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Serata L'Olmaia all'Open Baladin: il mio resoconto

Come cominciare bene la settimana se non partecipando a una bella degustazione di birra? Consapevole di questa grande verità, ieri sera mi sono incamminato verso l’Open Baladin, dove è andato in scena l’evento dedicato al birrificio L’Olmaia, una delle realtà brassicole più felici non solo della Toscana, ma dell’intero panorama nazionale. Immancabile la presenza dell’amico, nonché birraio, Moreno Ercolani, sempre cordiale e di grande compagnia, capace in questa occasione di sfoggiare un’insolita barba incolta, decisamente sexy 😉 . Ovviamente è stato lui a spiegare ai presenti le birre in programma e a raccontare i segreti del suo birrificio.

Aperitivo con Karkadè

E’ stata una serata decisamente impegnativa, con la bellezza di cinque birre in assaggio, tre delle quali abbinate a piatti ispirati al patrimonio gastronomico toscano. Come apertura è stato proposto un aperitivo con Karkadè, forse la produzione più particolare dell’Olmaia. Come scritto già in passato, è realizzata con l’impiego dell’omonima pianta in infusione e in bollitura. L’ingrediente insolito caratterizza pesantemente le percezioni sensoriali, sin dalla vista, con un colore che ha nette sfumature tendenti al rosa. Al naso si distingue il karkadè, oltre a un’ampia gamma di profumi fruttati e floreali. Il leggero tocco acido si ritrova al palato in maniera più evidente, dove è accompagnato ancora dal karkadè. Rispetto a quando la provai la prima volta, l’ho trovata discretamente più rotonda e pulita, con un’acidità meno pronunciata. Anche al colore le sfumature rosa sono diventate meno distinguibili rispetto al passato. E’ una birra spettacolare nel suo essere fuori dal comune, adatta soprattutto alle calde giornate estive, ma ottima anche come aperitivo durante tutto l’anno. Senza dubbio un buon inizio di serata…

La 5 con una selezione di salumi Parisi

Successivamente siamo passati all’ammiraglia della casa, La 5, una classica “birra chiara”, ma nella quale Moreno è riuscito a far emergere un carattere preciso, obiettivo che persegue in tutte le sue ricette. Unica birra in bottiglia della serata, è stata abbinata a una selezione di salumi di Paolo Parisi, anche famoso per le sue uova da gourmet: guanciale affumicato, lonzino e salame, tutti rigorosamente di Cinta Senese. Nonostante La 5 non sia un prodotto complesso, l’abbinamento è risultato azzeccato, con la capacità della birra di contrastare il grasso della carne e pulire la bocca, anche grazie alla fine luppolatura. Unico neo: alcune puzzette al naso, che sono scomparse dopo qualche minuto di permanenza nel bicchiere e che non hanno certo inficiato l’esperienza degustativa.

BK e ribollita

Con la terza birra siamo passati nel mondo delle Stout, con la BK che ha detta di molti è stata la migliore birra della serata. Una Stout sicuramente sui generis, nella quale la percentuale di malti scuri è molto al di sopra della media (circa 12%, quando usualmente si arriva massimo al 6 – 7%). Nonostante questa “sproporzione” tra ingredienti, la BK è apparsa splendidamente bilanciata, con i prevedibili toni di cioccolato, caffè e tostati che non hanno mai preso il sopravvento rispetto all’equilibrio generale.

Strana gente all'Open

Coincidenza ha voluto che la migliore birra della serata sia stata anche la protagonista del migliore abbinamento. Scombinando le più classiche aspettative in materia, con la BK è stata proposta una ribollita: il cavolo nero (verdura a mio parere spettacolare e sottovalutata) ha esaltato le caratteristiche della birra, che a sua volta si è sposata ottimamente con il gusto “rustico” del piatto. Ancora una volta l’Open ammalia per abbinamenti sorprendenti e di altissimo livello, come già raccontai in occasione della serata dedicata al birrificio San Paolo di Torino.

La 9 e la trippa

Tornando alle birre, la quarta proposta è stata La 9, altro grande classico dell’Olmaia. E’ un’ambrata in cui luppolo e malti si rincorrono continuamente, determinando un grande equilibrio generale. Una birra di facile beva, ma anche molto complessa, che per questo motivo è stata abbinata a uno degli alimenti simbolo della Toscana: la trippa. E’ stata proposta in tre diverse preparazioni: panino di cuffia in bianco, centopelli con uvetta e sedano, cuffia al pomodoro e pecorino. Inutile sottolineare la bontà del tutto.

Per concludere Christmas Duck

La lunga serata si è chiusa con un brindisi pre-natalizio a suon di Christmas Duck, la stagionale dell’Olmaia. E’ una birra facilmente assimilabile alle Kerstbier di impronta belga, realizzata con l’aggiunta di miele d’olmo. Come da copione il tenore alcolico è abbastanza sostenuto (8,5% alc.). Concluso il brindisi abbiamo salutato un provato Moreno (ma dopo una simile degustazione non era l’unico) e ci siamo dati appuntamento alle prossime festività natalizie.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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12 Commenti

  1. Purtroppo me la sono persa!
    Sapevo della serata……ma non ho potuto partecipare 🙁
    Sarà per la prossima!

  2. Io c’ero! ( ..e sono pure sopravvissuto):D
    Ottimo report e belle foto.
    Birre molto buone; per me che non sopporto poi molto le stout spaziale la Bk spillata a pompa, Karkadè da berne a secchiate con la stagione calda.
    La CDuck invece non mi ha davvero colpito.
    Ottimi anche gli abbinamenti cibo-birra, anche se proporre la trippa in una degustazione “chiusa” è meravigliosamente da incoscienti 😀
    Però rispette alle altre degustazioni provate questa è stata davvero poco “interattiva”, non ho saputo nulla di più sull’Olmaia ( e sulle birre) di quanto non sapessi partendo da casa.
    Alla prossima 🙂

  3. BK su tutte!!!
    Anche le altre a posto. Concordo col Turco sulla serata…

  4. @Muflone
    Cosa intendi per “poco interattiva”?

  5. @Andrea

    L’ ho scritto sù, non ho saputo nulla di più sull’Olmaia ( e sulle birre) di quanto non sapessi già partendo da casa. Rispetto all’ultima degustazione provata all’Open ( Troll) c’è stato davvero poco “scambio” tra il mastro birraio e i presenti.
    Troll ci ha raccontato vita,morte e miracoli, forse la sua personalità è più esuberante eheh.
    Tutto qui.

  6. @Muflone
    Sì era solo per capire. Ho mancato la serata col Troll, ma ho saputo da Giaguarino che Alberto (mi pare ci fosse lui come ospite) ha dato spettacolo. Come dici tu dipende anche dalla personalità del relatore, nonché dal suo stato di forma 🙂

  7. Secondo me dipende da tutti: se una serata è poco interattiva vuol dire che il pubblico è poco interattivo e il mastro è poco interattivo.

  8. Diciamo pure che Alberto,anche non volendo,è uno dei più straordinari frontman del panorama nazionale..
    http://www.youtube.com/watch?v=R3lhb1aROYA

  9. Moreno parla coll’occhi, è bello come er sole, come Potsie di Happy Days coi capelli di Cocciante…Come si fa a definirlo “poco esuberante”??? Dopo il Cammello è la persona più affascinante che conosco…Senza togliere nulla al grande Alberto!

  10. …ma ve li immaginate Giaguarino, Giacu e Moreno su un palco insieme??? Un misto di Sorelle Bandiera e Cugini di Campagna…Che sogno!
    Scusate, ho bevuto…

  11. @Turco: come sempre ti ricordi di cose che io sinceramente avevo rimosso……..i Giaguarini 🙂
    @Colonna: Potsie, Cocciante, Sorelle Bandiera e Cugini di Campagna……..che t’eri bevuto?? Cmq grazie per avermi collocato a ridosso del Cammello 🙂

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