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Le mie considerazioni su Birra dell’anno 2013

birra_anno_2013Per molti frequentatori dell’ambiente birrario quello appena passato è stato un fine settimana dedicato a Selezione Birra. Uno degli appuntamenti più attesi durante la kermesse riminese è stata la cerimonia di premiazione di Birra dell’anno, che ha svelato i vincitori del concorso indetto e organizzato da Unionbirrai. Come consueto ho pubblicato i risultati subito dopo la proclamazione degli stessi, quindi oggi posso finalmente lanciarmi in qualche commento al riguardo, aggiungendo le mie opinioni a quelle di chi si è espresso nelle ultime ore. Rispetto all’anno scorso la mia analisi sarà da completo “esterno” al concorso, poiché, come raccontato venerdì scorso, non ho potuto far parte della giuria per motivi lavorativi. Ma bando alle ciance e passiamo a esaminare i risultati, visto che di cose da dire ce ne sono parecchie…

Come già fatto notare da più parti, la parola chiave dell’edizione 2013 di Birra dell’anno è “sorpresa”. Non si possono definire altrimenti alcuni exploit di birrifici pressoché sconosciuti anche al sottoscritto – non per meriti particolari, ma solo perché con il blog seguo costantemente le nuove aperture. È il caso ad esempio di Gambolò (oro con la Nowhere tra le Double IPA) e di Rolio Beer (oro con la Easy Girl tra le Belgian Strong Ale e argento con Bianca Castion tra le Blanche). In entrambi i casi si tratta di produttori molti giovani, attivi solo dallo scorso anno, che evidentemente sono partiti col piede giusto. Ha già qualche anno sulle spalle invece il BAV, nome che a qualcuno è suonato nuovo e che è riuscito nell’impresa di portare a casa due ori (Pilsner e Bitter), peraltro in altrettante categorie non affatto semplici.

In tutti questi casi i risultati sono stati una vera sorpresa, ma lo stesso si può dire anche per  altri ori: la Badaben di Desmond tra le Kolsch e la Streif di Trami tra i Barley Wine (davanti a due mostri sacri come Xyauyù e Ultima Luna). Credo che in pochi poi avrebbero pronosticato l’abbuffata di medaglie di Statalenove, in grado di portare a casa la bellezza di 1 oro, 2 argenti e 2 bronzi. Grande performance quindi per il birrificio emiliano, che tuttavia non è riuscito nell’impresa di essere eletto Birrificio dell’anno. Il premio è andato invece allo storico Baladin, secondo il meccanismo di punteggi per i 4 migliori piazzamenti previsto dal regolamento: posso immaginare la soddisfazione di Teo Musso, che è riuscito ad aggiudicarsi nuovamente il riconoscimento dopo la vittoria del 2008.

Dopo le sorprese (Baladin a parte) parliamo delle conferme. A tal proposito citerei la Charlotte di BiRen tra le Weizen, la Scubi del Birrone tra le Dunkel/Schwarz/Alt, la 2 di Picche di Menaresta tra le CDA (unica medaglia di categoria, ci tornerò dopo), la Milkyman di Endorama tra le Stout, la Ghisa di Lambrate tra le affumicate, la Negramara Extra di Birranova tra le Strong Ale, la Lune e la Terre (rispettivamente oro e argento) di Baladin tra le affinate in legno, La Luna Rossa del Ducato tra le acide. Come possiamo vedere i risultati non hanno riservato solo sorprese, anzi nella maggioranza dei casi molte aspettative sono state confermate. E questo solo per restare agli ori, perché il discorso si potrebbe estendere alle posizioni successive (cito ad esempio l’argento della Slurp! di Soralama tra le Pils).

Chiaramente le sorprese, soprattutto se associate alle medaglie d’oro, appaiono di gran lunga più clamorose. Solitamente accolgo certi risultati con curiosità più che con perplessità, visto che il concorso è studiato per mettere tutte le birre nelle stesse condizioni. La perplessità semmai può subentrare quando si confrontano tali sorprese con assaggi diretti, ma è un problema che esiste da quando esiste Birra dell’anno. Le cause e le spiegazioni sono diverse e ognuno cavalca quelle che ritiene più corrette (differenza tra fusto e bottiglia, condizioni ambientali diverse, cura maggiore per birre destinate al concorso), personalmente credo che sia una variabile che fa parte del gioco: alla fine il tempo è sempre la migliore cartina di tornasole, indipendentemente dalle medaglie ottenute o mancate.

A proposito di medaglie, c’è da notare che delle 72 previste in partenza 6 non sono state assegnate (al netto dei parimerito). Non c’è stata una decisione clamorosa come nel 2012, quando la categoria delle IPA rimase senza oro, ma anche stavolta qualche scelta appare indicativa. In particolare sul podio delle Cascadian Dark Ale (o Black IPA) è salita solo la 2 di Picche, che si è aggiudicata l’oro per distacco (argento e bronzo non sono state assegnate). La scelta in parte è dipesa dal numero non impressionante di produzioni rientranti nella tipologia, ma soprattutto dall’errato piazzamento delle birre in quella categoria. In altre parole tra le CDA c’erano diverse birre fuori stile, che in molti casi avrebbero dovuto partecipare come Stout. Probabilmente i birrai italiani devono ancora capire quali sono le caratteristiche salienti di uno degli stili birrari più giovani in assoluto.

