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Italian Beer Awards 2013: ecco le nomination!

Logo-quadratoÈ passata più di una settimana dall’annuncio degli Italian Beer Awards e ora è tempo di tornare sull’argomento. Come spiegato allora, infatti, negli scorsi giorni i giudici del contest – che ringrazio vivamente – hanno votato in gran segreto, indicando i protagonisti della birra italiana che a loro modo di vedere si sono meglio distinti nell’anno solare 2013. Le loro preferenze sono state raccolte, conteggiate e utilizzate per delineare una lista di nomination per ognuna delle cinque categorie previste quest’anno: miglior birrificio, miglior brewpub, migliore beer firm, miglior pub/birreria e miglior beershop. Tra poco sarete voi, consumatori e appassionati, a eleggere i vincitori votando direttamente sul sito dell’iniziativa. Per il momento le votazioni sono ancora chiuse, ma nel frattempo è giunto il momento di andare a scoprire le nomination della prima edizione degli Italian Beer Awards.

Prima di svelare i nomi riassumo il funzionamento della votazione degli esperti. Ho chiesto a ognuno di loro di stilare una classifica per ogni categoria, assegnando poi un punteggio a scalare in base alla posizione di ogni partecipante. La classifica era composta di 5 posizioni per birrifici e pub e di 3 posizioni per brewpub, beer firm e beershop. In base ai punteggi sono state dunque calcolate le nomination: 10 per birrifici e pub, 5 per le altre categorie, con la possibilità di aumentarle in caso di ex aequo per il punteggio più basso. Ecco allora tutti i partecipanti alla votazione popolare, presentati in ordine alfabetico.

Nomination per il miglior birrificio del 2013:

  • Barley – Maracalagonis (CA)
  • Birra del Borgo – Borgorose (RI)
  • Birrificio del Ducato -Roncole Verdi di Busseto (PR)
  • Birrificio del Forte – Pietrasanta (LU)
  • Extraomnes – Marnate (VA)
  • Foglie d’Erba – Forni di Sopra (UD)
  • Lambrate – Milano (MI)
  • Menaresta – Carate di Brianza (MI)
  • Montegioco – Montegioco (AL)
  • Toccalmatto – Fidenza (PR)

Nomination per il miglior brewpub del 2013:

  • Baladin – Piozzo (CN)
  • Birrificio Italiano – Lurago Marinone (CO)
  • Birrificio Settimo – Carnago (VA)
  • Lambrate – Milano (MI)
  • Troll – Robilante (CN)

Nomination per la migliore beer firm del 2013:

  • Buskers – Roma (RM)
  • Cerevisia Vetus – Ceccano (FR)
  • Sorrento – Sant’Agnello (NA)
  • Stavio – Roma (RM)
  • Via Priula – San Pellegrino Terme (BG)

Prendiamoci una pausa per commentare le nomination riguardanti i produttori. A livello di birrifici ci sono ben poche sorprese, con alcune delle migliori aziende che abbiamo in Italia. Accanto a nomi storici abbiamo anche progetti più giovani (Extraomnes, Birrificio del Forte), che renderanno gli esiti della votazione popolare molto interessante. La categoria dei brewpub è come prevedibile spostata decisamente a nord, mentre è tra le beer firm che il centro-sud si riscatta, portando in nomination quattro realtà su cinque. Ma procediamo oltre…

Nomination per il miglior pub/birreria del 2013:

  • Abbazia di Sherwood – Caprino Bergamasco (BG)
  • Arrogant Pub – Reggio Emilia (RE)
  • Brasserie 4:20 – Roma (RM)
  • Locanda del Monaco Felice – Suisio (BG)
  • Ma che siete venuti a fà – Roma (RM)
  • Open Baladin Roma – Roma (RM)
  • Ottavonano – Atripalda (AV)
  • Sherwood Music Pub – Nicorvo (PV)
  • Taberna – Palestrina (RM)
  • The Dome – Nembro (BG)

Nomination per il migliore beershop del 2013 (qui le nomination sono sei in virtù di un ex aequo nell’ultima posizione):

  • Astral Beers – Bologna (BO)
  • Bere Buona Birra – Milano (MI)
  • Bir Sciò – Quarto (NA)
  • Bir&fud Beershop – Roma (RM)
  • Domus Birrae – Roma (RM)
  • Il Birratrovo – Como (CO)

Nella categoria dei migliori pub/birrerie si prospetta un’entusiasmante testa a testa tra Roma e dintorni (4 nomination) e la provincia di Bergamo (3 nomination), senza dimenticare gli altri mostri sacri che compongono l’elenco. Interessante la lista dei beershop, con un paio di nomi giovanissimi (Bir Sciò e Bere Buona Birra) e altri attivi da alcuni anni.

A breve quindi il contest entrerà nel vivo e saranno aperte le votazioni per decretare i vincitori di ogni categoria. Chiaramente lì i protagonisti sarete voi: sarà il vostro giudizio a definire la classifica finale. Per gli aggiornamenti non vi resta che seguire Cronache di Birra e tenere d’occhio gli account Facebook e Twitter degli Italian Beer Awards!

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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106 Commenti

  1. Speravo in una nomination per Birra dell’Eremo… 🙁

  2. L’assenza di Johnny’s Off License mi sorprende. Praticamente parliamo di un pezzo di storia della birra a Roma e di uno dei beershop in assoluto più forniti dove abbia mai messo piede. Si vede che è uno che sta fuori dai giri che contano.

