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I miei commenti sui risultati di Birra dell’anno 2014

birra annoDopo essermi ripreso dalle fatiche della partecipazione in giuria, oggi è sicuramente interessante analizzare i risultati del concorso Birra dell’anno. Per l’elenco dei podi delle varie categorie vi rimando al post di ieri o, meglio ancora, al pdf che Unionbirrai ha pubblicato nelle scorse ore. Prima delle considerazioni è però utile sciorinare qualche numero per capire di cosa stiamo parlando: 621 birre iscritte provenienti da 123 birrifici italiani e giudicate da 40 giudici, italiani e stranieri. In parole povere il più importante contest birrario d’Italia, che negli anni sta crescendo allo stesso ritmo del settore: pensate che nell’edizione del 2006 le birre in concorso erano appena 100 in rappresentanza di 32 birrifici. Chiaro dunque che l’importanza di questo premio cresca di anno in anno.

Partiamo allora dalla fine e cioè dal produttore incoronato Birrificio dell’anno. Come nel 2013, anche stavolta il riconoscimento è finito allo storico Baladin, che è riuscito a surclassare i concorrenti grazie al dominio quasi totale nelle categorie Barley Wine e affinate in legno. Come sicuramente saprete, infatti, questo premio viene assegnato in base ai piazzamenti nelle varie tipologie, sulla base di un semplice calcolo matematico: le sei medaglie totali (2 ori, 2 argenti e 2 bronzi) sono perciò valsi l’alloro per la creatura di Teo Musso.

Come già accaduto in passato, è impossibile non notare come il riconoscimento sia arrivato grazie a birre di nicchia, talvolta anche economicamente poco accessibili per il consumatore finale. In quelle categorie Baladin è un leader indiscusso – e sfido ad affermare il contrario – ed è quindi giusto che abbia vinto, ma da un punto di vista comunicativo e di sviluppo della birra artigianale in Italia secondo me questo aspetto porta con sé qualche problema. Indipendentemente da chi sia il vincitore, infatti, è paradossale che il nome più in vista risulti quello affermatosi con birre meno abbordabili. È un’obiezione che avevo sollevato in passato e che è stata avanzata ieri anche da Angelo di Berebirra. Personalmente lo vedo come un “bug” del concorso, che si potrebbe parzialmente correggere prevedendo un coefficiente di punteggio per ogni categoria in base al numero di birre iscritte in ognuna di esse – grazie a Stefania per il suggerimento 🙂 – o in base alla reperibilità degli stili di appartenenza.

Capirete quindi che a mio modo di vedere sono molto interessanti i podi degli stili più diffusi. Tra le “Italian Lager” è da segnalare la vittoria de La Grigna di Lariano, che si conferma una delle migliori Pils italiane e che si è tolta la soddisfazione di precedere nientemeno che la Tipopils del Birrificio Italiano. Nel regno delle basse fermentazioni si è una volta di più certificata l’eccellenza di Birrone, con gli ori di Scubi e Cibus che ho accolto con grande piacere. Piacere analogo per l’exploit di uno dei migliori birrifici del Meridione: Birranova ha portato a casa due ori (Negramara Extra e Moscata) e un argento (Abboccata), riuscendo quasi a lottare per il premio Birrificio dell’anno. Peccato solo che l’azienda di Donato di Palma sia una delle poche premiate a rappresentanza del sud Italia.

Tornando a stili parecchi diffusi non si può non notare l’affermazione di due birrifici importanti nelle categorie IPA e APA. Gli ori sono andati rispettivamente alla storica Re Ale di Birra del Borgo e alla Gaina del Lambrate. Nomi importanti anche nel podio delle Black IPA, che ha visto piazzarsi nell’ordine 2 di Picche (Menaresta), Hoppycat (Birra del Borgo) e Castigamatt (Rurale). A proposito di Birra del Borgo, il produttore di Borgorose ha davvero “rischiato” di battere Baladin, grazie alle altre medaglie conquistate con Rubus (oro), Duchessic (bronzo) ed Equilibrista (bronzo). Un discorso a parte lo merita il birrificio Brùton, capace di ottenere un oro (Lilith), un argento (Stoner) e un bronzo (Bianca). Una performance eccellente, che mi rende particolarmente felice per i motivi che ha raccontato Andrea Riccio in fase di premiazione.