Sulla distribuzione geografica dei premi è già stato detto molto, anche perché appare evidente il netto squilibrio tra Nord Italia e Centro-Sud. Se è vero che tale disomogeneità è inevitabile per cause storiche, culturali ed economiche, è innegabile che anche in questa occasione si è espressa con tale forza da lasciare perplessi circa i reali passi avanti del Mezzogiorno birrario.

Tirando le somme, che affresco dell’Italia brassicola ci regala Birra dell’anno 2013? Sicuramente un affresco parziale, poiché alcuni birrifici, tra l’altro molto importanti, hanno preferito non partecipare continuando in un triste embargo che ha un po’ stufato. Come di consueto i nomi delle 104 aziende partecipanti saranno rese note nei prossimi giorni da Unionbirrai, così che ognuno potrà trarne le giuste conclusioni. Decisioni personali a parte, i risultati di quest’anno per me vanno letti senza troppi entusiasmi: il livello medio è forse salito, ma le punte di eccellenza continuano a essere poche (altrimenti non si spiegherebbero le tante medaglie non assegnate); il Centro-Sud deve ancora lavorare tanto per raggiungere il Nord; i birrifici più consolidati si stanno specializzando in birre particolari, lasciando ai nuovi l’onere (direi onore) di emergere tra le tipologie “quotidiane”.

Poi chiaramente tutto va verificato sul campo, con i tanti assaggi in cui ci impegneremo da qui al prossimo anno. E ora spazio alle vostre considerazioni…

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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85 Commenti

  1. Non credo sia un caso, come accennato, che i micro storici abbiano virato su birre più ricercate. La vedrei come un’evoluzione dettata dai più maturi ma anche come una naturale conseguenza di un percorso diverso dai tantissimi birrifici matricola.

    In più vorrei conferme o smentite sulla questione podi.
    C’è uno scaglione di votazione ottenuta che incastra le birre su un gradino piuttosto che sull’altro, vero? Non me lo spiegherei altrimenti.
    Fatto sta che la lezioncina impartita per le IPA l’anno scorso è toccata alle Dark Cascadian Ale quest’anno. In realtà, però, il nome della categoria lascia ampio spazio anche a porter e stout all’americana, per cui non saprei se concordare o meno sul risultato.

    • Quella sulle CDA è l’unica affermazione che ho scritto senza “secondo me”, per il semplice fatto che parlando con Flavio Boero (presidente di giuria) è emerso proprio quel problema. I giudici evidentemente si sono espressi di conseguenza.

      Sulla prima parte il fenomeno che hai sollevato è corretto e forse necessita di un’ulteriore approfondimento.

      • Ah, ecco…ancora più attendibile se confermato da Boero. Grazie

        A proposito di CDA, credo sia lo stile che ho più difficoltà a capire e a valutare. Anche tra gli assaggi in fiera ho avuto difficoltà.
        Se davvero le CDA italiane non sono degne, allora per lo meno mi sento in buona compagnia.

  2. Giancarlo Raccagni

    Innanzitutto mi sento di dire che la tua analisi (as usual) mi apre lucida e ben ponderata.

    In seconda istanza faccio notare che chi stava dietro al bancone del BAV ha ribadito in più occasioni (non credo di correre il rischio di essere smentito) di essere aperto appena da sei mesi!!

    Inoltre mi piacerebbe conoscere, oltre la nome dei birrifici iscritti, anche quello delle birre ma credo non sia ne previsto ne prevedibile. Dico ciò in conseguenza del fatto che, a titolo di esempio, la Green Petrol di Brewfist, se presentata in concorso e anche solo simile a quella servita al loro stand, pro0babilmente un argento nella categoria delle black ipa se lo sarebbe portato a casa.

    Il pensiero più indelebile che mi porto a casa da Rimini quest’anno è che Birra dell’Anno sia un concorso di livello che presenta ancora margini di miglioramento ma che deve essere letto come un’istantanea del settore brassicolo italiano i cui risultati non rispecchiano l’andamento fisiologicamente sinusoidale delle produzioni dei birrifici artigianali italiani.

    • Grazie per il “lucida e ponderata” 🙂
      Presumibile che al BAV ci fosse qualcuno poco aggiornato sulla situazione – mettiamola così.
      Confermo che l’anno di apertura è 2010, come anche riportato da Microbirrifici.org

      • Anche a me è stato detto che il BAV è stato detto aperto da sei mesi, proprio da quelli che mi sono stati presentati come birrai (due giovani), che prima del grande passo facevano gli homebrewer. Qualcosa non torna.

