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Guida ai locali birrari di MoBI: la mia recensione

guida mobi“Questo libro colma, finalmente, una lacuna. Una grave lacuna”. Così comincia la prefazione a cura dell’amico Luca Giaccone alla Guida ai locali birrari di MoBI, ultima e più ambiziosa fatica editoriale del movimento dei consumatori di birra artigianale. In effetti fino a oggi non era ancora presente nelle librerie una pubblicazione completamente dedicata a segnalare i migliori locali d’Italia per la birra artigianale, e questo nonostante il boom del settore sia ormai indirizzato verso le venti primavere. Quello di MoBI in realtà non è il primo tentativo del genere: in passato vi parlai di progetti più o meno analoghi, come Le Tavole della Birra dell’Espresso (con Assobirra) e la guida del Gastronauta. Quello di cui parliamo oggi, tuttavia, è uno sforzo senza precedenti per provare a offrire una panoramica completa e organica dei locali nazionali devoti alla nostra bevanda, a fronte della quale le altre pubblicazioni citate quasi scompaiono – nessuno se ne abbia a male. Obiettivo raggiunto? Scopriamolo insieme…

A mio avviso la peculiarità più importante della Guida ai locali birrari è rappresentata dalle caratteristiche della sua genesi. Si tratta di un progetto che parte dal basso, non nato dai calcoli di un’azienda del settore ma dalla passione autentica dei membri di una piccola associazione. Se questo aspetto avrebbe potuto creare mille ostacoli in partenza – come immagino ci siano stati – si è poi trasformato nel più importante motore propulsivo per il progetto. In definitiva ciò che distingue una guida buona da una cattiva è il numero e il livello di competenza dei suoi collaboratori. MoBI ha sguinzagliato decine di collaboratori in tutta Italia, che hanno visitato ognuno dei 650 luoghi recensiti sulla guida. Chi frequenta l’ambiente da tempo conosce la maggior parte dei nomi coinvolti e può garantire sulla loro preparazione e capacità critica. La premessa dunque è delle migliori, ma da sola non basta: ciò che definisce un prodotto valido è la capacità di convertire questi promettenti punti di partenza in qualcosa di reale e funzionale. Perciò vediamo com’è strutturata la guida.

Dopo la già citata prefazione si apre una veloce introduzione a firma dei due curatori, Massimo Faraggi e Sergio Riccardi. Le successive tre pagine sono invece dedicate a illustrare i criteri di selezione e di valutazione, oltre a spiegare le immancabili icone utilizzate nelle schede dei locali. Non sono stati assegnati punteggi: l’unico modo di distinguere i luoghi particolarmente meritevoli è il bollino “TOP MoBI”, che in pratica identifica il “top del top” della guida. A tal proposito si sente la mancanza di una pagina che riassumi tutti i TOP MoBI sparsi per lo Stivale, utile per avere una visione d’insieme delle eccellenze italiane. Un neo di poco conto, facilmente risolvibile nelle prossime edizioni.

Dopo i ringraziamenti d’uopo e una presentazione dell’associazione, si apre un veloce capitolo di elementi di geografia birraria. Interessante e gustoso, ci prepara al cuore del libro: le schede dei locali. I locali sono suddivisi per regioni o macroregioni, a loro volta raggruppate nella classica tripartizione Nord, Centro e Sud e isole. L’impostazione è molto lineare: ogni scheda riporta il nome del locale, l’indirizzo, la fascia di prezzo, alcune informazioni utili e una descrizione di non più di una decina di righe. E ovviamente la tipologia, per la quale gli autori hanno proposto una classificazione capace di coprire la maggior parte delle fattispecie: “pub”, “brewpub”, “pub di un birrificio” (in caso di esclusive), “taproom”, “beershop”, “beershop con mescita”, “pizzeria”, “enoteca/gastronomia”, “bar”, “ristorante”. Non so se ne dimentico qualcuna, ma questo elenco basta per far capire lo sforzo profuso al fine di offrire indicazioni dettagliate e utili al lettore.

Ricco anche il corredo di informazioni per ogni locale, con alcune scelte innovative che mi sono piaciute molto. In particolare ho apprezzato l’indicazione della facilità di parcheggio e soprattutto la presenza di bike sharing e il dettaglio dei trasporti pubblici con cui raggiungere ogni indirizzo. Possono sembrare vezzi marginali, ma oltre a mostrare il gran lavoro svolto dietro le quinte, risultano particolarmente utili per chi – come il sottoscritto – quotidianamente si sposta senza automobile. Da questo punto di vista uno sforzo encomiabile, davvero.