In generale quest’anno i risultati di Birra dell’anno mi hanno soddisfatto particolarmente, perché formati da un giusto mix di nomi conosciuti e assolute sorprese – nel 2013 ad esempio queste ultime erano state davvero troppe. Allora bisogna assolutamente segnalare l’oro di Birra Elvo con la Doppel Bock (cat. Bock), quella del Birrificio dei Castelli con la Extrema Ratio (cat. DIPA), quella di Curtense con la Brixia Nera (Stout) e in parte quella di Aleghe con La Brusatà (castagne). Tra le mezze sorprese aggiungiamo anche i due ori de La Gastaldia (Melita e Blondie) e quello di Kamun (Nocturna). Di fronte a nomi poco conosciuti la prima reazione è quella di storcere il naso, ma ovviamente voglio sperare che nessuno pensi davvero di poter giudicare un birrificio senza averlo prima assaggiato. Nei panel test di sabato, ad esempio, ho avuto modo di conoscere gli ottimi prodotti di Le Fate, che – guarda caso – ha ottenuto due piazzamenti in altrettante categorie.

Concludo poi segnalando altri ori che mi hanno fatto particolarmente felice: quello del Birrificio del Forte con la Gassa d’Amante, di Croce di Malto con la Hauria, di Rurale con la Seta, di Dada con la Panela, di Statalenove con la Preda, del Ducato con la Chrysopolis e – ultimi ma non ultimi – di MC77 con la Fleur Sofronia, una Blanche all’ibisco che a Rimini mi aveva fatto letteralmente impazzire. Un giorno magari scriverò del caso di Matteo e Cecilia e di come il passaggio da beer firm a birrificio possa portare incredibili vantaggi.

In conclusione 78 medaglie assegnate per 26 categorie, con una sola “anomalia”: i due argenti pari merito (Falesia di Lariano e Dubec di Via Priula) nella categoria delle Bock. Niente a che vedere con le scorse edizioni, per capirci 🙂 . Forse mai come quest’anno i risultati di Birra dell’anno mi hanno convinto. E non è perché ci fossi io in giuria, sia chiaro 😛 . Se ne volete sapere di più su questa esperienza, l’appuntamento è con il post di domani. Nel frattempo avete qualche commento da fare sulle medaglie?

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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39 Commenti

  1. Contento per Lariano, d’ accordo per la ReAle.
    Tanta voglia di assaggiare tante cose.
    BdB 5 medaglie in 5 categorie, Baladin 6 su 3 categorie, regolamneto a parte, Borgorose più versatile di Piozzo… 🙂

    • Essendo _incontestabili_ risultati, trasparenza, meccanismi, giudici e giudizi (etc etc) mi viene solo da pensare che i birrifici siano ben attenti nel mandare cotte eccezionali per risultati e cura ai concorsi.

      Perché una reale decente non si beve in giro da anni…

      • Io la ReAle l’ ho assaggiata a Febbraio alla Taberna e stava in una forma strepitosa.
        E sì, lo penso anche io che mandino delle super cotte ai concorsi, ma non tanto i nomi storici o importanti, piuttosto le piccole realtà, sarà curioso vedere dei piccoli che hanno preso un podio chi nel 2015 ci sarà e chi sarà dimenticato.
        Un nome a caso del concorso 2013, Birrificio Artigianale Veneziano.

        • Spero lo sia.
          Il punto è proprio che noi non abbiamo bevuto quello che c’era sul tavolo di BdA. Se c’è attinenza tra riconoscimenti e “bevute di strada” tanto meglio.
          Non sempre capita.

  2. secondo me da una parte bisognerebbe fare la classifica prendendo spunto da come viene fatta la classifica delle medaglie alle olimpiadi, prima si contano gli ori, poi per chi arriva a parimerito, gli argenti poi i bronzi, ed eseguire correzioni per evitare di vincere in categorie poco frequentate (sempre dalle olimpiadi come il coefficiente nei tuffi o nel pattinaggio) secondo me o si conta una per categoria o coefficiente in base al numero delle birre iscritte che raggiungono un punteggio minimo

    • Credo che cambiare le regole per evitare che un birrificio (qualsiasi esso sia) continui a vincere non sia neanche il massimo della sportività, anzi costituirebbe il precedente per cambiare regole ad ogni futura doppietta di un altro birrificio, per assurdo. Soprattutto perchè non si dovrebbe cadere nell’errore di giudicare uno stile più importante di un altro, ognuno ha le sue criticità. La reperibilità è un’altra storia poi ed è svincolata da un concorso.
      Se proprio si volesse ritoccare il meccanismo, a mio modesto parere si potrebbe imitare ciò che avviene nei concorsi hb, facendo contare solo il punteggio più alto in caso di più piazzamenti nella stessa categoria, premiando anche chi spalma le iscrizioni mostrando versatilità.
      Con i coefficienti temo proprio si entrerebbe solo nel mondo iperuranico.