        • Il signore con cui ho pralato domenica, mi ha detto che sono subentrati alla precedente gestione del birrificio da circa 1 anno. Tant’è che al momento sono presenti 2 linee: la furia, nata prima del loro ingresso e le “venexiane” nata invece dalle mani dei nuovi birrai, di cui fanno parte le due birre premiate…

          • Sì ho avuto conferme in tal senso: il birrificio è aperto dal 2010, ma da qualche tempo la gestione è cambiato. Arcano risolto.

      • l’omonimia mi ha colpito,anche se non ci siamo mai incontrati ne’ conosciuti, ad ogni buon conto confermo le tue parole, il B.A.V. è nato nel 2010, ma la compagine sociale e con essa la struttura interna è cambiata a partire da giugno dell’anno scorso. a confusione può essere nata proprio da questo fatto. qualcuno al banco ha parlato riferendosi alla nuova gestione, senza tener conto della data di fondazione.
        il responsabile commerciale B.A.V.
        Attilio Turco

  3. Ciao Andrea,

    anch’io sabato ho seguito con grande curiosità e attesa le premiazioni.
    Era per me la prima “diretta” e ho respirato l’atmosfera di trepidazione, ma soprattutto di entusiasmo, complicità e pacche sulle spalle dei birrai presenti ai vincitori.
    Qualche birrificio era per me totalmente nuovo, altri mi hanno lasciato perplessa (ho infatti assaggiato alcune birre vincitrici allo stand presente in fiera e, come dici tu, ho trovato qualche sorpresa) e altri ancora sono state delle conferme.

    La cosa però che mi ha fatto più riflettere è stata la reazione del pubblico presente all’annuncio del Birrificio dell’Anno. Nulla da togliere a Baladin: da tempo non compero e non amo le sue birre “per il grande pubblico”, ma dal punto di vista commerciale comprendo la sua decisione di puntare dal punto di vista qualitativo sulle birre “da cantina”. Da una parte conosco come tecnicamente è stato assegnato il premio, dall’altra ho respirato l’atmosfera di delusione dei presenti, resa evidente dal fiacco applauso e da qualche cenno di disapprovazione.

    Detto questo, sono rimasta basita quando ho letto che la giuria disponeva di soli bicchieri di plastica, poco prodotto e soprattutto poco tempo!

    Attendo con curiosità la lista dei birrifici partecipanti e sarebbe interessante anche sapere quante birre per categoria erano iscritte.

    • Io sono arrivato in fiera durante la premiazione, ma non vi ho assistito per bere in tranquillità le birre che sapevo aver vinto 😛 (mi era arrivato il comunicato stampa, ringrazio Unionbirrai). Spero che la fredda accoglienza per Teo sia dipesa dal fatto che in pochi sapevano come viene assegnato il premio Birrificio dell’anno. Diversamente mi dispiacerebbe, perché che possa risultare simpatico o meno, Teo è uno che da sempre partecipa al concorso, mettendosi in gioco ogni anno ed emozionandosi in ogni occasione. Cosa che non si può dire per tanti suoi colleghi.

    • Verissimo, la delusione era palpabile, è volato anche qualche timido “buu”. L’applauso era più per la fine della lunga premiazione che per il vincitore.
      Nel clima di sorpresa e nascita di un movimento di piccoli birrifici già grandi in termini di consensi, è stato un ritorno al passato.

      • Vero, c’ero anch’io e non nego di aver provato un pochino di delusione. Ma poi ho anche pensato che, in certi momenti, quando vince Baladin è come se fosse una vittoria scontata. Come quando vincono un campionato le squadre più famose e titolate. Forse era solo qui la delusione. Io non sono un amante di Baladin ma non si può negare che traino sia e che entusiasmo porti il bravo Teo Musso. Perciò, per me, giù il cappello, se qualcuno è stato scontento lavorerà per migliorare. Spero…

    • Francesca, il poco tempo è inevitabile in un concorso, altrimenti eravamo tutti là a ancora ad assaggiare le 120 birre circa a testa…

      • SR, immagino, le birre in concorso quest’anno erano veramente tante. Da profana, non oso pensare dover rimanere concentrati, assaggiare e valutare 120 birre in due giorni!! 🙂

  4. Sembra che ci sia un “buco”, e forse sarebbe meglio chiedersi perchè. Un concorso che su 24×3 posizioni premianti non ha nemmeno una birra di BiDù, Toccalmatto, Extraomnes, Orso Verde, Montegioco, Loverbeer, Brewfist mi sembra poco rappresentativo. Viva i vincitori, ovviamente, e onore al merito.

    • Di quelli che hai citato almeno 3 sicuramente non hanno partecipato. Per scelta loro, sia chiaro.

      • Infatti, forse bisognerebbe recuperare queste partecipazioni, altrimenti a forza di defezioni si sgonfia anche il concorso e il suo senso.

        • Passatemi questa chiave di lettura semiseria. Quello che accade al concorso somiglia al Festival di Sanremo: diversi big non partecipano per vari motivi, ma non per questo la manifestazione ne esce per forza ridimensionata. Alcuni hanno vinto in passato e oggi preferiscono non esserci, altri tornano, altri ancora sono poco conosciuti ma potrebbero essere i big di domani… 🙂
          ps: a me Sanremo fa piuttosto schifo… qui è un altro paio di maniche! 😉

    • Le stesse considerazioni che ho fatto io in fiera, un concorso dove quasi tutti i birrifici migliori del paese non si iscrivono è un concorso monco.

