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Brewdog assesta un altro colpo all’industria: smascherate le trame di Diageo

In un periodo in cui c’è un gran discutere intorno a guide cartacee e concorsi internazionali, casca a fagiolo una vicenda di questi giorni che sta avendo come protagonisti il birrificio scozzese Brewdog e la multinazionale del beverage Diageo. Casca a fagiolo perché la cornice è quella del BII Scotland Annual Awards, un concorso che premia i migliori locali della nazione secondo criteri di innovazione, flessibilità, passione e via dicendo. Ciò che è accaduto ha dell’incredibile: la Diageo ha obbligato l’organizzazione del contest a non consegnare a Brewdog un premio già assegnatogli dai giudici, minacciando che in caso contrario non avrebbe più sponsorizzato la manifestazione. E attenzione, perché non sono ipotesi ma la pura realtà…

La successione degli eventi è raccontata sul blog del produttore scozzese. Come saprete, da qualche tempo Brewdog ha aperto una serie di locali in tutto il Regno Unito, così domenica 6 maggio, in occasione della cerimonia di premiazione, alcuni ragazzi dello staff si sono recati al Grand Central Hotel di Glasgow per ritirare un premio che, secondo indiscrezioni, era pronto per essere consegnato. Ma al momento della proclamazione dei vincitori le cose sono andate diversamente e i ragazzi sono rimasti con un palmo di naso. Da quel momento tutto è accaduto molto in fretta…

Dapprima è arrivata la rivelazione privata di uno dei giudici seduti al tavolo di Brewdog, che non deve essere rimasto molto soddisfatto della faccenda. Egli ha infatti immediatamente confidato che nella formulazione del giudizio finale il primo premio era stato assegnato proprio a loro. Successivamente, coloro che sono stati premiati al posto degli scozzesi hanno rifiutato la targa di vincitori, poiché su di essa era inciso il nome Brewdog. Una situazione paradossale e pacchiana, che ha innescato un clamoroso caso con forti ripercussioni a livello mediatico.

Due giorni dopo la premiazione, James Watt si è messo in contatto con l’organizzazione del concorso chiedendo chiarimenti su quanto accaduto. E dalla risposta ottenuta tutto è risultato molto più chiaro:

Siamo tutti davvero sconcertati e imbarazzati per quanto è successo. La premiazione dovrebbe essere un processo indipendente e Brewdog era chiaramente il vincitore.

Diageo ci si è avvicinato all’inizio della cena (di premiazione ndR) e ci ha comunicato che in nessun caso il premio sarebbe dovuto andare a Brewdog. Ci hanno detto che se fosse successo non avrebbero più sponsorizzato i futuri eventi della BII e i loro rappresentanti non avrebbero presieduto alle altre premiazioni della serata.

Siamo attoniti quanto voi di fronte al comportamento di Diageo. Abbiamo preso una decisione sbagliata in un momento di forte pressione. Avremmo dovuto rispondere pan per focaccia e assegnare il riconoscimento a Brewdog.

Ovviamente James e compagnia non aspettavano altro per far partire una campagna mediatica come solo loro sanno fare. La notizia ha cominciato a circolare su tutti i principali media, ottenendo anche l’attenzione della BBC. Nel frattempo su Twitter si è creato un tam-tam senza precedenti e il relativo hashtag #andthewinnerisnot ha raggiunto il quarto posto a livello globale (se conoscete i meccanismi del sito di cinguettii, capite bene cosa significa).

La pressione mediatica è stata tale da convincere i responsabili di Diageo ad uscire allo scoperto e ammettere le proprie colpe. In una comunicazione ufficiale la multinazionale si è espressa in questo modo:

Lo staff di Diageo ha commesso un grave errore di giudizio durante la cerimonia di premiazione del Bar Operator of the Year Award di domenica, che non riflette in nessun modo gli atteggiamenti e i valori aziendali di Diageo.

Ci vorremmo scusare senza riserve con Brewdog e il BII per questo errore e contatteremo presto entrambi per esprimere il nostro rammarico per questo spiacevole incidente.

Come già accaduto in passato, Brewdog riesce a piazzare un altro colpo nei confronti di una multinazionale del settore. Si rinnova quindi la sfida tra Davide e Golia e proprio come nel racconto biblico, quando si parla del birrificio scozzese è sempre il piccolo a sconfiggere il grande. E a James e compagnia è rimasta anche la soddisfazione di aver risposto sul proprio sito in questo modo alle parole di Diageo:

Questo incidente dimostra che sono una banda di disonesti pescecani e dei poveri coglioni d’azienda. Non hanno un’anima né una morale, ma l’integrità di un cane rabbioso e lo stile di un facocero.