      • non è una cosa così strana, anzi. in altri campi è comune e sta anche a certificare la grandezza di un concorrente (hanno addirittura cambiato le regole a causa mia), due esempi: in formula 1 si cambiano regole ogni anno per evitare strapoteri e rimescolare le carte in gioco ogni anno, nella Pallacanestro USA molte regole sono nate proprio per evitare strapoteri: divieto di schiacciata nell’NCAA (Kareem Abdul Jabaar, da cui poi ha inventato il gancio cielo e, anche per questo motivo è considerato uno dei più grandi) 3 secondi (Bill Russel) e allontanamento della linea dei 3 punti (evitare un generale tiro al bersaglio).

        • Se fai cultura cestistica per me hai ragione a priori! 😛

          • grazie 1000
            la mia Idea è questa. se il peso dipendesse dal numero di birre iscritte Mr Baladin avrebbe da una parte tutto l’interesse a coinvolgere tanti birrifici ad iscrivere ad es barley wine al concorso aumentando il livello della categoria e dall’altra si butterebbe in altre categorie molto più frequentate e vista la sua esperienza e capacità potrebbe anche vincere ma dall’altra parte aumenterebbe la concorrenza di tutti gli altri per poterlo battere: questo deve essere lo scopo implicito di un concorso. (sempre con una metafora cestistica il bonus dopo i falli nasce proprio per permettere alla squadra che sta perdendo di fermare il gioco per recuperare, altrimenti a metà partita chi è davanti vincerebbe sempre)

  3. Io saro’ una voce fuori dal coro…. ma ogni anno che passa birra dell’anno mi sembra sempre piu’ fuoriluogo….

    Perchè inanzitutto, se sono stati scrutati 123 birrifici su oltre 600 in italia, come si fa a dire che è un concorso che rispecchia il panorama italiano?

    Birrifici come Brewfist, extraomnes, Elav, bad attitude (anche se è semi svizzero…), toccalmatto, ducato, montegioco,e tanti altri, che hanno produzioni vendute in tutto il mondo e nella grande distribuzione non sono stati neanche quesi presi in considerazione….

    Birra dell’anno è un bel concorso, ma come ogni anno mi ripeto….
    Non rispecchia il reale valore della birra artigianale in italia a mio modesto parere…..

    • Per carità, tutti liberi di commentare qui e altrove, ma prima almeno informatevi.
      I birrifici erano 123 perché sono quelli che hanno pensato bene di partecipare. Non sono stati scrutinati ma votati, altri hanno pensato che fosse meglio restare fuori, contenti loro.
      Elav c’era e si è piazzato, Ducato c’era e ha vinto medaglie (tra cui un oro), credo che ci fossero anche Bad attitude e Brewfist. Mi sa che devi rivedere un po’ la tua lista.
      Poi se per concorso rappresentativo intendi quello dove vincono le birre che piacciono a te, è un altro discorso…

    • Secondo me gli riesce più facile recitare il ruolo del ghost che quello del writer 😀

    • Birrifici come Toccalmatto penso rischierebbero di fare fatica a rientrare pienamente nelle categorie. Prendo ad esempio Zona Cesarini, una birra a mio gusto buonissima, ma che è al limite della categoria APA; lo dico anche da aspirante degustatore di II livello: una birra che potrebbe essere buonissima, in un concorso (non è il caso di BdA ma di BJCP per esempio) rischia di essere esclusa perché è fuori stile. L’altra sera, durante la degustazione di “concorso” al corso, abbiamo assaggiato 3 doppelbock, tra cui Amber Shock: birra buonissima, come tutte quelle di Ago, ma purtroppo fuori stile e quindi eliminata. Serviranno pure a qualcosa gli stili?! O dobbiamo sempre e comunque lavorare all’italiana e aggiungere qualcosa alle birre?! Dopo non lamentiamoci della lontananza dagli stili originali!