      • Ma la colpa è dei birrifici, non del concorso

        • Io credo che chi organizza il concorso qualche domanda sui motivi delle assenze dovrebbe farsela.
          La stessa categoria delle affinate in legno senza alcuni nomi perde completamente di significato. Ma si potrebbero fare esempi su altre categorie, tipo Black IPA o birre alle castagne.

          • Le risposte alle domande che tu proponi già si conoscono:
            – Non partecipo a concorsi
            – I giudizi sono guidati dalla malafede

            E non credo che meritino altre riflessioni

  5. Sabato c’ero anch’io a Rimini ma sono venuto via appena finita la premiazione. Ho trovato varie sorprese nei banchi, varie birre “non a posto” che ho scoperto poi premiate. Ma anche tante belle sorprese, magari non in concorso o non premiate. In generale i concorsi li trovo entusiasmanti, belli e utili ma indicativi, non una bibbia assoluta. Come hai scritto nei prossimi mesi vedremo se i premi rispecchieranno la realtà.
    Però, io non capisco proprio la non partecipazione di birrifici famosi, alzerebbero il livello, farebbero da traino, da stimolo ad un movimento che ha ampi margini di miglioramento. Non capisco il timore di mettersi in gioco, di farsi dare un giudizio, di confrontarsi con altre realtà in una competizione. Mi sembra il solito vecchio vizio di usare finte motivazioni per non esporsi al rischio di un “fallimento”. Che poi, sai che fallimento.

  6. Salve
    com’è possibile che BAV abbia vinto adirittura due premi se fino a poco tempo fa le loro birre erano….erano…mmm…veramente scadenti???Il loro birrificio dista da casa mia solo 5 minuti che sia il caso di riandare a vedere e riassaggiare tale miracolo???

  7. Rispetto la decisione di chi non partecipa a patto che però abbia la decenza di non esercitarsi nel facile e scontato gioco di massacrare la credibilità del concorso.
    Checchè se ne dica, Birra dell’anno è sicuramente migliorabile nella sua formula, ma resta il concorso più prestigioso del panorama nazionale.

  8. Come anticipato nel precedente post è palese che Birra dell’Anno non rispecchia la realtà brassicola Italiana, cioè il mercato e le vendite proclamano altri come vincitori…

    Quindi tanto di merito ad Unionbirrai che organizza un evento come questo, ma in Italia servirebbe un concorso al di sopra della parti, in cui tutti possano partecipare senza dover “pagare” od essere associati a qualche cosa… per adesso nessuno lo ha mai organizzato…

    E secondo me la vittoria di Baladin come birrificio dell’anno mostra una certa “sudditanza psicologica” nell’ambiente….
    Senza nulla togliere alle birre di Musso…. ma io quest’anno ho bevuto molte birre, e le sue non erano certo le piu’ in forma….

    Giudizio personale e spero che nessuno si offenda per quello che ho scritto….

    • Quindi secondo te ADB quando organizza il CIBA non e’ sopra le parti. Sarebbe interessante sapere perché. Ma siamo OT.

      • Si, il CIBA è sopra le parti e lo ritengo molto valido come problema, pero’ secondo me ha meno visibilità ed importanza al “grande pubblico” di Birra dell’Anno. Bisognerebbe avere le regole di uno e la popolarità dell’altro….

    • quando la pianterete di dire (mi si conceda) MINCHIATE e comincerete a leggere i regolamenti in base ai quali si assegna il titolo…

      qualcuno ha da ridire sulle medaglie assegnate a Baladin?
      in quale modo si manifesta la sudditanza psicologica durante le degustazione alla cieca?

      se il premio al birrificio dell’anno pare non coerente si chieda di rivedere i criteri di assegnazione invece che partire ogni anno col solito patetico complottismo…

      • tu che sei un bravo degustatore dovresti sapere che parlate di nulla… nessuno di questi concorsi ha un minimo di attendibiita e oggettività.. mi chiedo se uno nn premiato facesse causa per danno d’immagine come si difenderebbero???

        • non la penso affatto come te. io penso che questi concorsi abbiano ben più attendibilità del tuo “ho assaggiato almeno una birra per tipo migliore delle premiate”, tanto per dirne una. chi sei tu per cassare il lavoro di 30+ persone con una raffica di assaggi nel corso di mezza giornata in mezzo a un casino d’inferno?

