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Due notizie dall’industria: Carlsberg sfusa e Heineken olimpica

A distanza di un paio di settimane torniamo a parlare di birra industriale, con due notizie piuttosto differenti tra loro, ma entrambe molto interessanti. La prima riguarda l’Italia, la seconda l’Inghilterra. Partiamo allora dal nostro paese, dove il gruppo Carlsberg ha deciso di scendere in campo con la vendita di birra sfusa. Complice probabilmente il momento di crisi economica, la multinazionale danese ha aperto a Vicenza e Jesolo i primi due punti vendita in cui sarà possibile acquistare birra in questa modalità, potendo godere presumibilmente di prezzi piuttosto vantaggiosi. Come si può leggere su Il Mattino di Padova, l’iniziativa nasce dall’applicazione della tecnologia Modular 20 – per i dettagli vi rimando a questo mio vecchio articolo – che permette di spillare birra senza l’aggiunta di anidride carbonica.

In realtà si tratta di un progetto sperimentale che si protrarrà fino a 22 settembre. I marchi disponibili saranno tre: La Poretti Non filtrata ai 7 Luppoli Summer Cascade, la Grimbergen Blanche e la Carlsberg Elephant. Prodotti dunque di fascia premium, che in un paio di casi possono essere considerati quasi delle birre pseudo-artigianali. In entrambi i punti vendita sarà presente un “esperto” che guiderà il cliente all’acquisto.

Se avete letto un mio recente post sulle ultime aperture in Italia, saprete che la birra sfusa è un’idea già avuta nel mondo artigianale da Teo Musso, che vende le sue Baladin con questa formula presso Lo Sfuso di Torino. Carlsberg dunque conferma di essere la multinazionale birraria che più di qualunque altra ha focalizzato la propria comunicazione sul concetto di qualità, proponendo una serie di iniziative atte a supportarla. In ogni caso, gli esiti del progetto daranno segnali importanti sugli effettivi margini per la vendita di birra sfusa, anche per il settore dei microbirrifici.

Spostandoci in Inghilterra, invece, non può passare inosservata la polemica birraria nata in riferimento alle Olimpiadi di Londra. Gli accordi commerciali prevedono infatti un diritto di esclusiva a favore di Heineken, che sarà la sola birra disponibile durante la grande kermesse sportiva. In un paese che ha un rapporto secolare con la bevanda di Cerere, una situazione del genere non può che far storcere la bocca agli appassionati, che vedranno umiliate le loro Ales a favore di una Lager industriale – peraltro neanche inglese.

Come riportato da Roger Protz sul suo sito, le parole di Mike Benner, amministratore delegato del Camra, sono molto chiare:

L’industria brassicola britannica è rinomata in tutto il mondo, soprattutto ora che sono attivi più microbirrifici di quanto sia mai accaduto dalla Seconda Guerra Mondiale in poi. Poiché un grande spettacolo è una vetrina importante per tutte le eccellenze del Regno Unito, è sconcertante che i visitatori dei luoghi olimpici non possano avere accesso a una selezione di Real Ale. Questa imposizione rappresenta una grande occasione mancata per sfoggiare uno dei gioielli storici dell’industria britannica.

In realtà l’esclusiva di Heineken avrà una serie di ripercussioni in tutto il panorama birrario della nazione. Le conseguenze più pesanti saranno per quei birrifici che in passato hanno stretto accordi con alcune strutture sportive, destinate ora a ospitare gare olimpioniche: queste aziende saranno costrette a ridefinire drasticamente la propria presenza durante le settimane dei Giochi Olimpici. Ma gli effetti saranno anche più insensati: allo stesso Camra, ad esempio, sarà impedito di organizzare eventi con nomi come “Olympic beer festival” o analoghi. Tra l’altro, lo stesso Camra ha dovuto spostare la sede del GBBF 2012: quest’anno si terrà non più a Earl’s Court, utilizzato proprio per le Olimpiadi, ma a – scherzi del destino – London Olympia. In quest’ultimo caso tuttavia non credo che Heineken c’entri qualcosa.

In ogni modo, è evidente il paradosso che si vivrà in Inghilterra: invece di rappresentare un volano per il panorama brassicolo locale, le Olimpiadi finiranno per mortificare lo splendido tesoro birrario della nazione. Un sacrificio che si può certamente sostenere se il premio è potersi ingozzare di Heineken.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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2 Commenti

  1. Ho assaggiato la Poretti 7 Luppoli Summer alla spina e devo dire che l’ho trovata ampiamente bevibile, cosa che non mi aspettavo affatto!

  2. Notizia interessante quella della esclusiva Heineken, se pensiamo che le Olimpiadi servono a rilanciare le economie del paese ospitante ed in particolar modo puntare sulle proprie eccellenze. Certamente la birra in Inghilterra é un’eccellenza. Un vero peccato.

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