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Che 2011 birrario è stato – I risultati

E’ passato all’incirca un anno quando vi chiesi di indossare le vesti di profeti birrari e pronosticare quali fenomeni avrebbero caratterizzato il 2011 per la birra artigianale in Italia e all’estero. Dopo quasi 12 mesi è giunto finalmente il momento di riprendere in mano quell’articolo e verificare chi di voi è stato più bravo a intuire i trend nell’anno che va a chiudersi. Ovviamente non si vince niente, ma volete mettere l’onore nell’essere unanimemente riconosciuti Nostradamus birrario del 2011? 🙂 Per quanto riguarda le previsioni del 2012 vi chiedo invece di aspettare domani, quando pubblicherò un post specifico per l’occasione. Andiamo a scoprire i risultati…

I trend della birra artigianale in Italia

Lo scorso anno di questi tempi pronosticai per il 2011 un incremento di birrifici orientati a cercare un target diverso dal solito. Che nel concreto si sarebbe realizzato mediante formati alternativi al vetro da 75 cl e con un approccio comunicativo diverso rispetto al passato. Sentori di questo cambiamento c’erano già stati nel 2010 con il debutto di Bad Attitude, Brewfist e Birrificio Sant’Andrea, ma bisogna ammettere che anche il 2011 ha continuato su questa strada con la fortissima crescita di Extraomnes e dello stesso Brewfist, nonché di realtà inedite come il Birrificio Indipendente Elav. Un trend previsto da tanti lettori, ma non scontato come potrebbe sembrare in un primo momento: scardinare le consuetudini di un mercato, pur giovane come quello italiano, è tutt’altro che semplice.

Tra le altre tendenze emerse nel corso dell’anno citerei la diffusione delle produzioni “one shot”, ormai diventate una costante per birrifici come Birra del Borgo, Amiata e Toccalmatto. Un fenomeno che nessuno è riuscito a prevedere, mentre molti si sono buttati sulla commistione tra vino e birra: un trend facile da pronosticare, ma che secondo me non è cresciuto tanto nel 2011 rispetto al passato. Se di prodotti ibridi vogliamo parlare, mi sembra che invece si stia assistendo a una crescente presenza di prodotti che si propongono come anello di congiunzione tra birra e champagne… e qui le implicazioni a livello di iter produttivo sono piuttosto diverse.

Segnalo poi un paio di colpi messi a segno da altrettanti lettori. Luca parlò di un aumento di locali di mescita per i birrifici e a ben vedere è stata una giusta intuizione: recentemente San Paolo ha inaugurato la sua birreria e quasi contemporaneamente l’Olmaia ha concluso i lavori della sua sala di degustazione. In aggiunta, il birrificio Via Priula aprirà presumibilmente a febbraio la sua birreria con cucina. Velleitario invece parlò di collaborazioni tra publican e birrifici e in effetti in questo 2011 abbiamo assistito al fiorire di tantissime birre nate da questo tipo di simbiosi. Complimenti a entrambi.

Le conferme internazionali

Ducato, Ducato, Ducato. Sembrava impossibile migliorarsi e invece il birrificio di Roncole Verdi è riuscito quest’anno a superare il suo bottino di riconoscimenti internazionali, fino al record assoluto di medaglie ottenuto allo European Beer Star. Un risultato impressionante, che ha fatto la felicità dei lettori che avevano puntato ancora una volta sulla creatura di Giovanni Campari e Manuel Piccoli (Velleitario, Alberto, Carletto). Tra gli altri risultati internazionali di rilievo per i nostri produttori (senza riscontro tra i nostri pronostici) ricordiamo le affermazioni di San Biagio e Doppio Malto, ma soprattutto l’oro di Turbacci allo stesso European Beer Star, che con la sua Quinn ha sbaragliato la concorrenza tra le Keller Pils, precedendo un grandissimo prodotto come la Via Emilia, sempre del Birrificio del Ducato.

Le sorprese

Tanti i birrifici emergenti che si sono messi in luce in questo 2011, soprattutto per i risultati del concorso Birra dell’Anno. Allora sottolineammo gli exploit dei giovanissimi Endorama, PBC, San Michele e BSA, due dei quali sono stati indovinati con estrema precisione da Mr Nostradamus 2010, anche conosciuto come Carletto. Il nostro caro laureando ha confermato le sue doti di veggente citando Endorama e BSA e sbaragliando alla grande la concorrenza. Personalmente puntai invece su Foglie d’Erba, che ha vissuto un grandissimo anno, ma che non si può considerare una vera e propria sorpresa avendo aperto i battenti nel 2008.

La sfera di cristallo

Per il pronostico più assurdo dell’anno avevo puntato su due distinti eventi: la comparsa di un birraio italiano su una rivista d’informazione generalista e l’improbabile apertura di un birrificio da parte di Julian Assange. Inutile dire che sono stato un pessimo profeta, ma anche le vostre previsioni sono state decisamente imprecise, nonostante non fossero altrettanto fantasiose 😛 . Leggendo i commenti però troviamo un paio di spunti di riflessione: Rampollo parlò di un disciplinare di produzione e anche se niente del genere si è avverato, la bottiglia universale di Unionbirrai sta cercando per la prima volta un certo tipo di omogeneità nel settore; Mr Chiodi invece puntò sulla crescita dei livelli di produzione di alcuni birrifici e sull’ingresso nel settore Gdo, due fenomeni confermati solo in parte, ma che possono suggerire una delle strade che intraprenderà la birra artigianale in Italia.

Infine, nonostante la nascita della birra agricola avvenne a fine 2010, nessuno previde una forte crescita del fenomeno, snobbandolo alla grande.

In conclusione dunque ottimi responsi per Velleitario e Carletto, con quest’ultimo che conferma le sue abilità in materia. Speriamo che in questi giorni possa prendersi una pausa dallo studio, perché sono curioso di leggere le sue previsioni per il 2012 quando domani toccherà a lui (e a tutti voi) tornare a sfidarsi in questo giochino di fine anno.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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Un commento

  1. Sempre moooooolto fortunato 😉

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