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Preparate le valigie: Cronache di Birra regala EurHop!

copertina_eurhopIl “leggero” caldo di questi giorni suggerisce che siamo ormai giunti in piena estate. Alcuni di voi avranno già programmato da tempo le vacanze estive, altri saranno ancora indecisi, altri ancora decideranno solo all’ultimo momento. Se siete appassionati di birra artigianale o anche soltanto incuriositi da questo mondo, una magnifica destinazione potrebbe essere qualche meta birraria d’Europa, alla scoperta delle tradizioni e dei luoghi simbolo della birra. In tal caso, il consiglio è di portare con voi una copia della guida EurHop!, magari dopo averla vinta grazie al concorso promosso da Cronache di Birra. Drizzate bene le orecchie…

Vincere una copia di EurHop! è molto semplice. Lasciate qui sotto tra i commenti un breve (breve, mi raccomando!) resoconto di un vostro viaggio in cui la birra artigianale abbia giocato un ruolo fondamentale, magari farcito da qualche aneddoto interessante e divertente. Raccontate le vostre esperienze di beer hunter in giro per il mondo, le vostre scoperte birrarie, l’entrata in contatto con tradizioni brassicole del tutto nuove. Insomma, narrate una vostra avventura birraria particolarmente significativa.

Tra tutti i commenti sarà scelto il migliore da una giuria composta da alcuni autori (tra cui il sottoscritto) ed editori della guida. Il vincitore si aggiudicherà una copia di EurHop! con cui pianificare le sue prossime vacanze nel segno della birra artigianale. Ovviamente indicate un indirizzo email valido, poiché se il vostro commento risulterà vincente, sarete contattati via mail per conoscere l’indirizzo postale al quale spedire il premio.

Il concorso è aperto sin d’ora e si concluderà sabato 31 luglio, saranno considerati validi tutti i commenti arrivati entro la mezzanotte di dato giorno. Inoltre, stiamo valutando di inserire i resoconti migliori in una prossima ristampa della guida, per creare una “finestra” sulle esperienze dei nostri lettori (partecipando acconsentite che il vostro commento possa apparire in una futura ristampa di EurHop!)

Se non doveste vincere la copia omaggio, ricordate che EurHop! è disponibile nei migliori pub e beershop d’Italia. Trovate la lista completa (in costante aggiornamento) sul sito ufficiale. Per saperne di più sulla guida, leggete la presentazione che scrissi qualche tempo fa.

Spargete la voce e datevi da fare con i commenti! In bocca al lupo!

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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26 Commenti

  1. Praga, ottobre 2008. Niente nebbia kafkiana.
    In bassorilievo una tigre dorata – ci siamo. Varcare l’ingresso come varcare una porta spazio-dimensionale. Tutti ti guardano, nessuno apre bocca se non per alternare sigaretta e boccale. Un cenno da un tavolo solitario, pare amichevole. Neanche sei seduto e arriva la prima. Non dire nulla. “La seconda la vuoi?” – metà domanda, metà intimidazione. Alla terza sei un po ceco anche tu. La quarta la ricordi un po’ a fatica. La quinta sai che c’è stata sicuramente, la sesta e quelle dopo un po’ meno – l’indomani le tacche sul sottobicchiere ti verranno in aiuto ricordandotele.
    Da lì in poi le pagine di Hrabal saranno molto più chiare.

  2. Potrei raccontanti del Belgio, a zonzo in bicicletta tra paesi sconosciuti a noi come Diksmuide e Veurne e mete più conosciute come Brugge e Ghent.

    10 giorni per sudarsi 22 birre. Il ritmo di formazione alla birra era alto. Pedalata mattutina con bagaglio rigorosamente al seguito, pranzo a suon birra, altra pedalata e birra o pomeridiana o da cena. Fino ad allora la birra era un extra, da lì in poi è diventato un must da gustare e scoprire.

    Andando a caso, a Veurne una Westmalle alla spina ha rallegrato la giornata combattuta pedalando controvento. Le scoperte più entusiasmanti ci sono state un locale seminascosto pieno di Giochi dell’Oca alle pareti che si trova ai bordi del centro di Brugge. L’abbiamo scoperto grazie alla fantastica Routard. Ho così bevuto la mia prima Sin Bernardus. Era fantastica persino con la zuppa di pesce (waterzooi).

