’orgia di riconoscimenti, quindi, che subirà un ampio ridimensionamento quando saranno comunicati i vincitori assoluti di ogni categoria: la lista che ne emergerà avrà sicuramente un valore maggiore rispetto a quella attuale. In ogni modo andiamo alla scoperta delle medaglie italiane.

Dei 30 ori assegnati, i nostri birrifici ne hanno conquistati un buon 20%. Sono state premiate la Mahogany IPA di Doppio Malto, la Patriarcale di Valscura e l’Imper Ale Chiara di Collesi. I conti non tornano, penserete, e infatti a queste birre vanno aggiunte anche le industriali Moretti Doppio Malto e Theresianer Unfiltered Wit. Come altri concorsi del genere, infatti, l’IBC premia indistintamente i prodotti di microbirrifici e multinazionali del settore, in un grande calderone che ogni volta lascia perplesso più di un appassionato, me compreso.

Tornando alle medaglie, gli argenti italiani sono stati quelli di Imper Ale Nera e Imper Ale Triplo Malto (Collesi), La 5 e BK (Olmaia), Turbacci Black (Turbacci), Moretti La Rossa (Birra Moretti), Amarcord Riserva Speciale (Amarcord) e Canipa (Valscura). Tra i bronzi invece troviamo le nostre Hopfull (Turbacci), Old IPA (Doppio Malto), Imper Ale Ambrata (Collesi), Moretti Grand Cru (Birra Moretti), Ama Bruna, Ama Bionda e Ama Mora (Amarcord), La 9 (Olmaia), Theresianer Premium Pils (Theresianer) e Birra Moretti (Birra Moretti).

In generale, tra gli oltre 300 riconoscimenti troviamo birrifici di grande levatura, come Thornbridge, Orkney, Black Sheep, Harveys e altri. Il problema è che questi nomi vengono sopraffatti dai tantissimi birrifici di stampo industriale, se non da veri e propri marchi da combattimento, che affollano il panorama dei risultati in modo sconvolgente. In passato ho espresso tolleranza per quei contest che premiano anche – e sottolineo anche – qualche prodotto industriale. Ma in questa occasione la predominanza di questi ultimi sulle birre dei microbirrifici è impressionante: occorre davvero spulciare l’elenco con attenzione per trovare produzioni realmente meritevoli – se non almeno artigianali.

In ogni modo le tre medaglie d’oro di Doppio Malto, Valscura e Collesi confermano la buona predisposizione di queste aziende verso i concorsi internazionali. Gli ultimi due piazzano da anni le loro produzioni sui podi dell’International Beer Challenge, mentre Doppio Malto consolida quando di buono dimostrato fino a oggi nei contest di questo tipo: credo che dopo Ducato sia il microbirrificio italiano più premiato in assoluto.

Complimenti ai birrifici premiati con il metallo più prezioso, come sempre sarà interessante verificarne la bontà sul campo.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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30 Commenti

  1. Fanno ridere.
    Certificano nero su bianco che la Moretti Doppio Malto, a fermentazione intensa (sic!), è meglio della Olmaia La 5.
    Fossi Moreno mi preoccuperei… o mi incazzerei.
    Ma le ha iscritte lui o il suo distributore?

    • Beh oddio, credo che le birre siano state divise in categorie… voglio sperare che la Doppio Malto sia stata giudicata come European Lager o qualcosa del genere. Poi però, leggendo Mobi, noto che appare tra le Ale e allora non sono più sicuro di niente nella vita.