          ci vorrebbe un po’ più di rispetto per il lavoro altrui, fatto salvo il diritto di critica e quello di non condividere i giudizi, come avviene per QUALSIASI concorso mondiale, e come avviene per QUALSIASI giudizio espresso pubblicamente in qualsiasi luogo e forma, compresi i tuoi

          detto questo, io non ho mai creduto che i risultati di un concorso possano essere la bocca della verità. è credo che con tutti gli sforzi possibili, gli errori non siano eliminabili, se ce ne sono stati (non hai assaggiato i campioni, quindi ti basi su realtà differenti)

          puoi piuttosto dire che l’utilità di questi concorsi è inferiore alle attese, e potrebbero tutti scomparire. chiediti magari se questo risultato sarebbe positivo. e chiediti per quale motivo vengono fatti i concorsi

          l’idea che uno non premiato possa fare causa per danno d’immagine mi pare da un punto di vista legale, ma sopratutto di buon senso, una stronzata di dimensioni inaudite

          • stefano stai confondendo mille cose e fra l’altro mi stai mettendo in bocca cose mai dette…

            1 ho il massimo rispetto del lavoro dei degustatori che hanno fatto parte della giuria di questo concorso, molti dei quali ho avuto il piacere di conoscere personalmente e reputo anche ottime persone, dunque mai vorrei offenderli e se in qualche modo si leggeva questo me ne scuso anche se nn credo di averli offesi….

            2 cio nn toglie che ci sono delle regole da rispetare se si vuole rendere oggettivo il risultato di una degustazione e le conosciamo.. nn sto qui a fare il professorino che nn è una parte che mi piace interpretare e cmq nn mi pare il caso

            3 per il discorso delle cause e del danno d’immagine cercherò di spiegarmi anche se nn è semlice: metti caso che tu produttore di birra veda cazziata una tua birra o esclusa da un podio dove e sempre stata non lo riterresti un danno d’immagine??? e metti caso che tu sia un rompicoglioni con amici avvocati e ti venisse in mente di invalidare il risultato del concorso con una causetta… come credi si potrebbero difendere gli organizzatori o editori di concorsi o guide varie??

            4 il motivo per cui vengono fatti i concorsi e l’utilità e ovvia e ti assicuro che me la prima volta che me la son chiesta e ben indietro nel tempo… la risposta che mi son dato, ispirandomi a veronelli principalmente, è che sono una buffonata che serve solo a far parlare di questo o quel prodotto in esame in un ottica del tutto sbagliata e controproducente sia per i consumatori che per i produttori…. credo come ho scritto sulla prima riga del commento che sarebbe molto meglio usare la nostra bella lingua per descrivere i prodotti con aggettivi!!! La pubblicità si fa in altri modi…

          • sul punto 3), ripeto, mi pare che tu sia alla follia pura… ma ti rendi conto di quello che scrivi? prova a rileggerti… probabilmente anche il Barcelona farà causa al Milan perché l’altra sera gli ha fatto fare brutta figura… ma ti rendi conto delle castronerie che scrivi? maddai…

            sul resto, 12,000 parole per non capire non solo dove vuoi andare a parare, ma nemmeno gli argomenti che porti, per forza poi uno si confonde. l’unica cosa che ho capito è che per te tutti i concorsi sono una buffonata, non si capisce bene per quali motivi. me ne farò una ragione…

          • se nn capisci sn problemi tuoi!!!
            Ribadisco che l’unico modo per oggettivare un giudizio a qual si voglia cibo è l’analisi sensoriale… il resto sono parole prive di riscontri oggettivi. per questo dico che di fronte ad un’ ipotetica azione legale dovrebbero rimangiarsi il giudizio dato…
            nn voleva essere una polemicha ne un istigazione a fare causa.

            il calcio è un altra cosa.. credevo fosse chiaro

        • Argomentare please, cosi’ non vuol dire niente. E poi danno di immagine per cosa? Forse la causa te la dovrebbero fare le persone serie e preparate come Stefano che fanno bene il loro mestiere e che stai accusando non so di cosa.

          • non sai di cosa lo sto accusando perchè nn lo ho accusato.

            lascio cadere l’ insulto che mi hai indirettamente rivolto che tanto è uguale

  9. Io devo confermare quello che mi hanno detto appena arrivato alla fiera.
    Assenti illustri, piacevoli assenze, tante conferme dai soliti noti ma poche novità.

  10. Perche unionbirrai nn sfrutta l’occasione per descrivere con aggettivi il panorama birrario italiano invece di stilare inutili classifiche che per altro nn hanno nessuna attendibilità…
    esiste una scienza che si chiama analisi sensoriale ed è (purtroppo) l’unico modo per oggettivare il gusto… li resto sono ciance per tullupinare il consumatore…

    aggiungo che a rimini ho bevuto almeno una birra per tipo migliore delle premiate che ho assaggiato…

    • secondo te le classifiche sono state fatte cercando di usare la gloriosa analisi sensoriale oppure leggendo i fondi del caffè?

      • conoscendo la serietà del presidente di giuria e di alcuni dei degustatori immagino di si… il punto è che in tali occasioni nn è possibile, e lo sai benissimo, rispettare quelli che sono i parametri ad esempio per un corretto assaggio, ecc..

