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Girovagando per i Balcani birrari – Parte seconda: Mostar, Dubrovnik e Kotor

Nella prima puntata dedicata al mio viaggio nei Balcani ho raccontato le prime due tappe: Belgrado e Sarajevo. Città diverse sebbene geograficamente vicine, che stanno affrontando sfide molto differenti: Belgrado è una realtà paragonabile a quelle dell’Europa continentale, pulita e ordinata e con una scena birraria piuttosto frizzante; Sarajevo sta ancora pagando lo scotto delle ferite subite durante il duro conflitto degli anni ’90, ma anche lì la birra artigianale non manca. La seconda puntata del viaggio comincia invece da Mostar, nella parte meridionale della Bosnia-Erzegovina, per poi toccare le città di Dubrovnik in Croazia e Kotor in Montenegro.

A Mostar sono arrivato in treno da Sarajevo, dopo due ore e mezzo di viaggio e un percorso mozzafiato fra le valli bosniache. Anche qui i segni della guerra sono ancora evidenti ma la città vecchia, e il famosissimo ponte, sono stati ricostruiti. Nella città vecchia sono stato al Black Dog Pub (pagina Facebook) situato in una location pittoresca fra ruscelli e vecchie abitazioni. La sera diventa punto di riferimento per i numerosi turisti che affollano le viuzze della città. Al momento della mia visita erano disponibili alla spina tre birre del birrificio Oldbritz (che è di Mostar). Ho assaggiato la IPA e la Pale Ale, entrambe non eccezionali.

Da Mostar mi sono spostato in bus a Dubrovnik, incantevole città costiera della Croazia. È soprannominata la Perla dell’Adriatico, grazie al suo splendido centro storico e le possenti mura, salite alle ribalta della cronaca anche perché teatro di numerose riprese della famosa serie TV Game of Thrones. Qui non mi aspettavo di trovare nulla per quanto riguarda le birre artigianali e invece, per puro caso, mi sono imbattuto nel Gastro Shop Pomalo (pagina Facebook), un piccolo beershop in una via secondaria della città vecchia con produzioni artigianali da Croazia, Serbia e Slovenia. Oltre ad acquistare le birre è possibile degustarle seduti sui gradini della via su cui è situato il negozio: molto suggestivo! Qui ho assaggiato la Fortunal, una Pale Ale del birrificio Dubrovnik Beer Company (ottima) e una Black IPA del birrificio croato LAB Split.

Mentre tornavo alla stazione dei bus ho incrociato la tap room della Dubrovnik Beer Company, situata proprio fuori dalla stazione. Purtroppo non mi sono potuto fermare ma la suggerisco a chiunque capiti da quelle parti, assetato dopo un lungo viaggio sulla costa dalmata.

Ultima tappa del mio viaggio è stata Kotor, in Montenegro. Raggiunta in bus da Dubrovnik mi ha piacevolmente stupito sia per la bellezza (anch’essa, come la città croata, possiede delle mura e una fortezza dell’epoca veneziana). A differenza di Dubrovnik, che è comprensibilmente affollata di turisti, Kotor è molto più vivibile e i prezzi ne risentono in positivo (per i clienti). Kotor è anche la città dei gatti, soprannome giustificato dalle decine di felini che si incontrano passeggiando per le vie della città. La leggenda narra che da quando i gatti nel XVI secolo liberarono Kotor dalla peste (allora Cattaro, dominio veneziano), furono designati come simbolo della città. Da allora non se ne sono più andati.

Anche qui sono riuscito a trovare un posto con birre artigianali e ha a che fare con l’Italia. Si tratta del Hoste (pagina Facebook) un locale situato vicino alla porta sud della città vecchia e gestito da un ragazzo italiano. Il locale è specializzato in aperitivi (con vini e prodotti italiani) ma sul menù sono disponibili anche birre artigianali montenegrine (birrificio Fabrika) e serbe (l’onnipresente Kabinet). Ho chiaramente optato per le montenegrine degustando la Hoptimus Prime (una Pale Ale, molto buona) e la Red Beerd (Amber Ale).

Tirando le somme anche in questa parte d’Europa il movimento craft ha mosso i suoi tentacoli. La scena serba, quella più interessante e in continua evoluzione, è paragonabile a paesi emergenti (dal punto di vista birraio) come Polonia o Romania. Segnali interessanti ne ho trovati anche in Croazia e Montenegro mentre appare un poco più indietro la Bosnia che, però, deve scontare ancora oggi altri tipi di problemi. In ogni caso viaggio incredibile e assolutamente consigliato, non solo per le birre!

L'autore: Niccolo' Querci

Bergamasco di nascita. Vive a Bruxelles dal 2011 dove si occupa di fondi europei. Ha ottenuto la qualifica di Beer Sommelier presso la Beer Academy di Londra, ha scritto una guida birraria su Bruxelles ed è membro della British Guild of Beer Writers. Ama girovagare per il Belgio e per l'Europa per scoprire nuovi birrifici e nuove birre. Ha una predilezione per le Saison e una venerazione per la birra trappista Orval.

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2 Commenti

  1. Per quanto riguarda la Croazia, ho avuto modo nell’ultimo anno di assaggiare diverse birre artigianali, sia a Porec che a Split, e ne ho trovate diverse molto buone e soprattutto a buoni prezzi.
    A Porec cito il birrificio Bura Brew, che è di proprietà di italiani. Se ci passate sono molto disponibili. Ho provato tutte e 6 le loro birre ed erano tutte buone, non eccellenti ma buone (e a circa 2 euro a bottiglia).
    A Split ho provato alcune birre del citato LAB, buone. Poi ho avuto modo di bere birre del The Garden Brewery (ottima la Citrus IPA), Nova Runda (ottima APA), Medvedgrad e Varionica, quasi tutte buone. Anche San Servolo discreta.

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