Chiaramente in una guida del genere il punto critico è la selezione dei locali effettuata. Per il concetto espresso in apertura la panoramica è impeccabile: ci sono tutti, ma proprio tutti gli indirizzi meritevoli di menzione e credo che in pochi possano muovere obiezioni al riguardo. Più complesso il discorso dei bollini TOP MoBI assegnati, perché corrispondono ai premi della guida e sappiamo bene come il giudizio personale in certi casi alimenti facili polemiche. Personalmente non ho trovato incoerenze, piuttosto ho notato una curiosa tendenza: l’assegnazione di diversi bollini a realtà non solo riconducibili a classici pub, ma anche a ristoranti, pizzerie o birrerie con cucina di qualità. Ho percepito insomma la volontà di premiare coloro che stanno cercando di spingere la birra artigianale in canali diversi e tradizionalmente meno accessibili. Magari la mia sensazione è sbagliata ed è una semplice coincidenza, ma se così non fosse direi che è una scelta che condivido pienamente.

In definitiva la Guida ai locali birrari di MoBI è la migliore pubblicazione a tema che possiamo trovare in Italia. È l’unica vera guida al riguardo, ma questo non significa che non sia un prodotto prezioso e utile, se non addirittura fondamentale per ogni appassionato (e non solo). È quindi un’opera priva di difetti? Questo sicuramente no. Il primo e più evidente secondo me è il formato, che stranamente non rientra nei canoni dei “tascabili”: per una guida si tratta di un grosso handicap, che ne compromette la facilità d’uso. A mio avviso scorre poi fin troppo lineare, ma questo è un parere molto personale che merita qualche spiegazione. Sarò esigente, ma a me piacciono le guide che oltre a “guidarti” – scusate il gioco di parole – ti raccontano qualcosa. Credo che un mezzo tentativo in questo senso sia stato fatto con due contributi di Alessio Balbi (Hofbrauhaus) e Manuele Colonna (Ma che siete venuti a fà): il primo ripercorre la storia delle birrerie di Genova, il secondo spiega a grandi linee l’importanza della passione in questo settore. Sono però interventi estemporanei, quasi dei riempitivi, che risultano piuttosto inutili. Io li avrei integrati con quelli di tanti altri importanti publican italiani, che sono uno dei fattori chiave del successo della birra artigianale in Italia. Raccontare le loro storie significherebbe offrire al lettore uno spaccato autentico e fondamentale del nostro settore.

Ma al di là di questi piccoli dettagli, la guida di MoBI può essere definita una piccola gemma editoriale. Essendo solo alla sua prima edizione e considerando come è nata, si tratta di un vero miracolo birrario. L’acquisto dunque è caldamente consigliato, sia che siate appassionati di vecchia data (troverete indirizzi che sicuramente non conoscete), sia che vi stiate avvicinando ora a questo splendido mondo.

Per chiudere ricordo che la Guida ai locali birrari di MoBI sarà presentata sabato pomeriggio durante Fermentazioni, insieme a Italy: Beer Country, altra importante novità editoriale. È un appuntamento molto interessante, vi consiglio di non perderlo.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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11 Commenti

  1. Io ai miracoli non credo 😉

  2. Come prima edizione credo sia venuta molto bene.
    Al Villaggio , a caldo , abbiamo raccolto alcune osservazioni e incrociato le prime assenze illustri , una su tutte il King Arthur di Ciampino , ma l’anno zero di qualsiasi cosa è sempre migliorabile.

    • Spero sempre che le valutazioni di certi lavori riescano almeno in parte a prescindere dal “ah però io avrei inserito questo e quello”. E lo dico pensando anche io che il King Arthur meritasse qualcosa in più di una semplice segnalazione a fine guida.

      • purtroppo le segnalazioni a fine guida raccolgono tutti i locali che non siamo riusciti a visitare prima della stampa… si sper,a prima della ristampa della prossima edizione, di visitarli tutti! oltre che ovviamente di trovare nuovi collaboratori.. paradossalmente la zona di Roma e dintorni è stata una delle più scoperte

        • Sì è chiaro, a maggior ragione fare un discorso su chi c’è e chi non c’è ha poco senso – chiaramente se, come in questo caso, le linee generali di selezione sono perfettamente condivisibili. In altre parole ci può stare che non si riesca a coprire tutto, ci mancherebbe.

