Ormai ci siamo: il 2017 è agli sgoccioli e come sempre di questi tempi bisogna incoronare il miglior Nostradamus birrario d’Italia. Di cosa sto parlando? Ma chiaramente del giochino che si rinnova ogni dicembre qui su Cronache di Birra, in cui invito i lettori a prevedere gli aspetti che caratterizzeranno il movimento della birra artigianale nei prossimi dodici mesi. Lo scorso anno trionfò a sorpresa Alexis, con alcuni pronostici molto precisi a fronte di un numero limitato di tentativi. Per scoprire a chi sarà assegnato il premio questa volta, ripercorriamo quanto accaduto nel mondo birrario secondo la consueta suddivisione per “argomenti”, a cui partecipai anche io con le mie profezie. Trattenetevi però dal riportare le vostre ipotesi per il 2018, perché come sempre dedicheremo a questa attività un post specifico nei prossimi giorni. Partiamo…
I trend della birra artigianale in Italia
Non posso non partire cospargendomi il capo di cenere per aver toppato clamorosamente il primo pronostico dello scorso anno. Dopo l’acquisizione di Birra del Borgo da parte di AB Inbev, rifiutai con decisione l’idea di incappare in vicende analoghe durante i successivi dodici mesi:
Per il 2017 dobbiamo aspettarci altre operazioni del genere in Italia? Probabilmente no. Nelle settimane successive a quella clamorosa vicenda, sembrava che l’industria fosse pronta a lanciarsi in uno shopping sfrenato tra i nostri microbirrifici; invece poi tutto è rimasto inalterato, confermando che il nostro movimento è ancora molto acerbo per ingolosire davvero le multinazionali. Per questa ragione dubito che ci sarà un altro caso Birra del Borgo nei prossimi dodici mesi, mentre è molto più verosimile che il marchio reatino consolidi la sua presenza sul mercato grazie anche all’apertura di diversi locali a marchio proprio.
Invece sappiamo tutti che un destino molto simile è toccato a Ducato, Birradamare e Hibu, birrifici passati sotto il controllo (totale o parziale) dell’industria e che hanno perso lo status di “artigianali” (almeno secondo Unionbirrai). Qualcuno tra voi aveva previsto esattamente questo, con Kevin che è riuscito a indovinare il nome di una delle aziende coinvolte (Ducato).
Mi permetto di equilibrare la precedente figuraccia con la concretizzazione di un’ipotesi che formulai lo scorso anno: la conferma dell’ascesa delle Fruit Beer, ma con l’uso di frutta meno scontata e di stampo esotico. D’altra parte puntare su questo aspetto significava scommettere su un cavallo facilmente vincente, tanto che lo ritroviamo in molte delle vostre previsioni. Così come non è insolito vedere confermati i pronostici sul consolidamento dei brewpub e dei locali di proprietà dei birrifici. Non eclatante, ma molto intelligente l’ipotesi avanza da Kevin: l’ufficializzazione del primo luppolo autoctono italiano, avvenimento realmente accaduto lo scorso luglio. Così come quella di Silvio Belli, che aveva previsto la rivalutazione degli stili italiani a bassa fermentazione, con vittorie in alcuni concorsi internazionali.
Interessante il discorso delle lattine, che proprio recentemente sembrano aver finalmente conquistato i birrifici italiani. Due di voi si espressero al riguardo: GhostWriter, che parlò dell’adozione di questo contenitore da parte di almeno un altro produttore (e sono stati diversi), e Silvio Belli, che dichiarò che le lattine avrebbero rosicchiato qualche piccola percentuale di mercato alle bottiglie. Infine a dicembre 2016 molti di voi si espressero anche sul fronte accise, prevedendo che tutto sarebbe rimasto inalterato o, al contrario, ipotizzando profonde rivoluzioni. Nessuno però aveva immaginato la replica della beffa che ci fece imbufalire lo scorso anno: spesso la politica riesce a partorire capolavori che vanno oltre qualsiasi aspettativa.
