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Grane per Heineken in Italia e in Svizzera

birra-messinaChi di voi non conosce la Birra Messina? E’ una delle tante storiche birre locali che negli anni hanno acquisito una certa fama in tutto il territorio nazionale. La Birra Messina fu fondata nel 1923 come birrificio indipendente (originariamente si chiamava “Birra Trinacria”), ma nel 1988 fu acquistata da Heineken, che continuò a commercializzarla col nome di sempre. Negli anni la produzione è stata spostata dalla città siciliana agli impianti del colosso olandese, che sono sparsi in tutto la penisola (Massafra, Aosta, Bergamo, Cagliari). A questo punto qualcuno si starà ponendo il quesito chiave della vicenda: cosa c’entra ormai la Birra Messina con un prodotto che viene realizzato da tutt’altra parte?

E’ la stessa domanda che si è posta Confconsumatori, che ha deciso di sfidare la multinazionale olandese, segnalando all’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato uno scorretto uso del marchio in questione. Come si può leggere sul quotidiano on-line Tempo Stretto, il Presidente Provinciale di Confconsumatori Fulvio Capria ha spiegato l’iniziativa in questo modo:

Ci siamo rivolti all’Autorità Garante per chiedere l’inibizione dell’uso del marchio Birra Messina da parte di Heineken spa e far cessare così l’uso gratuito di una denominazione commerciale che sfrutta indebitamente e ingannevolmente il nome della città. Siamo convinti della fondatezza dell’esposto e fiduciosi del buon esito dello stesso, in ciò confortati da precedenti pronunce in tal senso emesse anche dalla Corte di Giustizia Europea.

L’accusa mossa nei confronti di Heineken appare ineccepibile, quindi non resta che attendere il responso dell’Autorità Garante, che potrebbe assestare un duro colpo d’immagine al colosso birrario.

Se in Italia Heineken non sorride, in Svizzera la situazione non è migliore. Anche in territorio elvetico la disputa nasce da un nome, ma mentre da noi le insidie arrivano da una associazione di consumatori “generalista”, in Svizzera ad opporsi alla multinazionale sono proprio gli appassionati di birra artigianale. La storia potrebbe sembrare una riproposizione moderna della sfida tra Davide e Golia, sebbene in questo caso l’esito sia (apparentemente) diverso.

KeinekenTutto nasce dalla politica espansionistica di Heineken in Svizzera, che ha portato negli ultimi anni all’acquisizione di numerosi birrifici nazionali. L’ultimo atto di questa strategia è stato registrato lo scorso anno, quando anche il produttore Eichof di Lucerna – l’ultimo grande birrificio indipendente svizzero – è passato sotto il controllo di Heineken. La notizia ha scosso gli appassionati elvetici, che hanno deciso di dar vita a una sorta di iniziativa dimostrativa: hanno deciso di lanciare sul mercato una birra dal nome Keineken, firmando un eloquente trattato di guerra nei confronti del colosso olandese.

La risposta di Heineken non si è fatta attendere, anzi è persino arrivata con straordinaria rapidità: dopo solo 4 ore dal comunicato stampa relativo al lancio della birra Keineken, gli avvocati della multinazionale hanno chiamato i responsabili per intimarli a desistere dal loro progetto. La notte stessa la polizia ha sequestrato l’intera fornitura di Keineken. Per evitare un tracollo economico, si è deciso di cambiare il nome della birra in (B)Engel-Bräu.

Anche se Heineken è riuscita a imporre il proprio volere nella vicenda, si potrebbe trattare di una vittoria di Pirro, poiché l’immagine dell’azienda è stata gravemente colpita: a ben vedere era proprio a questo che i sostenitori della Keineken puntavano. Inoltre la vicenda è rimbalzata sugli organi di informazione e sui blog birrari, contribuendo a far conoscere la situazione in cui versa il panorama brassicolo svizzero. Se volete saperne di più sulla vicenda, vi consiglio di leggere due post al riguardo: quello di Laurent Mousson e quello di Roger Protz.

Due notizie simili, che nascondono un grande paradosso: da una parte Heineken rivendica il diritto di non veder plagiato il proprio nome, dall’altra però snatura un marchio ben conosciuto sfruttandolo per i suoi fini commerciali. A qualcun altro viene in mente la parola “arroganza”?

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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5 Commenti

  1. A Messina in Via Giuseppe La Farina c’è uno stabilimento della Birra Messina. Usando Google ho trovato una discussione in cui parlano di un ritorno alla completa produzione, non solo all’imbottigliamento. Lì comunque la definiscono “la birra dei muratori” e sinceramente l’ho mai trovata altrove.

  2. Beh, di questi tempi trovo difficile trovare birre industriali che non siano “birre da muratori”, con tutto il rispetto verso chi svolge questa professione; è paragonabile, se non superiore a Moretti, Dreher, Peroni e compagnia bella, che per certi versi continuo a preferire ad Heineken.
    Comunque, il birrificio di Messina, vecchio propietario del marchio “Birra Messina”, adesso produce la Birra del Sole e la Patruni e Sutta: lager di non molte pretese ma per nulla cattive, una buona birra da tutti i giorni per gli appassionati (non per gli amanti :P) del genere.

  3. mah.

    secondo me ci mettiamo troppi problemi, è strapieno di prodotti che usano un marchio e magari sono fatti all’estero, prodotti alimentari come bell’italia, ciao italia, pizza di nonna celeste , fatti nel kansas o in california, o salame toscano prodotto a Milano, questo è il commercio in Italia, queste sono le leggi che regolano il commercio.
    dopotutto non ci scandalizziamo troppo se il panino della mc donalds sembra nei poster succulento e invitante quando poi ti portano un panino misero che pare appena schiacciato da un tir.
    credo che i consumatori dimenticheranno ben presto la keineken e si guarderanno la champions bevendosi una ainiken al bacio.

    tanto per dare una notizia sul campo alimentare ben più importante di queste dispute visto che è legata alla nostra salute, circa un mese fà la comunità Europea ha aumentato la soglia di tolleranza delle aflatossine presenti nei prodotti cerealicoli (quindi pane,birra,biscotti etc), più che raddoppiando la soglia di tolleranza,questo per permettere ai paesi che non riuscivano a produrre in qualità accettabile con le vecchia leggi, di inondare il nostro paese con prodotti economici ma spazzatura.

    per chi non conosce la pericolosità delle aflatossine invito a leggere qua :

    http://it.wikipedia.org/wiki/Aflatossina

  4. attualmente il titolare del marchio Birra Messina è heineken e c’è anche da dire che spesso le sentenze di casi analoghi non sono sufficienti per convincere una Corte…
    cit. “la legge per gli amici si interpreta e per i nemici si applica”

    @ Pistillone
    molto preoccupante!

  5. FrancescoDonato

    le uniche ufficiali birre di Messina sono la Patruni e sutta e la Birra del sole, prodotte dalla famiglia Faranda, la vecchia proprietà della Birra Messina.

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