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Che 2015 birrario è stato – I risultati

Su Cronache di Birra l’avvicinarsi della fine dell’anno coincide con il tradizionale gioco di bilanci e previsioni, nei quali ripercorriamo, da un punto di vista birrario, i 12 mesi appena passati e proviamo ad anticipare i 12 in procinto di cominciare. La sfida è strutturata in due post: il primo, quello di oggi, in cui confrontiamo le profezie di fine 2014 con quanto effettivamente accaduto; il secondo, in programma nei prossimi giorni, in cui ci lanceremo nei pronostici per il 2016. Cominciamo allora analizzando questo 2015 ormai agli sgoccioli, che ha offerto novità e stimoli davvero sorprendenti. Di cose ne sono accadute davvero molte, ma non tutti sono stati capaci di inquadrarle a suo tempo. Vediamo chi di voi è stato il migliore Nostradamus birrario.

I trend della birra artigianale in Italia

Il movimento italiano ha continuato a crescere con ritmi importanti, cancellando o quantomeno rimandando ogni discorso su una possibile inversione di tendenza. Il contatore di Microbirrifici.org ha raggiunto quota 1.000 a settembre 2015, rispettando una delle mie profezie, sebbene alquanto scontata. Avevo previsto anche un’ascesa proporzionalmente maggiore di beer firm, con una percentuale sul totale di produttori attivi pari al 35%: non è stato toccato questo traguardo, ma considerate che comunque in 12 mesi la loro percentuale è passata da meno del 24% al 29%. Gli altri miei pronostici sono stati poco precisi, in particolare quello che aveva immaginato la cancellazione dell’aumento delle accise.

Venendo ai vostri pronostici, in molti (Leonardo, Jacopo, Doxor, Velleitario, Scauca, Carlo) avevano giustamente puntato sull’ascesa delle birre acide: non siamo ancora al livello di penetrazione di IPA e derivate (e difficilmente lo raggiungeremo), ma è indubbio che rappresentino la moda del momento. Meno scontati i due centri messi a segno da Ghost Writer, che aveva previsto l’arrivo della prima italiana artigianale in lattina (Pop di Baladin, che a breve sarà seguita dalla Lisa di Birra del Borgo) e la nascita di un locale italiano in USA (ne sono arrivati due, ma in Europa). Su quest’ultima profezia in particolare mi ha colpito quanto scritto da Angelo Jarrett dodici mesi fa: “Il Macche apre un pub a Milano, Lambrate ne apre uno a Roma”. Non è accaduta nessuna delle due cose, ma entrambi hanno aperto (o meglio stanno per aprire) una birreria a Berlino.

Rimanendo ancora in Italia, merita un punteggio alto la previsione di Ale sul primo trappista italiano, così come quella di Feltrinians su una disciplina differenziata delle accise per industria e microbirrifici: è ancora lontana dal diventare legge, ma oggi sembra possibile come mai successo in passato. Come non appare così remota la possibilità di una definizione legislativa di birra artigianale, ipotesi che era stata avanzata da Kevin. Velleitario merita una seconda menzione per la sua congettura sui nuovi impianti dei birrifici più anziani. Direi che sull’Italia vi siete comportati bene e avete coperto un po’ tutto quanto accaduto nell’arco del 2015

I trend della birra artigianale nel mondo

Curiosamente nessuno ha indovinato il trend che ha dominato gli ultimi 12 mesi di birra artigianale nel mondo: la crescita considerevole di acquisizioni delle multinazionali nei confronti dei birrifici craft. Alcuni di voi avevano puntato sull’ascesa di paesi brassicoli emergenti (Spagna, Sud America, Polonia, ex-Jugoslavia), ma a parte casi estemporanei non si è verificato il boom previsto. A livello di tendenze produttive, infine, nessuno aveva inserito il sale tra gli ingredienti del 2015. Mi auto salvo da questa scadente prestazione rivendicando la previsione di profonde ripercussioni nell’ambiente per la pubblicazione dell’edizione 2015 delle Style Guidelines (il documento del BJCP): direi che la definizione delle Italian Grape Ale è stata piuttosto deflagrante, almeno per il nostro movimento.

I birrifici italiani in evidenza

Il già citato Jarrett ha sbancato con il pronostico secco sul concorso Birra dell’anno: aveva ipotizzato la vittoria generale di Birra del Borgo e così è stato. Nessuno invece aveva previsto l’incoronamento di Simone Del Cortivo (Birrone) come Birraio dell’anno, mentre per quanto riguarda gli altri nomi in evidenza non c’è stato alcun acuto in particolare.

La sfera di cristallo

Lo scorso anno vi siete lanciati in diverse profezie improbabili, ma quasi nessuna si è realizzata. Alcuni di voi hanno parlato di un programma televisivo legato alla birra artigianale (in particolare Feltrinians): non ci siamo arrivati in questo 2015, ma è quasi sicuro che accadrà a breve. Possiamo considerare in questa categoria diversi avvenimenti dell’anno che si sta chiudendo: la pubblicità di Budweiser contro il mondo craft trasmessa durante il Super Bowl, le sfide legali lanciate dall’industria ad alcuni protagonisti della birra artigianale italiana, il primo spot televisivo a livello nazionale di un nostro microbirrificio, la chiusura (e riapertura) del Mastro Titta, l’interruzione della produzione da parte di Cantillon a causa del riscaldamento globale.

I migliori Nostradamus del 2015

Valutare le vostre tantissime previsioni con tutto il casino successo quest’anno non è stato facile 🙂 . Alla fine sono emersi quattro di voi, scelti in base alla precisione delle loro profezie e al rapporto tra quelle corrette e quelle effettivamente espresse: i finalisti sono stati Feltrinians, Velleitario, Ghost Writer e Angelo Jarrett. Sono stato a lungo indeciso sugli ultimi due, ma dovendo scegliere un nome in particolare ho deciso di assegnare ancora una volta il premio ad Angelo Jarrett, sia per le due importanti previsioni citate (locale Macche + Lambrate e vittoria Birra del Borgo), sia per altre più vaghe ma non meno centrate. Comincio a pensare che il suo ruolo di insider nel settore lo agevoli non poco (ovviamente scherzo…). Complimenti Angelo!

Grazie a tutti per il vostro contributo. Tra qualche giorno vi chiederò i pronostici per il 2016, quindi cominciate a ragionarci sopra!

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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3 Commenti

  1. Grazie del premio!
    Più ci becco, più la sparo grossa e più ci becco ancora. Una catena che non mi so spiegare! 😀

  2. Anche la nascita della prima università triennale di tecnologie birrarie a perugia.

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