    • Scusa la frachezza Turco,sapevi che con questo articolo avresti scosso un’alveare,per me la più grande mancanza è Off Licenze,che nonostante sia il primo beer shop di Roma non è mai stato menzionato su cronache di birra.
      Ma come dici tu stesso il blog è il tuo e ci scrivi quello che vuoi…

      • Ma prima di scrivere cavolate una ricerca sul blog no? O forse è più facile sparare a zero? Dell’Off License scrissi quando aprì a trionfale e poi gli dedicai due articoli interi per entrambe delle sue birre, e poi ancora e ancora. Bah

        • Questa per me è prima una passione e poi un’hobby,quindi è l’ultimo posto in cui vorrei fare polemica, è pur vero che qui è anche troppo facile farne specialmente in queste occasioni.
          Prendiamo anche in considerazione il fatto che non si può mettere tutto in nomination,perché purtroppo o per fortuna il movimento ha raggiunto una dimensione da essere troppi i nomi da nominare.
          L’unico appunto che vorrei fare è di non dimenticare i nomi marchi (anche se alcuni sono passati al nemico) e le personalità che hanno permesso la diffusione della nostra passione.Tutte persone che hanno creduto e investito tempo passione e soldi in una scommessa, invece di cavalcare l’onda(cosa che stanno facendo in molti ora, in un mercato ormai saturo).Tra questi c’è anche John di Off License che è stato,tra questi a Roma, uno dei lungimiranti del movimento.

          • Figurati, stai parlando del beershop dove mi rifornisco più spesso (anzi l’unico) e che considero tra i migliori a Roma. Ma questo c’entra poco con la mia risposta… non è anche un discorso di fare polemica, ma solo di scrivere cose corrette. Cosa che tu nel commento precedente sei stato ben lontano dal fare.

  3. Per me manca John off license tra i beer shop

  4. Onestamente se si dovesse parlare di Napoli e provincia, ritengo che Birra ed Oltre al vomero sia al di sopra del Bir Sciò che rimane comunque un buon punto di partenza, complimenti a Mena per averci creduto.

    Cheers!

  5. Io piuttosto che parlare degli esclusi mi concentrerei di più su chi é stato scelto ed approfondirei maggiormente i dati emersi e le tendenze, ovvero:

    – Birrifici: 7 al nord, 2 al centro, 1 isole
    – Brewpub: 5/5 al nord
    – Birrerie: 5 al nord, 4 al centro, 1 al sud
    – Beerfirm: 3 centro, 1 sud, 1 nord
    – Beershop: 3 nord, 1 centro, 1 sud

    Proviamo a trarne delle conclusioni

  6. Thore (Adb Lazio)

    Senza nulla togliere a quelli in nomination e in attesa dell’apertura delle votazioni, non possiamo far altro che dire la nostra sulle assenze. Per quanto mi riguarda Il Santo Bevitore (beershop) e il Barley Wine (pub) di Roma potevano starci.
    Come birrificio, Loverbeer dovrebbe essere sempre trai migliori, se non altro per il coraggio con cui propone un prodotto di nicchia.

    • Barley Wine non poteva partecipare perché non attivo prima del 2013 😉

      • Io ho dei dubbi su Taberna… Non sulla qualità che non si discute, ma può essere considerato un pub/birreria?

        • Quest’anno in questa categoria rientravano anche i ristopub, l’idea è di creare una categoria a parte in futuro

          • Scusami Andrea, ma non è fuorviante? Come può Taberna stare nella stessa categoria del Macchè, dello Sherwood, del The Dome?

          • E in quale dovrebbe stare allora?

          • Dato che non è un pub/birreria, che non è un birrificio, che non è un brewpub, che non è un beershop secondo me non doveva starci proprio. E’ un ristorante (eccellente) con grande attenzione alle birre. Se lo metti insieme ai pub secondo me fai solo confusione. Opinione personale eh.

          • Spesso la linea di demarcazione tra pub e ristopub è molto labile. Preferisco creare un po’ di “confusione” che escludere locali come Taberna o altri. Tu poi sei così sicuro che la Taberna si consideri un ristopub? 🙂

          • però si poteva dare la possibilità al popolo di votare per le nomination ma i luoghi/birrifici/beerfirm le mettevate comunque voi per evitare cose commerciali o la menabrea di turno. tipo due fasi..in cui nella fase 1 il “popolo” poteva scegliere le nomination per la fase 2 avendo a disposizione dei nomi messi da voi..tipo elenco tutti microbirrifici. magari avremmo avuto gli stessi nomi alla fine eh, però c’era una parvenza di pressochè totale “governo” del “popolo”. oppure ancora se la fase 1 volevate gestirla voi, allargare il ventaglio di quelli in nomination almeno a 20..dai fuori Amiata, Loverbeer e Almond’22 e altri fa un pò storcere il naso.
            Comunque è tutto migliorabile e soprattutto apprezzo il vostro lavoro.
            In bocca al lupo per le fasi successive

          • Grazie. Il tuo meccanismo funzionerebbe con i birrifici: prendi i 600 e passa attivi in Italia e fai votare la gente, ok. Ma per i pub come faresti? Lì una preselezione sarebbe stata del tutto a discrezione personale. Se bisogna mettere delle limitazioni, preferisco che siano messe a monte da un panel di esperti. Poi è la prima edizione, tutto è migliorabile, così come ad esempio il numero delle nomination, sulle quali si può ragionare.

        • Ah ok quindi per non escluderli sono stati messi tra i pub. Se vado a Taberna non vado in un pub/birreria. Vado in un ristorante, in un’osteria. E penso che loro stessi si considerino tali. Se lo spazio di manovra era così largo allora anche Bir & Fud ci stava dentro con tutte e 2 le scarpe.
          Comunque concordo sul fatto che la linea di demarcazione tra pub e ristopub sia sottilissima, alcuni nomi non saprei dove metterli, forse in tutte e due.

