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BNL si propone come banca a sostegno della birra artigianale

BNL_BL_V_I_QLa birra artigianale italiana sta vivendo una fase molto particolare e delicata. Più volte abbiamo parlato di un vero e proprio boom del settore, ma a fronte di un successo ormai in corso da diversi anni, il tessuto imprenditoriale rimane ancora molto fragile. I birrifici aumentano, la domanda cresce, ma la maggior parte dei produttori restano lontani da una certa solidità aziendale. Come ha rilevato Unionbirrai a Fermentazioni, le beer firm ad esempio – che rappresentano il fenomeno più in voga al momento – nel 57% dei casi sono ditte semplici o individuali e solo nel 20% dei casi impiegano dipendenti. E il discorso per i birrifici veri e propri non è molto diverso. I ben conosciuti limiti dell’Italia sono evidenti nel campo della birra artigianale: aziende che operano in un mercato florido e ricettivo spesso non trovano interlocutori pronti a supportare la crescita e gli investimenti. Nel frattempo però la concorrenza cresce (i birrifici attivi in Italia sono circa 700) e il mercato rischia di diventare sempre più inflazionato.

Tuttavia se la birra artigianale in questi anni ha mostrato numeri da capogiro, è naturale chiedersi perché nessuno abbia ancora deciso di sostenere questo trend. La verità è che finalmente qualcosa sembra cominciare a muoversi e le prime avvisaglie le abbiamo avute proprio durante Fermentazioni. BNL-BNP Paribas ha infatti deciso di sposare il progetto del festival proponendosi come un soggetto pronto ad affiancare i nostri microbirrifici grazie a una serie di strumenti di assistenza e supporto. L’istituto ha curato una masterclass a porte chiuse nella mattinata di venerdì (solo per i produttori, partecipanti o meno a Fermentazioni) e un seminario sull’accesso al credito per le start-up nel pomeriggio, a festival iniziato.

Per quanto riguarda il primo incontro, l’esposizione è cominciata con un’analisi del mercato della birra a cura di Giovanni Ajassa, responsabile del Servizio Studi di BNL. Questi alcuni estratti del suo interessantissimo discorso:

Se il nostro PIL si fosse mosso come la produzione di birra, oggi l’Italia non sarebbe nove punti percentuali al di sotto dei dati del 2008, ma tre punti sopra. Dal 2008 ad oggi l’italia del luppolo ha tenuto il passo del PIL tedesco. Allo stesso modo, se confrontiamo giugno 2014 con giugno 2008, scopriamo che la produzione di birra in Italia è riuscita a fare decisamente meglio della media di tutta la produzione manifatturiera italiana: più tre per cento la birra contro meno 22 per cento il totale della produzione manifatturiera.

[…] Se la birra italiana ha tenuto ed, anzi, ha progredito nei sette anni di crisi che abbiamo alle spalle è grazie a più di un fattore. C’è stata una crescita qualitativa prima che quantitativa. Una crescita della domanda come dell’offerta. C’è stata la spinta dell’innovazione, degli investimenti. L’affermazione, accanto ad una produzione di stampo industriale, di un tessuto estremamente interessante di micro-birrifici capaci di proporre prodotti di qualità artigianale ad un pubblico più giovane e attento. Un pubblico prevalentemente nazionale, per il momento, ma in futuro anche internazionale.

Nel momento in cui il “made in Italy” veniva schiacciato dalle logiche di delocalizzazione imposte da un certo modello di globalizzazione, l’affermazione del micro-birrificio e della birra artigianale ha segnato una piccola, ma significativa controtendenza: la possibilità di radicare nuovi mix di prodotti-consumi che si sviluppano in spazi economici e culturali locali, che partono dalla domanda interna e dall’innovazione e che, su questa forte base identitaria, possano offrire qualcosa di interessante anche su spazi e mercati più vasti.

Al di là dei freddi numeri, è interessante notare come per la prima volta una banca decida di analizzare il settore, mostrando quindi interesse per il fenomeno. Come conseguenza di quanto espresso, secondo BNL uno degli obiettivi cui dovranno tendere i microbirrifici italiani è l’export. Precedentemente abbiamo parlato di un mercato inflazionato, dove è sempre più difficile trovare spazio: se a questo ci aggiungiamo la crisi dei consumi in atto in questo momento, è chiaro che l’unico sbocco alternativo è oltre i confini nazionali.

È in quest’ottica che alla masterclass ha partecipato anche Co.Mark, partner di BNL e azienda specializzata in internazionalizzazione. Co.Mark opera come una risorsa in outsourcing, permettendo al cliente di delegare – o sviluppare, nel caso in cui non ne avesse le possibilità interne – tutte le operazioni atte a gestire una rete commerciale all’estero. Come immaginerete, per un’impresa di piccole dimensioni sostenere seriamente l’export è uno sforzo notevole (e spesso irrealizzabile): Co.Mark offre consulenze proprio in quest’ottica, previa chiaramente un’analisi approfondita delle condizioni e delle esigenze dell’azienda.

La masterclass di venerdì mattina è stata un grande successo e ha visto la partecipazione non solo dei birrifici presenti a Fermentazioni, ma anche di altri produttori interessati all’argomento. L’idea è di passare dalle “semplici” parole ai fatti: l’intenzione di BNL è di seguire per un anno alcuni birrifici italiani e di darci appuntamento all’edizione del 2015 per verificare i passi avanti e gli strumenti sviluppati appositamente per le realtà coinvolte nel progetto. Staremo a vedere, la proposta è allettante e decisamente interessante.

Come detto, il seminario del pomeriggio si è invece svolto a porte aperte si è concentrato sull’accesso al credito per le start-up. Qui ovviamente il target era diverso rispetto all’incontro della mattina: non aziende già avviate, ma soggetti interessati a lanciare una propria impresa nel settore, che sia un birrificio, una birreria o altro. Il prodotto di BNL si chiama PerMicro, è un sistema di microcredito fino a 25.000 € e ovviamente non è pensato solo per il mercato della birra artigianale. Riportare altri dettagli è qualcosa che prescinde dagli obiettivi di questo articolo, quindi se siete interessati potete approfondire di persona il discorso.

Quando chiedo ai birrai italiani cosa manca al nostro sistema imprenditoriale (non solo della birra artigianale) rispetto a quello di altre nazioni occidentali, la risposta è sempre una fiducia delle banche nelle piccole e medie imprese. Non so se il passo che ha voluto compiere BNL cambierà radicalmente la situazione, ma senza dubbio è un segnale importante, che accende qualche fiammella di speranza. Spesso il primo muro che si incontra è l’interfacciamento con soggetti che non conoscono minimamente il settore della birra artigianale. Almeno da questo punto di vista siamo sicuri che la musica è cambiata: sapere che è successo con il supporto di Fermentazioni ci rende particolarmente orgogliosi.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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