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Il resoconto di una trasferta domenicale con i monaci di Birra Nursia e il concorso di Umbria Birra

Un momento della degustazione in convento: da sinistra il sottoscritto, Padre Benedetto, Filippo, Natale e Frater Francesco
Un momento della degustazione in convento: da sinistra il sottoscritto, Padre Benedetto, Filippo, Natale e il birraio Frater Francesco

Se oggi aspettate il mio report sul BdB Day di ieri, siete sulla strada sbagliata. Questo post infatti sarà sì un resoconto, ma di una giornata passata in Umbria, tra Norcia e Assisi. Scopo del viaggio: partecipare come presidente di giuria al primo concorso di homebrewing organizzato dall’associazione Umbria Birra. Per riuscire a tenermi lontano da Borgorose, i ragazzi umbri hanno fatto leva su due elementi: primo, hanno anticipato di un mese abbondante l’ufficializzazione delle date del BdB Day (di fatto incastrandomi… 🙂 ) ; secondo, mi hanno prospettato una visita al monastero di Norcia, dove da qualche tempo i frati hanno avviato propria produzione brassicola. Tale visita si sarebbe accompagnata a un pranzo con i monaci secondo le loro regole, un’esperienza che mi intrigava molto e che mi è piaciuta tantissimo. Insomma, di carne al fuoco per tradire per una volta la festa di Birra del Borgo ce n’era parecchia, quindi ieri mattina mi sono alzato di buon’ora e sono salito sul treno che in un’ora mi ha portato a Spoleto. Lì ad attendermi c’erano Paolo e Filippo di Umbria Birra e Natale dell’Elfo Pub di Perugia.

Sostanzialmente la giornata si è divisa in due parti: la prima in compagnia dei frati di Norcia, la seconda passata a giudicare le birre iscritte al concorso. Arrivati a Norcia abbiamo atteso la conclusione della messa in corso, facendo tra l’altro visita alla bottega dove sono in vendita i prodotti del monastero. Tra questi da qualche mese compaiono anche le bottiglie di Birra Nursia, di cui in passato ho scritto in un paio di occasioni. La produzione è iniziata circa un anno fa e attualmente sono realizzate due birre: la Chiara (una Blond Ale) e la Extra (una Dubbel). Fino a ieri non avevo ancora avuto modo di assaggiarle, quindi la visita è stata anche l’occasione per il mio primo assaggio di questo prodotto monastico italiano.

Prima della degustazione però abbiamo conosciuto Padre Benedetto (il vice priore) e seguito la preghiera dei monaci, quindi ci siamo spostati nel refettorio del convento per pranzare con loro. Il pasto viene consumato in assoluto silenzio, mentre uno dei religiosi legge brani tratti da un libro. Non so se questo momento preveda anche la lettura di testi sacri, ma nella fattispecie si è trattato “semplicemente” di alcuni passaggi della biografia di Sant’Ildegarda di Bingen (Hildegard von Bingen). Ora se conoscete un minimo la storia della birra, saprete che Sant’Ildegarda è stata una delle personalità più importanti in questo senso, avendo per prima studiato in modo sistematico l’uso del luppolo nella produzione brassicola. Più tardi non abbiamo potuto esimerci dal chiedere a Padre Benedetto se la scelta del libro fosse casuale: la risposta è stata positiva, poiché neanche erano a conoscenza di questo aspetto della vita di Sant’Ildegarda. È stata l’occasione per aggiungere un interessante dettaglio alla loro lettura quotidiana!

Concluso il pranzo, Padre Benedetto ci ha guidato alla scoperta dell’impianto di produzione, situato all’interno di uno dei locali del monastero. I frati hanno a disposizione cinque o sei fermentatori da 1.000 litri l’uno, ma una sala cotte da soli 250 litri. Si tratta di una capacità sottodimensionata, che costringe il birraio Frater Francesco a ritmi di lavoro piuttosto impegnativi. Per questa ragione i monaci hanno già in programma l’acquisto di un nuovo impianto, anche a fronte di una domanda di birra in continua crescita. La linea di imbottigliamento è il fiore all’occhiello, situata in un’altra stanza, completamente automatica e in attesa di un upgrade a breve. Padre Benedetto ci ha anche mostrato le nuove cassette di legno che sostituiranno i semplici cartoni come contenitori delle bottiglie: veramente belle e in grado di ricordare quelle dei birrifici trappisti belgi.