          • No non si considerano tali invece 🙂 per quanto per me lo siano. Bir&fud infatti rientrava nella categoria, semplicemente non è andato in nomination.

          • Vedi che succede…questo non è un concorso “popolare” perchè parte da delle nominations di “esperti” spesso e volentieri amici di amici di amici…
            Anch’io concordo sull’assurdità di mettere Taberna (non mi rosichi Marco per favore, è un dato di fatto) e escludere Bir&Fud, ma tant’è…Non è che il Birfud non abbia santi in paradiso, ma probabilmente qualcuno degli “esperti” avrà fatto lo stesso ragionamento di molti “popolari”, cioè che il Birfud è considerato un ristorante, ma alcune “amicizie” contano molto, e Taberna ne ha (oddio…ora mi odieranno tutti, ma è così)…Compreso quello dei Beershop in cui alcuni nomi contano più dell’effettivo lavoro.

            Cioè…sono sempre i soliti nomi…lasciare completamente la palla al “popolo” avrebbe magari tirato fuori qualche nome diverso, magari non tra i vincitori, che sarebbero stati sempre i soliti, ma magari per tirare fuori realtà diverse che spaccano le chiappe a molti nomi segnati…Nella nostra categoria un Goblin di Pavullo, la Birroteca di Greve, Arnage, Malto Gradimento, tanto per citarne qualcuno fuori Roma, avrebbero meritato la possibilità di essere votati.

            Poi è ovvio che agli esclusi, che magari non hanno la stessa visibilità per gli esperti, ma la hanno per il popolo, rode un pò il sederino.

            Cioè…Niente John??? Loverbeer??? Brewfist??? Gesummio dai!!!!

          • Scusa Manuele, ma Bir&fud da cosa sarebbe stato escluso? Era nella categoria pub e birrerie e poteva essere votato al pari di Taberna e di altri, come in effetti diversi esperti hanno fatto. Semplicemente non è entrato nei primi 10 posti, stop. Parlare di “amicizie” lascia il tempo che trova, tanto più che al Bir&fud mi pare che non manchino affatto.

            Aggiungo una cosa, così rispondo in modo esauriente anche a Gennaro. Il voto popolare completamente aperto sai a cosa avrebbe portato? Alla vittoria di fantomatici Irish Pub che magari lavorano solo con prodotti industriali. O di birrifici tipo Menabrea, che di artigianale non hanno niente ma sono marchi conosciuti mille volte di più di qualsiasi micro.

            Poi vabbè ognuno avrebbe voluto vedere i suoi nomi preferiti, anche io. È come quando ci si scanna per i convocati in nazionale. Immagino sarai felice quando al gruppo per i Mondiali sarà aggregato anche Florenzi 🙂

      • Thore (Adb Lazio)

        Pardon 🙂

      • Non ho capito, quindi loro si considerano un pub e per questo hanno concorso tra i pub?

        • No, non hanno partecipato come pub perché si considerano tali, ma per il ragionamento fatto prima. Quella cosa era per sottolineare quanto il concetto stesso di ristopub sia molto soggettivo.

          • Continuo a non capire il ragionamento. O meglio, capisco che Taberna sia meritevole di attenzione, ma non possono stare nella categoria “Miglior pub/birreria” dai Andrea… Diciamo che li volevate mettere e avete fatto una forzatura.

          • Per me non c’è problema a metterli in quella categoria, per quanto una a parte sia auspicabile per le prossime edizioni.
            Comunque ti faccio notare che uno in Taberna (come in qualsiasi altro “ristopub”) ci può andare anche alle 23,00 a farsi una birra… come in qualsiasi pub.

  7. Ottime nomination, attendiamo con ansia l’apertura delle votazioni popolari.
    Peccato non ci sia RETORTO per i birrifici e OLMO per le beer firm.
    Comunque ottima iniziativa

  8. Birrificio Italiano fuori dalle nomination. Stupore e incredulità…

  9. L’iniziativa è veramente interessante ..
    Mi trovate d’accordo riguardo le nomination dei birrifici e delle brew firm..
    Ma sono totalmente in disaccordo riguardo i beershop..
    OFF LICENSE!!,… Il papà di tutti noi fuori perché fuori dai giochi e con amici diversi dai soliti…
    Molti Beer shop che non sono più tali in quanto lavorano con le spine sono invece presenti ,
    BIRRA + ? Da quando hanno aperto sono stati una miniera di chicche..
    ROMA ha inventato una moda ci sono Beer shop super interessanti e noi li dimentichiamo così…
    Ma poi ste nomination chi le ha fatte? Ci sono mai venuti a bere una birra da noi??
    Io non ho visto nessuno..
    Comunque spero che questa sia la prima di tante altre “gare”….e che gli errori di oggi la facciano essere sempre meglio
    Bravi voi tutti e belle le vostre iniziative..

  10. La Nomination per il miglior Pub è una farsa, come non può andare al Macche, esempio indiscusso di tutto il movimento italiano.

  11. Niente Brewfist? nemmeno come Terminal 1 ? Doppia nomination per Lambrate? Baladin solo come brewpub di Piozzo ?!? La Pazzeria di Milano? Nessun locale del Polli?? bohhhhh

    • E di che ti lamenti?