Forse tutta la faccenda rappresenta più significativamente un involontario microcosmo per dimostrare come l’industria della birra sta cambiando e quanto è spaventata e gelosa dei rivoluzionari della birra artigianale.

E così Brewdog esce dalla vicenda due volte vincitrice. Sul campo al concorso del BII e, soprattutto, a livello di comunicazione per quanto accaduto. Che vi piacciano o meno, questi ragazzi ci sanno fare…

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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29 Commenti

  1. Che geni quelli di Diageo!!! Quasi quasi superano il trota laureato albanese come Fig d M.. dell’anno
    W Brewdog!

  2. Di tutta questa storia a me hanno fatto più schifo gli organizzatori del concorso che si sono calati le braghe.
    Il comportamento della multinazionale non mi stupisce affatto.

  3. Francesco C. (ADB Lazio)

    Arroganza ai massimi livelli di diageo e dabenaggine degli organizzatori; ma come si fa a consegnare un premio in cui è riportato il nominativo di un vincitore diverso da chi lo riceve?

  4. Però, chapeau a Brewdog!

  5. Ma la domanda è: sarebbe potuto succedere in Italia?
    Non il fatto, ovviamente noi abbiamo da insegnare a tanti…
    E’ plausibile che in Italia chi fa una cosa del genere possa fare marcia indietro e ammettere, scusandosi, le proprie colpe?

    Per me la vicenda denota un gran senso di civiltà. Gli errori si fanno. Il valore si giudica dai comportamenti conseguenti.

    • Bella domanda! Istintivamente direi che, da noi, il pesce grande avrebbe sostenuto di essere stato frainteso dai giudici, scaricando colpe a destra e a manca, guardandosi bene dallo scusarsi.
      Però spero sempre che siamo un paese normale, e che magari qualcuno che faccia marcia indietro ci sia.

    • No, Livingstone. In Italia non sarebbe potuto succedere.
      In primis, l’azienda avrebbe negato pure l’evidenza.
      In secondo luogo, avrebbe denunciato chiunque avesse affermato la verita’ dei fatti, contro la propria versione, intimando una richiesta di danni assurdi (e’ quello per cui vengono pagati i legali delle Grandi Aziende)
      Poi, tutto quello che vuoi, ma per finire, di certo il piccolo Davide non potrebbe commentare con i toni e i termini che ha potuto usare Brewdog, pena il moltiplicare per enne volte la richiesta di risarcimento gia’ presentata sopra dai legali della Grande Azienda.
      Prova solo a pensare se in Italia usi la seguente espressione riferita ad una multinazionale “sono una banda di disonesti pescecani e dei poveri coglioni d’azienda. Non hanno un’anima né una morale, ma l’integrità di un cane rabbioso e lo stile di un facocero.” Pensi sia possibile scamparla? 🙂

      Davvero!

      • perché c’è forse da applaudire un’azienda che scrive questo di un’altra?

        “sono una banda di disonesti pescecani e dei poveri coglioni d’azienda. Non hanno un’anima né una morale, ma l’integrità di un cane rabbioso e lo stile di un facocero.”

        per me l’insulto gratuito è la maniera migliore di passare dalla ragione al torto. però fa scattare il boato della curva sud, fa schizzare gli accessi al sito e anche i fatturati

        sono i Sex Pistols della birra. la grande truffa del rock and roll

        • Personalmente quello che mi è piaciuto, che ha scatenato il mio boato, è la figura meschina fatta dalla Diageo. Il resto era evitabile, a partire dal comportamento della Diageo per finire con i toni di Brewdog.