  2. Solo una cosa: ahahahahahahahahahahahahah.
    Punto.

  3. Ma qualcuno le ha assaggiate le birre di Collesi? A me ne hanno regalate un paio, ma se devo essere sincero le ho un po’ trascurate dandogli poco credito. A questo punto forse vale la pena assaggiarle. Una delle due mi sa che è proprio quella che ha vinto l’oro…

    • Taaac, il marketing dei concorsi internazionali colpisce ancora 😉

      • Beh, no, dai. Non mi sento proprio “colpito”. Però giusto ieri sera ero in cantina e ho visto quelle due bottiglie e mi son detto: cavolo queste due forse avrei dovuto berle prima (una è pure teoricamente scaduta…). Ma il punto è che gli sono passate davanti decine di altre bottiglie che mi interessavano di più e così sono rimaste lì a prendere polvere. Ora dopo la notizia che hai pubblicato, non è che mi è presa la smania di berle. Direi che il disinteresse è abbastanza immutato. Ma forse è comparsa una certa curiosità. Oddio magari sono davvero di buon livello e sono stato un idiota io?

        • Figurati, scherzavo. Anche a me verrebbe un minimo di curiosità, quella che ti fa dire: “visto che ci sono, perché non provarle?”. E ovviamente tali concorsi giocano su questo.

  4. Perdonate l’ignoranza ma io questi birrifici italiani vincitori di medaglie d’oro non li ho mai sentiti (o quasi).

  5. Ma insomma, alla luce dei risultati mi posso complimentare con il mio amico moreno dell’ Olmaia o no? Perchè comunque secondo me quando si prende un premio è sempre una cosa positiva, o no?

  6. No, dipende dal contesto.
    Se faccio un concorso di bellezza e mi batte Gasparri, non ho tanto da festeggiare il secondo posto…

  7. che buffonata anche questa
    i micro alla fine hanno un ritorno di marketing

    per il resto il valore di codeste medaglie è pari a zero
    almeno per quanto mi riguarda

  8. Alla luce di questi risultati, secondo me il birrificio Doppio Malto ha preso medaglia più per il nome da “industriale” che si ritrova, che per altro. 😀

  9. In mezzo al marasma comunque vorrei far notare che per il secondo anno la Turbacci Black si porta a casa l’argento, con una ricetta praticamente invariata.
    Tanto di cappello!

  10. Ma ‘sta Moretti allora è davvero buona!
    Ovunque va fa sfaceli….
    Scherzi a parte, tra le lager italiche da pizzeria pure a me la Moretti piaceva (ancor di più la baffo d’ oro) quando avevo 17/18 anni…(quasi 20 anni fa)

  11. Concordo sul opinione che questi concorsi siano spesso “influenzati” da fattori che, con la qualità vera e pura della birra, poco hanno a spartire. Mi permetto soltanto di rilevare che, a mio parere, se vogliamo restare su birre industriali italiane, la Poretti Bock 5 luppoli e la Peroni Gran Riserva doppio malto sono nettamente superiori, per struttura e gusto, alla Moretti; ma non mi pare che abbiano partecipato a questo concorso. Inoltre anche la Poretti Bock 5 luppoli rossa rappresenta un notevole esempio di birra industriale italiana all’altezza delle migliori ales inglesi. Mi piacerebbe conoscere il vostro parere al riguardo.

    • Mah se vogliamo fare un confronto tra industriali può essere anche interessante, qui ciò che stride è il calderone nel quale sono state inserite anche le artigianali.
      Sulla parte conclusiva non ho capito come fai a paragonare una Lager a delle Ale. Poi, come già detto da altri, ok a ricercare il meno peggio tra i prodotti delle multinazionali, ma non facciamo l’errore di paragonarle alla birra artigianale, che è tutt’altra cosa.

      • Sono d’accordo con te sulle differenze enormi tra birre industriali ed artigianali. Non volevo confondere certo una lager con una ale (almeno il colore, lo distinguo…); portavo soltanto un esempio di un’altra tipologia di birra industriale e soprattutto italiana che non sfigurerebbe all’estero. In generale penso che bisogna evitare di essere massimalisti (artigianale per forza buono, industriale no e viceversa); di birre buone ce ne sono tante, di tutti i tipi di produttore, senza dimenticare che, in fin dei conti, è buono ciò che piace.

        • La soggettività del concetto di buono è, perdonami, una delle più grandi cavolate della storia.
          Se una birra è realizzata con surrogati economici del malto d’orzo, con additivi chimici, conservanti e processi produttivi svilenti, non può essere definita buona. Magari può piacere – conosco un sacco di gente che ha il gusto di un troglodita – ma non può passare il concetto che è buona. Non ne esistono i presupposti, spero sia chiaro.