        • “descrivere con aggettivi il panorama birrario italiano invece di stilare inutili classifiche” è una cosa della quale non fregherebbe assolutamente niente a nessuno… in pratica i birrifici delegherebbero a UB la compilazione della scheda organolettica della birra, vedo la fila guarda… machissenefrega… la gente vuole la competizione

          ripeto: i concorsi non sono oro colato, vanno presi per quello che sono, nelle qualità e nei loro difetti inevitabili. è probabile che BdA abbia da migliorare ancora molto, ma forse avrebbero da imparare anche quelli come te a godersi un attimo la competizione per quella che è, al gusto di provare le birre vincenti, discuterne… quelle che vincono al GBBF sono sempre buone birre? eppure non ne sentiresti la mancanza? non smuove l’interesse di chi partecipa, qualche articolo su blog e giornali? credi che attiri più l’attenzione dei non addetti un pezzo su un concorso o le tue belle schede tecniche di UB? suvvia…

          io davvero tutto questo odio verso i concorsi nazionali non lo capisco… tantomeno il potenziale dannoso e distruttivo che tu vedi… mah!

  11. Dalla risposta di ricci capisco che potrei aver offeso qualcuno,

    RIBADISCO CHE IL MIO COMMENTO NN VOLEVA ASSOLUTAMENTE OFFENDERE NELLA MANIERA PIù ASSOLUTA I DEGUSTATORI FACENTI PARTE DELLA GIURIA DI QUESTO CONCORSO

    Resto comunque convinto che i concorsi, le guide con giudizzi numerici o a stelline, bicchierini o bananine, siano controproducenti sia per i produttori che per i consumatori… i motivi sono molteplici e troppo lunghi da trattare qui…

    veronelli, che di sicuro era mooooooolto più colto e intelligente di me e a mio parere di chiunque abbia scritto di cibo i questo paese, spiega molto bene i vari meccanismi…

    • Filippo sono d’accordo con te sul fatto che in alcuni casi sia difficile o impossibile rispettare i parametri di un corretto assaggio, ma ritengo che giudizi e stelline, se eleborati nel miglior modo possibile, siano assolutamente necessari proprio per il movimento e per il consumatore. Un corretto giudizio aumenta la sana competitività tra produttori e stimola a migliorarsi di anno in anno, in più indirizza il consumatore e lo “educa”, aumentando l’interesse e la conoscenza del mondo delle birre artigianali.

      Per me il problema è un altro: sappiamo tutti che, tra le birre in fiera e le birre non presenti in fiera, ma non presentate al concorso, esiste per ogni categoria almeno una birra migliore di quelle che si sono meritate la medaglia d’oro. Il concorso non rispecchia assolutamente le gerarchie e la qualità del panorama italiano. Ogni vincitore va fiero del titolo Birra dell’anno 2013, premio che al consumatore medio, non l’esperto nè l’appassionato, fa pensare (erroneamente) al miglior prodoto italiano di categoria. Forse c’è chi pensa che questo contribuisca a far aumentare il numero degli appassionati mettendo talvolta in evidenza birrifici sconosciuti o quasi, io penso che sia un danno per la qualità del prodotto.
      Perchè non gli cambiamo il nome? lasciamo perdere Birra dell’anno…non diamo un valore così importante ad un concorso che per vari motivi non rispecchia ciò che di meglio produce il nostro paese

      • hai colto il punto

        cmq sfido a trovare una smoked italiana migliore della Ghisa eh…

        per ogni parte del mondo valgono le tue considerazioni… io al GBBF un paio di volte ho beccato vincitrici che puzzavano di solfuro… al GABF la Pliny non vince mai eppure c’è gente che fa l’impossibile per berla ed il suo mercato mica è scomparso… e la 2 x 4 (vincitrice quest’anno) sarà migliore? e se l’anno prossimo non vince è perché è peggiorata o altri hanno migliorato?

        i concorsi vanno presi per quello che sono, e bisognerebbe anche (almeno noi che le beviamo soltanto) imparare a divertirsi un attimo. al limite spingere affinché siano il più attendibili possibili (vedi bicchieri), ma mica sono oro colato…

      • Se metti le stelline o affini, influenzi il consumatore, nn lo educhi. lo ammetti anche tu.

        per educare un consumatore ci sono molti modi… di sicuro nn le stelline

        • ma chi ha mai detto che un concorso è fatto per educare chicchessia?!? un concorso, come una guida, se ben fatto può essere d’aiuto ai produttori (i singoli e l’intero movimento) per avere visibilità (almeno se ne parla un po’ di ‘sta cazzo di birra fuori dal recinto degli sfigati come me e te) ed ai consumatori che posso avere qualche buona indicazione. ovviamente, ed è già stato detto 12,000 volte, non è la Bibbia

    • filonghi, mi risulta che Veronolli abbia anche messo il suo nome su una guida che assegna le stelline così dannose per produttori e consumatori. come la mettiamo?

      • leggiti veronelli e poi parla

        • sì e tu leggiti Kurt Godel. ma che razza di risposta è? siamo a corto di argomenti? sei contro stelle e stellette e ti ispiri a Veronelli, che mi risulta mettesse il nome sulla omonima guida che assegna stelle e stellette. e poi dici a me che mi contraddico. capolavoro

  12. Toccalmatto ha deciso di non partecipare più ad alcun concorso “a pagamento” sia in Italia che all’Estero……questo succedeva alla fine del 2010.
    Rimaniamo coerenti con la nostra scelta.
    Il Concorso non lo riteniamo utile come strumento di comunicazione…..
    Per quanto riguarda il fatidico Movimento…l’unico Movimento che vedo ultimamente è il Movimento 5 Stelle….