      • io la mia lista dei birrifici l’avevo depositata dal notaio una settimana fa (bum!) e coincide al 90% .. “the untouchables” quelli che dovevano esserci per forza sono tutti lì, mancano solo Brewfist, Italiano (!!), Baladin (!!!!) ma anche Walter, Beppe e Cesare e Moreno… allunghiamo la lista la prossima volta a 20 ???

  12. “noi”…Sarei io…Sono Alessio del Serpente (pub&shop)..

  13. Ma questi voti che hanno dato non possono essere resi pubblici?
    Così giusto per fare due considerazioni……

  14. Mi dispiace non vedere il nome di Jury Ferri…Almond’22 e di Valter Lovcerier…Loverbeer…secondo me meritavano di starci tutti e due…

  15. Ciao Andrea, immagino che un intervento di un birraio, specialmente se non entrato in nomination possa essere non politicamente corretto, ma me la sento e la dico. Ho letto oggi le nomination e sono rimasto un po’ colpito nel non vedere tanti nomi eccellenti nelle varie categorie e voglio fare una riflessione forse stupida, ma credo che questi risultati abbiano palesato un aspetto importante, ovvero che sono troppi gli esclusi che invece meritano almeno di gareggiare. Posto che Amiata sia un birrificio che non meriti nessuna nomination (non e’questo il punto, spero sia chiaro) ma credo che alla fine il metodo intrapreso non sia quello migliore, migliorabile si e sono a metterci la faccia x questo. Secondo me la giuria, per quanto composta da nomi conosciuti non puo’ limitarsi a fare solo 10 nominations…dai non si puo’ non vedere un Beppe Vento, un Loverier, un Yuri ferri, Moreno Ercolani,selvaggio/casari e gli altri fuori da questa rosa come allo stesso tempo i pub…non vedo la birroteca di greve, inespub, beerhouse, serpente, birrifugio, Harvest, nembro, etc, no dai non si puo’ e nemmeno si puo’ dire che erano in lizza ma non entrati nelle nominations. Se il beer award si pone come concorso popolare lo deve essere fino in fondo e non creare un filtro con persone ferratissime in determinate categorie ma non in altre e non possono conoscere tutte le realtà del mondo artigianale. Io stesso non potrei giudicare quali siano i migliori 10 beershop, perché ne conosco solo alcuni, ma ce ne sono tanti che non conosco magari in Puglia o Sicilia che potrebbero essere bellissimi e che con questo metodo purtroppo non verranno mai alla ribalta, perché magari il signor x non ha mai assaggiato la birra y e mai visto il beershop w. Insomma darei un taglio piu libero ed indipendente alla competizione. Spero che tu capisca quello che intendo dire, lo show finale va bene, ma il vincitore lo deve determinare il popolo dall’inizio e non dopo che il pacchetto sia preconfezionato seppur rispetto nella maniera più assoluta i nominati nelle categorie e con pieno merito anche. Detto questo, per coerenza e interpretando tra le righe dei post letti finora, propongo che venga aperta anche una scelta indipendente popolare x ogni categoria così che si possa vedere se effettivamente il sentimento popolare sia effettivamente coerente con quello dei giurati e fare un confronto che potrebbe essere propedeutico per la prox edizione.
    senza offesa spero che nessuno si offenda. Ovvia tritatemi…

    • Ciao Gennaro, guarda ti dico subito una cosa: non mi va di parlare del meccanismo del concorso, perché poi si aprono discussioni infinite in cui ognuno propone la sua visione delle cose, come già sta accadendo per le nomination. Cosa sacrosanta, ci mancherebbe, ma di un palloso incredibile. Detto questo, aggiungo che la tua idea è improponibile e per motivi molto semplici, che immagino non siano difficili da capire. Ti assicuro che ho studiato a lungo il meccanismo e questo era quello più fattibile e che garantiva maggiore autorevolezza al concorso.

    • Gennaro, te lo spiego io

      il concorso perfetto non esiste e ogni concorso ha i suoi pregi e i suoi difetti e naturalmente va sempre preso non come la verità assoluta, ma come un piccola fetta di questa verità

      le pecche sono evidenti ed è inutile ribadirle. i pregi sono la popolarità e per il suo autore i vantaggi di questa popolarità, che sono numerosi. coinvolgendo direttamente la gente avrai un livello di viralità sul web pauroso, un volume di traffico assurdo, la costruzione di un’autorevolezza e di un database di informazioni che se uno volesse (notare il condizionale), potrebbe sfruttare in diversi modi da un punto di vista commerciale e di marketing

      sullo svolgimento delle votazioni poi, già te lo immaginerai anche tu, dal beershop pacato a quello che martella tutti i suoi clienti perché lo votino a quello che comincia a fabbricare profili facebook tarocchi e lo fa fare agli amici per vincere. la cosa cmq avrà un successone mediaticamente proprio perché si basa su questo genere di meccanismi

      d’altro canto quanto propone Colonna, la votazione diretta subito del “popolo” che nello spirito del concorso sarebbe la cosa ottimale, non è possibile. con questo primo giro di votazioni il Turco ha dovuto smazzarsi e realizzare un database sulle votazioni di 40 persone, un lavoro abbastanza veloce. adesso si fa le tendine o i box da cliccare con quei nomi e tutti pescano da lì, non è che debba proprio ammazzarsi a tirare le somme chiuse le votazioni. se invece parti subito dal popolo devi inserire nella pagina web delle votazioni il campo libero di testo e avrai chi scrive “Macche”, ci “Ma Che Siete”, chi “Macché”, ecc. e sono parole diverse per lo stesso voto. ci vuole poi qualcuno che si metta lì a passare uno per uno i voti dei 20000 che parteciperanno per avere i risultati, un lavoraccio che Turco evidentemente non ha intenzione di fare. da qui la preselezione degli esperti

