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L’industria continua a puntare i birrifici craft americani: è la volta di Firestone Walker

E alla fine è toccato anche a Firestone Walker. Stiamo chiaramente parlando di uno dei birrifici americani più apprezzati in assoluto, che la scorsa settimana è praticamente passato sotto il controllo della società belga Duvel Moortgat – sì proprio quelli della famosa birra Duvel. Possiamo considerare la notizia come l’ultima puntata di una telenovela ormai sempre più presente nel palinsesto della birra craft statunitense e che riguarda le acquisizioni di birrifici artigianali da parte dell’industria. Appena sei mesi fa avevamo infatti annunciato il passaggio di Elysian sotto il controllo di Anheuser-Busch, avvenuto solo qualche mese dopo quelli di altri due piccoli produttori: 10 Barrel e Blue Point. La vicenda legata a Firestone Walker è quindi tutt’altro che un caso isolato.

Come si può leggere su The Full Pint, in realtà il birrificio californiano si è apprestato a precisare che l’accordo con Duvel Moortgat non deve essere considerato come un’acquisizione, bensì come un investimento della multinazionale nell’azienda. Definizioni a parte, è però chiaro che Firestone Walker in futuro potrebbe ritrovarsi ad operare sotto lo stretto controllo di Duvel-Moortgat, perdendo probabilmente quel carattere di autonomia tipico – anzi imprescindibile secondo definizione – di ogni birrificio craft. E questo sebbene i comunicati ufficiali per il momento precisino il contrario:

In base a un accordo firmato a inizio settimana (la scorsa ndR), Firestone Walker Brewing Company e Duvel Moortgat combineranno le loro due società negli USA. Il birrificio californiano continuerà a operare in modo indipendente a Paso Robles sotto l’attuale guida di David Walker e Adam Firestone.

Per Duvel non è la prima operazione del genere nel mercato americano. Recentemente aveva acquisito altri due birrifici craft di una certa importanza: Ommegang di Cooperstown (New York) e Boulevard di Kansas City (Missouri). Perciò il primo pensiero è che sia in corso una partita con i competitor di Anheuser-Busch (e non solo), giocata a suon di acquisizioni nel mondo craft. Il risultato è che nel giro di qualche anno abbiamo dovuto ridisegnare completamente la geografia del settore brassicolo statunitense, spesso mettendo una croce sopra su birrifici che ritenevamo stelle polari della birra made in USA.

È quello che dovremo fare anche con Firestone Walker? Dobbiamo arrenderci all’idea che questo stimato produttore sia destinato all’anonimato più completo? Per fortuna i soggetti interessati e le modalità dell’accordo ci permettono di coltivare più di una speranza. Nonostante sia praticamente una multinazionale, Duvel Moortgat si definisce ancora un birrificio familiare secondo la definizione dell’associazione Belgian Beer Family. Questo dettaglio potrebbe sembrare irrilevante, ma forse farà in modo che questo accordo si sviluppi in futuro secondo un concetto di “qualità” lontano dalle tipiche dinamiche degli uffici marketing della grande industria.

Non è quindi un caso che nelle varie acquisizioni compiute anche in patria, Duvel abbia sempre mostrato un certo rispetto per le concezioni brassicole dei marchi controllati. Liefmans (comprata nel 2008) gode ad esempio ancora di ampio credito tra gli appassionati, mentre l’acquisizione di Achouffe nel 2006 non ha impedito il lancio sul mercato della luppolatissima Chouffe Houblon, forse la migliore incarnazione di sempre del controverso fenomeno delle Belgian Ipa. E a ben vedere, per molti esperti la Duvel rimane una delle birre da supermercato migliori in assoluto.

Semmai l’aspetto curioso è che un esponente della Belgian Beer Family acquisti birrifici americani, mostrandosi contemporaneamente preoccupato dall’invasione sul mercato domestico di tante birre statunitensi. Ma forse sono scelte che rientrano proprio in una strategia di tipo difensivo.

Ad oggi è impossibile capire quale sarà il futuro di Firestone Walker, così come ipotizzare il modo in cui evolverà l’accordo con Duvel Moortgat. L’unica certezza è che il mercato della birra craft americana sta vivendo un periodo di grande incertezza, caratterizzato da un’invasione sempre più evidente da parte dell’industria. Come appassionati non possiamo che essere spettatori preoccupati e l’unica soluzione al momento è di evitare facili infatuazioni per qualsiasi birrificio craft. Scoprirlo in una liaison con l’industria sarebbe il peggiore dei tradimenti.

 

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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3 Commenti

  1. Le birre di Firestone & Walker sono fra quelle che più mi sono piaciute fra le produzioni americane. produce circa 300 mila HL… Duvel farà ora 1ml di hl, con Boulevard, Ommenang in USA e Bernard in Cechia ne farà altri 300 mila hl… così occhio e croce sotto i 2 milioni di hl. con tutto questo si piazzerebbe al 4-5 posto della classifica fra i produttori della BA. I prodotti che fa sono piacevoli (e soprattutto accessibili …). Non mi sembra una cosa temibile o che mi sorprende. Forse fa specie che non parta un processo aggregativo fra Craft Americane, ma forse vedendo che crescono per vie interne preferiscono fare nuove birrerie (vedi Sierra Nevada) piuttosto che comprare altre aziende pagando “brand” e avviamenti.

  2. e secondo me (ma non scopro certo l’acqua calda) questa è la direzione dei prossimi 10 anni….
    ma… domanda: Meantime è stata acquisita o no da SAB Miller??

    • Ormai sì

      “The acquisition is expected to complete in early June 2015 and Meantime will be incorporated into SABMiller Europe’s accounts. The financial terms of the transaction are confidential.”

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