Cimec

La crisi del Camra e i limiti del suo progetto di rivitalizzazione

Michael Hardman, uno dei fondatori del Camra e promotore del progetto di rivitalizzazione dell'associazione

Negli ultimi cinque anni la scena birraria britannica è diventata una delle più complesse che esistano sulla faccia della terra. Mentre in paesi come Stati Uniti, Francia, Spagna, o nell’Italia stessa si tende a distinguere “semplicemente” tra birra artigianale e birra industriale, nel Regno Unito una separazione così netta è impossibile da delineare. In un mio passato articolo ho illustrato alcune delle caratteristiche della scena birraria britannica, ma le riassumerò molto brevemente qui perché sono alla base del delicatissimo momento che sta vivendo il movimento del Regno Unito e che probabilmente porterà a una profonda rivoluzione all’interno del CAMRA .

Detta molto brutalmente, la birra che noi consideriamo artigianale, si può dividere in due categorie: Real ale Craft beerReal ale è il nome dato dal CAMRA alla tradizionale ale britannica. Trattasi di birre ad alta fermentazione, maturate solo ed esclusivamente in cask, servite poi al pub col metodo a pompa. Una percentuale irrisoria viene anche imbottigliata. In entrambi i casi non è pastorizzata ed è sempre rifermentata. L’idea della craft beer (grossonalamente assimilabile alla nostra di birra artigianale) è invece presa direttamente dalla Brewers Association americana, con tutti i limiti di una definizione nata in un contesto avulso da quello britannico.

Il CAMRA si è per decenni crogiolato nella sua dimensione ignorando totalmente gli sviluppi dell’industria birraria estera, nella convinzione che la Real ale fosse (e sarebbe per sempre rimasta) l’unica accettabile, indiscussa birra che valesse fermentare su suolo britannico. Quando, attorno al 2010/2011, la craft beer ha cominciato a crescere esponenzialmente, il CAMRA ha deciso di nascondersi dietro posizioni ancora più reazionarie, arrivando addirittura a negare l’esistenza stessa della craft beer (vedere per credere).

Com’era però prevedibile, il CAMRA si è dovuto arrendere all’evidenza, dopo anni di disperati, ma inefficaci, tentativi di reclutare nuove leve. Di poche settimane fa è infatti la decisione di intraprendere un percorso di “rivitalizzazione” (chiamato Revitalisation project), per mettersi al passo coi tempi. Si chiede ai membri di suggerire chi, o cosa, il CAMRA debba rappresentare da ora in avanti. I membri possono rispondere per posta, oppure online (questo il link ufficiale) scegliendo una delle seguenti opzioni:

  1. Consumatori di real ale
  2. Consumatori di real ale e sidro
  3. Tutti i consumatori di birra
  4. Tutti i consumatori di birra e sidro
  5. Chiunque vada al pub
  6. Tutti i consumatori di bevande alcoliche
  7. Altro

Il progetto di rivitalizzazione del CAMRA ha purtroppo moltissime falle. Queste si palesano chiaramente sia nel quesito stesso, sia nel relativo materiale informativo. Il tutto dimostra chiaramente quanto la Campaign sia distante dal mondo reale, in uno stato di completo disorientamento. Come si dice da queste parti, it’s simply missing the point (non coglie il problema).

Vi voglio menzionare tre punti per esemplificarvi quali siano i maggiori problemi strutturali di questa consultazione:

