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Coronavirus e birra artigianale: le ultime novità sulla situazione in corso

Quali effetti sta provocando l’emergenza Coronavirus nel comparto italiano della birra artigianale? Ce lo siamo chiesti esattamente dieci giorni fa, cioè un’eternità per il periodo che stiamo vivendo. Nel frattempo sono stati emessi altri decreti governativi e irrigidite disposizioni e sanzioni atte a controllare l’epidemia. Se a metà marzo vivevamo ancora in un lockdown parziale, ora il blocco è stato esteso a tutte le attività industriali e commerciali non indispensabili (o almeno così dovrebbe essere). Negli ultimi giorni è arrivato qualche dato apparentemente confortante dalla Protezione Civile, ma l’uscita dall’incubo che stiamo vivendo appare ancora lontana. Una constatazione che pesa come un macigno per l’intero segmento della birra artigianale, che potrà ripartire a pieno regime solo nel momento in cui riapriranno – chissà quando a questo punto – pub, locali e ristoranti. Intanto però le varie realtà coinvolte nella filiera si stanno rimboccando le maniche per cercare di attutire la crisi, anche con soluzioni creative. Vediamo allora di fare ordine su quanto sta succedendo nel settore.

Gli effetti del DPCM del 22 marzo 2020

Negli scorsi giorni ha creato un po’ di ansia e confusione nell’ambiente il decreto di domenica 22 marzo, per capirci quello annunciato dal premier Conte in diretta Facebook quando era quasi mezzanotte. Poiché tale atto ha limitato l’operatività delle attività produttive a quelle indispensabili, in molti hanno temuto di dover chiudere i birrifici e interrompere i servizi di delivery. In realtà, come spiegato a distanza di qualche ora dall’associazione Cervisia, il decreto per fortuna non ha prodotto effetti nel nostro comparto. I birrifici (codice ATECO 11.05) possono continuare a operare perché appartenenti all’industria delle bevande (codice 11), cioè una di quelle escluse dal provvedimento. Discorso analogo per la filiera agroalimentare (codice 1) e per tutte le attività collegate. Infine è stata garantita anche la continuità dei servizi di consegna a domicilio, poiché per le attività commerciali il DPCM ha mantenuto le disposizioni stabilite dal precedente decreto dell’11 marzo. Insomma, un piccolo sospiro di sollievo per tutto il settore.

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Il potenziamento dei servizi di delivery

Piccolo sospiro di sollievo perché in questo momento la consegna a domicilio sembra l’unica soluzione a disposizione di locali e birrifici per trovare un po’ di ossigeno – al netto chiaramente degli strumenti di supporto economico che arriveranno dallo Stato. Non è un caso che negli ultimi giorni si siano convertite a questo modello di business tantissime realtà diverse, riuscendo a servire le zone nelle vicinanze ma talvolta spingendosi anche oltre. Si tratta di un brodino caldo in un momento di grave sofferenza, tuttavia può essere importante trovare un minimo di risorse per resistere alla crisi finché non sarà passata. Il discorso è chiaramente diverso per le piattaforme di ecommerce, sulle quali sono confluite le richieste di bevitori e appassionati. Anche in questo caso però la situazione è delicata, perché molte di queste aziende spesso lavorano con locali e pub, oltre che con clienti privati.

Al di là delle soluzioni d’emergenza, il settore è totalmente bloccato. I birrifici sono praticamente fermi o quasi, a eccezione di alcuni produttori che, grazie a sbocchi commerciali alternativi, continuano a lavorare seppur in maniera ridotta. Ma su questo punto probabilmente torneremo nei prossimi giorni.

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Le iniziative di beneficenza

Viste le difficoltà del periodo acquistano ancora più valore le tante iniziative di beneficenza che si stanno moltiplicando nel nostro ambiente. Ne segnaliamo alcune senza la pretesa di stilare una lista esaustiva, ma con l’obiettivo di restituire un’idea di ciò che stanno proponendo birrifici e locali in questo momento. Altre iniziative sono riportate nei commenti a questo articolo, quindi se volete segnalarne di aggiuntive sapete come fare.

  • Il birrificio Baladin sta devolvendo all’Azienda Ospedaliera Santa Croce e Carle Cuneo il 10% dei ricavi di tutti gli ordini effettuati sulla piattaforma di e-commerce e provenienti dal territorio cuneese.
  • Il birrificio The Wall sta devolvendo alla Protezione Civile il 20% del ricavato di tutte le vendite a domicilio.
  • Il birrificio Vetra sta donando all’Ospedale Sacco di Milano 5 euro per ogni cartone da 12 bottiglie venduto.
  • La formula adottata da Vetra è la stessa del birrificio Forum Iulii, che però per l’occasione ha creato una birra speciale battezzata #AndràTuttoBene. In questo caso i 5 euro sono devoluti alla Protezione Civile e all’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine.
  • Birra Brera ha invece sviluppato un meccanismo di “pay it forward” sulla falsariga di quelli segnalati ieri in Belgio e USA. Tramite la campagna Una Brera per amico, il birrificio permette di acquistare due proprie birre al prezzo promozionale di 5 euro, che potranno essere ritirate quando l’emergenza sarà finita. L’intero ricavato è devoluto alla Croce Rossa Italiana.
  • Il Birrificio di Cagliari ha lanciato un insolito concorso per homebrewer, a cui è richiesto di inviare la ricetta della birra che vorrebbero bere appena l’emergenza sarà finita. Il vincitore sarà invitato a brassare la birra direttamente sull’impianto del birrificio e parte del ricavato della vendita sarà devoluto a un ospedale italiano.
  • Il Tap di Milano ha lanciato un contest solidale. Bisogna pubblicare su Facebook un video mentre si beve una birra e poi nominare due amici, invitandoli a fare altrettanto. Alla fine del gioco, sarà devoluto alla Croce Rosa Celeste l‘equivalente del valore di una birra media per ogni partecipante.
  • Infine il beershop Mosto di Malto di Prato ha attivato il proprio servizio di delivery, effettuando dei ritocchi ai prezzi. Tutte le birre italiane sono state scontate di 1 euro, mentre quelle straniere aumentate di 2 euro. I 2 euro in più sono devoluti all’Ospedale di Prato.

Il futuro

In mancanza di novità sostanziali sull’emergenza sanitaria in atto è impossibile fare previsioni sul futuro del settore. La situazione è delicatissima, ma questo lo sappiamo. Ognuno sta cercando di tenere botta come può, cercando magari anche di dare una mano a chi ne ha bisogno. Bisogna aspettare tempi migliori e magari nel frattempo continuare a tenersi aggiornati. A tal proposito segnalo che oltre al contest solidale del Tap, Ivano Falzone ha promosso sulla pagina Facebook della Belle Alliance una serie di interviste agli esponenti del settore, raccolte sotto il nome Radio Birra. Un modo in più per sentirsi vicini senza poterlo essere fisicamente.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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6 Commenti

  1. Comprare birre italiane per aiutare il settore e creare una filiera che prediliga i prodotti del nostro territorio. Questa crisi deve servirci per scoprire il concetto di bioterritorialità e sostenibilità. Alla fine vorrei vedere i nostri pub e ristoranti riempirsi di prodotti italiani.

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