      ovviamente poi non esiste esperto in Italia che possa ad esempio fornire una valutazione dei beershop presenti su tutto il territorio nazionale e tranne pochissimi nemmeno dei pub o dei brewpub. intelligente la tua considerazione regionale invece, io avrei fatto così, e mentre lo scrivo sto brevettando questa idea: scegli un panel di esperti più ampio e ben suddiviso a livello nazionale e li obblighi (birrifici esclusi) a fare delle nomination a livello locale, che conoscono meglio, oppure li obblighi a fornire chessò 4 nomi locali e uno fuori. a quel punto non avrai cmq una preselezione perfetta (ci sarà sempre un beershop di Roma escluso migliore di quello di Bari che è entrato) ma quantomeno le regole del gioco sono chiare e meno inficiate dalla discrezionalità degli esperti. oppure, come ha fatto Tuddu sul Barbiere, fai una specie di torneo, anche se rischia di diventare pedante se fai troppi turni. è un lavoraccio cmq

      cmq ci sarà da divertirsi, si fanno le rece tarocche su Ratebeer e su Tripadvisor, qua mi aspetto i fuochi d’artificio

      • Al di là dei problemi tecnici, c’è un problema più grave ed evidente collegato alla votazione popolare aperta, che ho spiegato nella risposta a Colonna. L’obbligo dell’account Facebook serve proprio per limitare voti taroccati: sfido io a crearsi un numero di account fasulli tale da rendere il taroccamento efficace rispetto al totale dei voti.

        • sì, anche quello è vero

          ho capito anche la questione degli account facebook (seghi chi non ce l’ha o che usa solo twitter ma vabbè). cmq sfida sfida, non porre limiti alla provvidenza… poi non è la questione di sfalsare o meno, ma la cosa stessa che ovviamente darà adito alle voci più incontrollate, un classico

          cmq con un gruppo di amici/clienti fedelissimi fare 500 voti tarocchi non è una cosa tanto difficile, e ti voglio vedere poi spulciarti uno per uno i profili a scoprirli, specialmente se come è ovvio ti mettono la privacy al massimo per non farsi beccare

          un ottimo criterio sarebbe richiedere chessò anche almeno 50 amici sul profilo per poter votare: sei in grado di porre questo filtro?

          • Ci devo lavorare, ma probabilmente è fattibile. Diversamente significa che passerò un po’ di tempo a spulciarmi i voti 🙂

          • Io per dire non ho mai avuto un account facebook “mio”, ma ho una buona ventina di “fake”, alcuni anche piuttosto ben camuffati, pronti all’uso

          • Ammesso che tu voglia barare (e questo chiaramente dipende dalla tua onestà intellettuale), non credo che quei 20 voti sposterebbero di molto le cose

  16. Chiedo venia x la svista..il the dome c’e…

  17. Solo un dubbio: a questo punto non è possibile che il voto venga deciso da fattori territoriali più che in ragone della qualità ? Mi spiego meglio: io vivo a Milano e quindi come pub/birreria conosco benissimo la locanda del monaco, lo sherwood e soprattutto l’abbazia. Non contesto che il MaChe sia un posto di assoluto livello ma non l’ho mai visitato (quando sono a Roma per lavoro sono troppo “tirato” coi tempi) e quindi sono limitato nelle scelte visto che non può essere un voto sui nomi ma sulle esperienze. Allo stesso modo un campano finirebbe (credo) per essere più portato a votare a votare l’ottavonano anche perchè Caprino Bergamasco magari non sa nemmeno che esiste come posto. E così via… Per questo credo che alla fine il voto finale di categoria sarà più simbolico che effettivamente un verdetto di carattere assoluto. Diverso il caso per birrifici, beer firm, beer brewpub (non penso bisogni vivere a Piozzo per bere una Baladin) e – perchè no – beer shop (tanto si vende on line e il mio voto ce l’ha già l’unico che mi fa trovare la Uerige Sticke senza andare per forza a Dusseldorf). Cmq bella iniziativa e non vedo l’ora di votare !

    • Forse non è l’unico che te la fa trovare visto che Les Vignerons di Roma vende Uerige, Schumacher, Boltens e altre chicche tedesche… ma non è risultato tra i migliori beershop italiani a giudizio della giuria di esperti.

      Il discorso fondamentalmente è uno: il concorso serve ad aumentare il volume di visite del sito e a creare un ulteriore “hype” sulle birre artigianali. Il fatto che manchi Les Vignerons tra i beershop o che manchi il PBC di Livorno tra i brewpub non significa che non sarò mai più loro cliente solo perché degli “esperti” non me li hanno messi al top 🙂

      Ps: interessante il discorso tripadvisor/ratebeer. Chissà se anche per questo concorso ci saranno i bravi scudieri di un determinato locale che verranno a minacciarti o ad offenderti se lasci un giudizio negativo…

      • Tutto giusto, ma la finalità del concorso non è quella

        • Ho lavorato per anni in un sito musicale online e il picco di visite lo avevamo in occasione dei contest “disco dell’anno”. Quale altra utilità possono avere questi contest? Anche perché, come ti fanno notare in molti, al popolo mancano gli strumenti per poter decidere quale sia il migliore in Italia nelle varie categorie. Ad esempio, non avendo mai visitato nessuno di quei brewpub (ma avendo bevuto le loro birre in bottiglia o alla spina in qualche locale) non me la sento di esprimere un giudizio nella categoria. Per i locali ovviamente mi limiterò a quelli che conosco, ovvero quelli di Roma, perché prima abitavo lì. Ma tutto questo è soggettivo e si risolverà in una semplice “guerra campanilistica”. Sarebbe stato fantastico per me prendere il treno ed andare a visitare i brewpub italiani nel fine settimana, ma i costi sono proibitivi. Invece qui in Deutschland è tutto più facile e più bello. Ecco, stranamente sarei più competente se il voto fosse sulla realtà tedesca invece che su quella italiana. 🙂

          Detto questo, ti rinnovo i complimenti per l’iniziativa. Non è facile organizzare qualcosa di simile soprattutto in questo ambiente. Saranno sempre più gli scontenti di quelli che apprezzano l’idea e le intenzioni.