    E la birra più vivace? Due Chimay, rossa e blu, in due in un localino di Damme, paesino a due pedalate da Brugge con mulino e chiesa diroccata. Le foto parlano chiaro: eravamo ubriachi così come la strada che sembrava curvare, mentre in realtà sulla carta figurava bella che dritta 🙂

    Non di meno è stata la sosta a Ghent. Da turisti ci siamo fiondati nel locale lungo il canale. Rocheford e Klokke Roland di pomeriggio, tra spizzichi di formaggio e analisi attenta della vita. Di fronte a noi il sosia del Trap, serio all’arrivo poi via via più allegro.

    Unico rammarico? Aver perso l’assaggio della Bush, tanto celebrata dalla Rouland. Ma ora una bottiglia ci attende a casa, insieme a molte altre.

    Prossima tappa? Un giro tra le abbazie, ma prima a giorni si parte per il Danubio in Austria. Forse meno birre, dico come varietà, ma sempre con lo stesso spirito: alla ricerca di nuove birre e di nuovi gusti da imparare.

    Un ringraziamento a te, perchè a Berlino mesi fa abbiamo usato i tuoi suggerimenti per le buone birre.

  3. Giugno 2010 – Montepulciano (SI)
    dopo una mattinata passata a visitare la bella Montepulciano decido con la mia ragazza di visitare il birrificio lì nella zona di cui tanto ho letto… L’Olmaia…
    beh, la mia esperienza birrofila non è che agli iniz, ma aver fatto quattro chiacchiere con Moreno che in poco tempo ci ha trasmesso la passione non solo per la sua birra, ma per tutto quello che la birra rappresenta…e la sera tornati nel nostro agriturismo è stato un piacere unico bere una ChriGhost guardando Pienza sulla sinistra e il sole che si nasconde dietro le colline sulla destra…
    non so se rende: http://it.tinypic.com/view.php?pic=2q3rsbt&s=3

  4. Per chi ama la birra non c’è nome più mitico di Westvleteren, giusto?
    Due anni fa per il 25 aprile c’era un bel ponte lungo, decido che è arrivato il momento. Convincere mia moglie a spendere una settimana in Belgio col camper è più facile del previsto. Sarà l’amore, o la buona birra? Il dubbio un po’ mi rimane…
    Convinciamo anche una coppia di buoni amici a venire con noi per dividere spese e bevute. Che bello avere amici così.
    Prenotare le birre all’abbazia è costato parecchio alla ditta per cui lavoro. Deve essere per questo che adesso bisogna passare dal centralino per telefonare all’estero. Dunque, tre chiamate per ascoltare il nastro, una volta in inglese e due in francese che spiega cosa fare (ogni volta capisco qualcosa in più). Un’altra chiamata per ascoltare il nastro che spiega quali birre ci sono e a che ora chiamare. E per finire una mattina intera per prendere la linea… meno male che la persona con cui alla fine riesco a parlare è gentilissima e ha pietà del mio francese. Una cassa di 8. La 12 non c’è e mia moglie mi ha fatto capire che due casse nel gavone non ci stanno. Acc… Comunque il primo passo è fatto.
    Si parte, attraversiamo Svizzera, Francia e Lussemburgo cantando canti goliardici, e finalmente arriva il giorno fatidico. Abbiamo dormito a Namur e c’è ancora un bel pezzo di strada da fare. Seguiamo zio Tom Tom come un oracolo. Solo che l’uscita della superstrada che vuole farci prendere è chiusa per lavori. E non so se avete già provato a convincere un navigatore a fare una strada alternativa quando si incaponisce…. La terza volta che finiamo su uno sterrato maledico chi ha inventato quegli aggeggi infernali. Decido di usare i sistemi di una volta. Mi dirigo col sole. L’idea è di allontanarmi abbastanza dalla superstrada da convincere Tom Tom a portarci direttamente all’abbazia senza farci tornare indietro, “perchè la superstrada è più veloce” (e se imposti “la via più breve” è certo che finisci in un campo). Che belle le Fiandre. Le vediamo proprio da vicino. Andiamo avanti per un’ora su stradine appena più larghe del camper passando davanti a bucoliche fattorie dove la poca gente ci guarda con aria perplessa. Ma alla fine riusciamo ad arrivare, MEZZ’ORA prima della chiusura!!! L’addetto alla consegna non capisce perchè vogliamo solo una cassa e non due. Neanch’io, ma mia moglie è inflessibile…
    E poi via ad ubriac… (scusate, a degustare) con la 12 al De Vrede di fronte, per festeggiare l’obiettivo raggiunto.
    Il resto del viaggio è pieno di altre memorabili bevute (la seconda volta al Kulminator non si scorda mai) e altrettanto memorabili acquisti (visto che in gavone le birre non ci stavano mi sono impuntato con la dolce metà e ho finito per infilarle anche in mezzo alle mutande…), ma è un’altra storia…

