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La birra con la pin-up crea scompiglio nel Parlamento inglese

Poiché domani non potrò esimermi dal pubblicare un ultimo aggiornamento sulla Settimana della Birra Artigianale prima del suo inizio – a proposito, siete pronti? – direi di anticipare ad oggi il post di evasione solitamente relegato al venerdì. E l’opportunità arriva direttamente dall’Inghilterra, dove una birra è diventata oggetto di una clamorosa polemica tra i parlamentari locali. La birra in questione si chiama Top Totty e non ha niente a che fare con il capitano della squadra di calcio capitolina 😛 . Invece è una Golden Ale come tante, se non fosse per due dettagli non trascurabili: è regolarmente presente a uno dei bar del Palazzo di Westminster e sulla relativa etichetta appare in bella evidenza una donna seminuda, con tanto di orecchie da coniglietta.

L’illustrazione della Top Totty è bastata a mandare su tutte le furie molti parlamentari, tra i quali numerose donne. L’immagine della pin-up è stata considerata offensiva e sessista da diversi esponenti del partito laburista, sebbene analoghe lamentele siano arrivate anche dai banchi dei conservatori. Insomma, una rimostranza quasi bipartisan, che è sfociata in un’interrogazione parlamentare rivolta direttamente a George Young, leader della Camera dei Comuni. E che ha causato l’immediata espulsione della birra dal bar del Parlamento.

La vicenda, già di per sé piuttosto curiosa, ha avuto però uno strascico polemico. A diversi esponenti del partito Conservatore la cacciata della Top Totty non è piaciuta affatto e non hanno perso tempo per scagliarsi contro i loro avversari politici. Partendo dalla propria predilezione per la birra in questione, hanno accusato i colleghi di non avere senso dello humour – vi ricorda qualcosa? 😛 – e di agire a detrimento della causa femminile, piuttosto che a favore.

In tutta questa bagarre, qualcuno ha pensato bene di ascoltare l’opinione del birrificio Slater’s, produttore della Top Totty, nella persona di Fay Slater, figlia del patron. Come si può leggere su Beverfood, La donna ha spiegato che:

Siamo solo una piccola impresa. Sia chiaro, non vogliamo offendere nessuno. Se le critiche continuano, saremo felici di cambiare il logo.

Oltre le dichiarazioni di facciata e di dubbio rammarico, c’è la sicurezza che la vicenda garantirà non poca visibilità all’azienda di Stafford. In un modo o nell’altro, l’etichetta non proprio sobria ha ottenuto l’obiettivo voluto.

Ma alla fine della fiera l’aspetto più sorprendente (o forse no) è che nel bar del Palazzo di Westminster i parlamentari possono fare una pausa con birra artigianale alla spina. Queste sono le cose che rendono grande una democrazia 😛 .

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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2 Commenti

  1. Noi compriamo le bibete Abbondio, oltre che per la bontà, anche per le belle Pin-up in etichetta….comunque prima viene la qualità e poi l’etichetta!!!

  2. Si buonanotte…se mettessero le birre artigianali alla spina anche nel nostro Parlamento ne vedremmo delle belle! Che continuino a bere i loro Bacardi breezer d’ordinanza.

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