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5 consigli per non rinunciare alla birra nell’emergenza Coronavirus

E dunque eccoci qui, chiusi tutti nelle nostre case in attesa che l’emergenza Coronavirus finisca per tornare a compiere gesti normalissimi, come recarsi al pub di fiducia per farsi una birra. La situazione è difficile per tutti, a vari livelli di gravità, e in fondo a questa immaginaria classifica di problemi c’è anche il desiderio di continuare ad alimentare le passioni che solitamente scandiscono la nostra quotidianità. Pur in questo periodo di forti limitazioni, abbiamo la possibilità di continuare ad acquistare e consumare birra, se non addirittura di approfondire alcune tematiche e supportare con piccoli gesti l’intero movimento. Ecco allora un vademecum di cosa possiamo continuare a fare come appassionati di birra: sono tutti consigli utili, talvolta esposti con leggerezza per allentare un po’ la tensione nella quale ci troviamo tutti a vivere.

Acquistare birra online

In questi giorni di lockdown parziale, gli acquisti online ovviamente hanno subito un’impennata. La soluzione più immediata per chi vuole rifornirsi di birra è quindi affidarsi alle tante piattaforme di ecommerce italiane, che spesso dispongono di una vasta offerta di birre artigianali nazionali e straniere. Considerate che in questo momento molti siti stanno offrendo la consegna gratuita nel comune di appartenenza, quindi è un’occasione in più per sfruttare a proprio vantaggio la difficile situazione che stiamo vivendo. Così come ci si augura che l’emergenza Coronavirus dia impulso alla diffusione dello smart working nel nostro paese, allo stesso modo potrebbe stimolare la dimestichezza degli italiani con gli acquisti online, che per molti rimangono ancora un tabù. A livello globale, poi, i consumatori che comperano birre sul web rappresentano solo il 4% del totale, ma il 20% afferma che si affiderebbe a questo canale se ne avesse la possibilità. O se fosse obbligato, aggiungo io.

Affidarsi ai servizi di delivery

Le ultime disposizioni del Governo non hanno ancora bloccato i servizi di consegna a domicilio, quindi tutte le piattaforme di delivery sono ancora attive e continuano ad appoggiarsi ai vari ristoranti sparsi sul territorio, che possono rimanere operativi (ma non aperti) proprio per simili scopi. Questo aspetto è importante perché diversi locali e birrifici in Italia si stanno organizzando per fornire in autonomia  servizi di consegna a domicilio, talvolta accompagnati da forme di acquisto agevolate. Si tratta di una soluzione con cui queste realtà cercano di trovare un minimo di ossigeno in un momento delicatissimo da un punto di vista imprenditoriale e personale. Sfruttare questa possibilità come consumatori significa perciò supportare, nel nostro piccolo, l’intero comparto della birra artigianale italiana. Cercate sui social network i pub e i birrifici attivi in questo senso, per fortuna ce ne sono parecchi.

Produrre birra in casa

La soluzione “Cast Away” per eccellenza si chiama homebrewing: visto che siamo obbligati a restare barricati in casa, perché non prodursi da soli la nostra birra? Se aspettavate il momento giusto per cominciare la vostra carriere da homebrewer, beh quel momento è arrivato. Discorso analogo se volevate approfondire un certo aspetto della produzione casalinga, ma non avete mai trovato il tempo. Cominciate oggi stesso e se tutto va per il meglio avrete la birra pronta per brindare insieme ai vostri amici quando questo incubo sarà finito. Un po’ come le Märzen che si lasciavano maturare a lungo in attesa del loro consumo durante l’Oktoberfest 🙂 . Scherzi a parte, l’homebrewing può essere l’hobby perfetto per ammazzare il tempo, quindi vi consiglio di dare un’occhiata ai tanti articoli sull’argomento che Francesco Antonelli ha scritto per Cronache di Birra, nonché al suo sito Brewing Bad. E se non possedete l’attrezzatura adatta, potrete tranquillamente acquistarla online con un esborso davvero contenuto.

Dare fondo alle riserve delle nostre cantine

Quanti di noi posseggono una collezione di chicche brassicole che riposano in cantina? E quanti spesso lasciano invecchiare fin troppo a lungo quelle birre in attesa del “momento giusto” per stapparle? Anche se per “momento giusto” non intendevate esattamente quello che stiamo vivendo, è indubbio che potete sfruttare queste giornate per fare un inventario della vostra collezione e verificare quali bottiglie è consigliabile consumare al più presto. Lo so che immaginavate di stapparle di fronte a una pletora di amici smanianti e ossequiosi, ma dovrete adattarvi alla situazione. E magari scoprirete che non è poi così male sbronzarsi seduti sul divano con un liquoroso Barley Wine del 2013, mentre guardate per l’ennesima volta tutta la trilogia de Il Padrino (questa volta in ordine rigorosamente cronologico). Non sarà il “momento giusto” che stavate aspettando, ma sarà comunque un momento speciale che tra qualche settimana speriamo di ricordare con il sorriso sulla bocca.

Leggere di birra

Infine se proprio non avete modo di consumare birra – o fisiologicamente non ce la fate più dopo giorni e giorni passati a bere dentro casa – potete pur sempre approfondire le vostre conoscenze in materia. Oggi per fortuna i libri in italiano sull’argomento non mancano e coprono tutte le esigenze: ci sono i manuali per chi vuole cominciare a prendere confidenza con la birra, testi più tecnici che indagano particolari aspetti della bevanda, guide, racconti e persino ricettari per chi vuole sperimentare abbinamenti inconsueti o ricette con la birra. Se desiderate ripercorrere il decennio 2008-2018 di birra artigianale in Italia, vi ricordo che è sempre disponibile il libro che ho pubblicato per i 10 anni di Cronache di Birra. Dunque le possibilità sono virtualmente infinite, ma non si limitano certo alle pubblicazioni cartacee. Anche il web è una fonte inesauribile di conoscenza: in questi giorni continuerò per quanto possibile ad aggiornare il sito, ma potete pur sempre (ri)leggere vecchi articoli, in particolar modo quelli dedicati alle nozioni di cultura birraria.

Insomma, anche in questi giorni di parziale lockdown possiamo continuare ad alimentare la nostra passione per la birra artigianale. Nella speranza di doverci affidare a queste soluzioni di fortuna solo per breve tempo, nell’attesa che la situazione torni alla normalità senza lasciare troppe macerie alle spalle.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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3 Commenti

  1. Io seguirò il consiglio numero tre, dato che da più di tre lustri mi faccio la birra quando e come voglio. I primi due consigli mi riportano inevitabilmente al pensiero che i prezzi delle birre artigianali continuano ad essere troppo alti per la media qualitativa che ho riscontrato in tanti anni. Questo non vuol dire che non ci birre buone in circolazione, ma purtroppo sono molte meno di quanto ci vogliamo far credere.
    Prosit.

    • Spero di riprendere presto anche io a fare birra in casa. E’ da troppo tempo che non mi metto ai fornelli. Quando tutto questo incubo sarà finito ripartiremo alla grande!
      @Renè: il tuo nome mi ricorda un homebrewer che tenne un paio di serate sulla birra a cui partecipai un po’ di anni fa. E’ anche colpa sua se poi mi sono dedicato all’homebrewing! 😀

  2. Proprio stasera un pub che frequento (frequentavo) mi ha portato una consegna di 7 birre. Sicuramente non si pagano poco, ma se con questo modesto contributo si può dare una mano al settore ben venga…

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