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In caso di esplosione atomica non temere, potrai sempre bere birra

La birra è un alimento che caratterizza da sempre la civiltà umana, perciò non è un caso che spesso sia al centro di studi scientifici di diversa natura. Dall’impatto sulla salute dell’uomo all’analisi di reperti archeologici, esistono centinaia di ricerche incentrate sulla bevanda di Cerere. Quella riportata ieri su Beerpulse è però tra le più sorprendenti: negli anni ’50, infatti, alcuni studiosi americani eseguirono dei test per verificare l’integrità di birra e di altre bevande confezionate in seguito a un’esplosione nucleare. Per quanto assurda, la ricerca si contestualizza perfettamente nel periodo storico in cui venne effettuata e intendeva rispondere a una domanda fondamentale: dove è possibile trovare fonti di acqua potabile d’emergenza in caso di disastro atomico?

Lo studio risale al 1957, fu intitolato “L’effetto delle esplosioni nucleari sulle bevande confezionate in commercio” e rientrava nell’Operazione Teiera. In pratica, i ricercatori posizionarono alcune lattine e bottiglie di birra e soda in prossimità di un’esplosione atomica, per poi verificarne le conseguenze. La conclusione fu positiva:

Queste bevande possono essere utilizzate come fonti di acqua potabile per motivi di emergenza immediata dopo un’esplosione nucleare non appena l’area in cui sono presenti consente un accesso in sicurezza.

Più nel dettaglio, gruppi di lattine e bottiglie furono posizionate a diverse distanza dal ground zero: le più vicine a un quarto di miglio, le più lontane a circa due miglia. Tutte le lattine rimasero intatte dopo l’esplosione, così come la maggior parte delle bottiglie (alcune naturalmente si ruppero per essere cadute dagli scaffali). I risultati rivelarono che il loro contenuto era sicuro per l’uomo. Le più vicine all’esplosione mostrarono un certo grado di radioattività, ma entro i limiti previsti in casi di emergenza. Che in altre parole significa che non avrebbero avuto ripercussioni negative nel breve termine.

Lo studio però si spinse oltre, valutando non solo la radioattività delle bevande, ma anche le variazioni organolettiche. La domanda era: sarebbero state ancora buone da bere o avrebbero assunto un gusto sgradevole? I risultati dimostrarono quanto segue:

I primi test sul gusto rivelarono che sia le birre che i soft drink erano ancora di qualità accettabile (letteralmente “still of commercial quality” ndR), sebbene ci fossero prove di una leggera variazione di sapore in alcuni dei prodotti posizionati a 1.270 piedi da ground zero.

In particolare, le bevande più esposte all’esplosione erano “completamente andate”. La morale della storia fu la seguente: se ti trovi nei pressi di un’esplosione nucleare e sei a corto di acqua potabile, puoi tranquillamente scolarti una birra o una Coca Cola, ma non aspettarti che siano buone. Ma credo che la precisazione finale sia l’ultimo dei problemi in una situazione del genere.

L’aspetto interessante è che la birra utilizzata per gli esperimenti era sicuramente industriale. Poiché personalmente non bevo certa roba 😛 in caso di disastro nucleare la mia preoccupazione è la seguente: le stesse conclusioni valgono anche per la birra artigianale? Difficile da dire, soprattutto se siamo al cospetto di birre rifermentate in bottiglia. I prodotti delle multinazionali sono sterili per definizione, ma quelli dei microbirrifici hanno caratteristiche ben diverse. Cosa accade, ad esempio, ai lieviti presenti nella birra? Possono influenzare la radioattività del contenuto, oltre a contribuire alla variazione di gusto? Ma soprattutto, in caso di conflitto atomico posso rifugiarmi in cantina e usare le birre lì presenti come fonte di acqua potabile? Avanzate le vostre ipotesi…

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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7 Commenti

  1. Beh, pensando all’effetto delle radiazioni sugli organismi viventi, e in particolare sui lieviti giacenti nelle bottiglie, non c’è di che essere ottimisti… lieviti “mutanti”… brrr!

    • Credo che alcune bottiglie di birra artigianale abbiano già subito il trattamento dell’esperimento… non si spiegherebbe altrimenti il loro contenuto 😛

  2. i lieviti conquisteranno il pianeta… come profetizza la maglietta del Macchè, moriremo tutti fermentati

  3. Dovesse succedere spero di accorgermene appena prima, così vado in cantina e me le bevo tutte. Poi quel che sarà, sarà. Ma, essere governati dai lieviti sarà peggio di come siamo messi ora? Hummm

  4. Interessante, ai tempi del colera “qualcuno” ( http://en.wikipedia.org/wiki/Arnold_of_Soissons ) fu fatto santo perché predicava di bere birra invece di acqua, questi studiosi mo’ li prediamo in giro 🙂

  5. Sarà questo il segreto di Sierra Nevada ? 😀
    Scherzi a parte, alle prime avvisaglie di conflitto prendo un aereo per Bruxelles 😀

  6. beh dopo la birra con le gonadi dello scoiattolo, il passo alla birra radioattiva non è poi cosi lontano! 😀

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