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Birra e sociale: una panoramica durante Artebirra

Kuaska con Andrea Bertola di Pausa Cafè
Kuaska con Andrea Bertola di Pausa Cafè

Nel mio resoconto di ieri su Artebirra Pasturana non ho minimamente accennato al fatto che sabato pomeriggio si è tenuto un “talk show” condotto dall’onnipresente Kuaska su un argomento importante quanto spesso sottovalutato: il connubio tra birra artigianale e attività per il sociale. Davanti a una nutrita platea di curiosi e appassionati, Kuaska ha tirato le somme delle diverse iniziative birrarie legate al sociale, dimostrando che il loro numero è davvero considerevole e che talvolta si concretizza in situazioni piuttosto particolari.

Il punto di partenza è che le operazioni di solidarietà legate al mondo birrario non sono un caso, ma nascono come naturale conseguenza dello spirito che anima l’ambiente in Italia così come all’estero. Proprio in riferimento alla realtà internazionale, una prima lampante dimostrazione di questo aspetto è nell’offerta di supporto proposta dalla comunità brassicola ad Armand Debelder dopo la perdita di circa 100.000 bottiglie di Drie Fonteinen. Appena la notizia è diventata di pubblico dominio, in modo del tutto spontaneo gli appassionati e gli addetti ai lavori di tutto il mondo si sono attivati per supportare il produttore belga, in particolare Sam Calagione della statunitense Dogfish Head.

Rimanendo invece all’interno dei confini nazionali, gli esempi sono numerosissimi. Uno dei più eclatanti è stata la cotta di beneficienza promossa dal Piccolo Birrificio di Apricale in occasione del terremoto in Abruzzo, con l’intento di devolvere tutto l’incasso a favore delle popolazioni colpite dal sisma. Con obiettivi simili lo scorso aprile si è tenuta, durante la fiera dell’artigianato di Firenze (ART), una vendita di solidarietà organizzata da Real Beer, alla quale hanno aderito diversi produttori nostrani: Almond ’22, Barley, 32 via dei Birrai, Piccolo Birrificio, Birra del Borgo, Petrognola, White Dog, Tzebao, Geco, Svevo.

Da iniziative estemporanee passiamo a produzioni nate proprio con finalità sociali. In occasione dello scorso Natale, ad esempio, sempre il Piccolo Birrificio ha messo in commercio una particolare versione della sua Nua, brandizzata Emergency, il cui ricavato è stato interamente devoluto all’associazione non governativa. La Nanoro di Grado Plato, invece, è nata per consentire al comune di Chieri di costruire strutture per rilanciare l’economia di un povero villaggio del Burkina Faso, da cui la birra in questione prende il nome. La particolarità della Nanoro è di essere prodotta con miglio, l’ingrediente principale impiegato nella produzione brassicola del paese africano.

Concludiamo infine con le due iniziative birrarie forse più importanti, perché nate e sviluppatesi intorno al concetto centrale di solidarietà sociale. La prima è quella della Piazza dei Mestieri, che ancora prima che un birrificio, è una delle più importanti realtà di volontariato del Piemonte, concentrata in particolare nella prevenzione del disagio giovanile e dei fenomeni di dispersione scolastica.

L’obiettivo finale è quindi quello di creare un punto di aggregazione dei giovani in cui sia evidente un contenuto educativo e dove si possa sperimentare un approccio positivo alla realtà, dall’apprendimento al lavoro, dal modo di usare il proprio tempo libero alla valorizzazione dei propri talenti anche attraverso l’introduzione all’arte, alla musica e al gusto.

In quest’ottica si colloca il birrificio della Piazza dei Mestieri, che, come avrete capito, è solo una delle tante attività promosse da questa fondazione. Sfogliando il sito internet, infatti, ci si può accorgere di quanto questa realtà sia operosa e intraprendente.

