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Canada: dove e cosa ho bevuto a Vancouver e nella provincia di Alberta

Come probabilmente avrete notato, negli scorsi giorni ho pubblicato le prime due parti del resoconto della mia recente vacanza nella Pacific Northwest. La prima puntata si è concentrata sulla scena birraria di Portland e del resto dell’Oregon, mentre la seconda è stata dedicata alla città di Seattle. Con il pezzo di oggi il viaggio si conclude, sconfinando in Canada e abbandonando la costa per spingersi nell’entroterra fino a raggiungere i parchi di Jasper e Banff. Ma non pensiate che cambiare nazione abbia abbassato il tasso birrario delle zone da noi visitate: da questo punto di vista non si notano differenze sostanziali passando dagli Stati Uniti al Canada, con i prodotti craft presenti praticamente in ogni angolo.

La nostra prima tappa nel più grande stato del Nord America è stata Vancouver, principale città della costa pacifica del Canada, situata proprio a ridosso del confine con gli States. È costantemente nei primi posti nella classifica delle città più vivibili del mondo, ma devo ammettere che non mi ha rubato il cuore. L’influenza coi vicini Stati Uniti è abbastanza evidente, discorso che tuttavia vale anche per le altre parti del Canada da noi visitate. Non è un caso che, al pari di Portland e Seattle, si respiri un evidente fermento e una certa attenzione per tutte le piccole produzioni indipendenti, compresi i microbirrifici. Anche a Vancouver i produttori di birra sono tantissimi, per lo più distribuiti fuori dalla downtown. A ogni modo è facile trovare birra craft in locali e ristoranti, nonché nei negozi specializzati in bevande alcoliche – che non possono essere vendute nei normali supermercati.

Non solo la birra artigianale è molto diffusa in città, ma è anche decisamente in linea con le mode del momento. Che da un punto di vista produttivo significa soprattutto Hazy IPA: mi è capitato di incrociare questo sottostile originario del New England con una frequenza ben superiore rispetto ai vicini Stati Uniti, sintomo di una spiccata attenzione nei confronti dei trend emergenti. A tal proposito, in alcuni casi le IPA torbide non erano “dichiarate” come tali nel menu: più volte ho immaginato di aver ordinato una IPA “normale”, salvo poi scoprirla totalmente opalescente nel mio bicchiere. Questo aspetto sembrerebbe suggerire che le stesse aspettative dei consumatori si stanno spostando verso questa interpretazione dello stile.

Ad esempio all’Alibi Room (sito web), locale storico per la birra craft a Vancouver, abbiamo ordinato un primo giro di tre birre locali: Barracuda della quotatissima beer firm Superflux, Arcade Glow di BoomboxNebulousness di Brassneck. Ebbene, solo l’ultima era indicata come hazy, ma è inutile specificare che erano tutte estremamente torbide: molto buona la Barracuda, piacevoli le altre due sebbene non perfette. L’Alibi merita sicuramente una visita, anche perché è situato in posizione relativamente centrale: l’ambiente non è particolarmente suggestivo, ma gli spazi sono ampi e si respira una piacevole atmosfera. La selezione è sempre molto curata e incentrata su produzioni locali, tanto che abbiamo anche assaggiato la Tasty Mon di Parallel 49 (una Caribbean Stout) e la Elementary Lager di Four Winds.

Ma come accennato, la birra craft non è presente solo nei luoghi specializzati. Pensate che anche in un posto isolato come il ristorante del Suspension Bridge di Capilano non solo è presente birra artigianale, ma persino una creazione realizzata appositamente da un birrificio della zona: è la Hopilano di Bridge Brewing, una IPA senza troppe pretese ma nel complesso godibile. Diversi invece sono i ristoranti della città con spine craft e carte delle bottiglie, dove si può mangiare accompagnando il pasto con Hazy IPA – non sempre preannunciate come tali – Farmhouse Ale e stili più semplici.

Lasciata Vancouver e la British Columbia ci siamo mossi verso la provincia di Alberta per raggiungere i due grandi parchi nazionali. Da quel punto in poi il viaggio diventa molto affascinante e i centri abitati scompaiono velocemente: ci si ritrova facilmente a percorrere centinaia di chilometri di autostrada senza incontrare anima viva. I pochi villaggi presenti sulla strada rappresentano degli immancabili checkpoint, come la cittadina di Clearwater. Qui è d’obbligo segnalare l’Hop’n’Hog (sito web): una smokehouse con un American bbq da sogno e un impianto da dieci spine. Ho accompagnato il mio brisket con la Swamp Donkey di Three Ranges: una Brown Ale che ha esaltato lo squisito affumicato della carne. Posto che difficilmente dimenticherò per la bontà del pasto e l’atmosfera a dir poco peculiare.

Gli ultimi giorni di viaggio sono stati incentrati sui due straordinari parchi di Banff e Jasper, tra avvistamenti di orsi e cervi, suggestive cascate, indimenticabili panorami e passeggiate sui ghiacciai. Anche qui però non è mancata la birra artigianale: ad esempio a Jasper ho bevuto la Bear Ale di Jasper Brrewing Co., utile per stemperare la potenza di un paio di salsicce di bisonte. A Canmore, invece, sono attivi due produttori (a fronte di poco più di diecimila abitanti): Canmore Brewing, di cui ho assaggiato la IPA Misty Mountain, e Grizzly Paw, dove abbiamo ordinato Rundlestone, Chinook Red IPA e Big Head Nut Brown.

Raggiunta Calgary ci siamo imbarcati verso l’Italia, concludendo così un viaggio fantastico in terre spesso ignorate dal turismo di massa. Come avrete capito la birra è stata un piacevole leit motiv per tutta la vacanza, anche in zone non sospette. Questo vi permetterà di restare ampiamente soddisfatti anche se non pianificherete un itinerario incentrato esclusivamente sulla birra: d’altro conto vi sfido a visitare quelle zone senza dedicare del tempo anche a tutto ciò che vi circonda, che siano monumenti, paesaggi costieri, parchi o altro ancora.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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2 Commenti

  1. complimenti ANDREA, che bel viaggetto ti sei fatto, quasi quasi ti invidio !!

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