  5. Alberto Parmigiani

    Milano by ATM in una serata

    Si parte! Prima destinazione, aperitivo agli “alchimisti anonimi (and friends)” dove rilassarsi e trovare l’allegro spirito cileno e sempre delle grandi birre in forma, Tipopils, Rodersh e ArtigianAle sugli scudi. Consiglio spassionato, provate il panino cileno! e accompagnatelo con una Rodersh, vedrete come si sposano le 2 culture!
    Dopo la prima siesta, si fa pub-crawling verso la “Pazzeria”, basta proseguire da p.zza tripoli e scendere Caterina da Forlì, il secondo stop è Bande Nere!
    Si va di tagliere e di Geco e Toccalmatto a Pompa!
    Poi via verso la metro, cambio rossa-verde verso “Lambrate” e qui terminare in Via Adelchi con ogni ben di dio che offre la casa…per ultimo lasciare spazio alla Imperial Ghisa!

    Hey aspettate passa ancora la 90???

    Alberto

  6. Il biglietto aereo dice partenza il 10 giugno per Bruxelles, rientro a Malpensa il 14 giugno…il resto è un mosto di ricordi piuttosto confusi, amari in bocca e dolci in testa.

    Ciao
    Braska

  7. Salve
    Ieri finalmente è arrivata. La guida è molto interessante ma dopo una breve lettura della parte tedesca ho notato che avete inserito nella zona di monaco una birreria a freising http://www.brauhaus-freising.de/ e non la birreria di Weihenstephan la birreria più antica del mondo e a mio avviso stupenda con una sala scavata nella roccia bellissima, che dista 10 minuti dall’altra secondo me molto più anonima.
    Quindi mi viene spontaneo chiedre se lacune di questo tipo ci sono anche nella descrizione di altri paesi……..
    Saluti

  8. Agosto 2009, tour del Belgio con lunga tappa ad Anversa. Antwerp in fiammingo una città dove multietnico è la parola d’ordine. Alloggio nel quartiere ebraico e tutti indossano i loro tipici vestiti e cappelli con lunghe trecce recandosi ogni sera alla sinagoga con un cuscino sottobraccio per la funzione religiosa. Curioso il parco centrale con centinaia di conigli il libertà.
    Città comunque molto caotica in cui fatico a ritrovarmi, come del resto il mio navigatore, che dopo ripetute e sconclusionate indicazioni alla fine scaglio in fondo alla macchina. Da non perdere il “Kulminator”, un locale in cui il tempo sembra si sia fermato. Anche i gestori sono un pò attempati e si muovono senza alcuna fretta e non bisogna averne al “Kulminator”, ci vorrebbe una visita solo per leggere la carta delle birre, che sembra una bibbia. Siamo in un museo, un luogo della memoria, dove si conservano ricordi e non solo…..Dalla vetrina refrigerata dove sono conservate in bellavista le “invecchiate”,ci salutano le Thomas Hardy di 30 anni or sono. Un’altro mondo!!

  9. @Riccardo
    Inutile dire che abbiamo fatto del nostro meglio nel segnalare i posti secondo noi più meritevoli, ovvio che poi tutto è perfettibile e terremo conto delle varie critiche per eventuali ristampe. Riguardo al tuo dubbio, ti confermo che abbiamo riportato tutti i migliori posti della varie nazioni affrontate… comunque in definitiva hai la guida a casa, quindi sei in grado di giudicare da te.

  10. @Andrea Turco
    Sicuramente la guida mi sarà molto utille anche perchè è molto ricca di contenuti e buoni consigli.
    Purtroppo sono in grado di giudicare per i posti che ho già visitato,rimane difficile giudicare quello che non si conosce.

  11. Purtroppo seguo il mondo della birra artigianale da poco tempo e ancora non ho avuto modo di organizzare un tour in giro per l’Europa. Due belle esperienze recenti sono state una cena di gruppo al Birificio Lambrate insieme al grande Fabio Cornelli al termine di un corso di degustazione e una visita al birrificio SorA’laMA’ con degustazioni finali.