L’altra iniziativa strettamente legata al sociale è quella del birrificio Pausa Cafè, che anche in questo caso nasce all’interno di un progetto molto più ampio in cui la produzione brassicola rappresenta solo una delle tante attività. Ecco come si presenta questo progetto sul relativo sito web:

Pausa Cafè è una cooperativa sociale che favorisce processi di sviluppo sociale ed economico equo, sostenibile e partecipativo, con speciale attenzione all’inclusione dei soggetti svantaggiati, nel Nord e nel Sud del mondo. Opera in Guatemala affianco delle comunità indigene e delle cooperative di produttori di caffè, in Messico ed in Costa Rica nella cura e nella valorizzazione della produzione di cacao. Il lavoro con queste comunità, storicamente escluse dai benefici del proprio lavoro, permette loro di migliorare le condizioni di vita, valorizzandone il legame con i territori, tutelandone la cultura e la biodiversità, intesa come partimonio coevoluto dell’umanità.

Al contempo, offre ai detenuti delle Case Circondariali “Lorusso e Cotugno” di Torino e “Rodolfo Morandi” di Saluzzo, percorsi di reinserimento sociale e lavorativo. Attraverso la costituzione di partenariati internazionali e con particolare attenzione alla rete di economia solidale, Pausa Cafè si propone di avvicinare i produttori ai consumatori, accorciando la filiera produttiva e riducendo le intermediazioni.

L’attività brassicola di Pausa Cafè è proprio legata ai detenuti, in quanto le birre di questo produttore sono realizzate all’interno della Casa di Detenzione di Saluzzo. Il birraio Andrea Bertola è per il momento coadiuvato nel suo lavoro da tre detenuti, che lavorano all’interno dell’impianto, i cui dettagli tecnici sono illustrati su Beverfood:

L’impianto di produzione sito nella casa di reclusione, è del tipo a 3 tini, con il filtro separato. Questa particolarità permette tra l’altro di lavorare con mosti molto densi e corposi per ottenere birre di più alta gradazione, e di articolare più cotte nello stesso giorno di produzione. Tutto l’impianto è a calore indiretto, infatti utilizza il vapore come metodo di riscaldamento, che rende molto dolci le salite di temperatura nelle fasi di produzione senza portare sentori di bruciato o eccessivo caramellato nel prodotto finito. A completare la cantina, c’è una batteria di quattro fermentatori da 10 hl, per la fermentazione e maturazione della birra. Gli ingredienti utilizzati sono presidi Slow food o di Terra madre.

Inutile sottolineare l’importanza dell’esperienza di Pausa Cafè (come delle altre finora analizzate), che Andrea Bertola ha raccontato ai partecipanti dell’incontro a Pasturana, addirittura tradendo qualche attimo di comprensibile commozione.

Tra le birre e i produttori qui segnalati, ad Artebirra 2009 erano disponibili alla spina la Nanoro di Grado Plato, la Manet e la Klimt di Piazza dei Mestieri e la P.I.L.S. e la Tosta di Pausa Cafè. La manifestazione di Pasturana ha perciò anche permesso di entrare in contatto realmente con i frutti di queste iniziative.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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6 Commenti

  1. A me dispiace dirlo, ma ancora devo ricevere la sopracitata birra per l’abruzzo della quale ho acquistato anch’io uan cassa, non conto più le settimane ormai…

  2. corretto. chiunque vogia informazioni sulla data di consegna puo contattare Mail Boxes a Ventimiglia al n° 0184238423 chiedendo di Nino.
    giusto perchè qualcuno non pensi male.

  3. Andrea, ma come cavolo hai fatto a stare pure attento al talk-show mentre c’era da star dietro alle birra da giudicare?? O_o

    BBtex

  4. @BBTex
    Eheh, diciamo che ne ho approfittato per fare un sacrosanto break prima del rush finale del tardo pomeriggio!

  5. Ad onor di cronaca (o di commento) devo comunicare che(finalmente) in data 24/06/09 il mio cartone di birre per l’Abruzzo è arrivato, e che le bottiglie sono tutte arrivate indenni al trasporto 😉

  6. Arrivate anche a me oggi! Rinnovati complimenti al Piccolo Birrificio per l’iniziativa!

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