          Ma a giocare sporco ci si sporca

        • Molte delle loro birre sono semplicemente fantastiche, altre lasciano il tempo che trovano, esperimenti, birre andate a male rinate con l’innesto di un certo ingrediente… Si vabbè ma da quì a dire che sono la truffa del rock and roll ne passa tanto.
          Personalmente credo che anche loro siano un po’ cani, a partire dal nome, ma sono anche dei grandi che riescono a confezionare grandi birre.
          Avete mai pensato a quanto bene faccia alla birra artigianale il lavoro che sta facendo Brewdog?
          Far parlare i media di birra artigianale porta a conoscenza i molti che neanche immaginano possa esistere una cosa del genere. Si crea curiosità, aspettativa e questo fa vendere più birra artigianale a chiunque faccia birra artigianale.
          Da questo punto di vista i “Brewdog” italiani sono quelli dell’asse Baladin/Birra del Borgo, non certo per il tipo di linguaggio utilizzato, bensì per il riuscire a creare il rumore necessario a far crescere l’interesse per il mondo della birra artigianale.
          Quando Baladin investe un tot per stampare migliaia di quadernini che parlano di produzione, ingredienti, territorio, degustazione, abbinamenti, sta facendo un regalone a tutti quelli che spacciano birra artigianale.
          E Brewdog riesce a farlo a livello mondiale, con un linguaggio un pochino troppo aggressivo sicuramente, ma pensate al ritorno di tutto ciò.

          • la grande truffa del rock and roll è una citazione del modello di business che hanno messo in piedi a loro tempo i Sex Pistols: punk for money. quella è storia

            Brewdog farà anche birre fantastiche, qualcuno l’ho bevuto anche io. ma di radi. sulla bilancia ho più cocenti delusioni. e spesso quando voglio ripassarle il barista me lo sconsiglia. lui, mica io. fai te

          • per essere precisi, prima di partire per la tangente

            http://it.wikipedia.org/wiki/La_grande_truffa_del_rock'n'roll

          • Il paragone con l’asse Baladin/Birra del borgo mi sembra molto azzardato. Se Baladin fa comunicazione ad un certo livello, molto snob e distaccato, imho, loro sono molto più istintivi. Trasmettono emozione direttamente, senza passare attraverso il filtro della logica. In Italia io direi che l’unico che ha fatto qualcosa del genere è stato il compianto Bad Attitude. Nel senso della comunicazione coinvolgente ed emozionale. Poi, ovviamente c’erano delle belle differenze anche lì.

            Per quanto riguarda il bene al mondo della birra artigianale, in linea di massima sarei d’accordo. Non mi è mai piaciuta però . anzi la vivo con terrore – la battaglia contro il CAMRA.
            Se dovessi scegliere oggi tra la sopravvivenza del pub inglese e la folla di birrifighetti alla ricerca del prodotto più luppolato (da stroncare perchè fa più figo) non ho assolutamente dubbi. Al rogo i birrofighetti e affanculo brew dog.

        • Al solito non hai capito.
          Amen.

  6. E tu sei il dj Ringo della birra.

  7. A me i Sex Pistols piacciono.
    Parecchio.

    Ma siamo OT, credo.

  8. @livingston
    Non ho capito bene questo discorso che noto venir fuori sempre più dagli “espertoni” della birra… siccome le artigianali in stile luppolato picciono molto anche ai non cultori del settore adesso vengono denigrate e snobbate dagli esperti??
    Adirittura un barista (?) che sconsiglia ad un cliente le brewdog…
    la solita triste mentalità provinciale..

    • @milosse

      prima di parlare, sincerarsi di avere attaccato la spina al cervello

      il barista la vende la Brewdog, e non ha interesse a tenersela sul groppone. solo che siccome sa che sei un cliente “evoluto”, alla richiesta di una Harcore IPA ti dice “lascia perdere”, perché quel lotto non è molto in forma, diciamo così. nella mia esperienza me ne sono capitati più di uno. ti evita una sola in sostanza. a quel punto puoi ripiegare tranquillamente su una Spaceman, notoriamente una birra dolce, tipo quella che ho bevuto ieri sera, visto che come dici tu che la sai lunga sui gusti altri agli “esperoni” non piacciono le birre luppolare… -.-

      • La mia è una constatazione serie e non un’offesa ma probabilmnete non hai afferrato. (grazie per il consiglio di attaccare la spina)
        La citazione del barista (?) che ho riportato era da esempio per spiegare l’andazzo (e non un offesa nei tuoi o suoi confronti, se poi il tuo barista (?) ha un lotto non buono dovrebbe mandarla indietro e non sconsigliarla solo al cliente “evoluto” e venderla agli altri fregandoli e magari danneggiando il marchio e il mondo della birra artigianale).

        Volevo sottolineare il fatto che le brewdog e più in generale il mondo delle luppolate sta iniziando ad essere denigrato da sempre più esponenti del settore della birra e non capisco il perchè, vorrei che chi la pensa in questi termini mi spiegasse questa situazione

        saluti

        • semplice sta passando la moda e fa tanto figo denigrarle per essere l’avanguardia. Non è questo il caso di SR ma è il nuovo trend generale.
          fottitene.