    • sei proprio un barbone

    • il movimento si crea con passione e impegno, il ritorno (anche economico) non deve essere per forza immediato, più gente viene coinvolta, più in futuro tutti ne godranno. Se ci sono spacci di birrifici (a km 0) in cui il prodotto costa addirittura di più che in alcuni beershop a centinaia di km, c’è poco da movimentare…

  13. Per Catalizzatore….
    Ai prezzi a cui vendi le tue birre, puoi permetterti di partecipare a tutti i concorsi di birra che vuoi….. 😉

  14. Ghost…..usciamo dai luoghi comuni o dalle false notizie create ad arte …
    non sei bene informato…..nel mercato delle specialità io sono in una fascia media…
    Se altri hanno politiche suicide e vendono le artigianali a meno delle industriali sono cavoli loro….
    Se fossi fuori mercato avrei già chiuso….questo è sicuro….
    Non diciamo balle…

    Il concorso per alcuni è un investimento e per altri come me sono soldi buttati…tutto qui…

    • Bruno, da amico, è proprio brutto ogni volta che ti si legge vedere ogni cosa ridotta ad un mero calcolo economico… a fare due chiacchiere con te dietro alle tua parole si sente sempre il suono delle monete che tintinnano…

      ogni tanto uno può anche prendersi lo sfizio di fare qualche scelta perché ci crede, o perché lo diverte, non solo per questioni di interesse…

      • A me sembra che BDA sia un concorso utile solo a mettersi lo stemmino sulla birra per poi poter vendere un tot di piu’. In questo senso perché mai iscriversi se si sa che anche in caso di vittoria rimarrebbe comunque un investimento a perdere?
        Visto che non vengono dati i nomi delle birre partecipanti di sicuro non e’ un concorso utile ai consumatori.
        Nemmeno ai produttori, visto che se bruno partecipasse con la sua ipa, non saprebbe contro quali altre ipa ha vinto / perso.
        In pratica se arrivasse primo saprebbe che ha una ipa migliore (secondo i giudici) di altre due, e se non si piazza sa che ha una birra peggiore di quelle tre piazzate.
        E uno dovrebbe spendere 400 euro per questo servizio?

        • e tu dovresti spendere 18 euro per una boccia di Surfing Hop? e Russian River dovrebbe spendere centinaia di dollari per la Pliny che tutto il mondo considera un capolavoro a prescindere?

          avete una visione da bottegai e siete di una grettezza tale che di fianco a voi pure io sembro un mecenate

          • Io non spenderei mai neppure 10 per una bottiglia di APA e di certi birrifici evito anche ormai le spine anche quando allo stesso prezzo delle altre.
            Non e’ che uno non possa permetterselo, sono per l’appunto scelte.
            Poi c’e’ anche chi nei concorsi non ci crede.

          • Ricci …mi parli te di Soldi? Tutti sanno quanto sei legato alle monetine…quindi non mi fare prediche…

            Ogni tanto anche io spendo dei soldini….però non amo buttarli al vento..
            Il concorso fine a se stesso non dà molto in termini di risultati se dietro non c’è un ottimo prodotto con una costanza qualitativa e una capacità nel gestire la comunicazione.

            Io semplicemente ho seminato e semino in altri modi….

            Poi sulla qualità intrinseca della giuria preferisco non parlare….mi ricordo solamente che in una scheda di valutazione (Birra dell’Anno 2011) della Sibilla avevo letto tra i difetti la presenza di Diacetile….siccome sò di che cosa parlo posso dire con certezza che quel giudice o ha bevuto un’altra birra on non conosce ……. Per inciso, per cause genetiche, il lievito della Sibilla non produrrà mai diacetile…

        • ma soprattutto, mica costa 400 euro iscrivere una birra… se uno non può permetterselo mica deve iscriverne 50

  15. I miei complimenti sinceri ad Arrigo, che conosco personalmente, titolare del birrificio “Desmond”, che si trova a pochi km da casa mia, per il 1° posto nella categoria “Italian Kolsch” con l’ottima “Badaben”. Riconoscimento ancora più significativo se si pensa che il birrificio ha aperto i battenti solo 3 anni fa.

  16. Bruno, se vuoi parlare di soldi, al tuo fianco sono San Francesco

  17. E sui difetti: lo scorso anno abbiamo riempito pagine su un solvente, e passi. Quest’anno su un solfuro da Croce Rossa mi hai detto che forse, ma forse, potevo avere un filo di ragione.

    Non discuto sulle competenze di genetica ma a naso o non ci capisci una mazza o al posto dei recettori hai dei registratori di cassa.

    • Ricci…dove hai studiato? Hai qualche diploma? Che qualifica hai?
      Te lo dici da solo? Scuola radioelettra ? Hai studiato con Giannino?