          Comunque nella differenza tra Lager ed Ale il colore non c’entra niente… non so cosa volessi intendere

          • Voglio raccontarti una storiella e poi chiudo. Da qualche anno abbondano sia su carta stampata, sia sul web, presunti “intenditori” di vino che pontificano su tutto e su tutti scadendo il più delle volte nel ridicolo. Ricordo che mi è capitato di leggere che un vino aveva un retrogusto di “straccio bagnato” (sic!). Mi domando e dico: come fai a dare un giudizio del genere? Hai mai messo in bocca uno straccio bagnato?
            Cosa voglio dire? Cerchiamo di restare con i piedi per terra tutti, dal semplice utente finale, al produttore, al critico enogastronomico. Ingredienti strani? L’altra sera trasmettevano su Sky un documentario sulla produzione della Guinness. Ad un certo punto le porte si sono letteralmente chiuse nel momento in cui mostravano la fase in cui veniva aggiunto… l’ingrediente segreto. Tu sai di cosa si tratta? Io no e sinceramente non mi interessa, mi bevo la Guinness perchè mi piace ed basta. Ti porto un altro esempio: l’altra sera, alla festa del PD del mio paese c’era in vendita una birra artigianale al costo di € 8 per una bottiglia da 75 cl. Il barista mi ha detto che non avevano venduta ancora una bottiglia! Magari è ottima (superlativo assoluto di buona), ma se non la vendi…? E se compro quella birra, la assaggio, e mi fa schifo? La devo salvare solo perchè è artigianale? Ma chi se ne importa! Intanto mi hanno fregato 8 €! E comunque, nel dubbio… mi tengo i soldi.
            Mi ha fatto piacere avere con te questo scambio di vedute; spero possiamo ritrovarci sul web.

          • Piacere mio. Non capisco però perché se, come sostieni, il buono è soggettivo, se poi una birra non ti piace devi affermare che “ti hanno fregato”. Non sarà semplicemente che a te non non è piaciuta?

          • Filippo, scusa se mi permetto, ma per sapere il gusto di uno straccio bagnato non è necessario assaggiarlo davvero

    • una lotta tra titani
      una bassa industriale non ha nulla a che spartire con le migliori real ale

    • abbi pazienza, che parere vuoi mai ricevere se paragoni una Bock ad una Ale inglese…

      detto questo, il fatto di non acquistare birra industriale per il consumo quotidiano da più di 10 anni mi fa sperare che il confine con l’alcolismo sia ben lontano. che oggi poi non ci vuol manco ‘sto impegno per portarsi a casa una Dupont al s-lunga. e se i soldi scarseggia, vai di Guizza

  12. Mi sembra che l’Italia esprima parecchie birre “mondiali” nella categoria IPA, categoria però che non ha avuto un “primo posto assegnato” nei concorsi italiani… Il “segnale dato ai birrai” a Rimini è stato recepito? Le ricette sconvolte, i tank ristrutturati, le piantagioni di luppolo arate e ripiantate… o si tratta di due metri e due misure?

  13. Per Andrea: perchè ci avrei smenato 8 €! Ti sembrano pochi? A me no, se non ne sono valsi la pena.
    Per de:La: ho volutamente estremizzato…! Se tu, generico, non tu proprio, cominci ad esagerare nella valutazione, chi ti legge e/o ti ascolta si può spaventare e si dice: “Devo essere proprio deficiente se non riesco a sentire quel tale sapore!”. E cosa hai ottenuto? Che quella persona, che forse ha gusti da troglodita ma vorrebbe migliorare e migliorarsi, ti manda a quel paese, e torna a bere la birra primo prezzo del supermercato. Ragazzi ci sarebbe tanto da dire a mio parere su questi argomenti perchè alla fine sulla serietà e sulla responsabilità si gioca tutto. Buonanotte a tutti. Ci risentiamo.

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