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Viaggio nelle Fiandre (parte 2): Lovanio e dintorni

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Intense Red da 3 Fonteinen

Dopo avervi raccontato la prima metà del mio viaggio nelle Fiandre, oggi riprendo e chiudo il discorso con la seconda parte. Ci eravamo lasciati in quel di Beersel, nei dintorni di Bruxelles, alla fine di un piacevole sosta presso il ristorante Neu Pruim. Concluso il pranzo ci siamo quindi spostati al mitico 3 Fonteinen (sito), uno dei più apprezzati produttori di Lambic della zona, dove gli squisiti Armand Debelder e la moglie Lydie ci hanno guidati alla visita dell’impianto di produzione. Anche in questo caso ciò che meraviglia maggiormente è il rapporto tra il successo internazionale ottenuto dal birrificio e le dimensioni contenute dello stesso, nonché il suo indissolubile legame con le tradizioni brassicole del passato. Un aspetto che merita encomi ed elogi, anche perché spesso richiede sacrifici sotto diversi punti di vista.

Terminata la visita guidata, con incluso l’assaggio di uno splendido Lambic piatto di cinque mesi, Armand ha deciso di stappare una bottiglia Intense Red, Kriek tradizionale prodotta con il 40% di ciliege. Il tempo di alcune chiacchiere e qualche acquisto e siamo partiti alla volta di Lovanio, lasciandoci definitivamente alle spalle Bruxelles e il pittoresco Pajottenland – l’area a sud ovest della capitale famosa per le sue birre a fermentazione spontanea.

La Oude Markt di Lovanio
La Oude Markt di Lovanio

Lovanio ci ha accolto con il suo suggestivo centro storico, dominato dalle due principali piazze della città: Grote Markt, dove, tra gli altri, è situato lo spettacolare municipio, e Oude Markt, il luogo notturno per eccellenza. Come scrissi lo scorso anno, quest’ultimo è definito “il bar più lungo d’Europa” per via dei tantissimi locali che circondano il perimetro – praticamente sono tutti pub, a parte l’università e una scuola. Lovanio è infatti un importante centro universitario, testimoniato dalla stragrande presenza di giovani: è una città piacevole da vivere e decisamente divertente, oltre che molto bella. È inoltre la considerata la capitale della birra, per la presenza dello stabilimento di Stella Artois – marchio da cui partì quella che oggi è la più grande multinazionale birraria al mondo – e per i tanti birrifici che un tempo vi operavano.

Oggi di birrifici (artigianali) ne è rimasto solo uno, il Domus (sito), che per la precisione è un brewpub. Nel piccolissimo impianto di produzione viene prodotta birra destinata quasi esclusivamente al locale, una classica taverna dove abbiamo avuto modo di cenare. Le birre non sono certo indimenticabili, ma almeno la Com Domus è una German Pils tutto sommato onesta.

Dopo cena, quando eravamo già discretamente provati dall’intensa giornata, abbiamo partecipato a un tour dei migliori locali di Lovanio creato per noi dall’ufficio turistico Leuven Leisure. La nostra guida è stata Marie, appassionata di birra e capace di parlare un ottimo italiano. È stata lei a selezionare le nostre mete sulla base del programma del BeerBites, il fuori festival dello Zythos che quest’anno ha sostituito il passato Extra Muros (con evidenti miglioramenti). Devo ammettere che Marie è stata bravissima nello scegliere destinazioni stimolanti dal punto di vista brassicolo, puntando su birre particolari e interessanti.

Alcune bottiglie riportate in Italia, tra cui Luvanium e Hors Saison
Alcune bottiglie riportate in Italia, tra cui Luvanium e Hors Saison

Così siamo partiti dal De Weerelt, dove abbiamo assaggiato la Luvanium del birrificio De Vaart. Questo prodotto si ispira a un antico stile della città, che risale al momento di massimo splendore brassicolo di Lovanio. Credo che ve ne parlerò meglio in un futuro post, per il momento sappiate che è davvero un bel bere. Molto interessante è anche la Egotripel che abbiamo sorseggiato al Café Belge, prodotta dalla beer firm Opus Magnus presso l’impianto di Anders. Al Rodins, locale molto fighettino, abbiamo assaggiato invece quella che forse è stata la birra più interessante della serata: la Hors Saison di Nattelore. Si tratta di una Saison muscolare (9,1% alc.) con un bel profilo maltato, un’ottima caratterizzazione del lievito e una scorrevolezza invidiabile, soprattutto considerato il contenuto alcolico. Al Rodins la servivano anche insieme a un sorbetto al limone, ma è inutile dirvi che la preferisco “liscia” 🙂 .

La quarta birra bevuta durante il tour è stata l’Alpaide di Nieuwhuys all’Apero, una Dark Strong Ale davvero complessa, ma altrettanto piacevole, con note di cacao amaro, frutta rossa e persino vinose. Infine ci siamo spostati all’M-cafè, il caffè del museo di Lovanio, dove abbiamo avuto un curioso approccio con la moda locale (ma non solo) dei cocktail alla birra. Piacevolmente provati dalla giornata più impegnativa del viaggio, siamo quindi tornati in albergo per recuperare le forze in previsione dell’indomani.

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Il mio piatto!

La giornata di sabato è cominciata con una bella gita in bicicletta per le bellezze di Lovanio, supportata da condizioni meteo decisamente vantaggiose. Il buon Guido (la nostra guida) ci ha mostrato alcune delle attrazioni meno conosciute della città, tra cui il castello di Arenberg, il quartiere di Grand Béguinage e il nuovo centro sportivo pubblico appena fuori dal centro. In bicicletta poi ci siamo spinti fino al The Loft per il cooking workshop sull’abbinamento birra e cibo, con il piccolo dettaglio che della parte gastronomica ci siamo dovuti occupare noi in prima persona. Neanche fossimo partecipanti a Masterchef, ci siamo trovati catapultati all’interno di una cucina super accessoriata per cucinare una serie di ricette predefinite. A me è capitato un filetto di maiale su una purea di qualche tipo di verdura a metà strada tra le carote e le rape – ammetto la mia ignoranza al riguardo, mea culpa 😛 . Il risultato però è stato ottimo, come quello delle ricette dei miei compagni. Tutti i piatti sono poi stati abbinati a birre belghe, per un pranzo davvero irripetibile.

Nel pomeriggio abbiamo fatto visita agli impianti di Stella Artois, esperienza di cui ho già raccontato lo scorso anno (quindi evito di ripetermi). Successivamente ci siamo presi un pausa dalla birra per cenare al lussuoso ristorante Trente, dove ogni pietanza è stata accompagnata da vini di diverse nazioni. Il giorno successivo, infine, è stato completamente dedicato allo Zythos Bierfestival, di cui però vi ho già raccontato la scorsa settimana.

In definitiva il viaggio organizzato dall’Ente del Turismo delle Fiandre è stata un’esperienza eccezionale, ricca di mete imperdibili per chi è appassionato di birra, ma anche vario e pieno di stimoli originali. Le Fiandre rimangono uno dei paradisi mondiali della birra, capace di esprimere le diverse sfaccettature di una cultura brassicola di immenso spessore. Ringrazio Giovanna e Irene dell’Ente del Turismo delle Fiandre per la splendida opportunità e gli amici (vecchi e nuovi) che mi hanno accompagnato in questo viaggio indimenticabile: Tiziana, Nicola e Diego.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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3 Commenti

  1. Ciao Andrea, moooolto interessante!! ma quindi vi ha organizzato tutto l’Ente? giusto per capire se volessi contattarli…. grazie, e ottima recensione, a dir poco ispiratrice!

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