        • se non è un’offesa meglio, a leggerti mi pareva che ce l’avessi con me

          io non ho detto che il lotto faceva schifo, ho scritto “non in forma”. come al solito, le parole vengono usate come meglio a uno pare. nello specifico, come mi è stato detto, non infetta, ma “più dolce di prima”, o più mappazza magari. una birra vendibilissima che giustamente il distributore non ti ritirerebbe. ma se io ordino una Imperial IPA e mi arriva uno sciroppone con dentro quattro carriole di luppolo, almeno mi mette in guardia e mi fa un servizio

          nessuna fregatura. chiaro?

          poi in passato ho sperimentato Brewdog al diacetile o totalmente morte di aromi, per capirci. come pochissime stupende in bottiglia e qualcosa di favoloso a pompa a Londra anni fa, quando erano meno punk

          il mio è un barista perché lavora in un bar. cosa c’è di strano? non hai mai visto bottiglie e spine dentro a un bar?

          l’affermazione per cui gli esponenti del settore della birra (cosa che peraltro io non sono non essendo un pro) denigrino le birre luppolate è priva di qualsiasi fondamento e totalmente gratuita. prova a navigare un po’ e a leggere quante birre luppolate vengono lodate. a me per esempio fanno talmente cagare che sono andato due volte in America a berle e (ho perso il conto) di volta a Londra

          a meno che per te le birre luppolare non debbano avere come minimo 150 IBU…

        • Ci sono sfumature e sfumature di lotti poco in forma. E non sempre è così facile mandare indietro una birra che magari è corretta e senza grossi difetti ma non scintillante come a volte capita di trovare…

        • Milossa, all’IBF qui a Milano, qualche mese fa, ad un certo punto ho iniziato ad evitare tutte le birre con luppolo esagerato, non ne potevo più. E giuro che ho faticato a trovarne con una luppolatura normale. Quando si esagera si finisce con l’appiattire tutto. E’ stata la stessa cosa con le barrique nel vino, ad un certo punto i vini erano quasi tutti uguali. Sono tornati sui loro passi solo quando non vendevano più.
          Ok il luppolo, ok le barrique, ma usati bene, senza che siano invasivi e predominanti in ogni stile. Così è troppo.

          Questo per me ovvio, nella birra mi piacerebbe sentire qualcosa di più del luppolo e basta.

    • @ milosse
      Ho solamente detto due cose per argomentare il mio pensiero sulla faccenda.
      La prima è che in una vicenda incresciosa come quella in oggetto del post, ho notato con piacere che invece di negare l’evidenza si è scelto di ammettere l’errore e porgere le proprie scuse. E in questo Brew Dog non c’entra niente visto che era parte lesa. Anzi, nella reazione Brew Dog si è dimostrato, a mio avviso, un po’ cafone.

      La seconda cosa era invece collegata alla filosofia brewdogghiana.
      Sono favorevole ad un approccio moderno dove si tenda a coinvolgere il consumatore. Sono scettico sulla birrocentricità dell’universo.
      A me piacciono le birre iperluppolate, le bevo e non le critico.
      Critico Brew Dog quando non capisce che il mondo non si ferma lì.
      Nella sua lotta contro CAMRA e conseguentemente contro l’istituzione del Pub Inglese sta commettendo un grandissimo errore.
      Ed è questo il motivo per cui in definitiva non amo Brew Dog. Marketing arrogante e calcolato. A prescindere dalle birre.

      L’esperienza legata alla birra non finisce con il liquido contenuto nel bicchiere.
      Dovessi scegliere tra ottime, moderne birre, che a me piacciono molto e che non vorrei veder scomparire, e un’esperienza umana di alto livello (come spesso nel pub inglese) priva degli eccessi birrari (che a me piacciono) sceglierei senza dubbio l’esperienza completa rinunciando al piacere di bere birre moderne.
      Anche perchè a me la Real Ale piace almeno quanto le spremutone di luppolo quindi soffrirei ben poco.
      Se proprio fossimo costretti.

      Ma mettere in contrapposizione i due mondi e dover scegliere quale preservare sarebbe comunque molto triste ed un errore a prescindere.
      Per questo credo che Brew Dog sbagli.
      Perchè è una questione di tolleranza e non una guerra di religione.

  9. Bè, anche il Baladin n.0 è posto di frontissimo allo stabilimento DIAGEO di Cinzano! E sono anche quasi grandi uguali 🙂

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