  12. Agosto 2007, Londra. In vacanza con gli amici nella vecchia Inghilterra, si può dire che di birra non sapessi assolutamente nulla. Insomma, mi piaceva, ma non mi ponevo troppe domande quando mi mettevano davanti un bicchiere di birra industriale.
    Facevamo due passi in quel di Earl’s Court, è stata come una folgorazione, ce lo siamo trovati davanti all’improvviso. Un edificio enorme sulla cui parete era posto un altrettanto mastodontico telo raffigurante un boccale di birra.
    Era il Great British Beer Festival. Ci convinciamo in pochissimo tempo che merita quanto meno un’occhiata. In un certo modo da quel momento la mia vita è cambiata, la birra ha cominciato ad occupare un posto ogni giorno un poco più grande nella mia vita, non solo come companatico ad un momento da pasare in compagnia con gli amici, ma come una vera e propria passione.

  13. @Riccardo
    Ti potrei dire che sicuramente non resterai deluso, ma è come chiedere all’oste se il vino è buono. Prova a leggere in giro qualche recensioni di voci estranee al progetto, ma soprattutto testala sul campo e facci sapere se si sarà rivelata uno strumento prezioso!

  14. Sarà l’acqua, sarà il luppolo, sarà l’immagine delle mucche al pascolo che pacate fanno la siesta dopo ogni pasto, sarà la straordinaria cordialità di un popolo che per collocazione geografica me lo immaginavo dall’approccio tipicamente nordico, sarà la benedizione del Padre Eterno che trascende la produzione monastica e scende su tutto il mercato della birra (dal produttore al bevitore), ed forse è per questo che la carta delle birre nei locali ricorda più la Bibbia che un laico menu, sarà la bassa densità di popolazione e l’alta densità di lieviti selvatici e batteri autoctoni che sovraffollano particolari aree del paese, sarà il fermento culturale di Bruxelles e il fermento spontaneo del Lambic, sarà per tutto questo insieme di cose che l’altro giorno sono rientrata dal Belgio con un forte amaro in bocca.

    E non era solo per l’ultimo bicchiere di trappista bevuto in aeroporto.

  15. @Carlotta:
    CLAP! CLAP! CLAP!
    (Sarebbero applausi. Scusate, ma non so inserire le emoticons…)

  16. Piu’ che di un’avventura si tratta di un lungo viaggio, nel tempo oltre che nei luoghi, cominciato 25 anni fa in una birreria di Milano (chi si ricorda il Woodstok di 25 anni fa sa di cosa parlo…) proseguita in Belgio, Olanda, Inghilterra, Scozia…o dovunque ci fosse qualche buona birra da provare… e finita (solo nel senso che è la “tappa” attuale) nel fantastico e fantasioso mondo delle birre artigianali.
    Un viaggio che ha il colore ambrato di una birra d’abbazia, il sapore elettrizzante del luppolo e e il calore di una imperial stout bevuta d’inverno davanti ad un camino acceso…un viaggio, o meglio, decine di viaggi e di episodi che ci vorrebbero ore a raccontare… uno per tutti: un ritorno da una settimana tra Olanda e Belgio con una vecchia 500 FIAT straripante di bottiglie vuote (bevute, ovviamente), da collezionare, e piene, da degustare al ritorno,
    Meno male che alla frontiera al nostro “niente da dichiarare” credettero senza battere ciglio