  1. Per quanto la consultazione sia ufficialmente aperta a chiunque, il CAMRA è chiaramente interessato ad ascoltare soltanto cos’abbiano da dire i membri. Non c’è nulla di più controproducente: per poter reclutare nuove leve (e dunque incrementare il numero dei membri), bisognerebbe cercare di andare incontro alle decine di migliaia di giovani che bevono artigianale e che, ad oggi, non ne vogliono sentire di respirare l’aria stantia delle sezioni locali del CAMRA.
  2. Il materiale informativo della consultazione si concentra principalmente su ciò che il CAMRA ha fatto negli anni passati, e assai meno sulle sue potenzialità di sviluppo. Questo trasmette un’idea di “si stava meglio quando si stava peggio”, piuttosto che di voglia di cambiamento. Per quanto sia importante portare alla luce i grandi traguardi del passato, ho paura che questa scelta comunicativa allontanerà ulteriormente i giovani dal CAMRA.
  3. I fondamentalisti della Campaign stanno chiaramente spingendo per l’opzione 5 (vedi sopra). Questa, in parole povere, si traduce nel salvaguardare il tradizionale pub britannico. Il primo problema legato a questa potenziale decisione starebbe nel paradosso che un’associazione di consumatori andrebbe a curare gli interessarsi dei locali di mescita invece che quelli dei consumatori stessi. Il secondo è che salvaguardare solamente i pub tradizionali sarebbe semplicemente un altro modo per salvaguardare solamente la Real ale, dimostrando il medesimo livello di arretratezza. Oramai il tradizionale pub britannico non è più l’unico luogo dove si beve birra (Real ale inclusa). La birra viene consumata sempre di più in ristoranti, bar e pub di nuova generazione, oppure viene comprata al supermercato o al beer shop (fino a pochi anni fa molto poco diffuso) e poi bevuta a casa.

Potrei andare avanti così per ore, ma oramai credo abbiate colto il problema.

La Real ale, in quanto tradizione birraria con secoli di storia, va senza ombra di dubbio salvaguardata. Questo però non deve essere fatto alla stregua del fondamentalismo religioso, ma piuttosto nel nome della qualità e della diversità. Personalmente credo che il buon senso prevarrà sulla relativa minoranza ultra-conservatrice, e che il CAMRA riuscirà a trovare la sua strada per rimanere un punto di riferimento nel panorama birrario mondiale e fonte d’ispirazione per gli appassionati.

Tra circa un annetto, quando le consultazioni con i membri raggiungeranno la fase finale, vi potrò aggiornare sugli esiti. Nel frattempo vorrei sentire la vostra opinione a riguardo.  C’è qualche membro del CAMRA tra di voi? Cosa ne pensate del CAMRA e di questa svolta “rivoluzionaria”?

L'autore: Jacopo Mazzeo

Consulente, degustatore e scrittore birrario free-lance di stanza nel Regno Unito. È membro della British Guild of Beer Writers e giudice internazionale. Viaggia spesso alla scoperta di nuove mete birrarie e segue alla lettera il suggerimento del medico della nazionale, bevendo birra dopo ogni attività fisica - tipo camminare fino al pub.

Leggi anche

Intelligenza artificiale e gusto della birra: arriva dal Belgio uno studio innovativo

L’intelligenza artificiale (IA) si sta rapidamente affermando come un potente strumento per l’innovazione in diversi …

Ancora un record per i birrifici italiani al Barcelona Beer Challenge: 77 medaglie tra cui 23 ori

Venerdì scorso si è tenuta la cerimonia di premiazione del Barcelona Beer Challenge, uno dei …

3 Commenti

  1. Mercoledì ho partecipato alla sessione Londinese del #camra #RevitalisationProject, mi e’ parsa una situazione spaccata con parecchi schieramenti e linee di pensiero, a tutti i partecipanti e’ stata fornito un telecomandino elettronico per votare real time su diversi argomenti presentati in slide dopo slide. Sulle tematiche più importanti non ci sono stati chiari riscontri su quale strategia prendere, con i voti sparsi tra tutte le varie proposte. Mi e’ parso ci sia un conflitto generazionale con i partecipanti della vecchia guardia poco interessati ad accettare innovazioni. Quando su una slide e’ apparso per la prima volta la parola “craft” beer, un mini boato di sdegno si e levato nell’aria. Alcuni giovani volontari hanno comunque dimostrato interesse and apertura a quello che sta succedendo ora nel mondo della birra.
    La serata era limitata a 70 invitati a causa del limitato spazio presso la Southwark Brewery.

Rispondi a Mario Marengo Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *