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E alla fine arrivò l’aumento dell’accisa: da ottobre la birra costerà di più

Pagina-Accise-birra-258Tanto tuonò che piovve. O per dirla in modo diverso: “Daje e daje, alla fine hanno aumentato l’accisa”. Eh sì, perché è ormai all’orizzonte il tanto temuto incremento dell’imposta sulla produzione di alcune bevande alcoliche, tra cui la nostra amata birra. Erano anni che i vari governi italiani paventavano un aumento delle accise, tornando ogni volta sui propri passi. Ma con un fare prettamente italico, tutti i vari spauracchi erano funzionali a preparare il terreno per la decisione ultima, alla quale ormai ci eravamo rassegnati. Quindi prepariamoci tutti, perché a breve la birra costerà di più. Costerà di più produrla e, soprattutto, berla. Con buona pace di chi aveva esultato per gli ultimi dati del settore, che mostravano uno stato di salute incoraggiante.

Come riportato dal Sole 24 Ore, il rincaro si realizzerà secondo 3 incrementi successivi: il primo fissato già per il 10 ottobre 2013, il secondo al 1° gennaio 2014 e il terzo esattamente un anno dopo, il 1° gennaio 2015. In numeri significa ad esempio che a inizio del prossimo anno l’accisa sarà passata da 2,33 a 2,70 euro per ettolitro per grado plato, che, tenendo conto dell’iva (in aumento di un punto percentuale), significherà un +33% sul valore di questa imposta. Considerate che già nel 2006 ci fu un aumento pari a quasi il 24%. Se non erro, non si tratta di programmi confermati al 100%, ma per il momento l’incremento del 10 ottobre è sicuro.

Al di là del fisiologico prurito per una decisione del genere, il modo in cui essa è stata pianificata solleva più di una perplessità – per usare un eufemismo. La prima è di carattere culturale, in quanto l’incremento servirà a finanziare, con il recupero di 448 milioni di euro, il decreto scuola. Come a dire: per garantire ai vostri figli l’istruzione che merita andiamo a colpire gli ubriaconi. Un colpo basso che permetterà al governo di non ricevere particolari critiche, se non quelle provenienti dal settore.

La seconda perplessità riguarda ancora una volta lo stato preferenziale di cui può godere il vino, la cui accisa resta fissata a 0 euro. Come sempre in Italia si teme di colpire i forti, mentre si chiedono sacrifici solo ai deboli. È un problema che non riguarda solo le bevande alcoliche, ma non per questo può essere tollerato. Questo discorso dell’accisa azzerata per i produttori di vino sta cominciando a diventare un argomento molto irritante.

Terzo punto, neanche a dirlo, l’aumento delle accise colpirà soprattutto i birrifici artigianali. Questo è un punto fondamentale, che ancora non è stato sottolineato con la giusta forza. Nel marasma di deboli prese di posizione nei confronti dell’intervento del governo, nessuno si è preso la briga di spiegare che la disciplina attuale delle accise tende a svantaggiare soprattutto i piccoli produttori. A differenza di altri paesi, dove evidentemente c’è più competenza nei punti chiave della cosa pubblica, in Italia non esiste infatti una differenza sulla gestione delle accise in base agli ettolitri annui prodotti. Sia che tu sia una multinazionale del settore o un artigiano che brassa 1.000 ettolitri l’anno, dovrai sottostare alle stesse regole. Con un riverbero pesantissimo sulla salute economica dei piccoli birrifici.

Chiaramente le ripercussioni sul settore – e in particolare sul segmento artigianale – possono essere davvero pesanti. Per darvi un’idea, Assobirra denuncia un carico fiscale pari al 47%, in un’escalation di rincari che tra il 2004 e oggi ha toccato +114%.

Il blog resterà vigile sulla questione (come già accaduto in passato) in attesa di futuri aggiornamenti. Bisogna cercare di opporsi a questo continuo saccheggio di una ricchezza imprenditoriale emergente.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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29 Commenti

  1. alexander_douglas

    ovviamente nessun aumento per il vino con la gioia della lobby dei produttori di vino ammanicati con la politica ( coff coff * lega nord* coff coff)….

  2. Il messaggio è: ubriacatevi per garantire scuole migliori ai vostri figli. Però non con il vino eh!

  3. Ma non capite…è uno stimolo alla diffusione di session beer e birre ultra-attenuate da lieviti ben propagati… 😀

  4. In realtà il messaggio è: più vi ubriacate, più finanziate le scuole.

  5. aggiungiamo inoltre che dal 1° Ottobre l’IVA passerà al 22%…e l’IVA si basa sul costo del prodotto includendo le accise (maggiorate)…il prezzo per noi consumatori decollerà, qualunque tipo di birra decidiamo di berci.

  6. L’aumento dell’accisa è conseguenza della cecità demagogica con la quale il PDL ha strenuamente difeso fino alla morte l’abolizione indiscriminata dell’Imu sulla prima casa. I soldi, da qualche parte, si sarebbero pur dovuti trovare…

  7. Avevano l’oro, e stanno scegliendo il piombo, facendo di tutto per buttare giù una “miniera d’oro” italiana come quella della birra artigianale.
    Hanno rotto le p…ehm, le scatole!!!

  8. L’Italia è un paese INFETTO.

  9. gli homebrewers non pagano accisa. W l’autoproduzione 🙂

  10. Andiamo in piazza cazzo, andiamo in piazza!!

  11. L’ Italia non è un paese per poveri…purtroppo chi vuole lavorare onestamente senza pretendere di avere conti all’ estero è penalizzato in tutto. Ridono invece le caste, le lobby, i ladri in parlamento convinti di averla sfangata anche questa volta.
    Dividi e impera diceva qualcuno, ed è così che ancora qualcuno si accapiglia su chi è meglio tra destra o sinistra…l’ unica speranza è andare via..per sempre.

  12. Lungi dal voler far polemica ma mi chiedo: delle tante associazioni nate, quale dovrebbe essere preposta a fare “pressioni” su decisioni di questo tipo e cercare di sedersi al tavolo delle trattative?
    Il vino come il tabacco è tutelato in questo senso come qualcuno aveva sottolineato. Non possiamo pensare che la goliardia che caratterizza questo fantastico mondo non debba essere supportata da un minimo di lobbying.

  13. Tra oggi e domani sono in calendario le audizioni al Senato delle associazioni in merito alla ratifica in legge del DL 91 09/08/2013, che prevede una copertura per interventi straordinari su beni culturali e artistici, poi assorbita dal DL 104 “scuola”, che reca i valori di aliquota riportati nell’articolo. Tra le associazioni dei comparti coinvolti c’è Unionbirrai all’interno di Cna Alimentare e Rete Imprese Italia.

  14. Se posso permettermi vorrei allegare un link di una petizione contro l’aumento dell’accisa sulla Birra, petizione lanciata da Giovanni Puglisi, che credo sia anche un frequentatore di CB.
    Nel caso non sia consentito postare dei link esterni, chiedo scusa ad Andrea.

    http://www.change.org/it/petizioni/ministro-delle-politiche-agricole-no-all-aumento-dell-accisa-sulla-birra?share_id=AJSpXMxcRq&utm_campaign=signature_receipt&utm_medium=email&utm_source=share_petition

  15. Andrea ma da dove hai preso il dato dell’ accisa a 2,33 euro? Il valore esatto è 2,35. Giusto per la cronaca. Di birra, aggiungerei 😀

  16. Ah ho visto solo ora..dal sole24 ore. Va beh, e a loro chi glielo dice?

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