  17. Estrapolato dal mio diario di viaggio birrofilo in west coast…28 aprile Rogue Brewery – Newport

    il resto del viaggio qua…
    http://maps.google.it/maps/ms?ie=UTF8&hl=it&msa=0&msid=105616645992786947110.00044b73caf7a9c89b738&z=5
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    Non si sono ancora attenuati i fumi dell’alcol che mi appresto a scrivere a caldo la piu’ bella esperienza fino ad ora vissuta sulla west coast. Selezione per cena il solito brew pub…ma quello che vi sto per raccontare e’ molto piu’ di un pub..e non parlo solo delle birre prodotte localmente che sono ben 32 (leggi trentadue) tutte disponbili alla spina o in bottiglia..ma del locle..delle persone incontreate..della atmosfera..
    Ci sediamo al bancone in mezzo ad alcuni personaggi evidentemente petroliati..qualche dubbio e qualche timore…la barista ci offre primo giro..una birra al peperoncino..il mio vicino attacca bottone..soliti convenevoli..da dove vieni..cosa fai a newport..etc..ordiniamo il cibo e iniziamo ad avventurarci nelle bierre…il vicino si rivela esperto e disponibile. Mi affido a lui e arriva la prima pinta di Morimoto Soba Ale..non riesco a capire cosa e’ la Soba (rabarbaro?) ma bira speciale…
    L’atmosfera si fa’ piu’ calda…inizio a discutere di birre..Gail il mio vicino di bancone e’ espertissimo..fa il barman..e mi racconta delle birre della Rogue. La carta delle birre e’ una bibbia..di cisacuna oltre alle note caratteristiche e la sotoria e’ riportata la ricetta..malti e luppoli usati, grado plato, colore, grado di amaro…
    La birra quindi non e’ un segreto ma e’ per tutti !
    Proseguo con brutal bitter e una imperial red.
    L’atmosfera si fa calda…partono rutti e grandi risate…Holly la barista e’ fenomenale..spilla con due mani e gestisce la giurma di birrazzati…
    Dopo 1 ora siamo tutti amici, Gail ci regala ogni genere di gadget: bicchieri, magliette , preservativi, adesivi, sottobicchieri..noi contraccambiamo con altro giro di birra. E questa volta una vera chicca…una birra Mixata !
    1/2 pinta di chocolate stout e 1/2 di smoked ale..risultato sembra di mangiare un mars…cioccolato e nocciola.
    Si va di foto, di abbaracci…di promesse di vederci in italia…I 3 pescatori di crub ingurgitano pinte una dietro l’atra..voce impastata pupilla dilatata..ma sempre simpatici e divertenti.
    Gail e’ orgoglioso di illustrarci tutte le birre..e mi faccio ancora una Morimoto imperial pilsner!
    Ce ne dobbiamo andare..ma ho mail di Holly..gli altri penso non sappiano usare un PC..prometto di madarle le foto !
    Bella serata..nuovi amici…gente tosta..america vera..

  18. ottobre 2009 – siamo in quattro, arrivati a Bodegraven per il primo Borefts Beer Festival, montiamo la tenda in un prato dove gironzola un tozzo cavallo, al di là della staccionata qualche capra ed un paio di mucche, intorno i campi…
    ci incamminiamo verso la Brouwerij De Molen, 4 km più distante, con la certezza che al ritorno ci sarebbero stati sicuramente controlli nelle vicinanze del festival…
    prendiamo i token ed i bicchieri, ci aggiriamo per il mulino ed assaggiamo, tutte birre toste, di carattere, inframezziamo con un giretto “in centro” per saccheggiare una piccola gastronomia.
    sazi torniamo a degustare, qualcuno inizia a cedere e verso sera pian piano torniamo alla tenda, rimasta comunque a 4 km, senza incontrare non solo un poliziotto, ma nemmeno un automobilista…
    ci trasciniamo seguendo il canale, foto etilico-artistiche con mucche e un’allegria genuina…
    il mattino seguente partenza per Amsterdam ed il suo Bock Beer Festival, ambiente meno rurale, molte più birre ed un incontro, seppur fuggevole, con un amico sul Damrak, si visita anche la città con chi, come la mia ragazza, la viveva per la prima volta.
    ci si sveglia ed è già tempo di lasciare i Paesi Bassi, direzione Bamberga, arriviamo nel tardo pomeriggio, il borgo medievale tenuemente illuminato complice un leggero velo di foschia è da ricordo indelebile…
    qualche foto, un bel po’ di birra, una zuppa seguita da uno stufato… non c’è in giro quasi nessuno, in ostello siamo gli unici ospiti ma ci godiamo appieno questa splendida cittadina.
    torniamo a casa felici per questo viaggio di scoperta birraria pronti per prepararne un altro.
    perchè quando unisci la gioia di vivere i tuoi amici, di vedere posti bellissimi, di mescolarti a sconosciuti e lasciarti trascinare nella loro direzione, di fare l’amore, di emozionarti guardando il tramonto… ad una di quelle birre che acquistano nel gusto, nel ricordo, tutto ciò, beh… non puoi non volerlo rifare.