  3. è bene precisare che le segnalazioni a fine guida non raccolgono i locali “di serie B” bensì tutti i locali che purtroppo non siamo riusciti a visitare prima della stampa… si spera, prima della ristampa della prossima edizione, di visitarli tutti! oltre che ovviamente di trovare nuovi collaboratori.. paradossalmente la zona di Roma e dintorni è stata una delle più scoperte.

  4. Grazie Andrea per la recensione, molto attenta e dettagliata. Senza dilungarmi, devo dire che condivido – oltre agli apprezzamenti 😉 – anche i suggerimenti e piccole critiche… anzi ne potrei aggiungere qualcuna anch’io 😉
    Certe scelte e impostazioni sono anche il risultato di diversi fattori – non ultimo ad esempio il crescere stesso del materiale, che ha portato a incentrare maggiormente la guida sulla “sostanza” (le review dei locali) rispetto a un “contorno” culturale che poteva essere comunque interessante. Naturalmente, essendo il numero zero, vengono in mente anche a noi (curatori e collaboratori) particolari da ritoccare e rivedere per le prossime edizioni, tanto che ne abbiamo gia’ discusso sul forum di MoBI. Il lavoro non si ferma, in vista sia della App che delle future edizioni.
    E’ comunque una bella soddisfazione, per me e per tutti, ritrovarsi fra le mani questo prodotto finale (per il momento!) del nostro lavoro, dopo che per tanto tempo si e’ lavorato intensamente aggiungendo tanta carne al fuoco sperando di “convergere” in tempi accettabili al risultato finale, che e’ arrivato e devo dire che non e’ affatto male 🙂
    A parte il buon risultato di questa edizione, spero che questa guida possa anche avere un effetto di “innesco” nel coinvolgere sempre piu’ consumatori e publican nell’attenzione alla qualità dell’offerta birraria – e magari fra un paio di anni ritrovarsi con una seconda edizione migliorata sia nella nostra realizzazione che per l’ulteriore miglioramento della “materia prima” 🙂

  5. Dietro al lavoro sussiste certo un grande impegno, non si discute. E su molte valutazioni mi trovo d’accordo. Onestamente non condivido altri giudizi che sono stati dati su alcuni locali che frequento: ma qui entriamo nel campo delle valutazioni soggettive ed è inutile stare a discuterne (anche se, dato questo presupposto, potrei essere portato a non prendere al 100% per “oro colato” quello che mi viene detto su altri posti dove nno sono stato). L’aspetto su cui vorrei però riflettere è questo: in una epoca di connessione ad internet 24/7, un prodotto del genere è effettivamente utile ? Ovunque mi trovi con un I-Phone/tablet posso andare, ad esempio, su ratebeer/places ed avere un’idea di massima su quello che qualunque città dove mi trovo mi può offrire (e per di + ho le recensioni di molteplici utenti invece che di un solo esaminatore). In + posso anche accedere al sito internet/pagina FB/profilo twitter del locale ed ottenere informazioni in tempo reale rispetto alle quali la guida resterà, per forza di cose, indietro. Aggiungiamo pure il discorso del minor ingombro dell’I-Phone/tablet rispetto al libro e il mio pensiero è: credo di poterne fare a meno. Forse per rendersi veramente alternativo al prodotto digitale – e quindi concorrenziale – le guide dovrebbero spingersi verso quell’approfondimento di informazione cui facevi cenno nell’articolo.

    • Infatti arriverà la versione app, con link a pagine social, coordinate e quant’altro.
      Da collaboratore, la vera difficoltà incontrata è stata star dietro a tutte le nuove aperture (e qualche chiusura), che hanno determinato questa apparente incompletezza.
      Sarà curioso vedere, alla prossima edizione, se il mercato dei locali sarà diventato meno schizofrenico. 😉

  6. molto interessate. soprattutto la versione app che se fatta bene riesce a diventare uno strumento affidabile (è vero già su internet si trovano tante info ma c’è gente che magari considera la tennents una grande birra).
    secondo me poi sui giudizi magari qualcuno può non essere d’accordo ma importante è che la guida spinga a girare e provare birre e locali.
    ma la app è già diponibile? se no quando dovrebbe esserlo?
    grazie

    • La App speravamo di farla uscire già in concomitanza con la guida cartacea, purtroppo l’impegno per l’uscita di quest’ultima è stato tale da non permetterci di pensarci! Ora comincerà lo sviluppo per tutte le piattaforme sia web che mobile, per dicembre contiamo di avere almeno la Android ma magari non solo. Ci vuole del tempo per farle bene, e l’intenzione è appunto di farle molto bene 😉
      In effetti la aspetto anch’io, non solo come curatore ma anche come utente 🙂

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