      • Il tuo per me è il commento dell’anno, da cui traspare l’ignoranza di taluni che mettono su corsi e “concorsi inerenti ai corsi”, supponenza data da un pezzo di carta che a discapito del tuo portafoglio stai prendendo e ponendo sul muro della cameretta, incapacità di vedere il panorama attuale italiano e internazionale. ..”lavorare all’italiana”…invito TUTTI a rileggere il tuo commento, senza riderne, ma come esempio di inculcamento di vaccate clamorose da parte di 4 ignoranti che creano corsi…se il diplomando sei tu, e se fai certe affermazioni. Non è colpa tua…bevi di più e non dar retta a chi spara ste minchiate…

  4. 123 birrifici su oltre 600 – 8 birrifici su 10 non partecipano – di cui nemmeno si sa quali e quante birre partecipano, son ben pochi.

    • Altre incorrettezze: quante birre partecipano si sanno, quali birrifici si saprà tra qualche giorno.
      Mi pare che a parte due o tre nomi, quelli più importanti ci siano tutti. Senza considerare che da nessuna parte c’è scritto che Birra dell’anno vuole rappresentare il panorama italiano. Al limite – e lo aggiungo io – vuole valutare le birre di chi ha piacere a mettersi in gioco, che per fortuna sono quasi tutti i birrifici più importanti.

      • Non mi sono spiegato:
        “di cui nemmeno si sa quali e quante birre partecipano”
        Riformulo:
        “Quante birre e quali birre ha portato Baladin?”

        • Ok ma nell’economia generale del concorso mi sembra un dettaglio
          Scusa il tono precedente, ma mal sopporto le critiche a priori a concorsi costruiti col massimo della professionalità e trasparenza

      • > quali birrifici si saprà tra qualche giorno.

        son passate due settimane e non mi pare si sappia ancora nulla.

  5. Il Birrificio Brùton è stato una rivelazione anche per me: tre bevute (Bianca, Brùton e Stoner), di una qualità commuovente. Non ho ancora avuto modo di provarle, ma sono impaziente di saggiare il Birrificio del Forte e, tra le tante, la 2 di Piccher che si riconferma in questa edizione sarà presto mia!
    Per la vittoria di Baladin, beh…credo siano già espressi abbastanza dubbi in merito alla modalità di assegnazione del premio. Anche io, sul mio blog, ho evidenziato l’assenza di novità di questo riconoscimento, quotatissimo ai botteghini.

  6. Mi permetto di sottolineare il bronzo della Munich del Birrificio Estense nella categoria Cat. 4 (Ambrate e scure, alta e bassa fermentazione, basso grado alcolico, d’ispirazione tedesca). Si tratta di un birrificio che ho conosciuto di recente e che mi ha sorpreso per il buon livello delle sue produzioni.

  7. Christian Riccardi

    Ciao,
    Mi stupiscono degli scarsi, solo un podio, risultati ottenuti dal birrificio Gamboló, birraio e birrificio giovane ma in forte crescita, soprattutto per quanto riguarda la Gasoline Super che ritengo, nel panorama italiano, una delle migliori espressioni nel suo stile di appartenenza.
    Gioisco invece per i riconoscimenti ottenuti da Menaresta, Lariano e Rurale, birrifici delle mie zone che adoro e frequento abitualmente.
    Colgo anche l’occasione per ringraziarti personalmente per tutti gli spunti che quotidianamente fornisci e per l’ottimo lavoro svolto.
    Grazie!!!

  8. A volte non capisco tutto questo prendersi sul serio tra polemiche e battute al veleno, mettendo in discussione tutto e tutti meno sè stessi. Non sto assolutamente giudicando ma solo riflettendo ad alta voce insieme a voi.
    Concordo con Andrea su una distribuzione differenziata in base a numero di birre iscritte e anche peso della categoria. Inoltre mi sembra che le categorie rimangano forse troppo numerose. Quanto alle premiazioni, non mi stupisce la Nocturna, già vincitrice del Brussels Beer Challenge nel 2012, e che aveva segnalato ad Andrea. Mi chiedo invece dove sia finito il BAV che l’anno scorso aveva fatto incetta di medaglie, a mio parere immotivatamente. Quanto alla rappresentatività mi sembra siano pochi gli outsider nel medagliere: segno di eccessiva maturità dei birrifici più “vecchi” o fatica dei più giovani a tenere il passo?