  19. “perchè quando unisci la gioia di vivere i tuoi amici, di vedere posti bellissimi, di mescolarti a sconosciuti e lasciarti trascinare nella loro direzione, di fare l’amore…”
    Che romantico il mio Pettine…

  20. ecco… quando vedi viola prova a farlo capire pure a lei… buahahahah

  21. Londra, agosto 2009,
    Con un paio di amici ormai abitudinali di viaggi birrai, siamo andati al London beer festival. Un’esperienza davvero fantastica abbiamo degustato, dalla mattina alle 10 al pomeriggio alle 8, una varietà enorme di birre, dalle classiche ale inglesi, alle tedesche, alle belghe fino ad una birra alle osrtiche della quale però, avendola provata a fine giornata, non ricordo la provenienza. Apparte la birra la cosa che ricordo è l’enomre numero di appassionati con i quali ho parlato e specialmente una coppia di giornalisti americani sulla sessantina che avevano una lista con tutte le birre presenti al festival (oltre 200 se non ricordo male) le stavano provando tutte e per ogni birra scrivevano un piccolo commento e si confrontavano… Veramente una scena singolare ricordo di esserne rimasto affascinato e praticamente ho passato il pomeriggio con loro a farmi consigliare su quale birra provare. Sono diventato praticamente un loro amico anche perchè, dopo diverse degustazioni, credo che il mio inglese lasciasse devvero a desiderare, praticamente ogni volta che parlavo loro ridevano. Cmq a fine giornata ho preso la mail ed il sito internet: Tuppersbeers.com.
    Non contenti il giorno dopo, invece di visitare Londra, abbiamo prenotato una visita guidata al birrificio Furher. Con noi c’era anche un ragazzo praticamente astemio che abbiamo convinto a venire con la promessa di fargli visitare Londra in lungo e largo… SONO MESI CHE NON CI RIVOLGE LA PAROLA 🙂

  22. @Francesco
    Ehm… Fuller’s magari 😉

  23. Alla prossima bevi meno Francè..
    http://revver.com/video/244908/fuhrer-beer

  24. Era l’anno dei mondiali, quelli del 2006… Raf mi propose di trascorrere con lui le vacanze estive facendo un giro delle abbazie e dei birrifici del Belgio. Non bevevo molto, allora, e soprattutto non bevevo molta birra. Non mi piaceva. O meglio, come capii in seguito, non mi piaceva la birra cattiva. Accettai comunque volentieri, interessata più alle abbazie che alla birra, e comunque interessata a visitare un Paese che non conoscevo. Ma i miei interessi mutarono appena assaggiata la Super des Fagnes… e poi le Rochefort… e poi la Orval… e tante altre… per concludere il viaggio ad Anderlecht, dove io che non bevo mai prima di cena uscii praticamente ubriaca prima di mezzogiorno dal birrificio Cantillon. Tornammo in Italia con le valigie degli abiti sul sedile posteriore dell’automobile perché il bagagliaio era pieno di bottiglie di birra. Raf ed io ci siamo sposati quattro mesi dopo, nel dicembre 2006. Da allora non abbiamo più smesso, né di viaggiare, né di bere.

  25. Quattro giorni sottoterra. E berrai la miglior birra della tua vita.
    Partimmo cantando Battisti, come per una gita al mare. Era la Pasqua del 94. Le Alpi Apuane brillavano. Avevo vent’anni e venti chili in meno. L’ingresso della grotta era una specie di tana di coniglio. Poi ci calammo in uno strapiombo per 30 metri. Ricordo una strettoia poco più alta di una scatola da scarpe. A volte ti s’incastrava il casco, a volte i due sacchi che ci trascinavamo dietro, legati alla cintura. Andammo avanti così, strisciando, per più di 80 metri. E a un tratto, ti senti come un topo che attraverso le fognature è sbucato sul pavimento di una cattedrale. L’immensa montagna è vuota. Camminavamo sul marmo con i sacchi in spalla, una sala dopo l’altra, una cattedrale dopo l’altra. Stalagmiti come campanili. Gallerie monumentali attorno a laghi trasparenti. Ci mettemmo 4 giorni per visitare i primi 15 chilometri di quella meraviglia buia. Le tende ci riparavano dalle gocce che continuavano a cadere dal soffitto come una pioggia pigra. Montammo il campo sulle rive di un torrente. Usavamo quell’acqua per bere e cucinare. Se si può parlare di cucina: minestre liofilizzate e barrette proteiche. Notte e giorno divennero uguali. Fu l’orologio e lo zaino vuoto a dirci che il tempo era scaduto. O così credevamo noi. Ma sulla via del ritorno trovammo la strettoia allagata da quattro giorni di pioggia. Tirammo fuori le carte da gioco, fingendoci calmi. Potevamo solo aspettare. Anche un amico di Roberto ci aspettava fuori, al ristorante. Restammo dentro un giorno in più del previsto. Il Soccorso Alpino portò giù una pompa idrovora, il più vicino possibile. Quando finalmente il livello scese abbastanza, riuscimmo a passare tutti. Non avevo più le forze per risalire l’ultimo tratto di corda. Mi trovai all’improvviso fuori, solo, nel buio e nel vento. L’amico di Roberto ci ospitò a casa. Spaghetti aglio e olio, alle tre di notte. E una birra in lattina. Ragazzi! Il gusto è nel cervello. Rimpiango ancora l’intensità di quei profumi. L’aglio mi apriva le narici, sapeva di luce, di verde. E la birra appena stappata? Viva, golosa. Nata per me. Non proverò nemmeno a descriverla. Era la vita in persona. Tenetevi pure quel tempio che è Cantillon, i briosi De Dolle, la fattoria Dupont, e i gonnelloni svolazzanti di tutti i frati del Belgio. È quel gusto, che ancora cerco. E tutto è cominciato da lì.

