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Il lievito di birra al centro di nuove scoperte scientifiche

Quando si dice la coincidenza… Dovete sapere che quotidianamente dedico qualche minuto a spulciare gli articoli birrari della giornata, per scoprire qualche notizia interessante che magari non compare sugli organi d’informazione specializzata. Ebbene, questa mattina ho scoperto che il lievito di birra è protagonista di due distinte scoperte scientifiche, che a quanto pare avranno importanti applicazioni. Vediamole da vicino…

Secondo quanto pubblicato sul portale di Tiscali, una modifica genetica al Saccharomyces cerevisiae sarebbe in grado di trasformarlo in un “micro-petroliere”, cioè in un organismo capace di trasformare la cellulosa in etanolo, anche detto “petrolio verde”. Un gruppo di studio dell’Università di Berkeley, guidato da Jamie Cate, è intervenuto sul patrimonio genetico del lievito di birra riuscendo a trasformarlo in un produttore di etanolo a partire da materiale di scarto, come erbacce o carta vecchia.

Normalmente il lievito di birra produce etanolo, ma ci riesce solo digerendo zuccheri. Per questa ragione il suo pasto è formato da sostanze utili a livello alimentare, come per esempio orzo, mais o altri cereali. E’ un processo che gli appassionati di birra conoscono molto bene. In questo caso però l’obiettivo è di produrre etanolo senza ricorrere a sostanze alimentari, per migliorare l’efficienza del procedimento. I ricercatori sono riusciti nell’intento incrociando il dna del Saccharomyces cerevisiae con quello del fungo Neurospora crassa, che invece è in grado di digerire la cellulosa, ma non di produrre etanolo.

Evidenti i vantaggi: con questo “lievito Frenkenstein” si potrà produrre bioetanolo ricorrendo esclusivamente a materiale di scarto. Per quanto mi riguarda, proverò ad usarlo per farmi la birra in casa partendo dalle vecchie copie di Playboy, che dovrei ancora avere da qualche parte sotto il letto 😛 .

400x (1)La seconda notizia scientifica è invece più strettamente legata all’argomento salute. Secondo una ricerca dell’Istituto di Medicina Molecolare di Lisbona, riportata da Newsfood, il lievito di birra offre preziose informazioni sul funzionamento del Morbo di Parkinson. In particolare, si presterebbe come semplice modello per studiare come funziona l’alfa-sinucleina, la proteina alla base della malattia.

Ecco la spiegazione della scoperta:

Secondo gli scienziati, al centro di tutto vi è l’alfa-sinucleina, proteina che provoca la nascita dei corpi di Lewy, depositi di proteine nel cervello che causano la morte dei neuroni produttori di dopamina e danno il via alla malattia. I sintomi, rigidità muscolare, difficoltà nel movimento e tremori, testimoniano appunto la progressiva decadenza dei neuroni in questione.

Tuttavia, affermano gli studiosi, tali informazioni possono portare alla creazione di migliori farmaci per il trattamento del disturbo.

Studiare la proteina in questione è fondamentale per la ricerca, perché anche un piccolo aumento dei suoi livelli nelle cellule porta alla morte delle stesse.

Beh, conclusi i compiti di scienze ora posso dedicarmi al divertimento 😉 . Domani mattina sveglia mattiniera e navigatore puntato verso Bibbiano. Lì ci sarà il Villaggio della Birra e tanti amici con cui passare due belle giornate di festa. Ci vediamo lì!

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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6 Commenti

  1. non c’entra molto ma volevo pubblicamente gioire di avere a fiore quintali di appiccicosissimo luppolo di varietà non selezionata ! magie dell’orto =) per Natale macerato 55 % made in me =) alla faccia dei brewcani !

  2. @Extra
    luppolo selvatico?

  3. Mio zio ha appena scoperto che è celiaco, anche se non ha mai avuto grandi sintomi, a parte un lieve indolenzimento alla pancia. Ha dovuto suo malgrado rinunciare alla birra, e lui era un grande estimatore, anche se ogni tanto si concede uno strappo alla regola. Mi viene da farvi una domanda magari idiota ma ce provo uguale: esistono birre per celiaci?

  4. @Gemmatron
    Tempo fa scrissi questo post sulla prima birra artigianale italiana per celiaci, la Riz Tresor
    http://www.cronachedibirra.it/birre/422/la-prima-birra-artigianale-per-celiaci/

    All’estero credo ci siano diversi esempi, il primo che mi viene in mente è la glutin free della St. Peter’s
    http://beeradvocate.com/beer/profile/296/46812

    Dai un’occhiata a questo articolo di Wikipedia che ho beccato per caso
    http://en.wikipedia.org/wiki/Gluten-free_beer

    Ciao

  5. @ Andrea

    Sì 🙂 e questo è solo un lato della cascata

    http://img214.imageshack.us/img214/7492/dscn1830g.jpg

    consigli su che altro farne o come conservarlo ?

  6. Grazie per le segnalazioni!

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