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Il Pivovarsky Klub, Evan Rail e il segreto di una passione

Come avevo promesso nel resoconto sulla mia visita estiva a Praga, vorrei spendere alcune parole per la serata che abbiamo passato in compagnia di Evan Rail, autore della Good Beer Guide del Camra sulla Repubblica Ceca. Prima dell’estate scambiai qualche mail con Evan, senza averlo mai conosciuto prima, rivelandosi subito una persona molto gentile: mi invitò a prendere una birra insieme appena ci fosse stata la possibilità. Destino ha voluto che quella possibilità si sia concretizzata nel giro di qualche mese…

Evan ci ha dato appuntamento presso il Pivovarsky Klub, un locale di recente apertura, situato a quindici minuti di passeggiata dal centro di Praga. Altrove ho già accennato di questa birreria, dall’aspetto moderno, frequentata da tanti giovani e qualche appassionato più attempato, ma soprattutto completamente devota alla birra artigianale del paese: le tante spine propongono a rotazione i migliori prodotti della Repubblica Ceca, allontanandosi spesso dall’offerta classica degli altri locali.

Interessante ad esempio la Kvasar XV del microbirrificio Sentice, realizzata con l’aggiunta di miele, o la weizen della Primator. Molto buona la Granat Tmavy Special del birrificio Cerna Hora, come la Herrach Svetly Special di Malostransky Pivovar, una speciale ben equilibrata. Tutte birre alla spina, presentate chiaramente mediante piccoli cartelli alle spalle del bancone… anzi dei banconi, poiché il locale è strutturato su due piani, con un punto spina ognuno.

Il Pivovarsky Klub è anche un beershop, con una selezione di prodotti eccellente, provenienti dalla Repubblica Ceca e dal resto d’Europa. Su consiglio di Evan abbiamo provato una fantastica Bohemian Black Lager di Pivovar Herold e una splendida Jubiler Spezial Strong Beer di Vyskov, una sorta di “bock” alla ceca. Insomma si tratta di un vero paradiso birrario. Non che a Praga non ce ne siano, ma al Pivovarsky Klub si ha davvero l’idea di immergersi in qualcosa di assolutamente nuovo per la scena della capitale. Si ha la netta impressione che la birreria rappresenti l’indubbio sintomo della rivoluzione in atto nell’ambiente brassicolo del paese.

Abbiamo così passato una piacevolissima serata insieme ad Evan, scoprendo le meraviglie birrarie della Repubblica Ceca, valorizzate dalla compagnia di una persona squisita. Ancora una volta mi meraviglio di come questa passione mi faccia conoscere persone incredibili, con cui mi trovo bene come in nessun altro ambiente della vita quotidiana. Evan è un americano trapiantato a Praga per lavoro e per amore della birra, condivide il mio stesso interesse ma, a parte questo, non abbiamo altri punti di contatto: abitiamo a migliaia di kilometri di distanza, parliamo lingue diverse, proveniamo da culture diverse. Eppure dopo solo cinque minuti dalla nostra prima stretta di mano, mi sembrava di essere seduto a un pub con un vecchio amico.

Non è la prima volta che provo questa sensazione, piuttosto è l’ennesima conferma di qualcosa di magico insito nella nostra passione. A volte credo che questo hobby mi abbia coinvolto così profondamente non tanto per le birre che bevo, quanto per tutte le persone che ho conosciuto in questi anni. Sì, l’ambiente della birra è straordinario, capace di amalgamare in un solo gruppo persone lontane anni luce le une dalle altre: non c’è distinzione tra età, professione, nazionalità, interessi collaterali o quant’altro. La birra artigianale mi ha fatto conoscere una marea di persone interessanti e piacevoli, con i quali non avrei mai immaginato di avere niente da condividere. Ne sono convinto, è questo il segreto della nostra passione…

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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4 Commenti

  1. Chi beve Tennent’s è una persona sola….

  2. …anche perché è costretto ad andare al pub di fronte 😉

  3. il locale è carino, peccato che è un pò difficile farsi capire con l’inglese 🙂

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