      • In effetti sono stato poco preciso: mi riferivo al fatto che solo 1 dei beershop in concorso vende (on line) alt bier (che io adoro anche per motivi affettivi visto che ho fatto le superiori a Dusseldorf) e quindi dal mio punto di vista è superiore agli altri. Poi è ovvio che se vivessi a Roma probabilmente sarei cliente del Les Vignerons anche perché per andare alla Bolten non solo bisogna arrivare a Dusseldorf ma farsi pure mezz’ora di S-Bahn per andare a korschenbroich

        • Pensa che io me so fatto due ore di bus solo per provare l’unica Brauhaus di Halle an der Saale 😛 Abitassi in Nordrhein-Westfalen diventerei scemo. Prost!

          • TI capisco: sulle follie che si fanno per il beer-hunting si potrebbero scrivere trattati (tipo i 109 € di treno – andata e ritorno – spesi questa estate per andare a Munster soltanto per bere alla Pinkus) ^_^

          • Vi stimo. Viva la Germania!
            PS: sono fornito di Bahn card sconto 25% condivisibile con altre 4 persone…se vuoi approfittare 😉

          • La Pinkus? Quelli che fanno le birre biologiche? E dimmi un po’, quanto hai rosicato di averci speso 109€? A me le birre loro non sono piaciute moltissimo.

            Colonna, sono io che stimo te e ti ringrazio di tutte le belle bevute che me so potuto fa al Macche. Se mai passi per Berlino famme un fischio, sarò ben lieto di farmi qualche bevuta in tua compagnia. Anche perché, dai tempi in cui ti sei occupato della città per la guida Eurohop, tante tante cose sono cambiate (in meglio)

          • Non mancherò, già dalla mia ultima visita ho notato cambiamenti in positivo…ma sai, io ormai “abito” in Franconia, quando fai una discesa è facile che ci becchiamo per una bevuta!

          • io il 30 parto per Lipsia con lo staff e poi ci fermiamo a Berlino, che mi consigliate a Berlino?

          • Tra poco pure Brewdog lol

          • @ Rauchbierlover: Proprio loro, quelli delle biologiche! In effetti non mi hanno fatto impazzire ma ero molto curioso e – tutto sommato – meglio spenderli così che in medicine 😉 Certo sono stati meglio investiti i soldi (pure meno: la miseria di 25€ se ben ricordo) per andare da Berlino a Lipsia (estate 2011) e provare, finalmente, una Gose all’Ohne Bedenken.
            @ Manuele: massima stima anche da parte mia ! prima o poi spero di riuscire a venire a Roma disponendo di tempo a sufficienza per passare a bere una buona birra da te. Del resto, come diceva Goethe, la vera geografia è sapere dove si spilla buona birra.
            @Gabbo 12: sarà forse inflazionato, ma la casa delle 100 birre in Mommsenstrasse (non quella in Potsdamer Platz) secondo me è un must. Se invece vuoi andare in una Brauhaus tradizionale personalmente eviterei la Mitte e andrei a Spandau. Se poi ti piacciono le ale il Lochness in roonstrasse è validissimo: però andare a Berlino (per la prima volta, mi pare di capire) per finire in uno scottish pub è come venire a Milano per mangiare la mozzarella di bufala. Cmq un viaggio a Berlino non è completo se non si beve una berliner weisse (molto facile da trovare, fortunatamente). Per gustarla davvero specifica che la vuoi “ohne” (liscia): ho notato che in alcuni posti, se non sei preciso, ti servono la variante “grun” (arricchita con sciroppo) che, secondo me, snatura le peculiarità del prodotto.

          • @Gabbo: Per fortuna Brewdog ancora non ha aperto. Ma tanto a Roma non manca occasione per berlo no? Anche perché venire a berlo qui tra americani e hipster vari spendendo il doppio di quanto si spenderebbe in un altro locale che senso ha? Per consilgi sul bere … dipende quello che ti piace. Se sei un fan delle basse daje giù di Spandau, Eschebräu, Hops&Barley e Schalander. Se ami le alte, non farti mancare Heidenpeters, Schoppe e Vagabund. Metti che te avanza mezza giornata vatti a fare una Potsdamer Weiss alla Forsthaus Templin, 100 volte meglio della Berliner Weiss della Kindl. Del resto qua ci sono solo due altri a fare berliner weiss, di cui uno homebrewer che ha già finito le 125 bottiglie da tempo…

            @Colonna: Se soldi, tempo e lavoro me lo permettono in Quaresima/Pasqua dovrei farmi un giretto a Bamberga. La Fastenbier di Schlenkerla ancora manca al mio CV e devo rimediare. Altrimenti c’è sempre l’obbligatorio tour francone di fine luglio, che non mancherò per nessun motivo al mondo, anche se ho sentito che Gänstaller ha chiuso la Locanda a Strassgiech…

            @Enrico: Alla fine nessun soldo è buttato. Manco quelli che ho speso io pe bere birre indecenti a Stoccarda. Ahahahah (Anche se va detto che almeno nella capitale co 109€ ce bevo un mese…)

            @Turco: scusa per gli off-topic 😀

          • Figurati, quando questi sono gli argomenti, gli OT sono benvenuti 🙂

          • Grazie per i consigli e le dritte ragazzi! Ovviamente di Brewdog non mi interessa nulla, ho già dato ad Edimburgo.
            Cercherò di non perdermi niente, rimanendo sul tradizionale tedesco.Per fortuna ho un altra guida esperta che vive lì, insieme ai vostri consigli penso che me la passerò bene, poi vi faccio sapere!
            ciao!