  26. Windischeschenbach sabato 3 luglio 2010.
    Partiamo da Monaco di Baviera alla buon’ora e ci dirigiamo verso nord; appena fuori città ci si presenta uno panorama inatteso: l’autostrada è completamente circondata da piantagioni di hallertau che si estendono a perdita d’occhio!
    Uno spettacolo favoloso se paragonato alle 3 piante di magnum e select che coltiviamo in giardino. Più ci si addentra nella zona dell’hallertau più il panorama si fa bucolico..distese di luppolo e qualche casolare le cui unica occupazione degli abitanti, pensiamo, sia quella di badare alle preziose piantine!
    Ci lasciamo alle spalle le luppolaie e ci avviciniamo verso la nostra meta, l’impronunciabile Windischeschenbach. Appena il tempo di posare le valigie in albergo e ci avventuriamo per le vie del paese alla ricerca della stella a sei punte, il simbolo che ci permette di riconoscere il posto in cui, in quel fine settimana, viene servita la Zoigl.
    Entriamo..praticamente nel portico di una casa privata dove sono ordinatamente sistemati tavoli e panche in cui una decina di avventori locali chiacchierano con il loro boccale sul tavolo. E’ ora di pranzo per noi ed ordiniamo di tutto e di più e le prime due Zoigl.
    La birra già all’aspetto si presenta diversa dalle birre tedesche che abbiamo bevuto fino ad ora, di un bel colore carico, al naso poi il luppolo si fa finalmente sentire con decisione e la scarsa gasatura la rende piuttosto piacevole e di facilissima bevibilità!
    E’ sabato pomeriggio, scattano le 15 e il posto si comincia a riempire di bandiere tedesche, persone di ogni età cominciano ad affolare il piccolo giardino della birra e ci troviamo seduti con un gruppo di ragazzi del tutto sconosciuti e con le bandierine pitturate sulle guance.
    Da una parete scorrevole esce un maxischermo e viene fischiato l’inizio di germania-argentina. Al primo gol ci si gela il sangue (non è possibile sarà veramente il loro anno?) ordiniamo un’altra birra e la cameriera ci chiede: “ma tifate germania o argentina??”..verso di noi sguardi tesi di tutti i presenti che per un istante ammutoliscono..”Germania, of course” :D..e risata generale neanche fossimo in una pubblicità della peroni con l’unica differenza di stringere in mano una birra artigianale, prodotto della passione di una regione tedesca in cui poche famiglie condividono il microbirrificio comunale e a turno, nei fine settimana, accolgono gli avventori nella propria abitazione e gli permettono di conoscere quella che è la loro tradizione birraia…vabbè dai per questa volta possiamo anche tifare per la stessa squadra 😀 !
    Le tacche sul porta bicchieri aumentano, di pari passo ai gol della germania e alle urla degli indigeni..alla fine ci ritroviamo a brindare con loro avendo perso il conto dei boccali arrivati al tavolo!
    Passata la notte si torna a Monaco, le piante di luppolo che corrono fuori dai finestrini fanno di nuovo da cornice alla nostra gita birraia, in macchina lo stereo è sintonizzato su radio pils…
    Cecilia e Matteo

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