Dopo il tour al birrificio ci siamo spostati in una saletta, dove abbiamo assaggiato le due birre prodotte in loco. A conferma di quanto avevo letto in passato, ammetto che il livello qualitativo è già molto alto. La Chiara è davvero un’ottima Blond Ale, equilibrata, facile da bere, molto gratificante. Gli aromi sono freschi di cereali, fiori, miele, mentre il finale è bilanciato a perfezione, senza che il luppolo arrivi troppo in primo piano. La Extra era ancora giovane, ma già mostrava un gusto ricco e complesso, che sicuramente si armonizzerà con tempi di maturazione più lunghi.

L’esperienza con i monaci di Norcia è stata davvero splendida e assolutamente nuova per il sottoscritto. Pranzare e passare alcune ore in loro compagnia è qualcosa che difficilmente scorderò in futuro, perciò li ringrazio per l’ospitalità e la totale disponibilità.

Conclusa la tappa a Norcia, ci siamo finalmente spostati ad Assisi per il concorso di Umbria Birra, ospitato all’interno del Birrificio dell’Eremo. Dopo aver conosciuto il birraio Enrico Ciani e aver rapidamente visitato l’impianto di produzione, abbiamo iniziato a valutare le birre. Le produzioni iscritte sono state circa una trentina e gli stili su cui confrontarsi erano quelli rappresentati dalle IPA e loro derivate (APA, IIPA, American IPA, Black IPA, ecc.). Con me in giuria c’erano lo stesso Enrico, il già citato Natale e Roberto Scarponi (presidente ADB Umbria). La valutazione ci ha tenuti impegnati per un paio d’ore, durante le quali – come sempre accade in queste occasioni – abbiamo assaggiato cose buone e cose meno buone. Il livello medio non è stato malaccio, con alcune punte molto interessanti e giusto un paio di produzioni imbevibili. Mentre i giudizi proseguivano, molti dei partecipanti erano lì in attesa dei risultati, incuriositi dal nostro lavoro.

Come potete leggere sul sito dell’associazione, alla fine ha trionfato l’unica Black IPA iscritta al concorso, davvero molto ben fatta: luppoli bene in evidenza (esplosivi direi), corpo corretto, buon contributo dei malti scuri. La ricetta sarà replicata nell’impianto del Birrificio dell’Eremo come premio per aver vinto il contest. Piccola curiosità: i suoi creatori, David ScatizziJessica Iannotta, hanno “denunciato” la bellezza di 200 IBU! A ogni modo complimenti a lui per il bel riconoscimento e a tutta l’organizzazione: ai ragazzi di Umbria Birra in primis, a Geltrude per averci assistito durante gli assaggi, a Birrafacile.it per gli altri premi messi in palio e a tutti coloro che hanno reso possibile questo bell’evento. La classifica finale è sul sito dell’associazione.

Dopo le premiazioni di rito, ho dovuto raggiungere velocemente la stazione di Foligno per fare ritorno a Roma. In definitiva una giornata impegnativa ma davvero gratificante, con tante esperienze nuove e la convinzione che anche in Umbria la birra artigianale sta crescendo a dismisura, confermando quanto scrissi a suo tempo. Il merito è di persone appassionate che ho imparato a conoscere in questi anni: i ragazzi di Umbria Birra, ovviamente, ma anche Natale dell’Elfo Pub, Enrico di Birra dell’Eremo e tanti altri. Alla prossima occasione!

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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5 Commenti

  1. Andrea, sei per caso riuscito a carpire il nome del famoso birraio belga che ha inizialmente supportato i monaci nella loro attività brassicola?

    • Mark Knops, dovrebbe essere. Fonte: Fermento Birra, che nell’ultimo numero parla proprio di Birra d’Abbazia made in Italy 😉

      • Grazie per l’informazione. Non mi stupisce che Roger Protz gli abbia attaccato l’etichetta di “peripatetic brewer”. Infatti lavora in diversi birrifici belgi, tra cui Achel, e ha creato le birre di Tenute Collesi.

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