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Un altro gigante della birra si ritira: Charlie Papazian lascia la Brewers Association

Lo scorso settembre la comunità internazionale della birra artigianale ha dovuto incassare la decisione di Roger Protz, uno dei più grandi divulgatori al mondo di cultura birraria, di lasciare il suo storico incarico come curatore della Good Beer Guide. Un annuncio molto simile è arrivato negli scorsi giorni e riguarda un altro immenso evangelizzatore della birra: come dichiarato dalla Brewers Association, il 23 gennaio 2019 Charlie Papazian lascerà l’associazione che egli stesso ha contribuito a fondare dopo 40 anni di onorata carriera. La data non è scelta a caso, bensì sarà quella del suo settantesimo compleanno: un traguardo importante dopo una vita dedicata alla passione per la nostra amata bevanda e per l’homebrewing. Tuttavia Papazian non è stato semplicemente uno dei fondatori della Brewers Association – o per meglio dire, della sua versione precedente, l’Association of Brewers – ma soprattutto uno dei padri dell’intero movimento craft americano. La sua figura è giustamente nell’Olimpo dei divulgatori birrari, accanto a quella del già citato Protz o del compianto Michael Jackson.

Come riportato da The Full Pint, è stato Bob Pease, presidente e amministratore delegato della Brewers Association, ad annunciare la notizia:

Siamo tutti qui oggi per Charlie Papazian. La sua influenza sulla scena dell’homebrewing e della birra craft è incommensurabile. Chi avrebbe mai potuto prevedere che un semplice cucchiaio di legno (il “carismatico” arnese che Papazian utilizzava nelle sue cotte casalinghe, ndr) e uno spirito creativo e appassionato avrebbero trasformato una piccola comunità di appassionati in più di un milione di homebrewer e oltre 6.000 piccoli birrifici indipendenti?

Sicuramente il movimento americano della birra artigianale si sarebbe sviluppato anche senza l’apporto di Papazian, ma è indubbio che il suo contributo ha accelerato il fenomeno e spinto tante persone ad appassionarsi a questo settore. Se oggi negli USA esiste un forte legame tra il mondo dell’homebrewing e quello dei birrifici, è probabilmente merito di Charlie Papazian, che durante la sua carriera si è battuto tanto per chi lavora da professionista nel mercato craft, tanto per chi si diletta “semplicemente” a brassare tra le mura domestiche. Da homebrewer, egli non solo non ha mai dimenticato le proprie origini, ma ha fornito un impulso decisivo a chiunque condividesse il suo stesso hobby.

Non è dunque un caso che la sua prima iniziativa associativa fu rivolta al mondo della birrificazione casalinga. Nel 1978 Papazian fondò l’American Homebrewers Association, con il dettaglio non irrilevante che all’epoca questa attività era tecnicamente illegale negli Stati Uniti. È stato anche grazie a quel progetto che invece oggi l’homebrewing è totalmente lecito in tutti e 50 gli Stati Uniti, dopo un percorso durato anni e rivelatosi non sempre facile – l’ultimo stato a derubricarlo è stato il Missisipi, fatto accaduto solo nel 2013. La fondazione dell’Association of Brewers avvenne l’anno successivo, mentre nel 1982 Papazian organizzò con Daniel Bradford la prima edizione del Great American Beer Festival, diventato dopo 37 edizioni il più grande festival birrario del Nord America (circa 60.000 visitatori l’anno). Nel 1996 fu la volta della World Beer Cup, probabilmente il più importante concorso birrario del mondo.

Sconfinata è stata la sua produzione di libri, tra cui è impossibile non ricordare l’influente The Complete Joy of Homebrewing, uscito del 1984 ma di cui aveva pubblicato in proprio una versione precedente già nel 1976. È in questa pubblicazione che si ritrova la storica frase “Relax. Don’t worry. Have a homebrew”, con cui Papazian convinse migliaia e poi milioni di americani che era possibile produrre ottima birra in casa, senza particolari problemi. Evocativa a tal proposito è la sua spiegazione quando afferma che aveva sempre pensato che il fenomeno della birra craft potesse raggiungere le dimensioni attuali:

Ho sempre avuto la divertente percezione che ci sarebbe stato un homebrewer in ogni quartiere e un birrificio in ogni città. Ciò che non avevo immaginato, che non avrei potuto immaginare e né considerare, è stato l’impatto che la birra craft ha avuto sulla nostra cultura, sulla nostra economia e sulla vita degli americani.

E forse un giorno arriveremo ad approfondire un concetto che possiamo solo intravedere, ma che per Papazian, da visionario qual è, appare già piuttosto evidente.

Charlie Papazian sfrutterà il suo ultimo anno nella Brewers Association per completare diversi progetti, incluso un archivio storico della produzione brassicola capace di coprire 40 anni di evoluzioni, grazie a 100.000 contributi cartacei e audiovisivi. Ma è difficile pensare che, una volta lasciata l’associazione, non continuerà a supportare il movimento artigianale come ha fatto nei passati 40 anni. È il nostro auspicio primario.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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2 Commenti

  1. Grande uomo, grande articolo. Ma esiste già un archivio storico o è proprio da creare. Vorrei lrggere vedere studiare tutto di un grande uomo come lui.

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