          • Brewdog era una iperbole. Però serve a sottolineare come berlino sia una città in continuo cambiamento e aperta un po’ a tutte le tendenze. Bere “tradizionale” in città non è una cosa proprio scontata.

            Io aggiungerei Brewbakler dove ho bevuto english IPA e Berliner Weisse non male.
            Il prater di Prenzlauer Berg, più per il posto che per le birre.
            Il berliner bier shop dove pui trovare tante produzioni recenti tedesche ma anche internazionali.

            Peccato abbia chiuso bier Spezialitäten perché aveva una quantità impressionante di roba “oscura”.

    • Oltre a Brewdog a mesi dovrebbe aprire una succursale della Brooklyn Brewery, sempre a Prenziberg. 😉

      IPA di Brewbaker? Quale, quella fatta con Hallertau e Polaris? A me non è piaciuta pe niente. Il Prater è bello d’estate, non ora che c’è la neve e temperature sotto lo zero. Che poi sì, le loro birre so penose (per usare un eufemismo)

  18. è normale e necessario che alcune belle realtà rimangano escluse. il “malcontento” sembra emergere soprattutto rispetto ai beershop ma faccio due considerazioni.
    1)finalmente si celebrano attraverso questo concorso veri e propri protagonisti della birra di qualità in italia. Quindi lode all’iniziativa.
    2)è evidente che alcuni beershop o pub siano rimasti esclusi non per scarsa qualità ma per scarsa capacità di fare “rumore”. Questa capacità è però ormai parte integrante di fare impresa. Della serie “chi si ferma è perduto”.

    Detto questo non avrei escluso “A tutta birra” che dal 1995 è attivo ed è tra i principali responsabili dell’inizio della mia sfrenata passione.

    • Premetto che “a tutta birra” è stato il mio primo beershop (insieme a Roybeer era praticamente l’unico su Milano) e ci ho lasciato i miei primi stipendi. In una nomination tipo “premio alla carriera” lo avrei quindi fatto vincere a mani basse. Se guardo però allo stato attuale devo dire che ultimamente (tipo negli ultimi 2 anni) ho riscontrato un peggioramento dell’assortimento, specie sulle birre estere. Ormai di “chicche” davvero non ne trovo + e l’esclusione, a conti fatti, ritengo che ci stia (parere del tutto personale, ovvio).

  19. Ma ti pare che un voto aperto, popolare, su un sito come il tuo avrebbe portato la vittoria a un irish pub o alla menabrea??? Ma cosa stiamo dicendo, avrebbero vinto i soliti nomi dai!!!
    C’è molta gente che lavora in punta di piedi, senza essere in prima linea o senza arruffianarsi i soliti nomi, gente che meriterebbe la possibilità di un voto. Non c’è.
    Sai a cosa mi riferisco quando parlo di “amicizie” e sul Birfud/Taberna mi sono espresso credo in maniera chiara anche se rude…ma la realtà è quella, non parlo di nomi “storici”, ma anche di realtà ben più meritevoli in provincia come il King Arthur o Golden Pot, per citare due esempi che evidentemente non hanno santi in paradiso ma un grosso consenso popolare.
    Al di là che gli “esperti” già si sono espressi e si esprimeranno sul birraio e birrificio dell’anno, a maggior ragione li avrei decisamente saltati per un voto totalmente popolare.

    • Quelli degli Irish e di Menabrea erano esempi limite. Sai quanti locali negli ultimi anni hanno messo un paio di birre artigianali, lavorandole in modo vergognoso? Tu stesso ti ci scagli spesso contro e a ragione. Però magari hanno grande popolarità fuori dai giri degli appassionati e quindi potrebbero tranquillamente vincere nel momento in cui l’iniziativa si diffondesse oltre la nostra solita cerchia. Progettare una cosa del genere significa prendere in considerazione tutte le eventualità e operare di conseguenza.

      • Sono d’accordo, ma la ritengo comunque un’ipotesi remota, e rinango comunque perplesso vedendo alcune “inclusioni” come giustamente fatto rilevare dal commento successivo.
        Alcuni si danno molto da fare, anche avendo un pub o beershop da un paio d’anni, mutuato magari da un impianto Guinness, a fare il prezzemolino di turno, ad arruffianarsi nomi che “contano”…ce ne sono un paio là in mezzo clamorosi, e non parlo certo fra i nuovi del Garavaglia, che con il suo BBB ha regalato a Milano una ventata di freschezza non indifferente.
        Altri, dove magari bevi MEGLIO, e hanno magari il pub o beershop pieno tre volte loro, vengono esclusi perché hanno un altro metodo lavorativo, meno appariscente ma secondo me, più efficace…in una giuria popolare prenderebbero comunque il triplo dei loro voti…eppure sono esclusi.
        Capisco la difficoltà di voto e le sue variabili, ma credo che si debba riflettere su questo pensiero

        • Sì sicuramente ho tenuto in considerazione anche a quell’aspetto e l’ho evidenziato agli esperti nelle “istruzioni” di votazione

          • Me sa che allora non hanno recepito molto 🙂

          • Risposta scontata e del tutto soggettiva 🙂

          • Io lo vedo come un dato di fatto, di soggettivo c’è poco…
            Magari una pre-selezione fatta sempre dal “popolo” avrebbe sicuramente evitato la nomination di alcuni nomi, in favore di altri che sicuramente hanno un peso maggiore a livello popolare.
            Essere già in quella lista porta visibilità, e sono sinceramente dispiaciuto di non vedere lì colleghi meritevoli che (diplomaticamente) ne sono quanto meno alla pari…qui alla pari non è partito nessuno…
            Ma non era meglio fare un semplice sondaggio sull’anno passato? Qua mi pare di stare al Grande Fratello…

          • Se il dato di fatto è che mancano colleghi che consideri meritevoli, è ovvio. Ripeto, è così per tutti, anche per me: ognuno avrebbe voluto vedere i suoi locali preferiti, o almeno quello che riteneva più meritevoli. Come detto da qualcun altro non esiste il concorso perfetto, così come non esistono delle liste che accontentano tutti. Così come, d’altra parte, non esistono i locali perfetti.

          • Giusto…ma qua si fa fuori Pirlo per Sculli.
            Non è “il locale preferito” è gente che per questo movimento ha dato molto, che ha già un ampio consenso popolare…non un consenso di una ventina di singole persone che hanno giocoforza una visione ristretta dell’insieme

        • Amen.
          Io più che sulle “esclusioni”, mi concentrerei su alcune “intrusioni” che spicanno troppo.

          Insomma “the system ha faild” IMO. Anche se sono convinto che i vincitori alla fine saranno quelli più meritevoli.

  20. Tutti si chiedono il perché dell’esclusione di alcuni nomi dalle nomination, io sarà controtendenza ma sinceramente mi chiedo il perché dell’inclusione di alcuni di quei nomi.

  21. Ciao Andrea,
    Ma queste votazioni dei giudici non si possono sapere?

  22. Azz…..e perché’ no?

  23. ma è possibile conoscere il criterio di valutazione? da quello che vedo (pub e beershop) ognuno ha votato i posti che conosceva senza un minimo di impegno.
    Per fare una cosa seria, bastava dare agli “esperti” un tempo abbastanza lungo, anche un anno, per visitare più locali possibile da votare con un criterio oggettivo e alla fine farli riunire e discutere delle proprie scelte, in questa maniera se un giudice di Roma non era mai stato in un pub di Milano poteva ascoltare le motivazioni (quali birre birre, come sono spillate…ecc) e decidere che poteva essere migliore della sua scelta e in questo modo creare una classifica tutti insieme basata sulle birre e non sulle amicizie…insomma non so se sono stata chiara ma credo che per fare un lavoro serio e fatto bene bastava un po’ di organizzazione ed un minimo di impegno, così com’é lo trovo piuttosto inutile, a sto punto andavo su ratebeer prendevo i primi classificati di ogni città ed ecco fatta la classifica!

    • gli devi dare anche 5000 euro a testa

      • e perchè? non mi sembra una fatica esagerata andare in più locali possibili in un anno, se ti piace la birra (dovrebbe essere ovvio)che fatica può essere mai, non si è mica obbligati ad andare in altre città, poi non è necessario spendere, basta una birra in un pub e in un beer shop manco quella, basta guardare…l’unica spesa per qualcuno sarebbe spostarsi in un’altra città per l’incontro finale ma anche a quello si può ovviare con una webcam; insomma se c’é la volontà si può fare altrimenti basta dire di no.

        • ma certo, che fatica vuoi che sia se uno ha un lavoro che lo impegna 5 giorni su 7, magari ha anche una vita, non gli regalano il gasolio e non è figlio di ferrovieri… in fondo fra Forni di Sopra e Palermo ci sono solo 1500 km di distanza, da lì puoi raggiungere a nuoto la Sardegna poi

          • vabbè ho capito che vuoi fare polemica, ho specificato che basta girare i pub e beershop della propria città, di più non so cosa dirti. ciao!

          • cioè, tu vuoi dare un anno di tempo agli esperti per girare i locali della propria città che essendo esperti probabilmente conoscono già a menadito per poi ritrovarsi a decidere cosa, quelli delle altri città? mah

  24. forse se si vive in un paesino si, ma a Roma che ci sono centinaia di pub e beershop è molto difficile essere stati in tutti.

    • ti do una notizia: la maggioranza della popolazione italiana non vive in grandi città. compresi molti degli esperti della lista

      te ne do un’altra: al di fuori del GRA c’è un mondo ostile. in nessun’altra città italiana ci sono centina di pub e beershop. si fatica a parlare di decine

  25. Però davvero non sarebbe male per le categorie pub e beershop come idea imporre alla giuria “di qualità” l’obbligo di proporre almeno un nume che sia fuori dalla loro regione, considerando che la magior parte di loro sono del Nord Italia o del Lazio, farebbe ampliare la possibilità di scelta.

  26. Per evitare il risultato prevedibile a cui siamo arrivati, la nomination dei soliti noti, penso che sarebbe stato meglio frazionare questi esperti per regioni geografiche o almeno area. Allora li si che avresti avuto un concorso che rispecchiava la realtà e magari che faceva uscire fuori novità.

  27. Premetto che ho letto rapidamente tutti i commenti e magari m’è sfuggita la risposta…ma su che base sono stati decretati i partecipanti di questa nomination?

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