    • Condivido. I meccanismi di ogni concorso (come i risultati) sono sempre opinabili a seconda dell’angolo visuale, ma il tutto va vissuto con lo spirito di una festa. Del resto, alla fine, si beve qualcosa perchè piace a livello individuale: non certo per il motivo che una birra ha preso un buon piazzamento ad un concorso. Al massimo un risultato può invogliarmi a sperimentare qualcosa che un gruppo di appassionati ha ritenuto meritevole di menzione, ma se la ricetta non ti convince non c’e concorso che tenga: l’unico giudice che alla fine incide su quello che bevo sono io (non me ne vogliano i giudici di BDA ^_^). Detto questo ritengo che le affermazioni di Gaina, 2 di Picche e ReAle siano sacrosante. Non condivido invece le vittorie di La Grigna (a danno della Tipopils), della Doppelbock di Elvo (a danno della Falesia) e della Fleur (a danno della Verdi Imperial Stout). Comunque buone bevute a tutti !

      • Il problema è che forse in alcuni angoli di questo ambiente lo spirito di festa si è perso da un po’. Ammesso che ci sia mai stato.

        • Visto che manco ti ricordi più il mio nick, torno a commentare…
          A differenza dei vari siti di rating un concorso prevede le degustazioni alla cieca. La maggior parte delle volte si tende a bere “a memoria” ma senza l’etichetta davanti si deve degustare sul serio, usando altri parametri, e questo ti porta a delle sorprese notevoli…
          Detto questo ogni concorso fotografa un istante, non una storia, ma a leggere i risultati vedo comunque molte conferme di ciò che ho bevuto negli ultimi tempi e comunque un livello che si alza sempre più: oramai l’Italia non è più la cenerentola birraria.Speriamo se ne accorgano anche gli italiani…

  9. Premesso che non sono un giudice, condivido l’idea che le regole si possano rivedere ma comunque sono valide per tutti i partecipanti quindi non credo che favoriscano tizio piuttosto che caio.
    Secondo me, tralasciando i successi dei grandi e più “anziani” cioè i vari Baladin, Birra del Borgo, del Ducato, Lambrate, ecc…su cui non c’è molto da dire, il dato più interessante è che ci sono realtà più giovani tipo Birrone o Bruton che si consolidano e nuovi che avanzano tipo Dada, Estense ed Elvo. Il che fa ben sperare per il futuro della birra in Italia.

  10. continuo a non capacitarmi della valanga di persone che persevera nel giudizio di qualcosa che non ha avuto nel bicchiere durante bda
    eravate tutti in giuria per caso??
    “ah no non sono daccordo su x, doveva vincere y”
    “clamorosa esclusione di z”
    il tutto condito spesso da campanilismo spicciolo stile commento dissaporiano
    capisco il colonna che si vede vincere birre che magari si distinguono per 1 mese all’anno, il resto è chiacchera da bar

  11. Rivolgo i miei complimenti più sinceri a Donato Di Palma. Il lavoro serio paga sempre!

  12. …passatemi un commento “leggero”… premiazione che dura un paio di orette… 2 ore di ” ’cause i’m happyyyyyyy “… pietà! 🙂

  13. mi fa piacere che le Fate siano piaciute. il birrificio è molto vicino a casa mia e peraltro d’estate ha un interessantissimo gastropub nel paesino di Grottammare (AP), luogo di vacanze, dove abbinano un assaggio delle loro 6 birre con 6 piatti tipici della zona rivisitati in chiave moderna. speriamo sia d’impulso al movimento marchigiano (di cui, a parte Terre Collesi e Mukkeller, conosco ben poco)

  14. Tenute Collesi, btw

  15. Il commento del COLONNA racchiude tutto il nostro percorso…cit. Me sei proprio piaciuto..

  16. Concordo con INDASTRIA, riferendomi però al Lariano… ho appena ri-bevuto(ieri) per l’ennesima volta sia La Grigna che La Falesia e non mi spiego assolutamente come sia possibile che abbiano vinto qualcosa. Per un birrificio dalla totale incostanza produttiva (anche se c’è da dire che ultimamente sono “migliorati” molto da questo punto di vista) non mi spiego come sia possibile vincere un premio (anzi due) di questa portata, se non, davvero, con una (delle) produzioni apposite..

    Matteo

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