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L’attesa è finita: lunedì il Bir&fud riapre con tante novità

B&F_preopening-22 copiaEra il 2007 quando a Roma aprì i battenti il Bir&fud, un locale che avrebbe influenzato pesantemente l’intero movimento italiano della birra artigianale. Sebbene ogni presentazione sia forse superflua, ricordo che il progetto nacque dall’iniziativa di Manuele Colonna, Leonardo Di Vincenzo e Fabio Spada, proponendosi come una delle prime realtà nazionali (e forse la più fortunata) a puntare sul connubio tra cibo e birra. Grazie anche al supporto di un certo Gabriele Bonci, l’offerta gastronomica si focalizzò su piatti di assoluta qualità ma “facili” (pizze in primis, ma non solo), mentre sul fronte birrario la novità era senza precedenti: proporre solo birre italiane, sia alla spina che in bottiglia. Oggi può sembrare una scelta scontata o quasi, ma all’epoca fu tanto coraggiosa quanto vincente. Dal 2007 a oggi il settore si è modificato sensibilmente e il Bir&fud ha deciso di cambiare di conseguenza. Dopo diverse settimane di chiusura, martedì il locale si è presentato alla stampa nella sua nuova veste, che riguarda aspetti non solo estetici, ma anche contenutistici. Scopriamoli insieme…

Partiamo allora proprio dai contenuti. Sul fronte gastronomico la novità più eclatante è l’ingresso nella squadra di Cristina Bowerman, chef stellato salita agli onori della cronaca con la sua Glass Hostaria (situata non distante dal Bir&fud). Il menu resterà sempre improntato su proposte semplici e immediate, ma c’è da scommettere che l’estro creativo della Bowerman influenzerà diversi piatti. Le pizze ad esempio non scompariranno, anzi beneficeranno di un forno tutto nuovo e della consulenza di Bonci, che dovrebbe proseguire come in passato. Per il resto troverete alcuni dei piatti classici del Bir&fud, come il tris di supplì, e altre preparazioni inedite (costine d’agnello in salsa bbq, polpette al sugo, calzone al metro). A detta della stessa Bowerman, la cucina sarà comunque a completo servizio della birra, offrendole quindi una sfida nuova e intrigante. È interessante notare come un numero di chef stellati si stia avvicinando alla birra artigianale: risale a pochi mesi fa, ad esempio, l’apertura del Bibere Bistrot con il supporto di Anthony Genovese.

B&F_preopening-18 copiaChiuso il discorso gastronomico passiamo a quello birrario, che a noi appassionati interessa maggiormente 🙂 . Innanzitutto partiamo dicendo che l’impianto ha subito un upgrade imponente, raggiungendo ora un totale di 36 vie, di cui 30 spine e 6 handpump inglesi. Tutto questo ben di dio permetterà di divertirsi parecchio con l’offerta birraria, che abbandonerà la sua caratterizzazione italica: le birre dei nostri birrifici saranno sempre preponderanti, ma verranno accompagnate anche da produzioni straniere. In particolare Manuele ha spiegato come la selezione delle spine sarà “concettuale”, cercando quindi di superare la classica impostazione per stile. Questo si tradurrà in una serie di sottogruppi di spine divise per tema, che potrà essere una nazione di riferimento piuttosto che una tecnica produttiva. I sottogruppi varieranno di volta in volta, mentre una decine di spine rimarranno pressoché invariate, ospitando birre “resident”.

Per riassumere questa nuova impostazione, vi riporto quella che sarà la tap list di aprile 2014:

Resident
1 Reale
2 Via Emilia
3 Seta
4 Ligera
5 Tripel
6 Indian Brown Ale
7 Hoppycat
8 Quarantot
9 Saint Ambroeus
10 Perle ai Porci

Belgio
11 Bink Blonde
12 Saison Dupont
13 Darbyste
14 Pannepeut

Botti
15 Wild Solera
16 Old Antonia
17 1111 Liscia P
18 Imperiale P

Sour
19 Cantillon Lambic P
20 Cuvee de Ranke
21 Beerbera
22 Birrozzo
23 Rodenbach Grand Cru
24 Gose

Inghilterra
25 Orkney Cornkcrake
26 HopHead
27 Hoppiness
28 Madness

Franconia
29 Pils Gaenstaller
30 Keller Gaenstaller
31 Affumicator Gaenstaller
32 Weizen

Ingredienti Locali
33 Duchessa
34 Garbagnina
35 Bastarda Rossa
36 Parallelo

B&F_preopening-8 copiaCome avrete capito, dunque, quando il locale riaprirà sarà pieno di contenuti nuovi e interessanti. Ovviamente però la prima cosa che salterà agli occhi sarà la nuova veste estetica, cambiata profondamente dopo un lungo periodo di ristrutturazione. Da un punto di vista puramente estetico il nuovo Bir&fud è assai diverso rispetto al passato, grazie soprattutto a scelte architettoniche ricercate e al passo coi tempi. La parte che ha subito gli interventi più importanti è quella iniziale, dove sorge il bancone. Questo elemento è stato completamente ripensato e ora ha dimensioni impressionanti: praticamente si estende per tutta la lunghezza della prima sala, permettendo ai clienti di sedersi e consumare direttamente al banco. L’impianto di spillatura è eccezionale e il suo impatto visivo quantomai scenografico, grazie a una sfilza infinita di stupende colonnine che sembrano perdersi in lontananza. Insomma, scordatevi completamente il vecchio Bir&fud: ora siamo al cospetto di ambienti chic e di grande impatto estetico.

Il rovescio della medaglia è a mio avviso un eccessivo ridimensionamento dello spazio utile nella prima sala, poiché in gran parte occupata dal suddetto bancone. La struttura del locale non permetteva di muoversi agevolmente neanche prima, ma ora ogni manovra è ancora più complicata, rendendo quasi impossibile rimanere in piedi per bere o fare due chiacchiere senza bloccare il passaggio. La prima sala si è trasformata in pratica in un corridoio con una decina di posti a sedere al banco, anche considerando che ha sfruttato una parte – piccola ma preziosa – del vecchio pre-dehors, se così lo si può chiamare. Ovviamente questi dubbi saranno sciolti dalla “prova su strada”, ormai prossima: l’apertura al pubblico del nuovo Bir&fud avverrà lunedì 7 aprile.

La seconda sala è invece rimasta strutturalmente invariata, sebbene anche qui siano stati effettuati importanti interventi a livello estetico. In generale il nuovo corso del Bir&fud cercherà di riportare dignità alla vita mondana del quartiere Trastevere, ormai in balia di ristoranti dal dubbio gusto, classiche trappole per turisti e supermarket che offrono alcool di bassa lega a prezzi contenuti. Il bello è che in questa lotta la birra di qualità sarà l’elemento centrale e forse riuscirà a far capire all’opinione pubblica che il consumo aberrante di bevande alcoliche è una questione essenzialmente culturale. In prima linea ci saranno combattenti come Leonardo e Manuele, quindi possiamo dormire sonni tranquilli, chiaramente dopo aver cenato al Bir&fud 🙂 . In bocca al lupo al nuovo corso di questo splendido progetto.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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17 Commenti

  1. con tutto il bene che voglio a Colonna e col fatto che il B&F 1.0 era un locale fantastico, in base a cosa è stato “un locale che avrebbe influenzato pesantemente l’intero movimento italiano della birra artigianale”?!?

    se proprio, il Macche piuttosto

    • Beh lo vedo un po’ come un prototipo dei ristopub che ora vanno tanto per la maggiore.
      E soprattutto la scelta di puntare su sole spine italiane all’epoca fu pionieristica e a mio modo di vedere ha influenzato le tap list di tanti locali italiani negli anni successivi.
      Mia opinione, come sempre.

      • può darsi che sia stato un prototipo, non ho né la memoria né la conoscenza di ciò che è accaduto in tutto il Paese (ma direi che il Birrificio Italiano non è così distante come modello), ma influenzare vuol dire imporre un modello che viene replicato. al di fuori di Roma locali/bistrot birrari con quelle ambizioni semplicemente non si sono mai visti nelle grandi città, né come numero di spine né come elaborazione della proposta gastronomica, in provincia dove non so quanto sarebbe sostenibile men che meno. le scelta di puntare sulle spine italiane giù al Nord, dove sta la maggioranza dei birrifici di punta, è in atto da parecchi anni senza che molti locali nemmeno sappiano dell’esistenza del B&F

        probabilmente ha influenzato pesantemente Roma…

  2. Mi**hia!! Quelle spine e la cucina della Bowerman! Non vedo l’ora!!

  3. Beati voi che vi trovato un locale così (quasi) sotto casa! =D

  4. a Roma, tra eventi e locali, non si sa più dove andare a sbattere la testa..
    per carità, la cosa fa piacere assai.. però qui tocca darsi una calmata.. :-))

  5. Per carità, la Bowerman sarà (è) un fenomeno… Ma ormai a Roma senza Bonci o la Bowerman non se magna?!

    • Considerazione sacrosanta, anche a me lascia pensare…solo che con Bonci ci collaboro da 10 anni, da quando ci aiutava alle degustazioni al Bierkeller, e il Bir&Fud è stato aperto con lui.
      La Bowermann è la moglie del nostro socio, quindi spero che almeno in questo caso, la considerazione (giusta) abbia almeno una valida giustificazione 😉

      • Figurati Manuele, non era una critica specifica, volevo solo sottolineare che questi 2 nomi ormai su Roma sono veramente inflazionati. Parliamo di eccellenze assolute, quindi non c’è problema, ma è curioso come abbiano quasi monopolizzato la scena!

        • Bonci è sempre stato un grande appassionato e bevitore di birra, famosi erano i suoi incontri con Mike Murphy allo Starbess una dozzina d’anni fa. Per me è sempre stato un gran compagno di bevute, facile quindi il suo collaborare con diverse realtà della birra artigianale romana, anche prima di diventare così famoso.

  6. Manu,
    Giura che non rifarai mai i cessi del Macche..
    Ormai siamo vecchi, troppi cambiamenti fanno anche male al cuore.

    • Cmq quello del Bir&fud spero sia stato rinnovato adeguatamente…

    • Mai…se quelle tazze potessero parlare 🙂
      Per il Bir&Fud ovviamente sono stati degnamente rinnovati, ho però in ballo una scommessa su una delle due porte che ha una chiusura fin troppo cerebrale per il trasteverino del sabato sera…per me dura lo spazio di un weekend…

  7. quando salgo nella Capitale passare a magnare na pizza o anche solo i fritti al bir&fud è d’obbligo…non vedo l’ora di tornarci e vedere il new look. sono contento che sia stata ampliata la selezione di spine anche con birre internazionali perchè per me era quello un pò il punto dolente…vero anche che se volevo cantillon potevo andare di fronte.
    fortunati (ancora una volta) i romani ad avere un locale simile…tra l’altro di fronte alla mecca della birra…in bocca al lupo al nuovo progetto.

  8. Sicuramente piu carino ora che è stato rinnovato. L’ho provato ieri sera e purtroppo ancora non erano pronte tutte e 36 le spine. La delusione vera è stata quella di pagare per le spine 6 euro… ero e sono abituato ai 5 euro che ormai è quasi prezzo fisso ma inizio a non sostenere piu importi oltre i 5 euro. Peccato davvero!

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