I trend della birra artigianale nel mondo
Nel corso del 2017 il trend delle NE IPA o Juicy IPA ha continuato a imperversare, ma l’impressione è che l’hype stia diminuendo e che ora ci troviamo nella fase calante della loro parabola, almeno per come le abbiamo conosciute fino a oggi. Come previdi a dicembre 2016, tuttavia, pare che le caratteristiche estetiche delle birre siano destinate a ricoprire un’importanza sempre maggiore: dall’altra parte dell’Atlantico si parla di una crescente febbre per le “murky” IPA e non è da escludere che la ricerca dell’effetto “matte” si applichi anche ad altri stili birrari – ops, ho sconfinato nelle previsioni per il 2018 🙂 .
Fuori dai confini nazionali non abbiamo assistito a un sensibile aumento delle crafty, mentre le acquisizioni delle multinazionali sono continuate a ritmo feroce (ma non era difficile da prevedere). Nessuno ha pronosticato l’allargamento dell’industria in settori non propriamente produttivi, così come personalmente ho fallito nell’ipotizzare il successo straniero dello stile Italian Grape Ale. Non ci sono state versioni dry hoppate di Peroni e Pilsner Urquell (per fortuna, vero Kevin?), né il calo delle IPA a favore delle Sour, né tantomeno la crescita netta di sidro, mead e di birre-non-birre.
I birrifici italiani in evidenza
Mi prendo l’onore di aver indovinato la vittoria di Baladin al concorso Birra dell’anno, arrivata con un po’ di fatica ma tutto sommato senza grosse sorprese. Lo stesso nome fu fatto (pur con meno precisione) solo da Velleitario, mentre non sono pochi coloro che avevano puntano su Hilltop tra i produttori emergenti: la vittoria di Conor a Birraio dell’anno ha confermato tali ipotesi. A proposito di Birraio dell’anno, vale la pena riportare il pronostico di Silvio Belli:
Birraio dell’anno vincono Hammer e Hilltop (io tifo Lariano e lo stesso Hilltop)
Come si dice in questi casi, bingo! Nessuno invece ha nominato Birra Perugia, che allo European Beer Star di settembre ha portato a casa due ori in altrettante categorie.
La sfera di cristallo
Tra le previsioni più fuori di testa (e divertenti) avete sparato un po’ di tutto, ovviamente con magri risultati. Segnalo solo l’idea di Angelo Jarrett, che aveva ipotizzato la creazione di una birra alla lasagna da parte di Omnipollo: in realtà il tipico piatto italiano è stato ignorato dal produttore svedese, ma per il resto gli abbiamo visto utilizzare praticamente tutto, compresi hamburger e patatine.
In questa sezione invece segnalo che avevo pronosticato l’inserimento di un marchio di birra nel paniere dei prodotti alimentari destinati a raggiungere Marte entro il 2030. Ebbene, qualche settimana fa Budweiser ha annunciato di voler realizzare esattamente una cosa del genere, tra l’incredulità di tutti. Porto a casa “‘sti du’ spicci” e li divido con Alexis, che si era aggregato alla previsione aggiungendo l’eventuale produzione sulla Stazione Spaziale Internazionale.
I migliori Nostradamus del 2017
Ed eccoci alla resa dei conti. Questa volta dobbiamo segnalare la scarsa performance degli aficionados a questo giochino: Velleitario e GhostWriter hanno preso cantonate a ripetizione, mentre Angelo Jarrett non ha confermato il livello di eccellenza al quale ci aveva abituato. Il Nostradamus birrario in carica, cioè Alexis, non ha saputo confermare l’exploit del 2016: a parte il punto conquistato con la sfera di cristallo, non è apparso particolarmente ispirato sul resto. Io me la sono cavata bene – compresa la chicca su Marte! – ma non benissimo. Così rimangono in gara, per un testa a testa senza esclusione di colpi, Kevin e Silvio Belli. Su irrevocabile scelta dispotica del sottoscritto, tra i due si aggiudica il premio Silvio Belli, capace di inanellare una serie di previsioni assolutamente precise e con una percentuale di realizzazione impressionante. Complimenti Silvio!
E ora appuntamento a qualche giorno, con i pronostici per il 2018. Spolverate le vostre sfere di cristallo!
ahahah! diciamo che lo scettro sarà mio l’anno prossimo allora! vedrò di azzeccare la sfera di cristallo che conferisce la vittoria a priori!! 😀