      Confondi il solfuro con l’aroma dei luppoli…..ti dico solo questo….sei malato…..
      Quella birra era all’Akkurat, Oliver Twist, Mikkeller Bar, White Horse, Olrepubliken…ho tutta una serie di recensioni e di giudizi dei migliori pubblican al mondo……..tutti positivi…poi arriva il Ricci…
      L’ultimo fusto non sarà stato in formissima ..però sei un pò malato….

      Mi deludi…sei di deludilandia? ..Cosa faceva tuo papa?

      • Bruno, è inutile che parti per la tangente, la Big Lager che mi hai fatto assaggiare a Rimini faceva pietà. stop

        quella che hai venduto ai migliori pub della Costellazione di Orione saranno sicuramente stellari, non ho ragioni per non crederlo né ho scritto che sei un asino a fare la birra. ma siccome mi posso basare solo su quello che assaggio, e non sul CV delle tue birre (e sticazzi no?), questo è quanto

        se in quella birra tu non ci hai sentito problemi forse è meglio che usi i tuoi diplomi per accendere il caminetto

      • aggiungo: non capisco perché se uno ti fa una critica tu debba passare sistematicamente all’insulto e alla denigrazione. ma chi ti credi di essere, il Veronelli o il Sam Calagione della birra? pensi di fare birre sempre perfette? credi di essere l’unico a capire di birra e di essere infallibile?

        per la Big Lager, come per la Pils di BAV, l’unica altra interpretazione dei problemi che ho sentito poteva essere l’acqua di Rimini, perché entrambe erano davvero “diludenti”, ma tanto. invece di sbraitare potevi riflettere su questo. e visto che hai preso tanti diplomi, saprai che giudicare il proprio prodotto può essere non molto semplice, e credo proprio sia il tuo caso se quella birra per te era a posto

        meno atteggiamenti birrari alla Beppe Grillo. stai cominciando a rompere un po’ il cazzo con il tuo guerrilla marketing birrario. impara un po’ di umiltà e di rispetto

  18. Premesso che faccio quello che mi pare e che per fortuna non dipendo da nessuno se non da me stesso…..io sono uno dei pochi Birrai professionisti che perde il proprio tempo (perchè sinceramente mi diverto) a discutere con Te o con altri rompiballe della rete….mentre altri non Ti considerano nemmeno….
    Adesso non fare la zitella bisbetica…..dietro a quello che ti ho detto ironicamente sui vari titoli “accademici” alla Giannino c’è un grande fondo di verità che investe anche l’affidabilità di un concorso come birra dell’anno.

    Il problema vero è: chi “certifica” la formazione e le capacità di giudizio dei fantomatici giudici di Birra dell’Anno (e non solo) ?
    E’ giusto avere una giuria fatta solo da “appassionati” di varia estrazione e capacità, selezionati solo con criteri di “simpatia” o “amicizia” ?

    Io per esempio in Italia mi fido solo del giudizio di due persone: Boero e Kuaska (in privato)

    Parla di questo…..

    PS: al mio Marketing e alla mia umiltà ci penso io…a te non deve fregare un accidenti….

    • Bruno, ma sai chemmefrega se tu o altri mi considerate… mai calcolato i birrai come interlocutori primari… io parlo a quelli come me, che la birra la bevono, la pagano, e vi mantengono…

      hai cambiato discorso. io stavo parlando della Big Lager che mi hai servito a Rimini, non di BdA, sul quale si può discutere. certo è che se spingiamo il discorso alle estreme conseguenze nessuno capisce un cazzo e i concorsi non servono a niente, nonstante i panel

      io invece penso che i concorsi a qualcosa servono, danno qualche indicazione e sono divertenti. e penso che tu sia un buon birraio, nonostante non partecipi ai concorsi e mi hai servito a Rimini una lager all’uovo marcio. fai un po’ te

  19. Per Catalizzatore….
    Vendere birra artigianale a prezzi da industriale di qualità non è un suicidio, è una scelta ponderata di certi birrai (pochi in Italia) che preferiscono guadagnare qualche cosa in meno ma diffondere il piu’ possibile il proprio prodotto (che poi quel meno al litro lo si guadagna sulla quantità se va bene e sa hai un impianto che ti supporta…)

    Non è suicidio, è Passione!!!!

    Non metto in dubbio che tu sia in una fascia media e che se vai avanti in questo lavoro è perchè la gente compra comunque i tuoi prodotti, ma a mio parere i soldi non sempre vanno pari passo passo con la Passione….
    Ovviamente siamo in un paese libero e ognuno la pensa come vuole….

  20. Ghost… hai Passione per il suicidio…?
    Io no…..

    Se un appassionato vuole fare birra fine a se stessa e vuole regalarla o condividerla con gli amici rimane a fare l’Homebrewer, questa è la cosa giusta per se stesso per gli altri.

    Se uno decide di far diventare la sua passione un mestiere…è bene che sappia fare di conto, per il suo bene, per quello della sua famiglia e di chi gli vuole bene….

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